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Puttana per piacere


di pamyzi1
18.03.2022    |    2.536    |    3 9.4
"Penso di averne avuti 2 o 3 di seguito; non smetteva di leccarmela..."
Mi eccitava l’idea, mi piaceva pensare di essere una puttana professionista.
Nel tragitto, in macchina, la mia mente era affollata da un turbinio di pensieri contraddittori. Avevo fatto l’esperienza, mi aveva intrigato, ma ora stavo perseverando; nell’errore o nell’avventura? Ero sicura solo di una cosa: quello in cui mi stavo cimentando mi dava una scossa, un brivido mai provati prima! Il pensiero di quello che avrei potuto fare e, soprattutto, il fatto di essere desiderata a tal punto dall’essere pagata per le mie prestazioni, mi eccitava tantissimo. Sentivo la figa colare, i miei umori trattenuti a stento dal miniperizoma che avevo indossato nel bagno dell’ufficio nel corso della mia vestizione da mignotta.
Entrai nel locale di Giorgio; il bar era piuttosto frequentato a quell’ora del primo pomeriggio, molti stavano finendo di consumare un pasto veloce, non potei fare a meno di notare che molti degli avventori, quasi tutti uomini, si girarono a guardarmi non appena entrai. Ancorchè fossi totalmente coperta dal lungo soprabito, chiuso fino al collo e con anche una sciarpina, un po’ mi meravigliò tutto questo “successo”.
Naturalmente la cosa mi fece piacere, quale donna non ama essere guardata, desiderata. Finsi indifferenza, feci un cenno di saluto a Giorgio che mi notò subito a sua volta. Mi accomodai ad un tavolino e presi a leggere uno dei giornali che erano a disposizione dei clienti. Giorgio uscì da dietro al bancone, si avvicinò a me e mi baciò affettuosamente sulle guance: “ dammi dieci minuti e sono da te. Vuoi che ti porti qualcosa? Un caffè, cosa?”
“sì, un caffè grazie” risposi sorridendo
Seduta al tavolino con le gambe accavallate, stivali neri col tacco altro. Si era aperto un po’ il cappotto facendo spuntare il ginocchio ed un po’ di coscia velata dalle calze. Ero veramente osservata, più di uno mi fissava, qualcuno si dava di gomito. Giorgio mi portò il caffè, si sedette vicino a me, buttò immediatamente l’occhio sulla gamba scoperta e, dopo un paio di chiacchiere di circostanza, mi prese la mano dandole un bacetto e furtivamente se la porto sulla patta dei calzoni.
Ce l’aveva già duro: “senti che effetto che mi fai?” mi disse piano sorridendo. Continuai a massaggiarlo da sopra i jeans, stringendolo forte nella mano. Mi piaceva sentire quel pezzo di carne dura come il legno che stava sotto la stoffa. Mi piaceva sapere che di lì a poco sarebbe stato tutto per me e, più di ogni altra cosa, mi piaceva constatare che ero io la causa di quell’eccitazione.
Questo pensiero mi fece andare fuori di testa, sentivo salire l’eccitazione e presi a toccarglielo sfacciatamente davanti a tutti incurante di chi potesse notarlo…. e qualcuno l’aveva notato.
In quel momento mi sarei anche fatta scopare lì sul tavolino del bar davanti a tutti, tanta era l’eccitazione. Lui si ritrasse un po’ imbarazzato, “arrivo subito” mi disse, riportò il vassoio, col quale copriva il gonfiore del pacco, dietro il bancone e sparì nel retrobottega. Molti di quelli che avevano visto la scena continuavano a fissarmi, anche la collega di Giorgio mi guardava
Dopo poco, Giorgio ritornò e mi fece strada per andare nel suo retrobottega. Gli sguardi di molti ci seguirono mentre uscivamo dal locale, ancheggiai sui tacchi alti in maniera ancor più evidente del necessario. Volevo che capissero quel che ero, che capissero quel che mi apprestavo a fare. Mi sentivo la più troia delle troie in quel momento, ero eccitatissima e confesso che mi sfiorò il pensiero di farmi scopare da tutti loro, lì nel locale; e con questo pensiero, che mi fece andare il cervello in pappa dall’eccitazione, mi diressi verso il retrobottega/loft.
