bdsm
Troia con amiche e sorpresa
di pamyzi1
13.05.2020 |
14.733 |
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"Chissà cosa ti avrebbero fatto..."
La mia amica Jonella volle invitarmi a fare una serata trasgressiva. e volle andare verso una località balneare ed erano obbligate ad andarci in auto. Guidava la mia amica Jonella. Laura da prima della nascita della figlia non aveva più guidato e si sarebbe sentita impacciata nel traffico tenendo conto che avrebbero viaggiato di notte.Per l’occasione aveva indossato un abito scollato molto giovanile che metteva in evidenza il seno ed anche le tette che non erano al top avendo avuto da poco più di quattro anni una figlia ed apparivano un po’ cadenti dopo la gravidanza pur sempre restando abbonanti. Sotto quell’abito non si poteva indossare reggiseno; Laura l’aveva comprato prima della gravidanza ma nonostante fossero passati poco più di quattro anni era ancora attuale e lei lo portava bene.
Parcheggiata l’auto andarono sul lungomare dove aspettavano degli amici.
Il marito era andato in collina con la figlia per far passare una settimana con la nonna quindi Laura aveva dopo tanto tempo un po’ di relax e si era convinta a seguire l’amica in avventure da sedicenni nella movida notturna. In fin dei conti a casa non c’era nessuno, marito e piccola in montagna e l’idea di fare tardi come una sedicenne le piaceva.
Entrarono in un disco-bar ed i commenti sulla sua scollatura dopo pochi minuti non si erano sprecati. Accorgendosi delle attenzioni che attirava pensò mentre si guardava nella scollatura che forse avrebbe dovuto mettere una camicia; si vedeva il solco tra le tette e questo attirava molti sguardi. Le vennero molti pensieri e tra questi uno che la casualità aveva creato: se non avesse messo apposta quella camicia per avere qualche attenzione in più. Nel vestirsi a casa è vero che ci aveva pensato ma poi il desiderio di libertà l’aveva convinta che ognuno può vestirsi come vuole. Si guardava in giro e si confrontava con le altre persone tra cui delle ragazze di almeno dieci anni più giovani che facevano vedere ben altro.
“Hai visto quei due ragazzi come ci guardavano?” le domandò Jonella.
Laura non si aspettava domande e la risposta non fu immediata ma dopo qualche secondo “Beh! Ci hanno spogliate con lo sguardo e mangiato con gli occhi!”
“A me è sembrato che quello più alto aveva gli occhi puntati sulle tue tette come ipnotizzato”
“Beh! …e a te l’altro ti ha pure toccato il culo. Si vedeva che non aspettava altro che metterti le mani addosso”
In effetti quei due ragazzi erano stati gentili e molto affabili ma l’unico loro errore era stato allungare quella mano che aveva infastidito Jonella che era voluta uscire subito da quel locale. Quel ragazzo Jonella non lo conosceva ma in quel tipo di locali sempre affollati poteva capitare che qualche maschio allungasse la mano per ‘tastare’. La reazione che aveva avuto era esagerata, in fondo lui l’aveva fatto scherzando. Le due amiche ne parlano fuori dal locale “E se l’avesse fatto a te? E se invece di averti sfiorato il culo avesse infilato una mano nel reggiseno? E se la mano l’avesse infilata nelle mutandine? In fondo era un bel ragazzo. In fondo si scherzava, mica era una cosa seria. In fondo ne aveva voglia!” disse agitata Macella all’amica che sentì un languore nel basso ventre e qualcosa che si bagnava e proseguì “Avresti preferito continuare con loro?”
Laura non era brava a dire bugie ma in questo caso la saggezza le fece dire “Ma dai! Erano due ragazzini! Alla loro età chissà che voglia avevano. Chissà cosa ti avrebbero fatto. Magari ci avrebbero fatto tutti e due!” e scrollò la testa come per allontanare i pensieri.
Laura non volle sentire ragioni ed era offesa e scocciata per l’accaduto tanto che interruppe la serata e volle tornare a casa.
“Beh, siamo arrivate!”
In auto l’aria era tesa ma si capiva che Jonella non l’aveva con lei ma comunque Laura non vedeva l’ora che l’auto si fermasse per poter scendere e respirare un po’ d’aria fresca per poi fiondarsi nel suo bel letto matrimoniale.
“Mi offri l’ultimo drink?” chiese Laura
Jonella non poteva certo rifiutare la richiesta dell’amica che l’aveva accompagnata in macchina e vissuto un po’ di quelli che erano state le sue serate negli anni giovanili.
Jonella l’invitò a salire nel suo appartamento “Dai vieni su!”
Dalle finestre entrava l’aria fresca che teneva sveglia Laura che si sentiva proprio come quando era più giovane e tornava tardi ma per i drink ingurgitati la testa girava ancora parecchio.
Si ritrovò seduta sul divano. A momenti non ricordava neppure come avesse fatto a salire a casa di Jonella e non ricordava neppure di aver chiesto da bere a Jonella .
Si rese conto di aver mischiato varie bevande ed ora continuava a farlo. Poteva scegliere qualcosa di più leggero ma aveva scelto di bere un mirto che picchiava forte ma meno male che era già in una casa.
Si sentiva a suo agio sul divano a chiacchierare e si compiaceva che fosse proprio una bella serata.
“E poi da ginecologo come è andata?” chiese Jonella.
Era una domanda come un’altra per iniziare un discorso e lo fece Jonella che sembrava andasse dal ginecologo spessissimo per alcune disfunzioni femminili.
