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(30) Orgia con quattro cazzi in cucina: il sogno di ogni vero frocio


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
30.08.2023    |    8.502    |    13 8.7
"La pelle delle chiappe friggeva come esposta realmente ad un fuoco mentre lui faticava non poco a trattenere l’acido sperma in bocca..."
Non si era lavato. Solo ripulito alla meglio con l’asciugamano. Voleva sentire cosa si provava dopo una sborrata sulla faccia come quella appena ricevuta: dopo che un uomo gli aveva svuotato addosso le palle, mai veramente scaricate in anni di seghe veloci e incomplete, comprate da una cameriera il Mercoledì sera in una locanda, nel breve tempo rimasto dopo una cena veloce durante i suoi viaggi di lavoro.
Il liquido seminale si stava raggrumando e cominciava a tirare sulla pelle, sulle orecchie ma soprattutto nel folto pelo delle sopracciglia.

In cucina, sul tavolone ad uso mensa del personale, la collega veniva scopata in contemporanea da due dei quattro boscaioli - uno sotto e uno sopra - con i loro bei cazzoni duri e durevoli, uno in figa e l’altro nel culo. Quella troia uggiolava come una cagna in calore.
“Uuuuhhh! Aaaahhh! Sì! Sì! Sì! Aaaahhh! Oh! Oh! Oh! Sì! Svangatemi! Ah! Ah! Ah! Sì! Sì! Sì! Aaaahhh! Oh! Oh! Oh! Sì! Uuuuggghhh!”
Il moretto assisté qualche momento attraverso l’oblò della porta: gli sarebbe piaciuto essere al posto di quella mignottona!

Si voltò, ritrovandosi il Rosso dietro, con un sigarone acceso.
“Scusami, non volevo spaventarti! Andiamo solo dentro a goderci lo spettacolo!”
Anche il quarto gli passò accanto.

Per quella sera avrebbe probabilmente dovuto accontentarsi della pur abbondante verniciata di succo di coglioni sul muso e dei libidinosi effetti che stava provando. Sentendosi piuttosto stanco, andò a stendersi su una panca nella sala ormai deserta. Avrebbe fatto il ‘palo’ nel caso fossero entrati altri clienti.
Ma per sua sfortuna - o fortuna, vedremo - fu colto dal sonno…

Come tutti sanno, quando ci si sveglia, difficilmente ci si rende conto del tempo trascorso. Purtroppo per lui, fu ridestato in modo piuttosto brusco e violento: i quattro robusti tagliaboschi lo avevano preso due per le gambe e due per le braccia e lo stavano trascinando in cucina.
Passata la soglia, lo deposero a pecora su una sedia, con il petto appoggiato sopra la spalliera e le ginocchia sulla seduta.
La bionda e formosa collega abbastanza distante, in piedi a gambe semiaperte, le mani sui fianchi, con espressione cattiva:
“Bene bene! Ora trasformeremo questo vitellino da latte in un manzo da monta in batteria! Così avrete un terzo buco e un’altra bocca da fottere e irrorare di sborra! Tu! Tiragli giù quella mutanda da checca busona e rompigli il culo!”
Uno dei due biondi eseguì rapido, sputò più volte sul buchino del ragazzo e lo infilzò, secco e preciso con il rigido fallone.
“Adesso tu! Ficcagli in gola il tuo bananone e fagli sentire il sapore! Sai quanti dovrà succhiarne da stasera!”
Il secondo membrò si infilò d’un colpo fra le labbra del ragazzo.
“Aaaahhh! Siiii! Cosiiiiii! Cominciate a frollarlo per bene! Tappategli la canna dietro e riempitegli quella boccuccia da finocchietto!”
Non contenta, ordinò ai due rimanenti:
“E voi, mettetegli i vostri bastoni nelle mani e fatevi segare! Questo recchione deve imparare a spompinare, ciulare e raspare tarelli allo stesso tempo! Voglio che diventi un puttano e che mi gonfi il portafoglio ogni notte, dopo che i clienti lo avranno gonfiato di sborra fino a fargliela usciere dalle orecchie! Ahahahahah!”

