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Schiava e Puttana


di pamyzi1
18.05.2020    |    9.735    |    5 9.2
"Sono io che dovrei spaventarmi, invece per amor tuo sono disposta a farmi ridurre a schiava per un giorno intero – Ma non ti rendi conto che ti potrà fare..."
Più passava il tempo, più Mary si faceva bella ed attraente. A trent’anni poteva vantare ancora un fisico molto femminile e piacevole; tra i suoi centosessantacinque centimetri si annidava una femminilità dirompente e provocante che faceva letteralmente perdere la testa.
I capelli neri, lunghi e folti, il seno imponente, i fianchi eccitanti ed il culo alto e sodo facevano di Mary una delle donne più desiderate della città.
Il marito era uno di quei maschi gelosissimi e, perciò, potenzialmente cornuti. Non avrebbe mai accettato un tradimento da parte della sua compagna, ma la vita riserva sempre incredibili sorprese…
Dopo quattro anni di matrimonio, finalmente Mary ed Antonello stavano per coronare il loro sogno: comprare la casa. Il proprietario dell’appartamento dove abitavano aveva deciso di venderlo, per cui i tre s’incontrarono una mattina che avrebbe cambiato le loro vite.
Giovanni aveva sempre avuto un debole per la sua inquilina e non lo aveva mai nascosto. Proprio per questo Mary si era preparata a dovere: tailleur blu con gonna corta, calze blu molto velate, un paio di scarpe con un tacco di dieci centimetri ed una camicetta color panna di seta, abbastanza trasparente, tanto che si notava tranquillamente il pizzo del reggiseno; capelli ben pettinati e vaporosi, rossetto vivace sulle già carnose labbra e profumo.
Antonello si era accomodato in salotto, seduto sul divano. Quando vide la moglie si eccitò all’istante, tirò fuori dai pantaloni il cazzo e le disse:
– Vieni accanto a me e succhiamelo
– Noo dai, poi va via il rossetto
– Lo puoi sempre rimettere
Mary controvoglia si sedette a fianco del marito e si accucciò su di lui prendendo la verga in bocca. Nel frattempo Antonello le palpò le cosce e salì sino all’inguine accorgendosi che la moglie indossava le calze autoreggenti
– Hai indossato queste per far eccitare Giovanni? Ogni volta che viene un uomo in casa fai di tutto per apparire troia
Mary, stufa della gelosia possessiva del coniuge, non rispose e continuò a spompinargli il cazzo.
Antonello stava per godere quando suonò il citofono. Mary colse l’occasione al volo e ripose in fretta il membro del marito. Si alzò, eccitata, per andare ad aprire.
Mary, Antonello e Giovanni si sedettero in salotto. Dopo i preamboli e le inutili chiacchiere, la donna si voltò verso il marito e disse:
– Caro perché non vai a preparare qualcosa da bere
Appena Antonello si allontanò Mary accavallò le gambe mostrando a Giovanni il pizzo delle calze autoreggenti. Lo sguardo della donna continuava a provocare l’ospite che non riuscì a nascondere la sua grande eccitazione.
Antonello tornò con tre bicchieri e subito cominciarono le trattative per l’acquisto della casa. Giovanni era fermo sulla sua richiesta di 180.000.000, mentre i coniugi non volevano salire a più di 150.000.000.
– Con uno sforzo possiamo arrivare a 160.000.000, disse Antonello.
Giovanni allora guardò Mary e disse:
– Bé… 20.000.000 li possiamo compensare in una sola maniera…, e sorrise continuando a guardare la donna.
– In che modo?, chiese Mary spaventata.
– Nell’unico modo possibile, cara Mary! Devi essere la mia schiava per un intero giorno
Intervenne Antonello:
– Come ti permetti di rivolgerti in questa maniera a mia moglie; togliti qualsiasi schifezza dalla mente. Non accettiamo nessun ricatto. Vorrà dire che acquisteremo un’altra casa
– Come volete. Però se volete questa casa a 160.000.000 Mary deve essere la mia schiava per ventiquattro ore. Rendetevi conto che parliamo di venti milioni ed io mi accontento di un solo giorno
– Ma cosa intendi per schiava?, chiese Mary.
– Che devi fare qualsiasi cosa voglio, nessuna esclusa
Antonello rimase braccia conserte a fissare negli occhi Giovanni, ed era molto infastidito dall’atteggiamento della moglie che invece di cacciare l’ospite continuava a fare domande sulla sua proposta.