Come l’ultima volta che c’ero stata, ebbi la piacevole sensazione di un luogo caldo, accogliente, elegante. La cosa mi fece sentire immediatamente a mio agio, mi tolsi il lungo cappotto e mostrai la seducente mise indossata poco prima nei bagno dell’ufficio. Giorgio rimase letteralmente a bocca aperta, lentamente con movenze feline, ancheggiando esageratamente sui tacchi alti, mi avvicinai e mi accomodai sul divano di fianco a lui, fissandolo negli occhi. Dopo un momento di silenzioso inebetimento, mi disse:
“sei uno schianto! Non ho frequentato tante donne in vita mia, ma tu sei la più ‘incredibilmente sexy che abbia mai conosciuto”
Certe parole fanno sempre effetto, chiunque le dica
“e fra queste che hai frequentato ci sono stata molte puttane?” risposi, picchiando su quel tasto di quella mia nuova condizione che mi intrigava così tanto.
“no, tu sei stata la prima” rispose Giorgio, probabilmente mentendo
“come mai hai rotto il ghiaccio proprio con me?”
“mi piaci così tanto che, non dovrei dirlo, ma pagherei qualsiasi cifra pur di stare con te” sorrise, imbarazzato.
“non ti preoccupare, la tariffa rimane quella che sai” intimamente considerai che l’avrei fatto anche gratis. Ero eccitata, lui mi piaceva, ma soprattutto mi piaceva l’idea di fare la puttana.
Eravamo seduti di fianco sul divano, si avvicinò a me e cominciammo col baciarci, i baci mi eccitano, non ci posso fare niente.
Sapevo di essere una puttana atipica, le puttane non baciano mai! Si alzò, si spogliò in piedi davanti a me che ero rimasta seduta sul divano e rimase solo con i boxer che faticavano a contenere la sua eccitazione.
Glieli abbassai facendo uscire come una molla il suo cazzo durissimo che, liberato dalla stoffa, puntava verso il soffitto. Glielo scappellai facendo scivolare indietro con la mano la pelle e cominciai a leccargli la cappella, stringendolo gli feci uscire la gocciolina dalla punta che golosamente assaporai, poi cominciai a fargli un bocchino di quelli che non ammettono repliche, succhiando ingordamente questo cazzo di pietra reso così dalla mia troiaggine.
Mugolava sotto la cura della mia bocca e delle mia mani che lavoravano contemporaneamente su quel bel pezzo di carne dura e calda, ansimava rumorosamente e io colavo nel mio perizomino. Dopo non molto lo sentii pulsare nella mia bocca e l’istante successivo mi sentii riempire la bocca di sperma caldo. La bocca piena di succo, mi sfiorò il pensiero di ingoiare tutto, ma ero una puttana. Già il fatto di essermi fatta venire in bocca e di averlo baciato pocanzi poteva far capire che ero una mignotta sui generis.
Si ritrasse ansimante e crollò sul divano di fianco a me. Lo guardai soddisfatta, sorridente e scostato il perizoma, a gambe larghe, cominciai ad accarezzarmela lentamente. Il dito passava fra le labbra, ogni tanto lo affondavo nella figa fradicia per farlo bagnare e poi titillarmi il clitoride.
Non ci mise molto a capire quanta voglia avevo; affondò la testa fra le mie gambe e mi leccò a lungo; all’inizio lentamente poi, rispondendo alla mia reazione, al mio incitamento di non fermarsi, sempre più forsennatamente, portandomi ad un orgasmo lunghissimo e accentuato dal fatto che non si decideva a staccare la sua lingua, le sue labbra dalla mia figa anche dopo che ero venuta. Penso di averne avuti 2 o 3 di seguito; non smetteva di leccarmela. Ero fuori di testa! Mi accasciai sul divano esausta.