“Ah!…” e si fermò un po’ “Mi ha detto che dovrei fare dei massaggi all’utero” con il volto strano.
Laura sentiva lo sguardo intenso dell’amica mentre intensamente la guardavano mentre Jonella beveva una sorsata di mirto.
“Massaggi in che senso?” chiese Laura non avendo mai sentito una cosa del genere non riuscendo a capire se l’amica scherzasse o no. “Scusa? Come andrebbero fatti?”
“Con le dita, massaggiando l’utero per favorire l’ovulazione”
la spiegazione sembrava plausibile ma continuava a dirsi che una cosa di quel genere no l’aveva mai sentita
“E chi te li dovrebbe fare?”
“Ecco, l’hai detto! Magari trovassi qualcuno!” con lo sguardo di Jonella che si faceva sempre più strano.
Laura si chiedeva se fosse il mirto a dare quell’impressione o se era veramente l’espressione di Jonella in quel momento; si convinse che era il mirto ma lo sguardo era veramente languido.
Certo che era una serata strana ed anche eccitante.
“Me lo faresti?” chiese Jonella
Laura sentì un brivido come se le avessero fatto una doccia gelata.
“In che senso?”
La risposta mormorata e sospirata fu “Me lo massaggeresti?”
Erano amiche da tanto tempo ma la domanda era singolare. Jonella continuava a guardarla fissa negli occhi.
Laura si chiedeva cosa volesse la sua amica di vecchia data.
“Ma come faccio?”
L’ultimo sorso di mirto fu l’ultima cosa che Laura vide prima posare gli occhi su Jonella che era senza mutandine a gambe aperte e si stava leccando le dita.
Tra le gambe era ben depilata, bella aperta con tutte le grandi labbra aperte. Jonella non aveva ancora avuto bambini e la figa come il pube erano rimasti come quelli di una ragazza.
Laura era ancora vestita e non le passava per la testa di spogliarsi.
“Non ti faccio male?” Riuscì appena a mormorare Laura mentre Jonella sentiva due dita entrare dentro in quella sorgente calda e bagnata.
Laura si meravigliò tanto quando vide che aveva due dita dentro la sua amica ma stordita come era non fece tempo a pensarci che le dita diventarono tre.
“Arrivi a toccarlo?”
Ora Laura era lì con tre dita dentro la vagina della sua amica e non sentiva di essere arrivata a toccare l’utero ma in quel momento pensava a come fare il suo compito come richiesto dall’amica.
“Devi entrare di più!” esclamò Jonella con gli occhi fissi godendosi le sensazioni date da quella mano a pugno dentro di lei ma ciò che voleva era di più ed allora afferrò il polso di Laura e se lo mise tutto dentro quasi con violenza.
In quel momento Laura ricordò quando suo marito prima di sposarsi volle provare a metterle la mano dentro e nonostante il lubrificante la mano forse troppo grande non entrò nonostante vari tentativi fatti con gran fatica e un gran male per alcuni giorni nella speranza di allargare la vulva. Pensarono anche ad un allargatore gonfiabile ma niente, non arrivarono a nessun risultato.
Ora Laura aveva, con sua meraviglia, la mano tutta dentro a Jonella, senza lubrificazione aggiuntiva, fino al polso e con che chiedeva di entrare ancora di più. Laura si chiedeva dove volesse arrivare.
La bocca dell’utero se la trovo tra le dita mentre le rigirava dentro tra i sospiri e i lamenti di goduria dell’amica. Ebbe una strana sensazione perché lo sentiva pulsare.
“Oh mio dio!” esclamò Laura mentre aveva l’utero della sua amica in mano.
“Adesso massaggialo” le impose Jonella e così iniziò a stringerlo piano, poi più forte, poi lo accarezzò.
Era estasiata e meravigliata; era tutta dentro a lei fino al polso, si sentiva stringere il polso e non sapeva se uscire o rimanere poi sentì uno spruzzo caldo sulla faccia e cadde in un sonno profondissimo. L’ultima immagine che le rimase nella mente era un ventre di donna con un braccio dentro che si muoveva e dimenava urlando per il piacere tra schizzi di liquido caldo ed odoroso.
Il risveglio avvenne a metà della mattina seguente e la prima sensazione la ebbe per l’aroma di caffè che si spandeva in casa e un forte mal di testa con ricordi erano confusi della notte precedente.
“Dio che mal di testa! Ho bevuto troppo” sussurrò Laura
“Sei una viziosa” le rispose l’amica “Fatti un bel riposino e ci vediamo nel pomeriggio”
E subito dopo Jonella che era già vestita di tutto punto uscì di casa lasciandola sola.
Strani ricordi e strane fantasie passavano nella mente di Laura che si levò dal letto ed andò in cucina.
“Devo bere di meno” pensò preparandosi la colazione con un bel cappuccino e con una mano sul viso.
La vicinanza della mano al naso fece sì che un odore arrivasse alle narici; ci sono tanti odori che si possono confondere ma altri no tanto che quel profumo unico nel suo genere la portò a annusare la mano e il polso e scoprire che l’odore finiva tra il polso ed il gomito.
Si trattava di un profumo unico ed inconfondibile di sesso. Restò lì per molto tempo ad odorare non sapendo che fare o pensare ma era certa che quello che le ricordava non era solo un’allucinazione dovuta all’alcool.
Durante la colazione Laura odorava spesso il suo polso e la mano; quell’odore che sembrava un profumo afrodisiaco sembrava non bastarle mai. Andò poi in bagno e lavandosi quel profumo sparì.