Mary si voltò verso il marito e disse:
– Caro non agitarti subito. Cerchiamo di riflettere, e poi rivolta verso Giovanni:
– Per favore lasciaci soli per qualche minuto
Giovanni si alzò e disse:
– Va bene, vado a farmi un giro. Fra mezz’ora torno e mi darete la risposta.
Antonello rimase fermo sul divano, mentre Mary si avvicinò al marito cercando di farlo ragionare:
– Lo sai che questa casa ci è sempre piaciuta. Abbiamo la possibilità di risparmiare 20.000.000. E poi sono io quella che dovrà subire i voleri di Giovanni non certo tu. Sono io che dovrei spaventarmi, invece per amor tuo sono disposta a farmi ridurre a schiava per un giorno intero
– Ma non ti rendi conto che ti potrà fare del male?.
– Ma che dici. Al massimo mi vorrà scopare. Ma non lo devi considerare un tradimento. Io metterò solo il corpo. L’anima è per sempre tua
– Non sopporto l’idea di immaginarti tra le braccia di un altro
– Facciamo così: accettiamo, passo questa giornata infernale e poi non ne parliamo mai più. In compenso avremo guadagnato 20.000.000
– Tu sei certa di quello che vuoi fare?
– Si. Io voglio accettare
– Ed allora va bene
I due piccioncini si baciarono ed il citofono interruppe il loro intreccio d’amore.
Giovanni salì ed accolse la notizia. Quindi si appartò dieci minuti sul tavolo con in mano foglio e penna e cominciò a scrivere. Quando terminò passò il foglio a Mary e le disse:
– Questo sommariamente un piccolo copione. Attieniti fedelmente, ma tieni presente che le sorprese saranno molte. Ci vediamo domani mattina alle nove. Si alzò ed andò via.
Giovanni era appena andato via e Mary si alzò e si diresse verso la cucina senza dire una parola. Antonello la raggiunse e le chiese cosa c’era scritto sul foglio datole da Giovanni. Mary non rispose e continuò a preparare la cena. All’improvviso disse al marito:
– Tu dovrai sempre essere presente mentre io farò la sua schiava; e domani mi dovrò far trovare come una zoccola: calze, reggicalze e scarpe con il tacco a spillo. Nient’altro indosso
– E poi cosa ha scritto ancora quel porco?
– Che dovrò accettare tutti i suoi ordini senza batter ciglio e che la mia minima rimostranza invaliderà i patti. Devo essere sua schiava nel vero senso della parola. Ho paura
Antonello non disse niente, si alzò da tavola ed andò a dormire.
Mary mangiò da sola pensierosa sulla giornata che l’avrebbe attesa. Non temeva il fatto di dover fare sesso con una persona che non gradiva, ma era spaventata da eventuali sorprese al di fuori di ogni limite. Si sentiva una puttana, ma si rese conto che quella situazione, inconsciamente, la eccitava.
Dormì pochissimo e molto male ed alle sette in punto si alzò dal divano. Si fece una doccia ristoratrice, quindi cominciò i preparativi. Rimase in bagno poco meno di un’ora ed un’altra mezz’ora la impiegò per truccarsi; quindi si vestì come le era stato ordinato: calze nere autoreggenti, reggicalze nero e scarpe con décolleté classico ed alto tacco a spillo. Si guardò allo specchio; la biancheria intima, i capelli vaporosi e lunghi ed il rossetto sulle labbra già carnose: era il quadro della perfetta puttana. Uscì dalla stanza facendo rimanere senza parole il marito che si eccitò all’istante. Alle nove puntuale Giovanni bussò alla porta.
