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Un allucinante viaggio di piacere – 11. episodio – Culetto rosso e i Lupi famelici
di remigiuslp
11.06.2023 |
6.428 |
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"Vedremo oltre come costui vorrà terminare questo particolare ‘corso di studi’..."
Epilogo di un ‘viaggio allucinante’, durante il quale il diciottenne Diego, tuttofare in una sinistra locanda, posato e pudico ma - ahimè - dedito alla quasi quotidiana masturbazione a causa dei bollori dovuti ai suoi 18 anni, sottoposto alle angherie sessuali di un camionista e del suo compare, rinuncia ai propri princìpi puritani per scoprire le delizie delle più depravate e lascive pratiche sessuali fra maschi. Siamo forse giunti all’ultimo atto di questa ‘iniziazione’, non solo finalizzata a soddisfare i sordidi appetiti dei due biechi personaggi ma anche oggetto di un ‘accordo’ fra il padrone della locanda e i due, finalizzato alla verifica della eventuale presente o latente omosessualità del maschietto, in subordine un tentativo di ‘conversione’ e opzione aggiuntiva di utilizzo ‘economico’ delle sue prestazioni nel locale?
Vedremo, perché se la strada della ‘inversione’ dei gusti sessuali del ragazzo è stata lunga e costellata di vari ‘intermezzi’ lungo il percorso, Renato - ‘prelevato’ il giovane dall’antro e dalle grinfie del portiere del suo palazzo - lo aveva finalmente nel proprio appartamento, per meglio dire nella tana dei lupo. Anzi, dei lupi, perché non dobbiamo dimenticare il compare Rudi, non meno assatanato.
L’abitazione era molto grande e arredata secondo i canoni di quel periodo – esattamente l’estate 1978, qualora i nostri lettori non lo avessero a mente dai racconti precedenti.
Gli diede un asciugamano e gli indicò il bagno. Il maschietto fece una lunga doccia bollente per rinfrancarsi e ripensare alle vicissitudini di quella notte e inizio mattinata, soprattutto ai cinque rapporti anali con altrettanti maschi.
Bel salto, rispetto alla sua impostazione puritana e impacciata di solo 24 ore prima!
Si ripresentò nell’ampio soggiorno, dove trovò anche Rudi, stravaccato su un divano con il pisello in mano.
Il camionista esordì:
“Ecco, hai perso l’autobus, immagino! – Diego scosse il capo, sorridendo sornione – Aaahhh! Allora sei venuto per ‘concludere’ il nostro accordo! Però, hai impiegato un po’, a deciderti! Ormai è mattina tarda! Non credo tu sia rimasto prigioniero di quel maniaco del portinaio per sì tanto tempo, nonostante sia un tipo piuttosto lento.
Non è che il nostro ‘Culetto rosso’, per arrivare alla tana dei lupi Rudi e Renato, ha dovuto attraversare una foresta infestata da fameliche bestie cazzute che lo hanno sbrindellato per bene?”
Girò attorno al ragazzo.
“Qui mancano innanzitutto i mitici jeans rossi da finocchietto in calore che tanto avevano attizzato il tuo Renato. Come mai sono stati soppiantati? E quel nuovo boxerino che ho visto prima? È più adatto ad un culattone da postribolo! Da dove salta fuori eh?”
“Ehm, mi era uscito il vostro sperma da dietro e mi ha sporcato tutto! Ho dovuto cambiarmi!”
“Quando ti sei allontanato, ho cercato di avvisarti di svuotare subito il canalino! Imbottito com’era di due megainiezioni di broda sarebbe stato difficile trattenerle! Probabilmente non mi hai sentito.”
Si spostò a guardarlo da dietro.
“Queste braghette ti stanno da schifo! Certo, vorrebbero essere provocanti, così sgambate, ma tenere le tue armoniose chiappette in questo modo, mezze all’aria, ti fa solo sembrare un busone da marciapiede! Ha-ha! – il giovane sentì un dito appoggiarsi e scorrere sulla pelle di un gluteo che, pressato dal bordo di tessuto, formava come un cuscinetto, - Per caso non ti hanno fischiato dietro mentre venivi in qua?
Ehi, frocetto! Non hai freddo al culetto? Te lo scaldiamo noi con i nostri bastoni roventi! Oppure: ti hanno tagliato i bordi dei calzoni? Vieni qui, zuccherino, che te li verniciamo con della sborra! O ancora: il sarto aveva finito la stoffa e ti ha lasciato fuori mezzi meloncini?”
Diego rispose:
“Non li ho scelti io, me li ha regalati un signore. Aveva notato che mi ero sporcato.”
“Come no, ti ha guardato il culo per caso – ripeto per caso -, ha visto la macchia di sugo e, impietosito, ti ha fatto venire a casa sua per tirare fuori questa roba da checchine. Aveva solo questi due capi attiracazzi del suo amichetto? E magari, già che c’era, ti ha dato una ripassata!”
Un pizzicotto fece sussultare il ragazzo.
“Avevamo fatto nella toilette della stazione, li ha comprati lì vicino e ha voluto darmeli in cambio, ehm, ecco, ehm, di un pompino!”