Rimase turbata da ciò che aveva fatto. Da sobria ricordava molto della notte e si chiedeva se potesse farlo lei anche da sola tanto per provare; si diceva che se lo aveva fatto Jonella che non aveva avuto figli sicuramente poteva farlo anche lei e la settimana da sola era l’occasione da non perdere.
Durante la settimana nel pensarci si eccitava e sentiva sempre lo stesso languore al ventre e qualche scossa che le passava lungo la schiena. Con Jonella si vedevano ma non parlava di quel fatto e si comportava come se nulla fosse accaduto tanto che Laura si chiedeva se fosse un suo sogno o realtà.
La sua amica organizzava delle serate stupende a cui Laura era sistematicamente invitata e lei non voleva certo perdere un’amica simile proprio ora che era libera da impegni famigliari; aveva anche detto al marito, in una delle telefonate quotidiane, se volesse restare ancora dalla madre con la scusa che in montagna c’è fresco mentre in città l’aria era rovente.
Il venerdì successivo di sera si era fatta bella; era stupenda e si trovava con Jonella in un locale difficile da ritrovare, vicino al mare ma in una località dove lei sapeva non esserci niente.
C’era musica bella, non troppo alta che dava modo di parlare e la compagnia era proprio carina. Con Jonella c’erano anche altre due donne.
Una era Carlotta, che aveva l’aria di un habitué ed era più giovane di Laura; minuta di corporatura, nera di capelli e con uno sguardo intenso. Si muoveva fra la gente come una gatta.
L’altra era Daniela, ragazza molto carina, ben truccata, corpo snello, mulatta, colombiana, molto attiva e sempre pronta a scherzare. Riusciva a rallegrare anche Carlotta che sembrava avere un umore scuro forse per mettersi in mostra in quel modo o forse perché aveva avuto qualcosa con qualcuno dei presenti.
Entrambe erano lì sedute con due ragazzi di cui uno fra le due donne facendo la figura del salame.
Carlotta li stroncava a metà appena tentavano un ammiccamento e Jonella li scherniva con lo sguardo. Daniela li prendeva proprio per il culo scherzando. Ad esempio ad uno dei due che aveva appena messo una mano sul seno, tra l’altro molto abbondante, gli disse che probabilmente quella era l’unica tetta che aveva toccato oltre a quella della madre e quello, stupido qual era, era rimasto inebetito, sorridente, e aveva annuito.
La notte andava avanti bevendo in allegria, scherzando, ed era sicuramente meglio di una serata a casa a guardare la televisione da sola.
Guardando il bicchiere vuoto Laura pensava che stesse bevendo un po’ troppo forse perché non era più abituata ed anche perché le scappava la pipì nonostante fosse andata in bagno dieci minuti prima.
“Vado in bagno!” disse.
“Sei proprio una pisciona!” fu il commento scherzoso e tagliente di Daniela “Dai che ti accompagno! Voi ragazzi state qui, sapete le donne fanno la pipì in un modo diverso dagli uomini, ma magari ve lo spiego dopo come fanno!”
I due ragazzi come al solito annuirono instupiditi dalla parlantina di Daniela e dalla sua prestanza fisica; era proprio una gran figa, pensò Laura mentre si avviavano verso il bagno. Infatti quella donna era alta più di 1.70, grandi tette, mulatta, capelli lunghi e lisci neri e vestita alla moda.
Quella sera Laura indossava una maglietta e dei pantaloncini corti un po’ larghi. Allo specchio del bagno guardò sconsolata la maglietta scollata che portava ma non aveva altri indumenti sexy e quella era l’unica maglietta che facesse scena e che facesse in modo che fosse notata. Lei sapeva che le sue tette riscuotevano sempre bella figura, in fondo forse la guardavano più delle altre ragazze che erano sulla carta più appetibili.
Daniela entrò nel bagno dopo di lei e chiuse la porta “Hai visto quei due ragazzini? Ti stanno sbavando dietro! Tu te li faresti?”
“Ma scherzi! Sono due ragazzini! Con me farebbero delle figure di merda”
Laura si calò i pantaloni e le mutandine prima di sedersi sul water mentre gli occhi di Daniela puntavano il suo ombelico. Ciò la metteva in imbarazzo e non riusciva a rilassarsi e fare la pipì.
Daniela si avvicinò e sorridendo mormorò “Pssssssssssssssssssssssssssss” e lo stesso rumore venne fuori dal water pochi istanti dopo.
Daniela la guardava con due occhi che lasciavano poco all’immaginazione mentre Laura si stava svuotando. “Ma cosa mi vuole fare questa? E’ amica di Jonella, ma io con Jonella non ho fatto niente, almeno non ricordo, almeno non chiaramente”
Laura era confusa ma era riuscita ad orinare.
Si asciugò velocemente la figa con un pezzo di carta igienica stando seduta, si rialzò le mutandine in fretta cercando di sfuggire a quello sguardo che sembrava penetrarla.
Le venne da dire “A te non scappa?” senza sapere perché facesse quella domanda. Forse perché voleva ricambiare lo stesso imbarazzo.
“Non so se è il caso!” rispose Daniela titubante. Laura l’aveva messa in difficoltà ed insistette “Dai che ce l’abbiamo tutte uguale!” pensando che era stupido nascondere il sesso tra donne e cercando una maggiore confidenza. Dalla riluttanza di Daniela si aspettava di vedere un pube molto peloso oppure delle grandi labbra pendenti straordinariamente grandi.
“Ok! Mi scappa proprio!” disse Daniela con uno sguardo languido.
Laura si sedette si appoggiò al muro assumendo l’espressione di chi si vuole godersi la scena. La curiosità era tanta data la riottosità di Daniela a mostrarsi.