Mary andò ad aprire e Giovanni sorrise compiaciuto nel vedere che la donna aveva obbedito ai propri ordini. Chiuse la porta, la prese per mano e la portò nel salotto dove, seduto sul divano, stava immobile e molto contrariato Antonello. Giovanni abbracciò la donna davanti agli occhi del marito e subito le palpò le sode chiappe; quindi la baciò e cominciò a massaggiarle il clitoride per poi infilarle due dita nella figa già bagnata. Mary cominciò a gemere ed Antonello vide la scena sempre più incazzato, non tanto per l’accoppiamento dei due, quanto per il piacere provato e mostrato dalla moglie. Giovanni guardò Mary negli occhi e le disse:
– Inginocchiati, troia
Mary naturalmente obbedì immediatamente all’ordine e si inginocchiò; slacciò la cinta, sbottonò i pantaloni ed abbassò la lampo; quindi sfilò le mutande di Giovanni e prese in mano il suo cazzo. Lo masturbò per un po’, quindi cominciò a leccare l’asta e la cappella per poi infilarselo completamente in bocca facendo un pompino memorabile. Lo succhiava e lo leccava con Giovanni che sussurrava parole oscene al suo indirizzo. Mary leccò l’asta dell’uomo in lungo ed in largo ed arrivò a succhiare anche la sacca dei testicoli. Ad un certo punto Giovanni si girò e, porgendogli il culo, le ordinò:
– Leccami il culo, vacca
Mary cominciò a capire il significato di schiava: non avrebbe mai voluto leccare il culo, ma sapeva che le era impossibile rifiutare, così si fece forza e passò la lingua attorno all’ano dell’uomo; ma Giovanni voleva umiliarla di più:
– Fammi un bel bidet con la lingua. Fai vedere a tuo marito quanto sei porca
Allora Mary leccò per bene il buco del culo del suo padrone per poi infilare la lingua dentro il suo ano. Durante il bidet, Mary prese in mano il cazzo dell’uomo cominciando a smanettarlo.
Antonello guardava allibito la prestazione della moglie, non pensando di aver vissuto al fianco di una donna con una potenzialità erotica così alta.
Giovanni avrebbe voluto godere, ma non era ancora arrivato il momento.
Si rivolse verso Mary e le disse:
– D’ora in avanti dovrai camminare carponi. Sarai la mia cagna e non potrai parlare perché gli animali non parlano. Se avrai qualcosa da dire potrai solo abbaiare
Mary si sentì umiliata, ma conosceva l’accordo e pensò che fra ventiquattro ore tutto sarebbe finito.
Giovanni appose un guinzaglio intorno al collo della donna e la trascinò come un cane sino alla stanza da letto. Antonello prese una sedia e si accomodò ai piedi del letto, mentre Mary, sempre carponi aspettava nuovi ordini dal suo padrone.
– Leccami i piedi
Mary abbassò la testa sino a terra, tirò fuori la lingua e leccò con dovizia di particolari i piedi di Giovanni. Dopo un po’ l’uomo sempre più eccitato ordinò a Mary di salire sul letto:
– Ti voglio scopare sul vostro letto, poi rivolto verso Antonello:
– E tu, guarda tua moglie come si fa chiavare
Mary stava stesa sul letto a gambe aperte e la figa pronta ad accogliere il membro dell’uomo. Giovanni prese il cazzo in mano e penetrò Mary nella fica. Mentre scopavano Giovanni fece in modo da abbracciare Mary e di baciarla davanti agli occhi del marito. Dal canto suo la donna cominciò a gemere ed a raggiungere un intenso piacere, senza nasconderlo. Giovanni la trombò con furore, ma non era ancora soddisfatto:
– Adesso facciamo vedere a tuo marito come chiavi bene
Si distese sul letto e fece sistemare Mary sopra di lui a cavalcioni, quindi davanti agli occhi del marito, penetrò la donna cominciando a fotterla. Antonello, suo malgrado, aveva l’immagine in primo piano del cazzo di Giovanni che chiavava la figa della moglie.
Mary godeva come una pazza e non smetteva mai di gemere. Giovanni la prese per i capelli e le disse:
– Sei una puttana. Stai godendo come una troia a farti scopare davanti a tuo marito. Sei una lurida vacca
Mary godette più di una volta, ma le umiliazioni erano solo cominciate. Giovanni la fece mettere carponi con il viso rivolto al marito. Lui le andò dietro, le palpò le chiappe e le allargò. Si accorse che la donna era vergine di culo, così la schernì:
– Sei un puttanone eppure nel culo non l’hai mai preso. Adesso facciamo vedere a tuo marito come ti piace essere inculata
Prese il cazzo in mano e con un piccolo sforzo violò l’intimità del culo della donna. Mentre affondava il cazzo nel suo ano, Giovanni prese Mary per i capelli, le sollevò il viso e le ordinò:
– Mentre ti inculo devi guardare tuo marito e fargli vedere quanto ti piace
Mary fissò Antonello ed aprì la bocca nel sentire il piacere che le dava la penetrazione del cazzo nel proprio culo. Antonello non resistette e cominciò a toccarsi la patta dei pantaloni. Intanto Giovanni continuava ad inculare la donna con foga ed ardore.