“sei grandioso” gli dissi non appena riuscii a riprendere fiato. “in pochi mi hanno mai fatto godere tanto con la bocca”
Sorrise guardandomi. Si alzò nudo, aprì una porta a lato dello stanzone, vi entrò e uscì un istante dopo con un’elegante vestaglia indosso.
“vuoi darti un rinfrescata?” l’altra volta non ne ebbi il tempo, mi ripulii velocemente per la fretta di rientrare a casa prelevando i kleneex dalla scatola vicino al divano, evidentemente posizionata non a caso. Questa volta, essendomi presa tutto il pomeriggio ed avendogli promesso una prestazione senza alcuna fretta, mi alzai annuendo e lo seguii dietro quella porta dove era entrato prima per prelevare la vestaglia.
Dava in una piccola stanza da letto, con pareti colorate di rosso mattone molto raccolta, un’alcova con un elegante tappeto in fondo al letto, un cassettone e sopra una grande TV a schermo piatto appesa al muro, a lato si apriva un’altra porta che dava su una stanza da bagno grande quanto la camera da letto con un grande vasca idromassaggio ed una piccola sauna. Il tutto molto elegante con arredamenti moderni di design, molto pulito, profumato ed ordinato, sembrava quasi lo show room di uno studio di architettura.
“complimenti Giorgio, che retrobottega elegante che hai!” gli dissi meravigliata da quel piccolo lusso.
“grazie Mary! Ci tenevo al tuo parere, sono molto orgoglioso di questo rifugio e non ti nascondo che per un certo periodo ci ho anche vissuto. Dopo che era finita con la mia ex con cui convivevo, ho vissuto qui per qualche mese. Ora, come ti dicevo, lo uso per guardare le partite con gli amici o per farci qualche poker sempre con loro”
“solo per quello??” di rimando guardandolo sorridendo maliziosa
“hehehe….no. non solo per quello, anche per venirci con qualche amica come te” rispose quasi imbarazzato
“io sono una puttana! Ricordalo” tenni a precisare, guardandolo fisso negli occhi per scovare la sua reazione.
“sei la puttana più sexy mai vista prima!” rispose avvicinandosi. Mi mise le mani sui fianchi in piedi, mi tirò a sè e mi mise la lingua in bocca. Un bacio lungo, coinvolgente, che mi spinse a cominciare a strusciarmi col corpo ancora inguainato nell’abbigliamento da zoccola contro il suo, avvolto nella vestaglia. Si staccò, mi girò, aprì i gancetti della guepiere, mi sedetti sganciai le calze dal reggicalze, sfilai gli stivali, tolsi le calze e completamente nuda seduta sul bordo del letto gli aprii la vestaglia gliela feci cadere a terra lasciandolo nudo a suo volta. Aveva un bel corpo, tonico, abbastanza atletico. Mi rialzai in piedi e ricominciammo a baciarci. Che puttana insolita, le puttane non baciano mai! Sentivo contro di me crescergli di nuovo l’eccitazione mentre le nostre lingue si intrecciavano. Mi stringeva forte il culo con le mani, alzai una gamba per agevolare il suo cazzo, che oramai era tornato duro, a strusciare nella fessura della mia passera di nuovo bagnata. Ci metteva tanta passione, si capiva che lo eccitavo che gli piacevo, ansimava, sospirava come un mantice.
