bdsm
Divento ancora schiava
di pamyzi1
01.08.2020 |
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"Parcheggiai e seguii Alessandro giù per una scaletta che portava al suo seminterrato che aveva adibito a camera dei giochi..."
Dopo che la ‘relazione’ con il mio precedente Padrone era finita,perché lui si era dovuto trasferire e io non avevo potuto seguirlo,per un po’ avevo deciso di farmi i fatti miei e godermi i miei venticinque anni uscendo con gli amici,andando a ballare e flirtando un po’. Non posso nascondere che certe cose mi mancassero,soprattutto la notte quando ero sola e non avevo più distrazioni. Ero libera di darmi piacere quando volevo ma non lo facevo più con la frequenza di prima né con lo stesso piacere,non avevo nessuno che mi permettesse di godere al telefono con lui,nessuno che mi chiamasse nel cuore della notte perché si stava masturbando e aveva voglia di farmi sentire i suoi sospiri e poi mi lasciava vogliosa ma soddisfatta di aver esaudito un suo desiderio. Avevo rispolverato il mio vecchio vibratore ma ormai tra noi le cose non andavano più bene come una volta. Il sesso con gli altri ragazzi era bello,riuscivo a venire ma non mi coinvolgeva come volevo o speravo.Così una sera accesi il portatile e trovai un sito nel quale si parlava di BDSM con relativa chat. Entrai e diedi un’occhiata in giro sperando di trovare qualcuno con cui parlare. Non avevo nessuna voglia di fare sesso virtuale e dovetti mandare al diavolo un paio di utenti prima di essere contattata da un certo M.Ale. Beh il nick non era molto rassicurante ma lui si rivelò piuttosto alla mano,simpatico e facemmo solo qualche accenno alle nostre esperienze. Ovviamente lui era un Master e si chiamava Alessandro. Chiacchierammo fino alle tre e ci demmo appuntamento per la sera successiva. Passò una settimana di chiacchiere notturne,scambi di foto e video chiamate e alla fine lui mi scrisse
‘Perché sei entrata in questa chat?Da quando ci siamo conosciuti non hai mai accennato al tuo desiderio di appartenere ancora a qualcuno eppure io sento agitazione nelle tue parole,nei tuoi ragionamenti’
Aveva ragione,ero stanca della mia banale vita da venticinquenne,ardevo dal desiderio di appartenere a qualcuno,di essere usata,di compiacere il mio Signore. Così d’istinto risposi
‘Vuoi essere tu il mio Padrone?’
‘Non so se hai le caratteristiche giuste’
‘Non vuoi nemmeno scoprirlo?’
Ci fu un lungo silenzio,lui non rispondeva e io pensai che si fosse scollegato.
‘Incontriamoci in un bar,in mezzo alla gente. Voglio vederti dal vivo,controllarti,analizzarti’
‘Parli come se fossi un animale da mostra’
‘Forse lo diventerai’
Una scossa intensa andò a mordere il mio clitoride che si contrasse e un calore familiare si irradiò sulle mie cosce.
Ci mettemmo d’accordo per il Venerdì successivo.
Ero agitatissima,mi sentivo come una ragazzina al suo primo appuntamento. Lui mi piaceva fisicamente,che non guasta mai,ma soprattutto aveva un modo di fare così perentorio. Mi metteva in soggezione anche se a separarci c’era un monitor e anche se,ne sono certa,non aveva mai esercitato il suo potere di dominatore con me. Ci sono uomini che sono nati per dominare con gli sguardi,con il tono della voce,con gesti apparentemente casuali ma che sanno sempre mettere in riga il destinatario. Scelsi i miei vestiti perché lui mi aveva dato carta bianca. Il pomeriggio l’aria era un po’ più fresca quindi optai per un vestitino sopra il ginocchio di un azzurro intenso e un coprispalle a fantasia,sandali alti e mi feci un trucco leggero approfittando della poca abbronzatura rimasta.
Arrivai all’appuntamento avvilita perché avevo fatto tardi a causa di un incontro imprevisto con un conoscente,lo avevo avvisato scusandomi in mille lingue ma lui era stato molto secco nelle sue risposte. Arrivata al bar lo vidi seduto ad un tavolino che sorseggiava un liquido verde chiaro e leggeva qualcosa sul suo cellulare.
‘Ciao!Scusa ancora per il ritardo ma sai quando incontri questi conoscenti”
‘Siediti Marta’ Asciutto,senza nemmeno guardarmi ma proseguendo nella sua lettura.