Ormai l’uomo era arrivato al limite e voleva godere. Si piazzò davanti al viso di Mary e costrinse la donna a prendere il cazzo in bocca. Dopo cinque minuti di succhiate, Mary vide che l’uomo ritrasse il cazzo dalla sua bocca e cominciò a smanettarlo tenendo sempre la punta rivolta verso il suo viso. Quindi le disse di aprire la bocca e cominciò a schizzare sborra direttamente dentro la sua bocca, ordinandole di ingoiare l’intera sborrata.
Quindi le piazzò nuovamente il cazzo in bocca per farselo pulire dai residui di sperma e costrinse Mary a tenerselo tra le labbra anche moscio. All’improvviso la donna sentì uno strano sapore in bocca. Giovanni stava pisciando e lei non poteva sottrarsi al volere del padrone. Giovanni rivolto ad Antonello, disse:
– Sai che sta facendo tua moglie? Sta ingoiando la mia pisciata
Mary chiuse gli occhi per l’umiliazione, ma non perse nemmeno un goccio della pisciata di Giovanni.
Con il gusto del piscio in gola, Mary rimase carponi sul letto in attesa di nuovi ordini. Giovanni strattonò il guinzaglio e Mary scese dal letto e si mise a camminare per la casa a quattro zampe sculettando ed abbaiando ogni volta che Giovanni glielo ordinava.
Erano le undici e si trovava carponi in mezzo al salotto. Antonello nel frattempo si era spogliato anche lui, così come aveva deciso Giovanni, ed entrambi erano seduti sul divano, nudi, che si smanettavano osservando il viso ed il corpo di Mary. Quindi Giovanni decise come procedere:
disse ad Antonello di sdraiarsi sul pavimento ed a Mary di sistemarsi a cavalcioni sul marito.
La donna eseguì volentieri l’ordine e, messasi a cavalcioni si fece scopare dal marito. Giovanni ammirò la coppia che chiavava davanti ai suoi occhi senza alcuna inibizione. Antonello baciò la moglie e la sentì eccitarsi sotto i suoi colpi. Fu allora che Giovanni entrò in scena. Si sistemò dietro Mary e strusciò il cazzo sull’ano della femmina. Mary chiuse gli occhi convinta di essere destinata a subire una doppia e si spaventò. Si ricordò che non poteva parlare e si mise ad abbaiare per convincere Giovanni a desistere dall’inculata. Ed infatti l’uomo non la inculò. Mary tirò un sospiro di sollievo che durò qualche secondo. Giovanni aveva deciso di penetrarla nella figa insieme al marito. Mary nel giro di pochi attimi si ritrovò due cazzi nella fica. Il dolore della seconda penetrazione fu terribile, ma subito sostituito da attimi di intenso e vibrante piacere. Ululava per gli orgasmi raggiunti e si dimenava come una pazza per far entrare completamente i due cazzi nella propria fica.
Giovanni la prese per i capelli, si accasciò su di lei, le girò il viso e la costrinse a baciarlo davanti agli occhi del marito. La pomiciata fu lunga e le lingue si contorcevano tra di loro. Antonello non poté far altro che guardare la moglie partecipare a quel bacio e continuare a trombarla con foga.
Mary si dispiacque quando Giovanni le privò del proprio cazzo nella fica, ma si concentrò sul cazzo del marito cercando di raggiungere un nuovo orgasmo. Era presa dalla scopata e non si accorse subito delle intenzioni del suo padrone. Giovanni aveva puntato l’ano della donna, le allargò le chiappe e la inculò all’improvviso. Mary sentì l’orifizio allargarsi di colpo per permettere l’ingresso del cazzo di Giovanni e dopo i primi attimi di terrore, anche quel tipo di doppia fu molto gradita da parte di Mary.
Continuarono in quella posizione per molto tempo e la donna raggiunse una gran quantità di orgasmi.
Finalmente Giovanni decise che era giunto il momento di godere.
Disse a Mary:
– Adesso la mia cagna ci fa godere con la sua bella lingua
I due uomini si piazzarono davanti a Mary che, a turno, li spompinò. Poco prima di godere Giovanni ed Antonello presero i rispettivi cazzi in mano e si masturbarono davanti alla donna per poi spruzzarle la sborrata in pieno volto.