Daniela sollevò la gonna fin sopra i fianchi e poi si calò le mutandine che erano meno succinte di quello che il suo abbigliamento molto sexy avrebbe potuto far pensare.
E lì Laura rimase a bocca aperta. Le si era presentata una sorpresa totalmente inaspettata che la fece restare a bocca aperta e ad occhi sbarrati tanta era la meraviglia.
Vide Daniela prendere in mano un enorme cazzo color nocciola seppur non eretto, metterlo davanti al water, sollevare la ciambella e fece uscire un potente getto di liquido dorato.
Laura era letteralmente paralizzata. Non immaginava neanche lontanamente che quella amica appena conosciuta non fosse una vera e propria amica, ma un trans. Le dimensioni del suo cazzo la sorprendevano ed ammaliavano nonostante fosse ancora rilassato e orinasse. Era enorme!
La sua attenzione ed il suo sguardo erano fissi su quel sesso. Era grosso e si chiedeva quali dimensioni avesse, forse 20 centimetri o forse erano di più. Con le vene sotto pelle che sembravano dei nodi e la cappella tutta di fuori sembrava un fungo.
Quel trans finì di fare la pipì e si girò verso Laura e l’unica cosa che in tono prettamente femminile disse fu “Ti piace?”.
Laura non rispose. Continuava e restare paralizzata davanti a quel cazzo bello e scuro dall’aria così misteriosa.
Che cosa accadde Laura non ricorda ma sicuramente passarono pochi secondi perché se lo trovò in gola. Sicuramente l’essere rimasta a bocca aperta aveva facilitato non poco l’introduzione.
Laura era fuori dal mondo; tutto era secondario e non faceva caso al tempo che passava né ai rumori circostanti. Ora si trovava seduta nel bagno di un locale con il cazzo di un transessuale in bocca che non l’aveva neanche lavato dopo aver fatto la pipì e sentiva il sapore delle pipì in bocca ma ciò non la disturbava. In altre situazioni avrebbe vomitato o avrebbe rifiutato di riceverlo tra le labbra invece non le veniva da rifiutarlo, anzi, le piaceva. Sentiva che quell’asta diventava sempre più grossa e dura nella sua bocca, andava sempre più a fondo e le mani di Daniela sulla sua testa che favorivano dolcemente l’introduzione.
Mentre la trans l scopava in bocca Laura si chiedeva pensando “Daniela! Perché chiamarsi Daniela una con un cazzo così?” mentre la mulatta la sollevava dal mobiletto, la appoggiava al lavandino e senza molti complimenti le abbassava le mutandine.
Laura era ancora confusa e non è che non capiva la situazione e ne le conseguenze ma si lasciò fare passivamente mettendo la testa alta sul lavandino, tenendosi al bordo e guardando allo specchio.
Pensava alle dimensioni e se la scopata sarebbe stata dolorosa vista la grossezza ma ne aveva tanta voglia che l’idea di fermarla le passò in un istante; voleva quel cazzo grosso dentro e senza sconti.
Con il primo colpo di Daniela fu come se le avessero dato una coltellata al basso ventre. Si sentì rompere, grattare, squarciare dal quel cazzo scuro.
Con la prima penetrazione era entrata a metà nella pancia di Laura, con la seconda fu tutto dentro. Laura sentì l’utero che spingeva l’utero all’interno verso la pancia. Avrebbe voluto dire a Daniela di fermarsi perché le stava facendo male, ma il terzo, quarto, quinto colpo le fermarono le parole in gola. Non si era mai sentita così nemmeno nel pensiero. Sentiva un gran male ma il piacere cresceva ogni secondo. In quei momenti la testa le girava, si sentiva tremare come una foglia, forse urlò ma lei non lo sentì e anche la percezione del tempo si arrestò.
Si accorse solo che il ventre si stava contraendo e venne tantissimo, come non mai così tanto che se Daniela non l’avesse sorretta sarebbe caduta per terra. Subito dopo sentì un getto bollente dentro la sua vagina come se le avessero buttato dei tizzoni dentro. Daniela era venuta e le aveva sborrato dentro con tre schizzi formidabili da maschio di razza e non da trans.
Aveva una tormenta di pensieri giravano nella sua testa. Cosa aveva fatto? Era andata con un altro uomo, anzi una donna, no un transessuale che le era venuta dentro, si era fatta sbattere come una troia appoggiata ad un lavandino.
Si girò per guardare estasiata, distrutta ed ancora dolorante, Daniela si ricomponeva sollevandosi le mutandine “Scusa se ti ho fatto male, ma so che ti è piaciuto”
Laura si toccò la figa e si accorse che era rimasta aperta. Nel toccarsi le bruciava, sembrava in fiamme, si guardò la mano e la vide piena di sangue.
Rimase ferma e impaurita ma Daniela le diede un pacchetto di fazzolettini “Mettine molti sopra e premi, si ferma subito, è un taglietto. Hai avuto un bambino, no? Quindi sai che non è nulla di grave”
Aveva ragione; era una cosa superficiale anche se bruciava molto.
Si riempì le mutandine di fazzolettini ed uscirono. Il ritornare tra la gente le sembrò di essere in un altro mondo e tutto le sembrava strano.
“Ne avete messo di tempo! Avevate la diarrea?” grido in modo sguaiato Carlotta.
“Laura è stata male” disse Daniela sicura sorreggendo Laura che in effetti aveva una faccia cadaverica.
“Mammamia come sei ridotta! Sarà meglio andare a casa. Hai un aspetto pessimo”, disse Carlotta in modo più gentile.