Quattro cazzoni quattro! Tutti per lui!
L’anello anale stringeva il primo e accompagnava il potente avanti e indietro che arrivava a toccargli il fondo.
“Siiii! Siiii! Trapanagli tutto il bucio, faglielo arrivare negli intestini e diventare una galleria pronta a tutte le nerchie! Mmmmhhh! Poi lo infilziamo con due assieme e lo trasformiamo in voragine! Ggghhhh! Sfondalo! Sfondalo!”
Il secondo martellava come un forsennato nel cavo orale, spingendo spesso fra denti e guancia, gonfiandola dall’interno con il cilindro di carne.
“Uuuuhhh! Ma questa è arte! Sublime arte del golino fatto con maestria! Mmmmhhh! Anche qui, dopo, doppietta e gli sloghiamo la mandibola! Ggghhhh! Pompalo! Pompalo!”
Ai restanti, il maschietto riusciva a muovere il prepuzio con ampie escursioni, chiudendolo ogni volta sulle cappellone gonfie di libidine e grondanti di fluido preliminare.
“Ohohohoho! Questo volevo vedere! Siiii! Copri e scopri! Copri e scopri! Copri e scopri le cappellone! Ché dopo dovrai aggiungerle alle altre nelle tue cavità da dissoluto frocione!”

Quella femmina, come bionda e sadica virago, brandendo un grande mestolo di legno a mo’ di bacchetta, dirigeva quel concerto di quattro robusti e dotati uomini sul giovane corpo di un cameriere.
“Ahahahah! Quartetto in doppio ‘bi’ duro per legni, trombate IN culo, sviolinata IN bocca e raspate IN mani!”
Per un po’ nella ampia cucina si sentirono soltanto i rumori generati da quel quadruplo atto sessuale: lo stambugiamento nello sfintere, lo sciaquettare della saliva ribollente dalle labbra, lo strofinare delle dita sugli uccelloni, rigidi come verghe d’acciaio.

“E ora finiamo il primo movimento con una prima, generosa sborrata comune! Mmmhhh! Forza! Svuotatevi i coglioni su questo pervertito! Dai che godo anche io! Uuuuggghhh!”
La giovane si infilò il cucchiaio del mestolo in fica e cominciò a muoverselo dentro.

“Comincia tu! Fagli assaggiare il sugo dei tuoi coglioni! Riempigli la bocca ché poi se lo ingoia tutto giù per il gargarozzo! Mmmmhhhh!”
Tenendolo per la testa e sotto il mento, il ragazzo sentì i potenti fiotti su lingua e palato colmargli in pochi secondi il cavo orale.
“Uuuuhhh! Che bravo zoccoletto! Trattieni lo spumone! Mmmmhhh! Oooohhh! Adesso ti fai spruzzare anche gli altri due in bocca! Mmmmhhh!”
Spostate le punte dei due cannoni di carne umana che aveva nelle mani fra le labbra, li segò con velocità ancor maggiore finché questi non cominciarono a sparare liquidi missili di sborra calda fra le fauci, quasi colmandole: mancava ancora la siringata da dietro!
La ragazza si menava rapida l’attrezzo da cucina nella sorca che a sua volta sbrodava a fiumi i suoi umori.
“Oooohhh! Non buttare giù! Non buttare giù! Oooohhhh! Ora il culo! Iniettagli la bollente crema delle tue palle! Svuotale dentro e riempilo come un cannolo siciliano! Aaaahhh! Dai che vengo anch’io! Aaaahhh! Godo! Godooooo!”
Ravanando l’improvvisato dildo nella bernarda colante si portò all’orgasmo mentre altri siluri di seme rovente inondavano le profondità rettali del ragazzo.