Mary si trovò il viso coperto dallo sperma e Giovanni per completare l’opera le sputò in faccia, ordinando al marito di fare altrettanto.
Quindi disse a Mary di seguirli in bagno. Giovanni e Antonello andarono verso il bagno e Mary li seguì carponi come un fedele cagnolino.
Giovanni prese Mary e la fece sistemare in ginocchio con le spalle rivolte al water, le piegò la testa all’indietro in modo che i capelli cadessero nella tazza e disse ad Antonello di mettersi al lato sinistro della moglie. Lui si sistemò al lato destro ed insieme le pisciarono in faccia.
Mary chiuse gli occhi sperando che quell’umiliazione finisse il prima possibile. La pisciata durò più di un minuto ed alla fine Mary si ritrovò ad avere sostituito il cesso con gran piacere di Giovanni.
Anche Mary, però, aveva bisogno di pisciare, ma non sapeva come comunicarlo a Giovanni. Rimase a quattro zampe vicino al water, ma Giovanni non capì. Ed allora Mary la mollò sul pavimento. Accortosi il suo padrone la rimproverò e per punizione le ordinò:
– Adesso pulisci con la lingua ciò che hai sporcato. Brutta cagna disubbidiente
Mary dovette leccare la pozzanghera creata dal suo piscio finché il pavimento non risultò pulito del tutto.
L’orologio segnava le 12.30.
Suonò il campanello della porta. Mary guardò il marito che si rivolse a Giovanni, il quale tranquillo, disse:
– Ho chiamato alcuni miei amici. Adesso Mary mostrerà tutta la sua bravura. Vieni con me, cagna
Mary carponi seguì il suo padrone sino alla porta.
Giovanni aprì ed i cinque amici entrarono nella casa. Mary fu costretta a leccare le loro scarpe e ad annusarli come una brava cagna.
Tutti e sei, Giovanni compreso, circondarono Mary e le sputarono addosso. Quindi Giovanni fece alzare la donna e le disse:
– Adesso cammina sino alla cucina e fai vedere ai miei amici come sei troia
Mary recepì l’ordine, si alzò, ben contenta di farlo, e cominciò a camminare sculettando in maniera molto provocante. I sei la seguirono. Le calze autoreggenti, il reggicalze e le scarpe alte contribuivano a far apparire Mary come una gran puttana.
Il gruppo giunse in cucina dove stava ad aspettare Antonello.
Giovanni rivolto agli amici disse:
– Questo è il cornuto. Il marito di questo troione. Adesso guarderà come ci spupazzeremo la moglie. Adesso Mary ci cucinerà qualcosa… Ma lo farà avendo sempre una mazza nel culo, la fece piegare in avanti e le infilò la mazza della scopa dentro l’ano.
Mary fu costretta a muoversi tra i fornelli con la mazza nel culo, mentre gli uomini continuavano a deriderla.
Mentre la pasta cuoceva Mary preparò la tavola. Le fu detto di apparecchiare per sei, lei avrebbe mangiato dopo.
Con il passare del tempo Mary si abituò alla presenza nel proprio culo della mazza e, pur costretta a stare con il culo all’infuori, si muoveva con una certa facilità.
Mentre la pasta era sul fuoco, i cinque nuovi ospiti si spogliarono e, nudi, si pararono di fronte alla donna ed a turno la baciarono. Antonello assistette allo spettacolo della moglie che pomiciava con un uomo diverso per tutto il tempo di cottura della pasta.
Quando ebbe servito i piatti a tavola, fu fatta mettere carponi sotto il tavolo ed a turno dovette spompinare i maschi impegnati a mangiare.
Mary aveva le mascelle indolenzite, ma i maschi non vollero saperne di farla riposare e lei fu costretta per un’ora intera a succhiare i sei cazzi. Era stanchissima quando sentì l’ordine del suo padrone di uscire da sotto il tavolo. Lei, sempre carponi, obbedì ed attese nuovi comandi al centro della cucina. Giovanni le porse davanti una ciotola con i loro avanzi, quindi la poggiò per terra e disse a Mary di mangiare senza usare le mani.
Mary si destreggiò alla meglio per pulire la ciotola ed affondò il viso nel contenitore cercando di arraffare con la bocca i pezzi di pasta. Stava mangiando come una cagna quando si sentì penetrare nel culo. Uno dei maschi aveva approfittato della posizione e la stava inculando, per poi cedere il posto ai suoi compagni.