Laura seduta nell’auto di Jonella sentiva solo un gran male. Bruciore all’esterno, dove un fazzolettino si era appiccicato alla figa e già pensava al male nel doverlo staccare. Dentro sentiva come gli organi interni fossero stati spostati. Quel palo che le era entrato dentro aveva messo fuori posto il suo cervello.
“Come stai?” le chiese Jonella prima di farla scendere davanti a casa.
“Da cani” rispose sinceramente Laura.
“Beh, la prima volta con Daniela mi ha accompagnata al pronto soccorso e mi hanno suturato con alcuni punti. Quindi so cosa stai passando e ti capisco” dicendo queste parole le diede un bacio sulle labbra.
Laura si sentì come se le avessero gettato un secchio di acqua gelata addosso.
Rimase lì in strada per qualche minuto, prima di entrare nel portone di casa, dopo che Jonella si era allontanata.
Nello stendersi nel lettone le sembrava tutto folle e strano. Pensava a quel bacio di Jonella che decisamente era stato piacevole ed anche quanto aveva goduto con Daniela non era stato male al punto che le due esperienze le avrebbe volute approfondire.
Il giorno seguente il dolore era scomparso e la voglia di scopare con Daniela le era tornata. Laura aveva pensato di farsi un ditalino nella solitudine del suo appartamento ma poi ha preferito guardarsi allo specchio e soffermarsi con il pensiero che erano cinque giorni che era sola casa libera di frequentare le sue amiche.
In tre giorni aveva fatto di tutto e molte cose per lei erano totalmente nuove. Daniela nei giorni seguenti l’aveva presa più volte sia di mattina che di sera e non si ricordava nemmeno quante, il fatto che fosse un trans la eccitava e sconvolgeva allo stesso tempo. Daniela si era trasferita nuda così come mamma l’aveva fatta a casa di Laura a patto che non appena il marito fosse tornato lei doveva sgombrare.
Una notte la trans si intrufolò nel suo letto a notte fonda e senza svegliarla e metteva dentro il cazzo sbattendola come se fosse un burattino. Durante l’accoppiamento ed anche dopo Laura si sentiva allargata, rotta da quel cazzo grosso e lungo che Daniela aveva e lei non diceva niente, si faceva fare e basta, mugolava un po’ facendo finta di dormire. Poi Daniela le veniva dentro; da poco aveva ripreso a prendere la pillola e in questo caso rimanere incinta da un trans sarebbe stato veramente troppo.
La mattina, alzandosi e doveva mettere una mano per non far colare lo sperma sul pavimento, si lavava bene e a volte veniva solo lavandosi tanto era sensibile e tanta era la sua voglia.
Anche Carlotta per due notti era stata ospite di Laura. Questa ragazza era era diversa e più perversa. Il primo giorno Laura era in bagno preparandosi per una doccia quando Carlotta era entrata senza bussare. Era entrata nuda con una lattina di coca-cola in mano senza battere ciglio dicendole “scusa devo fare una cosa”. Subito dopo si era seduta sul ciglio della vasca da bagno con in mano la lattina che unse con un po’ di crema solare. Senza curarsi della presenza di Laura si era messa la lattina dentro la figa molto curata, depilata con una forma a freccia e si era rialzata.
Laura era rimasta a bocca aperta e Carlotta aveva incrociato lo sguardo. In quella occasione Laura si accorse che la sua ospite aveva uno sguardo veramente tagliente ed inquietante.
“Beh! Tu hai già avuto un figlio, devi essere già larga. A me piace averla larga ma mi devo dar da fare”
Poi si era avvicinata a Laura. Carlotta era minuta e soda, aveva un buon odore e Laura come ultima cosa che si ricordava era quel buon odore di vaniglia. Non si ricordava come fosse successo che Carlotta aveva iniziato a toccarla e soprattutto come era arrivata a metterle tutta la mano dentro. L’aveva sbattuta con la mano per un tempo infinito e Laura continuava a venire. Le faceva male e Carlotta sembrava fare apposta a spingere, sembrava gli volesse far arrivare l’utero in gola e quando il male era troppo e stava per farla fermare, per toglierle quella mano che la stava sfondando, Carlotta toccava qualcosa dentro vicino al buco della pipì e lei veniva ancora e ancora. Tremava tutta e non avrebbe mai voluto fermarsi.
Quando Laura non reggeva più in piedi a causa dei ripetuti ed intensi orgasmi, Carlotta se n’era andata, come se fosse tutto naturale, come se far entrare la mano dentro un’altra donna o accendere una sigaretta fosse stato lo stesso. Laura si era seduta sul water per fare la pipì che le scappava, ma ci era voluto molto tempo per riuscire a rilassarsi. Nelle ore seguenti sembrava che le uscisse del fuoco da dentro.
Il marito di Laura aveva telefonato per dire che si sarebbero fermato dalla madre un’altra settimana.
A laura non parve vero così anche alle sue ospiti.
Anche per Carlotta non era stata la prima volta; era lei a cercare Laura o qualche altra delle amiche Daniela compresa.
Un pomeriggio Laura era entrata mentre Carlotta era in bagno a fare la pipì e parlando di esperienze sessuali si era permessa con coraggio di leccargliela ancora bagnata di urina. Il corpo di Laura sembrava indipendente dalla mente.
In bagno era entrata senza dire niente, si era lavata la bocca e poi aveva iniziato a parlare di sesso con con Carlotta che aveva la figa depilatissima ed anche un tatuaggio che aveva attirato l’attenzione. Carlotta si era sollevata dal water e Laura si era inginocchiata e attirandola verso la sua bocca. Carlotta non si era scomposta nemmeno un po’, come se fosse naturale e la sua amica che la leccava pensava che fosse naturale farlo.
