lesbo
(53) Zip malandrina 1: la bionda depravata e
di remigiuslp
27.07.2024 |
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"Decisi di rompere il silenzio e magari - forse - anche il ghiaccio..."
Care amiche di lingua, vibratore, dildo e strapon. Sapete che adoro il sesso in tutte le sue forme, anche se ho una netta preferenza per tette e fiche. Sapete anche che di solito non mi perdo in quisquiglie e vado subito al sodo, pure quando voglio sedurre una che mi attizza: se la tipa la molla in fretta bene, altrimenti gliela lascio. Ma questa non è stata come le altre e merita un resoconto dettagliato, anche perché ha avuto un risvolto molto ma molto piccante e soprattutto perverso nel racconto successivo. (54)Su una rivista di motori avevo letto l’annuncio di una persona che cercava una accompagnatrice ad un raduno di auto sportive. Al telefono si presentò una donna che possedeva - nientemeno - una rara Obmal S400 LP nera. Accettai subito, contenta di salire su una macchina da sogno come quella, auspicando a quel punto anche una tresca lesbica. Mi devastai un po’ il clito, sognando di sleccazzare e sditalinare una bonazza da schianto a 200 in autostrada.
Ci incontrammo un pomeriggio per conoscerci e definire i particolari. La tipa fu una delusione: sulla trentina, capigliatura castano scuro sistemata alla meglio, viso dai tratti duri e decisi, non si poteva definire bella; poco più bassa di me, del fisico non si capiva un granché, intabarrato in un’ampia veste grigia. Certamente non era grassa.
Non pareva nemmeno un mostro di simpatia, anzi piuttosto spigolosa nei modi. Ormai mi ero impegnata e poi aveva quella favola di berlinetta, una vera ‘bestiola da strada’.
E invece, la mattina in cui venne a prendermi, fu lei a rivelarsi ‘bestiola’… ma da letto! Truccata e pettinata alla perfezione, sembrava un’altra persona. Anzi, era una stragnocca: una lucida tuta di stretch rosa a corpo intero, chiusa davanti da una lampo - dal collo al pube -, inguainava la vita stretta e i perfetti fianchi appuntiti, valorizzava il bacino piatto come una tavola, profilava il luminoso triangolo di sorca e modellava le gambe tornite.
Ma ciò che mi fece trasalire era la parte che di solito più mi attira in una donna; e costei lo aveva veramente, strepitosamente, poderoso: parlo evidentemente del petto. Sicuramente l’adeguata ‘impalcatura’ di sostegno sottostante contribuiva a dargli quella forma ma con la mia esperienza sono quasi sempre in grado di indovinare la reale conformazione ‘in libertà’ e vi assicuro che quelle due poppone dovevano essere veramente come l’auto che guidava: ‘S’ = super. Erano anche quasi certamente naturali, contro le mie abbondantemente siliconate, come ben sapete.
Nell'insulso bozzolo si celava dunque una bambolona da primato!
Mi consegnò una busta, quasi ordinandomi di risalire in casa e indossarne il contenuto per “essere in simbiosi con il mezzo”, sottolineò.
In camera scoprii trattarsi di un completo uguale al suo ma di colore azzurro.
Anche le mie forme risultavano messe in risalto, tanto che mi soffermai un po’ davanti ai doppi specchi a carezzarmi, cominciando a ragionare su come conquistare quel sorprendente pezzo di femmina.
Il massimo sarebbe stato se quell'attrezzatura fosse destinata a un certo genere di ‘simbiosi’, tipo palpatine, leccatine, sopra quel serico tessuto per poi sbucciare il tutto e dare sfogo alla libidine saffica.
Mi accorsi anche che la cerniera aveva due ‘tiretti’, come si chiamano in gergo i gancetti scorrevoli: uno in cima e l’altro in fondo, in modo da poterla aprire o chiudere da entrambi i lati o uno solo. La mia sordida fantasia elaborò subito un risvolto lussurioso: durante il viaggio tenere sotto controllo temperatura e pressione del suo ‘olio’, dentro il ‘pozzetto della felicità’, l’angusto spazio fra slip e passerina, intervenendo ‘manualmente’ se necessario.