Finito il pranzo Mary sollevò lo sguardo e vide che i sei uomini si erano piazzati davanti a lei. Senza darle il tempo di capire, tutti e sei cominciarono a pisciarle sulla faccia, riempendole il viso ed i capelli di caldo piscio.
Giovanni guardò Mary e scoppiò a ridere:
– Vatti a lavare che in queste condizioni ci fai schifo. Fatti una doccia e poi torna da noi che dobbiamo ancora divertirci
Erano le 14.00 quando Mary uscì dal bagno completamente ripulita. Indossò delle nuove calze autoreggenti ed un pulito reggicalze, oltre alle solite scarpe con il tacco a spillo alto dieci centimetri.
Mary camminò verso la sua camera dove i sei uomini l’aspettavano ansiosi, mentre Antonello fu fatto sedere davanti al letto per godersi lo spettacolo.
– Mettiti in ginocchio, troia
Mary obbedì all’ordine e si inginocchiò; si avvicinò il primo uomo e Mary automaticamente aprì la bocca ed accolse il grosso fallo tra le labbra. Davanti allo sguardo del marito cominciò a spompinare quel cazzo finché l’uomo lasciò il posto al suo compagno. Così si avvicendarono tutti e sei gli uomini che a turno si fecero spompinare da Mary.
Giovanni prese cinque sedie e le sistemò ai lati del letto. Quindi decise che, a rotazione, tutti loro avrebbero fatto sesso con Mary e gli altri cinque avrebbero guardato la coppia di turno.
Mary si sistemò sul letto ed il primo uomo le andò accanto. Si baciarono e si toccarono, quindi la donna si accucciò e prese il membro in bocca. Dopo un prolungato pompino l’uomo la fece sdraiare, le aprì le cosce e disse:
– Adesso ti scopo, zoccola di una cagna
La penetrò con foga fino a farla godere
– Godi puttana. Urla, fai sentire a tuo marito quanto sei porca
– Siii godoooo siiii ancoraaaaa
Mary provò un piacere incredibile e non fece nulla per nasconderlo, anche perché fu la prima volta in tutta la giornata che le fu concesso di parlare.
I sei uomini scoparono a turno con Mary infilandole il cazzo in bocca, nella figa ed in culo, facendola godere più volte, ma loro si astennero dal raggiungere l’orgasmo.
Mary non capiva perché loro non godessero e provò timore quando intuì il motivo: volevano continuare per tutto il giorno. Infatti dopo averla chiavata uno per volta, i sei formarono tre gruppi da due uomini ciascuno, abusando in coppia del corpo di Mary, la quale dapprima fu fatta mettere carponi e mentre un uomo la scopava da dietro, l’altro si faceva spompinare. Quindi la resero protagonista di una doppia: mentre uno la chiavava, l’altro la inculava, poi sotto le direttive di Giovanni la fotterono due cazzi contemporaneamente. Il primo gruppo di uomini le sborrò in pieno volto; il secondo le godette in bocca ed il terzo tra i capelli. Tutti e sei, a turno, le pisciarono in bocca costringendola ad ingoiare litri di pipì.
Mary pensò di aver terminato, ma non fu così quando si accorse che tre dei sei maschi si avvicinarono a lei. Uno la impalò nel culo, l’altro le ficcò il cazzo in bocca ed il terzo si fece smanettare. Quindi fu protagonista di una doppia, e fu obbligata a prendere in bocca il cazzo del terzo. Le stesse posizioni furono assunte dall’altro gruppo di tre. Anche questa volta a fronte dei numerosi orgasmi della donna, i sei uomini non godettero, lasciando sospesa nelle sue paure la povera donna.
Mary si sentì mancare quando vide avvicinarsi a lei tutti e sei gli uomini: uno si sdraiò sul materasso e la trombò facendola mettere a cavalcioni. Un secondo le andò da dietro e la inculò. Altri due si misero ognuno ad un lato della donna e le sistemarono il cazzo in mano e gli ultimi due le ficcarono le proprie verghe dentro la sua bocca. Così piena dei loro cazzi Mary cercò di soddisfarli. Antonello nel frattempo era costretto a guardare la moglie protagonista di quella incredibile orgia finché non vide che i due uomini che si facevano spompinare le scaricarono in bocca una gran quantità di sperma che Mary, naturalmente, ingoiò sino all’ultima goccia. I due si allontanarono e quello che la stava inculando le donò nell’ano la sua sborrata, continuando a rimanere dentro di lei sino a riempirle l’orifizio di calda pipì. Mary sentì dentro di sé l’ondata calda dei liquidi e percepì l’orgasmo montare ancora più prepotente. Stava godendo quando i due uomini che stava masturbando le inondarono il viso di nettare bianco.