Quella leccata, la posizione assunta da Carlotta, il luogo in cui si stavano leccando e guardando il sesso senza che la porta del bagno fosse chiusa l’aveva arrapata moltissimo e grondava di umori al punto che stava per venire senza toccarsi, infatti sfregava il suo clito ben esposto contro le grandi labbra umide e strette tra le cosce.
Era riuscita a far venire Carlotta che piegatasi in avanti per l’orgasmo la baciò. L’effetto di leccare un’altra donna e di avere un rapporto lesbico l’aveva tramortita. Se a ciò si aggiunge che aveva leccato una figa ancora bagnata di pipì allora si capisce bene il perché Laura era prossima all’orgasmo. Ma Carlotta l’aveva fatta sollevare e questa volta era stata dolcissima; l’aveva baciata dappertutto e poi leccata. La leccata era arrivata al momento giusto; era venuta e le sembrava che il cervello le uscisse dalla figa.
Quando Carlotta la baciò in bocca era ancora stordita ed aveva ancora il sapore della sua figa sulle labbra “Mi piaci proprio!”
“Come fai ad essere così brava?” le era uscito di bocca a Carlotta quasi senza pensarci e se n’era andata con un sorriso malizioso.
Jonella era quella che subdolamente comandava tutti anche se erano in casa di Laura. Lei diceva sempre “comandare è meglio che fottere diceva qualcuno” e lei in questo era una maestra.
Con Laura si divertiva a vederla andare sempre più in basso in un baratro di lussuria e perversioni. In quei giorni in cui Daniela e Carlotta le avevano fatto di tutto mentre Jonella si era limitata a depilarla e coccolarla un po’ per farle credere di esserle amica e di insegnarle cose nuove sul sesso.
Per Laura si era aperto un mondo nuovo dove le sue amiche le facevano conoscere tante varianti su come fare sesso tra femmine e come farlo in modo nuovo anche con i maschi. Ancora a lei non lo avevano detto esplicitamente ma Daniela, che era una trans, già la scopava con il suo grosso e lungo cazzo nero.
Al solo pensiero di quello che aveva fatto in quei giorni le si erano inturgiditi i capezzoli rosso scuro e le areole un po’ raggrinzite delle grosse tette; si guardava allo specchio che si guardava. E vedeva che in fin dei conti non era poi male. Era vero che la pancetta c’era, un po’ in fuori, ma aveva capito sapeva che era una cosa che poteva eccitare. Lei che non si era più depilata da quando aveva partorito si vedeva strana ma piacevolmente bella con il sesso depilato e dopo gli abusi di quei giorni così slabbrato. Notava che ora le grandi labbra non si potevano più chiamare grandi perché pendevano in mezzo alle gambe come due bustine; il parto aveva allargato quella figa e allungato le labbra ma ora si trovava ad eccitarsi vedendosi con la figa apertissima, chiavata in culo, fistata e comunque usata come femmina e non come bambola da passeggio.
Prese le grandi labbra e le tirò. Si meraviglio per quanto si allungavano e nel contempo facendo così si vedeva tutto dentro, rosa e umido.
Si sentiva come una vacca, aperta e gocciolante, ma era anche eccitante e per curiosità si aprì ancora di più per vedersi meglio.
Pensava “Sono come una mucca, tette uguali e figa uguale”
In quei momenti si augurava che Carlotta entrasse e si sarebbe fatta fare qualsiasi cosa.
Ritornò dal suo mondo di sensazioni e pensieri nel sentire la voce secca di Jonella “Laura, allora sei pronta che andiamo al mare?!”
Non si era preparata. Indossò in fretta il bikini bianco che le piaceva tanto e uscì di casa a ritrovare le amiche che l’aspettavano già in auto.
Il viaggio si svolse tra scherzi e battute e giudizi sui maschi che in quelle sere di libertà aveva conosciuto e che le avevano presentato le amiche di viaggio. Lasciata l’auto, mentre camminavano per andare in spiaggia le guardava. Daniela era forse la più bella; aveva un costume leopardato che le faceva sembrare le tette ancora più grosse e il pisellone quasi non si vedeva. Laura pensava che forse lo doveva avere messo sotto tra le gambe. Sembrava solo una donna che aveva una figona grossa ed abbondante e si sarebbe detto che lì c’era un magnifico cazzo.
Carlotta aveva il suo fascino anche con la sua prima di reggiseno, si muoveva come un felino. Incrociarono una mamma ‘in carne’ accompagnata da un figlio di 15-16 anni. Carlotta si era apposta chinata per cercare qualcosa di inesistente per terra mettendo in bella mostra il suo culetto sodo. Lo sguardo che Carlotta rivolse forse fece raggelare la mamma, ma il figlio avrebbe voluto appartarsi per farsi una sega sontuosa.
Jonella aveva un costume intero sobrio e camminava tranquilla, sorridente, forse anche troppo per i gusti di Laura.
Ad un certo punto Jonella prese una stradina verso delle dune e le altre seguirono senza dire niente ma anche loro sorrisero.
Laura chiese “Dove andiamo oggi?”
“Oggi ti facciamo divertire” fu la risposta corale.
“Ma dove andiamo?” insistette Laura
“in una spiaggetta di nudisti”
La risposta la raggelò. Avrebbe dovuto spogliarsi in pubblico davanti agli altri. Non era nei suoi costumi di moglie morigerata e non lo aveva mai fatto.
