tradimenti
Scarpe da troia
di pamyzi1
09.04.2024 |
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"Me le fece provare lasciando che ancora una volta la sua mano partisse dalla caviglia per risalire fino al polpaccio e sentendo i miei brividi la spinse fino..."
Avevo convinto mio marito, approfittando dei saldi, ad accompagnarmi per comprare un paio di scarpe.Per evitare di trovare troppa gente avevamo deciso di andare un mattino durante la settimana e fu cosi che girando da un negozio all’altro senza trovare o il modello o il numero adatto tornando decidemmo di fermarci in uno sulla strada di casa che avevo notato parecchie volte ma in cui ero mai entrata essendo troppo grosso e a mio parere un po’ vecchiotto.
In effetti, l’arredamento confermò la mia impressione salvo che per il commesso che ci accolse cordialmente e con un luminoso sorriso.
Mi sarei aspettata due persone anziane invece il personale era composto da una signora sui 45/50 anni e da questo ragazzo che non superava i 35 alto circa 1, 85 con un fisico da persona che pratica sport, capelli cortissimi e con una lieve abbronzatura che metteva ancora più in risalto il suo sorriso.
Favorevolmente impressionata mi lasciai condurre ad una poltroncina ed esposi cosa desideravo, annuì e si allontanò verso gli scaffali per prendere le scarpe, mentre camminava gli osservai il culo con l’occhio da donna esperta ed abituata anche lei ad essere ammirata per quella parte, e certi commenti raccolti per strada mi confermano che anche il mio non deve essere male così come non lo era quello dell’uomo.
Ritornò dopo poco con una pila di scatole e si accomodò di fronte a me su uno di quei provascarpe di una volta che anno il sedile per il commesso da cui parte un piano inclinato per appoggiare il piede.
Mi prese con delicatezza la gamba destra per la caviglia, mi sfilò la scarpa vecchia e messami quella nuova con l’aiuto di un calzascarpe mi fece posare il piede sul piano inclinato per farmi vedere come stava.
In quella posizione la gamba con la scarpa nuova resta leggermente sollevata rispetto all’altra che posa in terra e dopo due o tre prove la mia gonna che non porto cortissima ma neanche lunga era leggermente risalita cominciando a scoprire il pizzo delle calze autoreggenti che porto regolarmente.
Mi accorsi che il commesso le aveva notate ed ad ogni prova lanciavi sguardi sempre più interessati, divertita non feci nulla per evitare che la mia gonna salisse ed anzi cercando di imbarazzarlo allargai appena le gambe per permettere al suo sguardo di spingersi più a fondo.
Al contrario lui nella prova successiva al posto di mettermi la mano sulla caviglia come il solito la lasciò scorrere sul polpaccio procurandomi un leggero brivido di piacere e, pensando si fosse notato, mi guardai attorno per vedere se era stato notato da mio marito e dalla commessa dietro al banco, ma loro, impegnati in una conversazione sulle difficoltà della vita moderna, non ci degnavano di attenzione.
Constato questo, con la scusa di vedere meglio la scarpa, spinsi un poco il bacino in avanti sulla poltroncina facendo in modo che la gonna salisse ancora di più ed ora, ne ero certa, lui poteva ammirare le mie mutandine di pizzo nero mentre non avendo tolto la mano dal mio polpaccio lo stava accarezzando leggermente fissandomi con uno sguardo pieno di intese che ricambiai mentre con una mano mi accarezzavo il collo facendola salire fino dentro ai miei folti e neri capelli..
Restammo un po’ in quella situazione di sottile erotismo fino a quando io dissi “Queste vanno bene anche se non sono pienamente convinta”.
Non si lasciò sfuggire l’occasione e mi disse “Se vuole seguirmi in magazzino ho sicuramente un paio di scarpe che le piaceranno”.
Dopo avere avvertito mio marito e la commessa ci avviammo in magazzino da una porta sul retro del negozio che attraverso un breve corridoio con scaffali pieni di scatole da entrambi i lati sbucava in una piccola stanzetta con uno stretto banco ed una poltroncina e relativo provascarpe come in negozio.