Giovanni rimase a scoparla per altri dieci minuti sentendola godere sotto i suoi violenti colpi. Antonello non voleva credere ai propri occhi: la moglie stava godendo dopo essere stata umiliata in tutti i modi. Finalmente Giovanni decise di porre fine alla chiavata. Estrasse il cazzo dalla figa della donna e dopo averlo smanettato le sborrò tra i capelli, ben sapendo che a Mary dava molto fastidio avere lo sperma in mezzo alla chioma fluente.
Mary fu portata nel bagno e dopo aver ingoiato la pisciata di tutti gli uomini, fu costretta a far loro il bidet leccando e pulendo la cappella del cazzo, le palle e l’ano di ognuno di loro.
Alle 18.00 i cinque amici di Giovanni lasciarono la casa. Mary sempre carponi rimase a disposizione di nuovi ordini.
Giovanni si sedette sul divano ed accese la televisione. Mary si mise come una fedele cagna, supina sotto il proprio padrone e Giovanni le ordinò:
– Leccami i piedi, cagna
Mary avvicinò la bocca ai piedi del padrone e cominciò a leccare le dita una per uno. Antonello era sempre presente alle umiliazioni subite dalla moglie, ma ad un certo punto ebbe l’infelice idea di dire:
– Devo andare in bagno a pisciare
Giovanni si mise a ridere e replicò:
– Che bisogno hai di andare tu, quando il cesso l’abbiamo a nostra disposizione. Troia ingoia il piscio di tuo marito
Mary guardò con aria furiosa il proprio coniuge, si avvicinò a lui a quattro zampe, accolse il suo cazzo in bocca e dopo poco sentì l’urina del compagno scenderle in gola. Quindi riprese a leccare i piedi del padrone.
Erano le 19.00 quando Giovanni si rivolse a Mary:
– Troia vatti a lavare che dobbiamo uscire
Mary sgranò gli occhi con aria interrogativa, ma obbedì all’ordine e si andò a ripulire.
Uscì dal bagno ed andò nella stanza da letto; vi trovò poggiati sul materasso un paio di calze autoreggenti nere, un nuovo reggicalze ed un abito succinto, molto corto e molto scollato. Indossò il tutto e calzò le solite scarpe con il tacco alto, quindi si fece ammirare dal suo padrone.
Sculettando si avviò insieme a Giovanni verso la porta. Giovanni salutò Antonello e disse:
– Non preoccuparti; tua moglie si divertirà
Uscirono dall’ascensore ed incontrarono due condomini che guardarono Mary con aria interrogativa. La donna ricambiò il saluto ed abbassò lo sguardo per la vergogna di farsi vedere vestita come una troia.
Prima di salire in macchina Giovanni costrinse Mary ad entrare nel tabacchino sotto casa. Era pieno di gente che stava giocando la schedina e la loro attenzione fu attratta dall’ingresso nel locale di Mary. La sua andatura provocante ed il suo abito succinto fecero eccitare la maggior parte degli avventori. Mary si avvicinò al banco delle schedine e ne prese alcune vuote per giocarle. Quindi si piegò a novanta gradi e, facendo finta di pensare, infilò la penna in bocca simulando la fellatio. L’abito con il movimento della donna salì sino a mostrare il reggicalze e diversi clienti si avvicinarono alla donna per chiederle le cose più banali.
Giovanni la chiamò da fuori e finalmente lei potette andare via.
Umiliata per la figura fatta davanti a delle persone che conosceva, Mary si diresse dove voleva il suo padrone, nella salumeria vicino casa. Il proprietario la conosceva da molto tempo e rimase sorpreso nel vederla abbigliata in quel modo. Rimase invece eccitato dal comportamento di Mary la quale, giunta davanti a lui, si piegò in avanti mostrandogli il seno privo di qualsiasi indumento intimo; poi uscendo fece per raccogliere qualcosa da terra, si piegò a novanta gradi e mostrò il culo scoperto dall’abito tiratosi su.
Finalmente Giovanni le disse di salire in macchina. Però una volta salita fu obbligata a tirare su l’abito ed a mostrare la sua nudità a chi si avvicinava all’auto.