“No, non voglio …” disse, ma le amiche la schernirono e quasi la trascinarono lungo la stradina scherzando e ridendo.
“Dai! Non sei diversa dalle altre donne. E’ bello e poi è meglio che ti abitui!” disse Carlotta che con un movimento veloce delle mani le fece scattare la chiusura del reggiseno del costume velocemente lo sfilò.
Proprio in quel momento in senso contrario passavano un paio di ragazzi che alla vista di quelle tette rimasero con gli occhi piantati su quel ben di dio che pendeva dal corpo di Laura.
“Hai visto come gli sei piaciuta?” Disse Carlotta. “Quello con i capelli lunghi ha detto che ti verrebbe sulle tette”. Le idee di Carlotta erano sempre sconvolgenti così come camminare seminuda lo era nonostante fossero tra le dune di sabbia apparentemente nascoste alla vista di tante persone.
Laura sentiva tutti gli occhi addosso di tante persone anche se non visibili. Il suo era un misto di notevole imbarazzo e di grande eccitazione.
Si avvicinarono altri due ragazzi e questa volta erano completamente nudi.
Laura non riuscì ad evitare di guardare i due cazzi che non erano eretti ma di dimensioni notevoli: uno era circonciso ed aveva tutta la cappella fuori in bella vista. Che fosse stato ebreo? Mentre pensava questo sentì qualcosa scivolare lungo le gambe. Carlotta le aveva abbassato lo slip del costume lasciandola completamente nuda con le tette esposte, depilata e tutta slabbrata. Avrebbe voluto nascondersi sotto terra. Che cosa avrebbero pensato vedendola così? Che vergogna!
Laura arrossì come un peperone e si portò le mani davanti per coprirsi inutilmente un po’.
I due ragazzi si erano fermati ed i loro cazzi si inturgidirono, gli occhi la fissavano ed alla sua vergogna faceva posto qualcosa altro.
I cazzi erano ormai veramente duri.
Carlotta come al solito prese l’iniziativa e si rivolse a loro in una lingua a lei sconosciuta e quindi non capiva cosa dicesse Carlotta ma quando i due si avvicinarono tutto diventò ovvio e comprensibile.
Sentì una mano che la faceva inginocchiare e dopo qualcosa che le scivolava in bocca fino in gola.
Era assurdo, era in una stradina di un boschetto vicino ad una spiaggia, completamente nuda, con due ragazzi giovanissimi e con il cazzo di uno in bocca.
Non fece in tempo a chiedersi cosa stesse facendo l’altro che avvertì una fitta da dietro; le era entrato dentro senza tanti complimenti e scrupoli chiavandola per qualche minuto. Lo sentì rallentare nelle spinte e subito dopo un calore dentro: l’aveva riempita di sborra. Ringraziò ancora una volta la pillola.
L’altro le riempì la bocca tanto che una parte le uscì fuori e si depositò sulle mammelle.
In pochi minuti la scopata finì. Laura aveva preso due maschi come se niente fosse sotto lo sguardo attento delle amiche che si erano tolte il reggiseno. I due ragazzi si continuarono nella stradina lasciandola così come l’avevano trovata.
A Laura non restava guardare lo sperma che le colava lungo le cosce e gli sguardi felici delle amiche.
Era proprio diventata una vacca da monta.
Per fare uscire tutto lo sperma che aveva dentro si accovacciò e spinse fuori come se dovesse partorire. Una parte della sborra uscì il resto rimase dentro la figa a lubrificare la vagina per altri accoppiamenti. Poiché la figa era slabbrata i rumori sembravano veramente osceni.
Ormai si, si sentiva una vera vacca. Ma era eccitata da morire, la chiavata che le avevano fatto non l’aveva fatta venire e la voglia era aumentata. Ora voleva essere chiavata nuovamente per poter godere con un orgasmo profondo gridando all’aperto il suo piacere di essere chiavata da femmina da monta.
Le donne si riavviarono verso la spiaggia con Laura nuda e le altre senza il top.
La spiaggia era bellissima e non c’era molta gente, tutti erano completamente nudi; qualche coppia, qualche persona singola che girava, tutti sembravano a proprio agio.
Carlotta si spogliò velocemente e senza pudore e come sempre era a proprio agio nuda.
Anche Jonella fece cadere il costume senza problemi.
Daniela tenne il pezzo di sotto forse perché mettere in mostra il suo cazzo in un corpo da femmina sarebbe stato troppo anche per una spiaggia di nudisti.
Laura si sdraiò e vide che già i primi occhi la puntavano.
Laura non si rivestì e rimase nuda stesa sull’accappatoio esposta alla vista di tutti.
Si sentiva felice della scelta e avrebbe voluto immediatamente informare anche il marito ma non lo fece pensando ad uno sfogo che avrebbe interrotto la vacanza di tutti e due con conseguenze non prevedibili.
Nonostante i suoi pensieri ed il nervosismo dovuto alla prima volta in una spiaggia di nudisti ed anche ai sensi di colpa, Laura si sentiva terribilmente eccitata. Nella sua mente l’essere desiderata e per giunta da due uomini era per lei una cosa nuova ed inaspettata; si stava lasciando andare completamente e in verità non vedevo l’ora di essere scopata senza tregua.
Le si avvicinò un altro ragazzo di pelle scura che senza dire niente ma accarezzato da Daniela le appoggiò una mano su una mammella. Aveva un costume molto succinto dove il sesso aveva scarsa possibilità di alloggio. Quando Daniela finalmente mise a nudo la virilità Laura ebbe un sussulto: aveva un cazzo davvero maestoso, molto più grosso e lungo di quello di Daniela ed istintivamente le venne da pensare che se lui era tanto dotato come doveva essere quello di altri uomini? Come mai suo marito l’aveva soddisfatta con un cazzo molto più piccolo?