Credo di essere avvampata,sentire un comando rivolto a me mi scaldò di nuovo in mezzo alle gambe. Sedetti davanti a lui e arrivò la cameriera chiedendomi cosa volessi. Rispose lui al posto mio.
‘Ci porti altri due mojito per favore’ Le fece un sorriso meraviglioso e poi mi guardò.
Accennai un sorriso,lui si mise il cellulare in tasca e allungandosi verso di me disse
‘Odio i ritardi. Alle mie sottomesse costano sempre molto caro’
‘Mi dispiace davvero ma non e' dipeso da me. Io sono molto puntuale,sempre.’
Si appoggiò allo schienale senza smettere di fissarmi,allungò una mano verso di me facendola scivolare sul piano del tavolino
‘Dammi la tua mano’
Così feci e lui iniziò ad accarezzarla,a tastarla,con il pollice accarezzò le nocche e poi il polso dove la presa si fece più dura. Mi strinse con forza e io rimasi assolutamente immobile,con il mio sguardo inchiodato al suo. Mi lasciò di scatto,prese il mojito che la cameriera aveva appena portato e bevve,sempre guardandomi. Io non mi mossi di una virgola,in attesa.
‘Puoi bere’ mi disse
Sorrisi e alzai il bicchiere come a brindare. Alla fine dell’incontro decise che ci saremmo visti a casa sua la settimana dopo,voleva giocare un po’ con me perché entrambi ci rendessimo conto se eravamo quello che uno voleva dall’altro.
Una settimana dopo arrivai con la macchina all’indirizzo che mi aveva dato. Una villetta in pietra faceva bella mostra di sé al di là di un grande cancello. Suonai il citofono e il cancello si aprì. Parcheggiai e seguii Alessandro giù per una scaletta che portava al suo seminterrato che aveva adibito a camera dei giochi. Era grande e molto illuminata dalle tante finestrelle,c’erano una panca,una croce,qualche sedia ma mentre mi guardavo intorno lui mi distrasse dicendo
‘Se diventerai mia,mi aspetto che quando arrivi vai in quel bagno e ti lavi. Poi voglio che indossi solo delle mutandine bianche e ti vieni a mettere qui in ginocchio. E semplicemente mi aspetti. Chiaro?’
‘Si,chiarissimo. Devo farlo anche adesso?’
‘No o meglio,adesso voglio che tu vada in bagno a lavarti ma puoi tenere la biancheria intima che indossi. Non credo che sia corretto che tu ti mostri nuda prima ancora di sapere se deciderò di prenderti come mia sottomessa. Pensi che ti imbarazzerebbe farti vedere nuda?’
‘Non mi sono mai vergognata del mio corpo,sono a mio agio nuda ma va bene iniziare come hai detto.’
Dieci minuti dopo ero seduta sulla panca e osservavo Alessandro muoversi nella stanza e prendere un frustino argentato da un cassetto. Venne di fronte a me e mi disse quello che stava per farmi e mi diede istruzioni. Iniziò così la mia sessione con lui.
Mi sdraiai con la schiena sulla panca,allargai le gambe e lui me le legò con delle spesse cinghie di cuoio. Strette,molto strette. Prese le mie braccia e le allungò sopra la mia testa,legandomi anche i polsi. Mise due cinghie anche all’altezza delle ginocchia fino a farmi spalancare completamente le gambe. Ero totalmente vulnerabile e assolutamente pronta per lui.
La punta piatta del frustino iniziò ad accarezzarmi l’interno coscia e io già sentivo che mi stavo bagnando. Portavo slip verde smeraldo e di lì a poco si sarebbe accorto di quello che mi stava succedendo. Osservavo il frustino muoversi elegantemente quando una serie di cinque colpi secchi mi morsero la tenera carne delle cosce. Gridai più per la sorpresa che per il dolore e chiusi gli occhi regolarizzando il respiro. Su di me si abbatterono altri colpi che non contai perché ero persa nell’estasi del momento,più mi colpiva,più urlavo o mugolavo,più mi diceva che ero brava e più la mia fica si bagnava. I miei capezzoli premevano dolorosamente sotto il reggiseno e io avevo una gran voglia che me li succhiasse con forza.
‘Bene,sei bravissima.La tua carne si colora di un bellissimo viola ogni volta che la colpisco,i tuoi gemiti me lo hanno fatto diventare duro. Se tu fossi mia probabilmente ti darei subito un bel premio.