Non immaginavo che proprio quei TIRETTI sarebbero stati i protagonisti di quella avventura indimenticabile e soprattutto assolutamente conturbante.
Sotto optai per quel reggipetto che tanto ingrifa le mie amiche più porche: un balconcino nero satinato con coppe appena accennate, ad accerchiare parzialmente e lasciare erompere oltre le mie gommose tettone, pronte per essere profferte alle loro mani e bocche fameliche.
Come slip un perizoma con bordi spessi, in modo da segnalarne chiaramente la presenza e fare dire, a chi li notasse: ‘ha la mutanda da zoccola!’ Equamente distribuiti fra detrattori, ammiratori e invidiosE.
Mi accomodai accanto a lei e partimmo con il ruggito del V12 dietro le spalle. Non ero riuscita a vederle il sedere ma non sarebbe mancata occasione.
Imboccò la Statale per salire al Passo, luogo della manifestazione.
Vedendola concentrata nella guida e approfittando della posizione semidistesa nella poltroncina, mi beai dello spettacolo: il vasto pube liscio, le sode cosce e le possenti montagne svettanti, vagamente ‘sbudinanti’ per gli scossoni di curve e accelerazioni.
Decisi di rompere il silenzio e magari - forse - anche il ghiaccio.
"È la prima volta che partecipo a questi convegni. C'è molto movimento?"
"Un'orgia di motori e non solo. Prevedo giornate di fuoco: sei carrozzata bene e non dovresti faticare a raccogliere, sempre che ti interessi."
Partiva pepata la ragazzona, anche se probabilmente si riferiva al settore maschile.
"Mi interessa eccome! Anche tu non scherzi, in quanto a ‘telaio’! - Non riuscii a trattenermi e aggiunsi - a partire dalle bocce che devi avere lì sotto!”
Una smorfia come di fastidio mi fece temere di avere esagerato per cui feci marcia indietro:
“Faremo furore, ne sono certa! Troviamo qualche bel maschione e ci facciamo dare delle belle ripassate!”
Non commentò.
Proseguimmo in silenzio per un paio di chilometri finché, dopo aver guardato nello specchietto, brontolò: “lo sapevo, la Stradale!” Appena accostato, sospirò: "uuufffhhh! Dobbiamo pagare gabella!”
TIRETTO GIU’, fin sotto la balconata. Allargò i bordi, sistemandoli per liberare e fare apparire un reggipetto con basse coppe preformate, coordinato alla tuta, riempito anzi strabordante delle sue morbide poppone… naturali!
“Apriti anche tu! Mostra un po' delle tue grazie! Di solito i poliziotti, davanti a certe visioni, sballano e passano sopra!"
Era stata la mia fregna a sballare, altroché! E i capezzoli letteralmente ad esplodere. Abbassai a mia volta ma solo fino a metà: non mi sembrava opportuno esagerare, considerando che le mie erano praticamente nude.
La figura in divisa apparve a lato mentre la portiera si sollevava e lei sfoderò un malizioso e ammiccante sorriso… che si spense in un attimo. Mi allungai un po’ per scoprire che non si trattava di UN agente bensì di UNA. La biondina, dopo aver scrutato il nostro siparietto, ghignò:
"Ehi, corpetto ruggente! Adesso mi dirai che tieni la patente fra i tuoi palloncini? E la tua amichetta il libretto!"
"No, no, è solo che fa molto caldo, qui dentro!"
"Certo, certo, capisco. Già il motore dietro farà la sua parte, se poi si aggiunge qualche altra forma di bollore, l’ambiente si arroventa! Per stavolta potete andare ma raccomando di tenere entrambe le mani a posto: sul volante una, al massimo sui bottoni del cruscotto l’altra!"
Ripartimmo ad andatura ridotta.