Laura si sedette per prendere in mano il sesso del ragazzo ma lui la fece sdraiare e poi cominciò ad accarezzarla dappertutto, infine scese con la bocca tra le gambe regalandole un magnifico orgasmo. Fu in quel momento che si accorse che Daniela la stava osservando completamente nuda e quello che vide la fece sussultare.
Non immaginava potesse esistere un membro tanto grosso e lungo. Da una parte era affascinata e incuriosita e dall’altra non avevo paura per cosa avrebbe provato ad averli tutti e due dentro. Daniela incitò il ragazzo a prepararla per lui. Laura non capiva cosa intendesse ed allora Daniela pazientemente me lo spiegò.
In buona sostanza, visto il calibro decisamente fuori misura del nuovo amico di colore, Daniela doveva chiavarla per prima in modo da aumentare la lubrificazione anche se si sentiva davvero bagnatissima già così e quindi doveva riempirla di sperma che avrebbe ulteriormente agevolato l’ingresso a quel cazzo mastodontico.
Laura si ritrovò così alla pecorina con Daniela che la stantuffava con regolarità mentre io Laura si occupava con mani e bocca di quello che era diventato l’oggetto del desiderio. Le generose dimensioni di Daniela le sentiva tutte e molto bene tanto da farla sentire riempita e piena, facendole avere orgasmi a ripetizione, cosa che non a Laura non era mai accaduta prima. Pensava al marito con cui faceva l’amore per una ventina di minuti e lei godeva due volte e lui alla fine si scaricava.
Quando Laura finalmente cominciò a sentire la serie di schizzi caldi che le inondavano ebbe un altro violento orgasmo.
Fu a questo punto che prese la situazione in mano il nuovo amico negro il quale volle scoparla per la prima volta nella classica posizione del missionario allargandomi le gambe frapponendo le sue mani e braccia nel mio interno cosce e continuando a ripetere di rimanere aperta, spalancata a lui. Inizialmente le strofinò il suo enorme bastone lungo le labbra della figa e poi piano piano lo introdusse mentre Daniela accarezzava il seno ed il viso.
Man mano che lui entrava Laura si sentiva invasa come se un corpo grossissimo si stesse impadronendo di lei. Era un sensazione incredibile mai provata prima, per una attimo ringraziò mentalmente la generosa sborrata che quel ragazzo che l’aveva chiavata lungo la stradina regalandole tanta sborra che ora faceva sì che quel pezzo di carne potesse lentamente introdursi senza procurarle eccessivi dolori. Le sembrava fosse talmente dentro da arrivare attraverso lo stomaco alla soglia della gola invadendo ogni spazio utile e possibile. Questa sensazione L’aveva portata velocemente ad avere un orgasmo.
Poco dopo la figa di Laura si adattò a quel bellissimo cazzo e lui aumentò l’intensità del suo movimento. Laura era completamente aperta ed a sua disposizione, lo desiderava, desiderava che la spaccasse e cominciò ad urlare dal piacere. Non mi ero mai sentita tanto piena, posseduta e troia. Piangendo scoppiò in un orgasmo devastante.
Le amiche che erano lì presenti si sgrillettavano alla vista di quegli accoppiamenti quasi bestiali. Al momento dell’orgasmo di Laura lasciarono le loro fighe e fecero un grande applauso alla loro amica che veniva montata come una vacca e gridava il suo piacere liberandosi dalle pastoie di una falsa moralità.
A Laura sembrò quasi di svenire, si sentiva spossata ma lui continuava imperterrito a colpirmi con colpi sempre più veloci. Lai lasciava fare e dopo pochi istanti sentiva montare in lei l’ennesimo orgasmo che non tardò ad arrivare. Quel negro sembrava instancabile; alternava colpi lenti e profondi ad altri più veloci e costanti e Laura continuava a godere perdendo il conto degli orgasmi provati e perdendo la cognizione del tempo.
Non aveva la più pallida idea da quanto tempo fosse in balia dei suoi due amanti, sentiva però la necessità di chiudere le gambe ed anche la figa. Oramai aveva bisogno di riposo e pregò il suo maschio di venire perché era veramente spossata. Lui sorridendo disse che l’avrebbe accontentata ed in quel momento aumentò il suo ritmo rendendolo quasi bestiale.
Era bellissimo e ancora una volta, nonostante il suo stato, arrivò all’orgasmo in un attimo.
Subito dopo lo sentii irrigidirsi grugnendo che stava per venire, nel frattempo anche Daniela non era rimasta indifferente a quel che vedeva; si era nuovamente eccitata e si stava segando.
A Laura sembrò impossibile sentire il cazzo dilatarsi dentro ulteriormente.
Era completamente piena ed alla fine esplose in lei con una serie di getti potentissimi riempiendola come mai prima. Quasi contemporaneamente Daniela venne copiosamente schizzandomi viso, collo e seno.
Laura era spossata e non aveva neppure la forza di ripulirsi.
Le dolevano le gambe costrette a rimanere divaricate a lungo.
I due splendidi amanti erano ai suoi lati e riuscii solo a sentire che amorevolmente Carlotta e Jonella la stavano asciugando dallo sperma che il negro le aveva riversato addosso mentre si baciavano fra di loro da brave lesbiche.
Poi crollò in un sonno ristoratore spossata ........per commenti......................................... [email protected]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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