Mi accomodai sulla poltroncina lasciando che la mia gonna salisse liberamente e lo vidi arrivare con un paio di scarpe di vernice nera con dei tacchi altissimi e sottilissimi, quelli che si definiscono a spillo.
Me le fece provare lasciando che ancora una volta la sua mano partisse dalla caviglia per risalire fino al polpaccio e sentendo i miei brividi la spinse fino alla coscia, cosa che io agevolai allargando le gambe quel tanto che bastava per sentirne il contatto su entrambe le cosce senza permettergli di arrivare fino al massimo.
Mi indossò anche l’altra facendomi alzare in piedi e sempre da seduto cominciò ad accarezzarmi e baciarmi le gambe, questa volta lasciai che arrivasse fino all figa che sentivo già piena di umori, se ne accorse e quasi subito, scostandomi le mutandine mi infilò prima un dito e poi due cominciando a masturbarmi quasi furiosamente e mi avrebbe fatto male se la mia figa non fosse stata già così bagnata.
Lasciai fare spingendo il bacino in avanti socchiudendo gli occhi per godermi quegli istanti fino a quando, volendo qualche cosa di più lo alzai afferrando la mano che mi stava masturbando ed infilatami le sue dita bagnate in bocca gustai il sapore della mia figa mentre gli misi l’altra mano sul cazzo cominciando a massaggiarlo con immenso piacere sentendolo già duro e pronto all’uso.
Non resistette tanto a quel trattamento e sempre più arrapato mi girò ed appoggiatami a 90 gradi sul bancone mi alzò la gonna, mi afferrò le mutandine e me le strappò con furia e tirato fuori il cazzo dai pantaloni mi penetrò con un colpo solo che mi fece emettere un leggero gridolino non so se di dolore o di stupore.
Cominciò così a chiavarmi con colpi lunghi e decisi mentre armeggiava con la mia camicetta che sbottonò ed abbassatomi il reggiseno liberò le mie tette che palpava avidamente e stringeva ogni volta che affondava il suo cazzo nella mia figa.
Stavamo scopando così, io potevo gustarmi tutto ed osservare la scena sullo specchio di fronte a me dietro il banco vedendo le mie tette lasciate libere dalle sue mani che mi avevano afferrato per i fianchi che, pur non essendo molli né grossissime, sobbalzavano ad ogni colpo che lui mi dava quando, senza che ce ne accorgessimo, ci trovammo di fianco mio marito che ci osservava.
Evidentemente stanco dell’attesa Donato aveva deciso di raggiungerci e noi presi in quella scopata quasi selvaggia, non avevamo sentito nessun rumore premonitore che ci avrebbe permesso di ricomporci.
Il commesso sarebbe schizzato via se io, che nel frattempo mi stavo titillando il clitoride, non fossi stata veloce ad afferrarlo per le palle trattenendolo dentro fissando mio marito ed aspettando una sua furiosa reazione.
Donato invece, senza una parola, fece il giro del banco e afferratomi la testa per i capelli spinse il suo cazzo, che velocemente aveva liberato dai pantaloni, nella mia bocca e che io ingoiai quasi completamente leccandoglielo con gran libidine.
I due uomini sembrava avessero trovato un ottimo sincronismo perché ogni colpo che ricevevo da dietro mi spingeva in avanti sul cazzo di mio marito che spingeva in avanti per farmelo ingoiare il più possibile e cominciai così a godere e mugolare senza ritegno.
Forse per paura di qualche intrusione che il commesso si staccò da me ed andò a chiudere a chiave il magazzino e fu in quella pausa che mio marito ne approfittò per spogliarmi completamente lasciandomi solo con le calze e quelle magnifiche scarpe dai tacchi altissimi e in mezzo ai due uomini completamente vestiti e solo con il cazzo fuori mi fece sentire, devo ammettere con piacere, una gran troia.
Donato ed il commesso non parlavano ma sembrava avessero gli stessi pensieri, insieme mi presero e mi distesero sul bancone che non essendo lungo faceva sì che le mie gambe penzolassero da una parte e la testa dall’altra e la cosa sembrò favorirli perché il commesso mi rovesciò la testa all’indietro infilando poi il suo cazzo nella bocca che in quella posizione mi arrivava fino in gola mentre mio marito dall’altra parte aveva cominciato a leccarmi infilandomi contemporaneamente un dito nella figa e uno nel culo.