“È andata! Di solito è un sistema che funziona. In alcuni casi mi è pure capitato, in cambio dell'impunità, di lasciarmi palpeggiare.”
Chiesi con tono malizioso: “Mmmhhh, e l'hai fatto controvoglia?”
"Certo che no! Una volta uno ha tirato fuori il pisello: pensavo volesse un pompino invece, continuando a pastrugnarmi, ha preso a menarselo finché non mi ha spruzzato addosso, proprio qui in mezzo. Mai visto un uomo sborrare così: mi sono trovata quel pastone bianco su mento, collo, giù per la pancia e colato fin dentro le coppe del reggiseno. Dopo essere ripartita mi sono addirittura accorta di un denso filaccio fra i capelli: confesso di averlo assaggiato. Slurp!”
Sogghignai puntando decisamente il profondo solco fra quelle irresistibili sfere di carne soda e decisi per un secondo tentativo: "ci credo! Con due zucche così lo avrai stregato!"
"Penso di sì! - diede un’occhiata veloce alla mia seminascosta valletta - tu invece, hai voluto fare la timida!”
Tirai giù fin quasi all’ombelico e feci fuoriuscire i miei turgidi monti nella loro seminudità, borchie mammarie in pre-deflagrazione comprese: “non proprio, semplicemente non mi sembrava il caso…”
Sussultò: “Ehi, artiglieria pesante!”
Osai: “Beh, non sei da meno! Offriamo entrambe mercanzia notevole!”
Forse fu il tono, forse il mio sguardo esplicito che tradiva la mia bramosia:
TIRETTO SU’, riserrando quel forziere di gioie. Avevo fallito?
Fra le mie cosce era divampato un incendio, la mia testa confusa, il mio unico pensiero le sue TETTE. E il resto, ovviamente. Altro che Obmal S400 LP!
Sarebbe bastata una strizzatina di occhi, un cenno ammiccante, lo spuntare della lingua fra le labbra per scatenarmi: abbassare il tiretto in mezzo secondo fino in fondo, scoperchiare e avvinghiarmi a quelle cornamuse per ricoprirle di leccate bagnate. Ammirarle poi lucide di saliva e tuffarmi sui boccioli centrali, titillarli con lingua puntata, tirarli prima dolcemente con i denti, poi morderli mentre con le dita libere irrompere nel tempio della sua femminilità, facendola così urlare e squassare da un orgasmo travolgente: nessuna ha mai resistito a questo mio trattamento, fosse puledra di primo pelo o esperta cavallona.
Decisi di cambiare strategia: “Senti, e se allettassimo due bei torelli e ci facessimo un quartetto?” Vidi una luce nei suoi occhi.
“L’idea mi piace; però, mettiamo che io sia lì a cavalcare uno mentre spompino l’altro, tu cosa fai? Guardi e basta?”
Altra scarica al mio basso ventre: “Ma certo che no! Ti metto la lingua a tiro di capezzolo e ti impasto per bene una tetta! Magari mi infilo pure a giocherellare con il bottoncino sotto! Oppure, se vuoi - spinsi in avanti e portai alla luce le mie angurie - puoi servirti qui!”
Il suo viso si contrasse in una smorfia.
“Non esageriamo! Già mi ha infastidito quella di prima, insinuando chissà cosa fra noi!”
Ahi, dovevo procedere con piedi più pesanti per cui decisi un approccio diverso.
“Veramente gli ometti adorano i giochini erotici fra donne! Anzi, addirittura, fingere di essere amanti saffiche e lasciarsi ‘convertire’ li fa uscire matti!”
Finalmente sorrise: “potresti avere anche ragione. però non l’ho mai fatto”.
Osai ancora, quasi senza controllo. Nel mio ‘pozzetto’ bollivano gli umori della fregna: mi sembrava quasi di sentirne i vapori risalire dal mio pube.
“Potremmo allenarci, per non far capire che é la prima volta!
“Allenarci? che significa?"