Alzai la testa di scatto e ancora ansimante dissi
‘Fallo. Se vuoi farlo ti do il mio permesso. Fallo,ti prego’
Abbassò il frustino e iniziò ad accarezzarmi le mutandine all’altezza della fessura bagnata,era pensieroso ma continuava a muoversi su e giù facendomi impazzire.Ansimavo e cercavo di muovermi per andare incontro alle sue dita. Volevo che mi strappasse le mutandine e mi penetrasse con le sue dita,ne volevo due anzi tre dentro di me. Volevo che mi stantuffasse fino a farmi venire urlando. Infilò delicatamente un dito sotto lo slip e accarezzò la pelle nuda e umida,si leccò le labbra e mi accarezzò il clitoride. Un piccolo grido uscì dalle mie labbra immediatamente prima che lui togliesse la mano e la portasse sulla mia bocca.
‘Senti,questo e il succo che stai versando per me. Senti che odore di femmina ed eccitazione. Sono queste le cose che mi fanno impazzire,una donna legata che geme e mi regala questi umori deliziosi. Apri la bocca e succhia via tutto dal mio dito’
Obbedii immediatamente succhiando avidamente,sentendo il mio sapore mischiato all’odore della sua pelle. Mi fermò stringendomi le guance ed avvicinandosi al mio viso minaccioso
‘Non e il mio cazzo,non eccitarti troppo’
‘Si’Signore’ Sorrise compiaciuto e mi abbassò le mutandine fino alle ginocchia.
‘Sei lucida,la tua fica brilla sotto la luce del sole’
Con due dita allargò le grandi labbra scoprendo il clitoride gonfio e in fiamme,soffiò delicatamente mandandomi in estasi. Volevo chiedergli di toccarmi ma rimasi in silenzio.
Lasciò andare le mia grandi labbra e mi slacciò il reggiseno scoprendo i miei seni pieni,con due punte aguzze al centro. Prese un capezzolo tra le dita e iniziò a sfregarlo delicatamente. Fitte di desiderio mi percorrevano da capo a piedi,intensificandosi tra le gambe. Mi sembrava che il clitoride fosse sul punto di scoppiare,lo sentivo pulsare,lo sentivo bruciare. Strinse forte il capezzolo facendomi urlare di nuovo,poi prese anche l’altro e gli dedicò la stessa attenzione. Stringeva,tirava,pizzicava senza sosta regalandomi fitte di dolore intense che si riflettevano in fiotti caldi tra le mie cosce. Ormai ero un lago. Ansimavo senza ritegno,mi contorcevo per quello che potevo.Lui implacabile continuava stringendo un po’ di più ogni volta,poi sostituì le sue dita con la bocca,iniziando a leccare il capezzolo dolorante. Bruciava così tanto che iniziai a gemere forte,usava la punta della lingua indurendola per aumentare il mio tormento,la muoveva su e giù spostando il capezzolo. Poi iniziò a succhiare,forte. Prima solo il capezzolo poi tutto il seno tirando con forza come si stesse abbeverando da una fonte che lo teneva in vita. Era famelico,eccitato e padrone del mio corpo.
Mi lasciò andare all’improvviso,sganciò le cinghie che mi tenevano le caviglie e mi sfilò gli slip. Riagganciò le caviglie un po’ più in basso aprendomi ancora di più. Prese il frustino e iniziò ad accarezzarmi.
‘Adesso ti darò cinque colpi sul clitoride. Al quinto voglio che tu venga. Intesi?’
Feci si con la testa ma lui mi guardò severamente.
‘Si,Signore’
Mi preparai a quel momento,mi concentrai,ero pronta,probabilmente sarebbe bastato che continuasse a succhiarmi i capezzoli per farmi venire.
Iniziò a colpirmi,uno,due ,tre,quattro,cinque.
Sentii un piacere devastante colpirmi e gridai con tutto il fiato che mi era rimasto. Sentivo le ondate dell’orgasmo travolgermi potenti,sentivo il clitoride rilasciare tutto il piacere che aveva accumulato.La mano di Alessandro era posata,aperta,sul mio ventre e premeva appena per dichiarare ancora una volta chi comandava,anche in quel momento. Soprattutto in quel momento.
Durò un’eternità,mi sconquassò completamente,mi invase e mi lasciò vuota.