“Senti senti! Fatto un pompino in un cesso pubblico in cambio di un paio di pantaloncini! E la mutandina da femminello? Forse per una trapanatina? – Lo guardò intensamente per cogliere la verità – Ahaaaah! Vedi Rudi, ‘Culetto rosso’ ha dovuto vendere la boccuccia per cambiarsi. Poi, tanto per avere un ricambio in caso di necessità, ha dato via anche il buco!”
L’interrogatorio non era terminato.
“Siccome quello schifoso bagno lo conosco bene anche io, a quell’ora potevano esserci almeno altre due bestie pronte a divorare una innocente pecorella smarrita all’alba nella foresta!”
Renato si bagnò di saliva alcune dita e si intrufolò lateralmente sotto il pantaloncino, per arrivare al centro del sedere.
“Avanti, se vuoi un dito nella tua fichetta, confessa! I tempi del tuo cammino fin qui non combaciano! Almeno un altro intermezzo per arrivare al portinaio Cerbero. In totale almeno una o due guzzatine, vero?”
Dicendo così, premette il medio fra le natiche, proprio sull’ano. Il ragazzo, ben contento di farsi ancora palpeggiare e non solo, spiegò:
“Con il vecchio un pompino e una penetrazione, un altro mi ha solo spruzzato sul fondoschiena, il terzo mi ha prima sculacciato, poi scopato e infine fatto bere il suo seme dal preservativo. Il portiere prima mi ha leccato tutto dietro, dopo …quello che ha visto anche lei!”
Diego cercò di rilassare al massimo l’anello interno per agevolare la penetrazione del dito che vi affondò. Il suo corpo tremò, ma per il piacere!
“Senti che roba, Rudi! Oltre che laido sgualdrinello, questo è diventato un puttano bello e buono! Ma dei peggiori, perché lo fa soprattutto per goderne lui! Si è fatto sbattere qua e là mentre con comodo andava verso la tana dei lupi che lo stavano aspettando con le nerchie in tiro per una festicciola a tre!
Cavolo! Avevi rotto tanto i coglioni poco prima e ti sei dato subito da fare! Cappuccetto Rosso raccoglieva fiorellini, tu raccogli cazzi e dai via il culo! Sei diventato in poche ore un troione da battuage in qualche pineta del Sud!”
Le falangi vibravano veloci nel retto, facendo sussultare continuamente il moretto.
“E ora, pur di farsi anche soltanto sditalinare il bucio, ci narra senza vergogna tutte le maialate di una sola mattinata! Ho paura per il suo viaggio di ritorno e dopo, tornato alla locanda chissà cosa sarà capace di combinare!
Rudi, puniamolo!”
I due lo presero all’unisono sotto le braccia e lo trascinarono verso un cubo basso rivestito di velluto scuro.
Appena adagiato, il biondo Rudi sparò una mano fra le gambe semiaperte del ragazzo, premendo il pollice sopra i testicoli e infilando indice e le altre dita nel solco fra le natiche, arrivando a toccare il buchino per massaggiarlo.
“Ti sei lasciato ciulare per bene il forellino, eh zoccoletto infame? Rilassalo bene perché ora Renato ed io te lo sbrindelliamo per trasformarlo in una voragine da vecchio, sfatto mignottone!”
Renato aprì la bottega del pantaloncino, dopodiché lo fece girare per sfilare l’indumento, gli sollevò una gamba e puntò lo sguardo sulle sue natiche.
“È un vero peccato coprire con certe schifezze il tuo culetto da puttino! Mmmhhh! Rudi, guarda che spettacolo! Sembra un quadro impressionista di cui ora non ricordo il titolo: le conturbanti chiappette tonde, il solchetto pelosino in mezzo, i coglioncini adagiati mollemente su una coscetta! Lo chiameremo ‘Puttino puttano su velluto!’ Aaarrhhh! Arrrhhh!”
Il notevole membro dell’uomo, scivolato fra inguine e pantaloncino causa principio di erezione, penzolava libero. Il ragazzo se ne avvide subito, sentendo ovviamente il desiderio di assaggiarlo ma non sapeva come proporlo. Ci pensò il camionista che lo prese dietro la testa per avvicinarlo col viso al proprio pube.
“Piccolo vizioso porcello! Dopo le fatiche per districarti in quella giungla di satiri assatanati e sventramenti vari, avrai fame! Qui c’è una bella merendina! Una gustosa salsiccia da assaporare subito! È una vera specialità! Per palati raffinati! Guarda! Mi si è indurito appena ha visto il tuo culetto ed è sgusciato fuori al solo pensiero di quelle tue dolci labbra da succhiacazzi!”
Il giovane si aggrappò al ginocchio dell’uomo e fissò il lungo pene con la grossa cappella.
Pensò a cosa era arrivato: stava per riprendere in bocca un membro maschile. Inizialmente vi era stato costretto ma ora lo faceva di propria volontà e ne provava sommo piacere!
E fra poco sarebbe sicuramente stato sodomizzato almeno un’altra volta da entrambi quegli uomini.