Giovanni prima la portò nella città vecchia, luogo abbastanza malfamato ed entrò in uno dei tanti vicoli bui. Qui la fece scendere e le disse di aspettare. Dopo pochi minuti fece ritorno con due uomini di grossa stazza, entrambi extracomunitari. I due uomini si avvicinarono a Mary e cominciarono a toccarla, finché uno la prese e la baciò. Giovanni si sedette in macchina a godersi lo spettacolo, mentre Mary era oggetto delle attenzioni dei due maschi. Il primo tirò fuori l’uccello e la donna rimase impressionata dalle dimensioni del fallo. Le sfilarono l’abito e la costrinsero ad inginocchiarsi. Mary accolse in bocca il grosso membro, convinta di non riuscire a raccoglierlo; ma l’uomo le posò la mano sulla nuca e la forzò finché Mary non riuscì a prendere il cazzo completamente in bocca. Nel frattempo si era denudato anche l’altro uomo e l’aveva presa da dietro scopandosela a pecorina. I due uomini si scambiarono le posizioni, finché l’uomo con il grosso fallo decise di incularla. Mary cominciò a sudare al pensiero di essere penetrata nel culo da quella verga impressionante; ma con estremo sforzo l’uomo la penetrò totalmente con gran dolore di Mary, sofferenza subita sostituita da un intenso piacere.
Raggiunse diversi orgasmi e non riuscì a trattenersi urlando per il piacere provato. Le grida di Mary ebbero il potere di eccitare ancor di più i due uomini che presero a chiavarla con più foga. Mary succhiava con avidità e si faceva inculare con veemenza.
L’uomo con il grosso cazzo si sedette su di uno scalino e disse a Mary di andargli sopra a cavalcioni. La scopò in quella posizione e subito l’altro maschio le andò dietro inculandola. Mary non resistette a quella doppia e scoppiò in un prolungato orgasmo, mentre i due maschi la stantuffavano con forza. Entrambi le sborrarono in bocca facendole ingoiare tutto sino all’ultima goccia e, poi, spinti da Giovanni le urinarono in gola e Mary con rassegnazione ingoiò altro piscio.
Giovanni caricò in macchina Mary e la portò in un altro quartiere malfamato. Mary riconobbe la zona e si spaventò, ma ormai era pronta a tutto.
Si fermarono davanti ad una saracinesca abbassata. Giovanni scese dalla macchina e bussò e dopo poco un uomo alzò la saracinesca; confabulò con Giovanni, quindi si rivolse a Mary e disse:
– Vieni, da questa parte
Mary seguì il suo nuovo amico e si ritrovò in un locale dove l’attendevano venti uomini tutti nudi. Si avvicinarono e le strapparono immediatamente il vestito. Così nuda in mezzo a venti cazzi fu spinta in ginocchio e cominciò a spompinarli uno per uno. Non riuscì a capir nulla in quel bailamme di cazzi, si accorse soltanto di essere ripetutamente scopata, inculata e costretta a prendere in bocca ed in mano una gran quantità di cazzi. Sentiva mille voci chiamarla ed offenderla in modo sempre diverso e perse il conto delle sborrate ingoiate o spalmate sul viso o tra i capelli.
Alla fine tutti e venti le pisciarono addosso rendendola irriconoscibile.
Nel frattempo si erano fatte le 5.00 di mattina, Mary uscì dal locale e vide la macchina del marito ferma ad aspettarla.
Salì piena di vergogna e Antonello disse:
– Mancano quattro ore. Tieni duro. Quel porco di Giovanni mi ha detto di venirti a prendere perché gli faceva schifo farti salire nella sua macchina in queste condizioni. Ti hanno fatto del male?
Mary scosse la testa. In fondo le era piaciuto essere trattata come una puttana da quattro soldi.
Tornarono a casa e Giovanni le ordinò di lavarsi.
Uscì dalla doccia ormai sfatta, ma le sorprese non erano terminate. Sul letto trovò il suo aguzzino, nudo, con il cazzo ancora in tiro.
Si dedicò alla sua eccitazione.
Le luci dell’alba accompagnarono quella sua ultima scopata. Mary si sentì una gran troia quando riuscì ancora a godere.
Finalmente arrivarono le 9.00. Giovanni andò via e Mary ed Antonello non parlarono mai di quelle maledette 24 ore.....................per commenti [email protected]
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