Mi distaccai da quell’avvinghiamento mi buttai sul letto e con le gambe larghe mi accarezzai con tutta la malizia che ritenevo necessaria per quel momento. Lo sguardo fisso su di lui che armeggiava nel cassetto per tirar fuori il profilattico con la lingua che mi leccavo le labbra, ero una cagna in calore, volevo quel cazzo dentro di me! Mi scopò, scopammo a lungo, all’inizio lui sopra di me, nella posizione del missionario, poi in tutte le posizioni, da dietro, io di sopra…. Quanto in precedenza era venuto quasi subito, tanto durò dopo; un sacco di tempo, non veniva mai, una scopata interminabile, almeno così a me sembrò. Non so per quanto tempo mi penetrò, persi il conto degli orgasmi, era un vero toro, un gran scopatore! dopo il mio ennesimo orgasmo, sfinita, si staccò da me. Aveva il fiato corto, eravamo entrambi sudati come se avessimo corso su per una montagna. Sdraiatosi di fianco a me ansimante, si tolse il preservativo che notai essere intonso, non era ancora venuto. Lo guardai con aria interrogativa e lui di rimando: “dopo la prima faccio fatica a venire, non è perché non mi piaci, fidati, è che sono fatto così, mi spiace”
“non ti dispiacere, caro. Io sono contentissima, non è da tutti i giorni fare scopate simili, non so quante volte sono venuta. Piuttosto mi dispiace un pochino per te…”
“senti hai ancora un po’ di tempo, potremmo rilassarci un po’ ti va?”
Guardai l’orologio, non era tardi e poi gli avevo promesso una prestazione senza alcuna fretta “certo che ho tempo, le promesse sono promesse”
Si alzò, andò in bagno, aprì l’acqua per riempire a vasca e mi disse “ci rilassiamo nell’idromassaggio. Hai voglia di provare la mia piccola spa?”
Dopo qualche minuto, accese la jacuzzi e ci immergemmo nella grande vasca chiacchierando amabilmente. Mi disse che aveva arredato quell’elegante loft nel periodo in cui aveva chiuso la sua convivenza con la ex fidanzata e che ora un po’ gli mancava vivere in quella “tana”, come la chiamava lui, visto che da meno di un anno era tornato a convivere con un’altra donna. Mi astenni dal fare osservazioni sul perché un uomo che vive una relazione fissa di convivenza vada a mignotte. Chi è senza peccato scagli la prima pietra diceva un tizio saggio che era vissuto in antichità; evitai di raccontargli che ero sposata e mi limitai a commentare il minimo indispensabile, tanto che ad un certo punto mi disse: “sei proprio molto riservata. Chissà cosa nascondi” mi limitai a rispondere con un sorriso, che forse è apparso un po’ imbarazzato, tanto che Giorgio sorrise di rimando e cambiò discorso.
“ma tu i clienti dove li trovi?” mi chiese a bruciapelo. Lui era il primo. Mi colse impreparata ed improvvisai dicendogli che era per passaparola. “oppure ti sembro il tipo che va a battere per strada?” sorrisi maliziosamente.
“no. Decisamente non mi sembri il tipo che batte pericolosamente per strada, anche perché quelle che battono per strada di solito hanno un protettore”
“esatto! Ed io ballo da sola!”
“senti, ho un’idea” disse ad un certo punto, mentre eravamo mollemente avvolti dalle bolle dell’idromassaggio “mi piaci Mary, mi piaci un casino e penso che spenderò parecchio da te… Però, potremmo fare un contratto”
“sentiamo” gli risposi volgendomi verso di lui incuriosita.
“visto che ti piace tanto il mio rifugio, perché non lo utilizzi per incontrare i tuoi clienti. Ha anche una porta laterale all’edificio senza dover passare dal retrobottega del bar. Così ti eviti di dover andare in squallidi motel, lasciare i documenti di identità, o peggio ancora raggiungere i tuoi clienti in casa loro o in topaie che utilizzano come pied a terre. N’est pas cherie?” annuivo. “ci mettiamo d’accordo, mi dici quando ti serve, tutte le volte che vuoi, senza alcuna limitazione né di volte, né di orario. Come ti dicevo c’è l’entrata laterale e ti lascio anche le chiavi”
“interessante la tua offerta. E….in cambio?”
“mi pratichi uno sconto sui miei consumi. O meglio, visto che lavori sul passaparola, ogni volta che io ti presento un nuovo cliente, questo genera un buono consumazione per me. Che ne dici, si po’ fare questo affare?” sorrise con la faccia di un ragazzino che aveva proposto lo scambio di figurine al suo migliore amico.