Sì, decisamente, poteva darsi all'omosessualità - pur perversa - senza perdere l'interesse verso il sesso femminile! La sua libidine lo confermava! Riguardo al prostituirsi ci avrebbe ragionato sopra dopo.
Nel frattempo Renato aveva aperto la bottega per liberare lo spadone.
Diego imboccò il glande già madido di fluido preliminare e iniziò a succhiare.
“Bravo, non hai fatto storie, stavolta! Succhia, finocchietto voglioso, succhia! È gustoso il cazzo con il suo brodino, eh?”
Notò che il pisello del giovane si era a sua volta sollevato: “Eh, sì! Deve piacerti il mio tarello se il tuo si rizza così da solo! E che nerchia! Non come quei vermicelli mosci dei soliti sguatteri che lo prendono in culo solo per soldi! Sei al contempo torello e culattone! Mi viene di toccartelo!”
Calò una mano sullo scroto per carezzarlo e tamburellare delicatamente i testicoli mentre il moretto continuava imperterrito a spompinare.
“Sei un scucchiacazzi favoloso! Sgolina! Sgolina! Siiiii! Hai delle belle palline e una trave rimarchevole Mmmhhh! Dai che te lo sego un po’!”
Strinse il fallo del ragazzo ed iniziò a masturbarlo.
Diego proseguì con soddisfazione il lavoro sul fallone dell’uomo, assaporandone anche l’abbondante liquido preliminare, apprezzando al contempo le dita al lavoro sul suo sesso.
Dopo un po’, il baffuto invitò il suo amico:
“Rudi! I würstel, di solito, vengono serviti in coppia e questo buongustaio di certo non vorrà sottrarsi ad una fondamentale regola culinaria! Dagli da assaggiare anche il tuo!”
Il biondo pose un palmo sul capo del moretto, gli mise davanti alla faccia il proprio uccello e commentò:
“Insomma gli insaccati ti gustano, frocetto!”
Prese a dare ampie linguate alle punte dei due favoni che gli venivano offerti. Proseguì saettando veloce, inebriato da consistenza e sapore.
“Slaaap! Slaaap! Devo ammettere che il gusto di pene è gradevole! Slaaap! Slaaap!”
Si sentiva ormai succube consenziente dei due maschi ma questo lo gratificava pienamente. Eccitato all’inverosimile, volle prendere l’iniziativa: afferrò i due piloni, spalancò la bocca e ve li infilò dentro entrambi.
Il padrone di casa esclamò:
“Uuuhhhuuuhh! Guarda che roba! Sta diventando addirittura avido! Una nerchia non gli basta! Due ne vuole! Lo sapevo! È un recchione nato, questo morellino!”
Ciucciò con cura le due aste rigide e dopo un po' il camionista urlò: “Aaaahhh! Non ci posso credere! Questo piccolo finocchietto tirapompe mi fa già venireeeeee! - un poderoso spruzzo di sperma si sparò nella gola del ragazzo – È l’occasione per farti assaggiare la panna dei miei coglioni! Siiiiii! Prenditi questi siluri di sborra e buttali giù! Aaaahhh!”
Seguirono in rapida successione altri fiotti che il giovane trattenne.
Serrò palpebre e bocca, determinato ad assaporare appieno quel fluido particolare. Se lo girò a lungo nel cavo orale, lo spalmò sul palato, fra i denti, infine lo mandò giù lentamente, a sorsetti, gustandone il sapore intenso. A cosa si era abbassato: stava ingoiando il liquido seminale di un altro uomo ma lo trovava estasiante!
Quando riaprì gli occhi si trovò davanti Rudi il quale gli prese subito la testa fra le mani per cacciargli con forza il membro fra le labbra.
“Ciuccia qui, checchina lussuriosa! Sto per venire anch’io! E anche stavolta te la trangugi tutta! Se la mia non ti ha soddisfatto la prima volta, devi fartela piacere! Quando sarai diventato uno sboldro marchettaro, ne dovrai ingollare di tutte le sorti!”
Dopo pochi colpi iniziò ad eiaculare e i getti riempirono presto il cavo orale del giovane.
“E adesso ingoia, vizioso troietto, ingoia! Ingoia lo yoghurtino rancido di Rudi! Mmmhhhh!”
Se il seme di Renato era pastoso e quasi dolce, questo risultò molto più liquido ma soprattutto acidissimo, pungente, ancor più di quello che era stato costretto a bere sul camion, nel 5° episodio di questa incredibile avventura.
Deglutendolo lentamente, sentì addirittura un certo bruciore in gola.
Al termine dovette però riconoscere che – forse – proprio questa sua intensa caratteristica induceva un ulteriore senso di libidine. Quanto era caduto in basso!
Questo ultimo atto aggiungeva un ulteriore tassello al processo di trasformazione di Diego il quale, appena diplomato, sognava un viaggio in America per spupazzarsi un po’ di ragazze libertine di quel continente.
Invece era divenuto egli stesso oggetto di divertimento da parte di maschiacci pervertiti, ben accompagnato ed istruito da quell’assatanato camionista.
Vedremo oltre come costui vorrà terminare questo particolare ‘corso di studi’.
Giugno 2023
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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