La biondona, certamente non sazia, estrasse il mestolo inzaccherato dalla propria gnocca, prese un bicchiere da uno scaffale vicino e si avvicinò pericolosamente al fondoschiena del moretto, messo ancora a novanta sulla sedia.
“Lasciamo riposare e preparare i nostri tori per la seconda monta e intanto svuotiamo questo sederino da troietto!”
Appoggiò il bordo del vetro subito sotto il buchetto ancora mezzo dilatato dal pompaggio di cazzo di poco prima,
“Fammi vedere come ti ha imbottito gli intestini di sburro! Buttalo fuori e riempi il bicchiere! Mmmmhhh Dai ché poi ti bevi anche questo! Mmmhhhh!”
L’anello anale si mosse ed uno spruzzetto ne uscì. Lei assestò con il cucchiaio ancora bagnato di liquidi vaginali una sonora botta ad un gluteo del ragazzo.
“Piano, piccolo frocetto, piano! Devi farlo colare qui dentro, non verniciare la sala!”
Una seconda percossa dell’oggetto di legno sulla seconda natica risuonò nell’aria - “Praaaac!” - immediatamente seguita da altre. Ad ogni colpo seguiva un fiottino di candido seme che andava a colare nel recipiente.
La grandinata di mestolate sul culo terminò solo quando questo divenne totalmente paonazzo. La pelle delle chiappe friggeva come esposta realmente ad un fuoco mentre lui faticava non poco a trattenere l’acido sperma in bocca.

La sborra raccolta fu riversata nella bocca del cameriere.
“Tutto giù in un sorso unico! Giù la sborra per la gola! Daaaaaaaiiii!”
Il pomo d’Adamo testimoniò con un ampio movimento la discesa del seme dei quattro boscaioli.

“E ora, ragazzi miei, dobbiamo sbrindellare il culo e slogare la mandibola a questo futuro puttano! Tutti sul tavolone!”
Il rosso venne fatto mettere supino sotto il maschietto mentre il moro si stendeva su di lui.
La ragazza diede qualche colpo di sega ai due tarelloni nuovamente in pressione, li puntò contro il buco del moretto e con un colpo di reni i due cazzoni entrarono nel retto che li accolse agevolmente: sappiamo che il giovanetto ormai vi era ben abituato!
“Guarda come li ha presi bene! Mmmmhhh! Sei già busone finocchione eh?”
Gli altri due falloni si fecero strada nella bocca spalancata.

Anche stavolta la femmina ghignante diede il via al quadruplo pompaggio e si beò dello spettacolo.
“Si vede che lavorate in una segheria! Hahahah! Sembrate una macchina! Lavoratevi per bene questo vitellino frocetto da scopata e pompino multipli! Hahahah! Fantastico! Mi devo sditalinare di nuovo! Aaaafffhhh!”
Si sedette e prese a pastrugnarsi, volgarmente e a cosce aperte, la bernarda nuovamente grondante di abbondanti umori.

I due cazzoni nel retro fottevano il culo con potenza, le palle si urtavano ad ogni affondo contemporaneo o sbatacchiavano quando passavano allo stantuffamento alternato mentre i due davanti faticavano un po’, nonostante la bocca del ragazzo non fosse poi così piccola.

“Dai, dai! Venite tutti assieme stavolta! Aaahhh! Dai che vengo con voi! Ooooggghh! Eccomi, eccomi! Mi esplode la ficaaaaaaa! Aaaaahhhh!”
Mentre la formosa femmina si menava la sorca schizzando i propri liquidi e urlando sconcezze qui non ripetibili, i quattro piselloni spararono i loro carichi di sborra nella cavità a ciascuno assegnata: i due nella gola - direttamente sorvolando praticamente la lingua - e i due nelle viscere del ragazzo, smaltando le pareti allargate all’inverosimile del buco posteriore.

Ben riempito e liberato dalle due coppie di spadoni, Diego si accasciò sul tavolone, ubriaco di distillato di coglioni, il culo ingravidato e le chiappe ancora rosse.
Però era stata una monta da sogno, veramente!
E Alessia ormai ufficialmente la sua pappona.

Agosto 2023
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