Non ci misi molto ad avere un altro violento orgasmo e stavo ancora sussultando di piacere che sentii Donato infilarmi il cazzo nella figa da cui sentivo colare tutti i miei umori lungo le cosce e sbattermi furiosamente, nel frattempo percepivo il cazzo del commesso nella mia bocca che si inturgidiva sempre di più ed era pronto a sborrare, mi chiedevo se mi fosse partito in bocca o no e fu in quel momento che, quasi leggendo i miei pensieri, si tolse ed un getto di sperma caldissima mi colpì fra le tette mentre quello di mio marito mi inondava la pancia fin quasi al seno.
Con le dita sparsi lo sperma dei due uomini sul mio corpo mescolando i semi che poi succhia avidamente dalle mie dita ed alla fine le ultime gocce direttamente dal cazzo dei due uomini che subito dopo rinfoderarono i loro arnesi mentre mi rivestivo dopo essermi ripulita con un paio di klinex.
Ritornammo tutti e tre in negozio accolti dalla commessa che mi disse
“Spero che la signora abbia trovato quello che desiderava”
Con un sorriso risposi:
“Non potevo trovare di meglio, sono proprio rimasta soddisfatta, sarò senz’altro una vostra affezionata cliente”.
Inutile affermare che non solo ho comprato le scarpe che volevo ma anche quelle con i tacchi a spillo che a dire il vero mi sono state regalate dal commesso anzi le tenni direttamente ai piedi per andare a casa.
In macchina, mentre tornavamo a casa, Donato mi infilò la mano fra le cosce e lo sentii trasalire quando si accorse che ero senza mutande che inutilizzabili le avevo lasciate nel negozio, ma poi approfittando della situazione mi infilò un dito nella figa.
Lo lasciai fare, anzi allargai le gambe chiusi gli occhi e ripensando a prima aiutata dal movimento dell’auto stavo nuovamente per godere ma fui interrotta dall’arrivo a casa.
Appena entrati in casa mio marito cominciò ad insultarmi dicendo:
“Donatella sei una troia, non pensavo fossi così zoccola, ti e piaciuto succhiarti due uccelli sei proprio una grna puttana da usare . ” , rimasi esterrefatta da questa reazione e mi aspettavo il peggio quando Donato mi mise alla pecorina e senza neanche spogliarmi ricominciò a fottermi continuando ad insultare con parole violente ...troia zoccola puttana, sei una vacca da monta .
In quel momento mi sentivo veramente una troia e la cosa mi aiutava a liberare il mio spirito animalesco e mentre Donato mi fotteva io inarcavo di più la schiena e dimenavo il mio culo per fare in modo che il cazzo mi penetrasse più a fondo.
So che il mio culo fa impazzire Donato e in quella situazione ancora di più perché quasi come fuori di se mi strappò letteralmente i vestiti ed allargatomi le chiappe mi inculò con un colpo violento e non con delicatezza come era solito fare.
Ero cosi in ginocchio con la testa appoggiata al pavimento e mi masturbavo con una mano mentre Donato mi afferrò per i capelli e con colpi violenti e sempre più veloci come se arrabbiato volesse spaccarmi il culo mi portò ad un orgasmo quasi animalesco che raggiunsi urlando e chiedendo a Donato di fottermi ancora più forte e di insultarmi ancora di più mentre sentivo il suo sperma innondarmi il culo.
Adesso quando voglio scatenare Donato mi faccio trovare al suo rientro con le scarpe con il tacco a spillo, calze autoreggenti a rete nere, una minigonna nera ed una camicetta in cotone bianca fatta a uomo e naturalmente senza mutande e senza reggiseno in modo che i miei capezzoli possano essere facilmente intuibili sotto la camicetta.
L’effetto è sempre lo stesso ed il più delle volte non riusciamo nemmeno ad arrivare alla camera, chissà cosa succederebbe se arrivasse a casa con un suo amico?
O dovrò farmi trovare io con qualcuno?
è un pensiero che mi frulla in testa e prima o poi non è detto che lo metta in pratica, e lo faccia cornuto sempre ........commenti ....ciccina5551ògmail.com
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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