Aprii gli occhi e incontrai i suoi che mi guardavano attenti.
‘In genere voglio che le mie sottomesse mi guardino mentre vengono. Questa e stata un’eccezione’
‘Si Signore,grazie’
Lo guardai riconoscente perché durante le nostre chiacchierate mi aveva detto che non gli piaceva sgarrare mai.
Mi slacciò le altre cinghie e mi aiutò ad alzarmi,mi fece girare e mi piegò a novanta gradi con la pancia sulla panca. Mi prese le braccia e me le portò dietro la schiena dove le fissò con una fascia.
‘Ora metto il preservativo e ti fotto. Ho una gran voglia di scoparti ma preparati,non sarà una cosa rapida.’
Sentii il rumore della confezione del preservativo,sentii lo schiocco del preservativo indossato e il mio clitoride mi lanciò una nuova ondata di lussuria.
Alessandro mi allargò la fica e puntò la sua cappella all’ingresso così scivoloso. Entrò piano piano,un centimetro per volta,fermandosi a volte per ritrarsi e ricominciare a penetrarmi. Era deliziosamente straziante e io sorridevo beata. Entrò tutto premendo le palle contro di me,spingendo verso l’alto per toccare la parete della mia vagina. Fu allora che sentii che stava toccando un punto sensibilissimo che mi fece uscire un grosso fiotto di piacere.
‘Ah,allora lo senti dove ti sto toccando. L’ho trovato il tuo punto magico’
Aveva la voce roca e spezzata dall’eccitazione intensa. Spinse ancora un po’ facendomi eccitare moltissimo,gli regalai i miei gemiti migliori ma poi lui si ritrasse completamente. Con il pollice iniziò a sfregare delicatamente la mia fessura senza mai toccare il clitoride. Era una tortura,io avevo bisogno di venire di nuovo.
Mise l’indice e il medio di entrambe le mani dentro a spalancarmi la fica accarezzandomi con i pollici. Quello era il paradiso.
‘Stai mugolando come una cagna in calore. Mi piace’
Mi penetrò di nuovo,violentemente,a fondo muovendosi con tanta forza che i miei seni eccitati sfregavano dolorosamente contro la pelle della panca.
Due,cinque,dieci colpi che mi tolsero il fiato e poi si fermò. Era dentro di me,immobile. Sentivo che le pareti della mia vagina si contraevano appena,cercando probabilmente il modo di godere di quell’immobilismo. Lo sentivo respirare velocemente. Andammo avanti così,lentamente,lui pompava e poi si fermava,usciva e poi mi penetrava con forza,usava la cappella per accarezzarmi e sfiorare il clitoride per farmi eccitare. Alla fine mi prese per i fianchi affondando le dita della sua grande mano nella mia pelle morbida e iniziò a scoparmi senza fermarsi in un crescendo che mi fece eccitare da morire. Stavo lì a bocca aperta cercando di prendere aria mentre lui mi stantuffava con sempre maggiore forza,i miei seni ormai erano in fiamme a causa dello sfregamento e i capezzoli erano duri come piccole pietre,tutto in me vibrava di piacere così urlando lo pregai
‘Toccami Signore ti prego. Toccami e lasciami godere!Non ce la faccio più!’
Mi ignorò completamente continuando a scoparmi con un’intensità travolgente. Alla fine venne grugnendo come un animale,prima immobile dentro di me e poi ricominciando a muoversi selvaggiamente svuotandosi completamente.
Rimase lì finché non regolarizzò il suo respiro,con le dita che ormai avevano lasciato dei segni sui miei fianchi. Poi uscì da me con delicatezza,mi accarezzò la schiena sudata,giocherellò con le mie mani legate,si abbassò e mi morse le natiche,più e più volte mozzandomi il respiro. Mi slegò e mi aiutò a risvegliare le braccia addormentate. Io lo guardavo rapita e lui ogni tanto mi lanciava un’occhiata sorridendo.
‘Stai bene?’
‘Sto benissimo,grazie Signore’
‘Bene,perché non ho ancora finito con te. Ci siamo divertiti con il sesso,adesso ci dedichiamo a qualche gioco’
I suoi occhi brillavano di cupidigia e non potei fare a meno di sorridere pensando a quali cose deliziose avesse ancora in serbo per me. Se era un dominatore così come era un amante sessuale,avevo trovato l’altra metà del mio tenebroso cielo.o paradiso..............per commenti [email protected]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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