Mi guardò e
TIRETTO GIU’. Scoperchiò una mammellona e si grattò il duro bottone. Sobbalzai e d’istinto mi sfiorai la fica che pulsava quasi con dolore.
“Vedi che ho ragione? Ti tocchi pure sotto! Tu desideri solo le mie zinne e probabilmente non solo quelle! - lanciò un rapido sguardo fra i bordi aperti della mia tuta - Lo vedo da qui che hai due borchie come diamanti da quanto sei ingrifata di me! Cercavo una compagna di avventura, non una pervertita omosessuale!”
TIRETTO SU’ e un’accelerata suggellò la sconfitta.
“Chiudi il negozio, l’articolo non è più disponibile.”
Passarono vari minuti con il solo rombo del motore dietro le nostre spalle.
Quel tacere mi stava soffocando e quella trasferta rischiava di trasformarsi in un calvario.
“Perdonami, sul serio, non volevo urtati o infastidirti. Era solo per dare un po’ di pepe!”
La sua faccia arrabbiata seguiva imperterrita la strada.
Ci fermammo a un distributore di benzina. Lei diede le chiavi all'addetto e, mentre questo faceva rifornimento,
TIRETTO GIU’ per riportare alla luce il terrazzamento e sistemarlo, stavolta addirittura facendo tracimare metà capezzoli. Fece cenno anche a me di imitarla ed io obbedii, un po’ smarrita: a quel punto non capivo a che gioco stesse giocando.
Mentre pagava, si rivolse all’uomo, un baffuto di mezza età che sfoggiava un sorriso sornione.
“Le gusta il panorama? - quello annuì - Piacerebbe un giretto con noi due? Purtroppo la mia amica ed io siamo autosufficienti!”
Con mossa rapida mi prese la mano destra per tirarla a se, infilandola dentro una sua coppa. Poi si avventò sul mio basso ventre, fece scorrere verso l’alto il TIRETTO quel tanto per infilarsi come un cobra e affondare l’intera mano nel mio ‘pozzetto’, strappandomi un gemito: “aaaahhhh!”
Prese a strofinarmi le grandi labbra con forza, quasi con rabbia, mentre io approfittavo per avvinghiarmi a quella tanto sospirata massa piena per stropicciarla a dovere.
“Se vuole toccarsi e sborrare nelle mutande faccia pure, aspettiamo un momento.”
Il benzinaio scosse la testa: “no grazie, odio le lesbiche!”
TIRETTO SU’, la portiera calò, la macchina ripartì e ci ritrovammo in strada.
“Vedi, ci sono anche uomini che odiano le lesbiche! Mi hai ingannata!”
Si leccò le dita ancora inzaccherate dei miei umori.
“Mmmhhhh, buono però questo sughetto, quasi da ripensarci. Scommetto che se torno sulla tua gnocca ti faccio venire in due secondi!"
Ero allo stremo: "ooohhhh, siiiii! Sono tutta un fuoco!"
"E l'orgasmo sarebbe più intenso se ti lasciassi lavorare le mie mongolfiere, vero? E invece no! Voglio farti consumare dalla foia, depravata seguace di Saffo!”
Non percorremmo più di un chilometro: infilò una stradella laterale e arrestò l’auto.
TIRETTO GIU’
Con l'avambraccio sollevò le zampogne a formare due formidabili cuscinoni.
“Ti concedo di guardarle e di farti da sola! Sditalinati, sfogati, così mi lascerai in pace!”
“No così non mi va! Il piacere deve essere reciproco!”
“Questo ti fa onore! Allora dovrai darti da fare per recuperare almeno due bei manzi!”
Ci guardammo negli occhi e capii: "Di quelli te ne trovo a gogò! Io sarò depravata ma tu gran finta santarellina!"
TIRETTO SU?
E ora, care amiche di lingua, vibratore, dildo e strapon, come annunciato all’inizio, vi chiedo di pazientare fino all’apparizione del prossimo racconto.
Però in altra categoria perché vietato ai puritani.
Luglio 2024
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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