Pensai per un attimo che forse sembrò un po’ lungo, col viso assorto e gli occhi che vagavano. Stava proprio cambiando la mia vita, mi accingevo a diventare una vera e propria puttana professionista!
“va bene” risposi senza troppo indugiare. Mi intrigava trasformarmi in quello che certe donne, forse anche alcune di quelle che poi sono diventate famose, erano diventate o forse ambivano a diventare. Un turbinio di pensieri in quel momento affollava la mia mente sul chi avrebbero potuto essere i miei “clienti”, sul quando e, soprattutto, sul come coniugare quella cosa con la mia vita da semplice impiegata e moglie insospettabile.
Giorgio mi distrasse da quei pensieri cominciando a stuzzicarmi dentro l’acqua; mi carezzava, mi titillava i capezzoli che erano diventati istantaneamente duri, si avvicinò, mi mise la lingua in bocca e cominciammo a baciarci appassionatamente. Ci contorcemmo per un po’ nel vascone toccandoci e facendo un bel petting eccitante; dopo qualche peripezia, Giorgio si alzò mi porse l’accappatoio, si asciugo a sua volta con un grande asciugamano, mi spinse sul letto, mi montò sopra e ricominciò a scoparmi. Mi accorsi che non aveva messo il preservativo, lo lasciai fare tanto ero eccitata, non ci potevo fare nulla: prendere il cazzo mi faceva impazzire, perdevo letteralmente la ragione quando scopavo. Mi penetrò a lungo, non arrivava mai, dimostrava, come la volta precedente, una gran resistenza. Io di certo non mi lamentavo, anzi….
Dopo un paio di orgasmi, dopo aver cambiato diverse posizioni, cominciò a spingermi forte da dietro come un forsennato; voleva venire. Lo agevolavo con un movimento di culo: ero bagnatissima, in ginocchio sul letto, lui in piedi dietro di me, lo sentivo sbuffare, ansimare poi ad un certo punto lo tirò fuori e sentii il fiotto caldo del suo sperma sulla schiena.
Ero a pezzi, esausta, un pomeriggio di fuoco! Giorgio mi aveva sfinita, era un vero torello. Tornai nel bagno mi feci una doccia e mentre mi rivestivo, mi disse che aveva già parlato di me ad un suo amico. “ti lascio la chiave del mio rifugio. Lo puoi utilizzare tutte le volte che vuoi, basta solo che mi avvisi quando vieni, così da evitare situazioni imbarazzanti casomai dovessi organizzare un poker con gli amici”
Sorrisi, sorpresa da quella dimostrazione di fiducia, che poi altro non era che un contratto. Do ut des.
Intascai le chiavi, il denaro me l’aveva già dato prima di iniziare la mia prestazione, da brava puttana qual’ero.
“per il tuo amico fammi sapere” gli dissi “sappi solo che non vado con vecchi bavosi. Di solito scelgo io”
“sapevo che hai le idee chiare! Non ti preoccupare, faremo sempre un incontro qui al bar, poi decidi tu secondo i tuoi gusti, le tue sensazioni. Può andare?”
“può andare!” risposi e ci salutammo.
Uscii dalla porta laterale, mi incamminai verso la macchina parcheggiata nel piazzale con un vortice di pensieri nella testa. Era buio, accesi il telefono e notai che mio marito mi aveva chiamato un paio di volte mentre scopavo. Lo richiamai scusandomi raccontando ignominiosamente che non avevo fatto caso al fatto che mi si era scaricata la batteria. Fortunatamente non aveva urgenza e pertanto non mi aveva cercato in ufficio, voleva solo salutarmi e chiedermi a che ora fossi rientrata. “sono in strada amore. mi fermo un attimo al supermercato a prendere un paio di cose e arrivo”
“non vedo l’ora, ho voglia di te” rispose. Questa passione non l’aveva mai dimostrata in passato.......................................commenti [email protected]
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