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(53,3) Zip malandrina 3: fratellaccio


di Membro VIP di Annunci69.it remigiuslp
02.08.2024    |    5.640    |    3 8.5
"” “Potevo vincere facile ma da brava femmina volevo essere conquistata..."
"Care amiche di lingua, vibratore, eccetera, riprendo dal racconto 53,2 la sordida telefonata fra la depravata tettona e il porco suo fratello, interrotta dalla caduta della linea.

“Rieccomi, fratellino, qui in montagna la linea è ballerina. Dove eravamo rimasti?”
“Avevi due formidabili angurie davanti a te, sarebbe bastato allungare le mani e assaporare quei frutti! Mmmhhh! Tu invece, con il tuo solito caratteraccio duro e spigoloso li hai rifiutati. È per questo che non trovi compagni o simili! O forse preferisci fare le cose in casa, sfruttando fratello e cugino? Nessun grattacapo né seccature e avanti così: solo sesso puro.”

“Sei veramente un debosciato, fratello; però è vero: non posso fare a meno delle nostre scopate! Proseguiamo: la tipa decide evidentemente di cambiare strategia, proponendo di allettare un paio di torelli e farci un quartetto. Beh, l’idea mi piace, però mi viene subito in mente una visione: mentre io cavalco uno e spompino l’altro, lei cosa fa? Guarda e basta?”
“Lei ti mette la lingua a tiro di capezzolo e una mano su una tetta, magari con l’altra si mette a giocherellare con il bottoncino sotto!”
“Ma vi siete parlati già tu e lei?”
“Purtroppo no, ma non mi è difficile intuire. E mi piacerebbe concretizzare una cosa del genere: io sotto, tu a cavalcioni sopra di me con l’asta in sorca, cuginetto da sopra nel buco dietro, tu che le succhi le zuccone ed io magari le lecco la brogna da sotto, tipo officina, sai? Mmmhhhh! Chiedile se si può fare!”
“Ti sente: mi fa segno che si può fare, sordido incestuoso fratellone.”

“Perfetto! Vai avanti! Tu esprimi il tuo fastidio.”
“Certamente, già ricordo la poliziotta, con quella insinuazione di chissà cosa fra noi e ‘sta lesbicona che fa? Cambia approccio con frasette tipo ‘gli ometti adorano i giochini erotici fra donne’, ‘sognano di avere davanti amanti saffiche’ e pensando di ‘convertirle’ si ingrifano come pazzi.”
“A questo punto potevi lasciarti un po’ andare però! Due toccatine.”
“Beh, le ho sorriso: forse poteva avere ragione, però io non l’avevo mai fatto. Adesso che ci penso doveva essere infoiata a mille perché si butta ancora, proponendo di ‘allenarci per non far capire che é la prima volta!’”
“Tu, da brava tonta e piena di pregiudizi non capisci.”

“Invece no, fratellino caro e mio inculatore preferito! Non solo comincio a capire ma mi sembra di percepire anche uno strano aroma che – devo confessarlo – mi ricorda vagamente la fessa della cuginetta ma con una vena diversa, sottilmente eccitante.”
“Ma ovvio, sorellina! A quella, nel ‘pozzetto’, bollivano gli umori della fregna ed erano i vapori che salivano dal pube!”
“Sai tutto di vulve e vagine ma mai una volta che tu mi abbia detto che ti piaceva l’odore della mia, stronzetto!
Dai che siamo vicini alla mia capitolazione come anti-lesbica. La guardo e TIRETTO GIU’: scoperchio una poppa e mi grattò il bottone, diventato nel frattempo bello duro. Lei sobbalza e si sfiora la passera. Voglio giocare e portarla a esplodere: la redarguisco, accusandola di desiderare in verità solo le mie zinne. Probabilmente non solo quelle: infatti fra i bordi aperti della tuta vedo le sue borchie tese ‘come diamanti’. Colpo finale: rimbrotto che ‘non cercavo una pervertita omosessuale!’ TIRETTO SU’ con una accelerata riparto e le intimo di chiudere anche lei il ‘negozio’. Fine del gioco.”

“Non ho capito, sorellina, ma eri ancora contraria, titubante o ti era venuta voglia e stavi giocando a poker? Avevi pure tolto le tette dal piatto!”
“Ero ancora un po’ in bilico. Ora toccava a lei buttare giù l’ultima carta e mostrarmi che veramente la eccitavo come lesbica.”

“Non ti conoscevo sotto questo aspetto, sorellina! Con me non hai mai fatto storie, sin da quando abbiamo cominciato con le prime pippe e ditalini, ti ricordi? Hai iniziato tu a venire nel mio letto, le Domeniche mattina di quel gelido inverno perché avevi paura di non mi ricordo quali folletti e il mio letto era più caldo del tuo. Io avevo i miei consueti alzabandiera del risveglio che cercavo di tenere ben nascosti ma tu, con la fissa del volermi abbracciare per scaldarti, una volta ti accorgesti che avevo qualcosa di molto rigido fra le gambe e chiedesti di vederlo.”

“Brutto schifoso, immorale e falso! Ti chiesi di vederlo, vero: innocente curiosità di fanciulla e fiducia – mal riposta evidentemente – in un fratello che la avrebbe protetta e preservata da cattive azioni. Fosti tu a mettermi la mano sul tuo impressionante cazzone marmoreo e fradicio di fluido preliminare per poi farti masturbare, dicendomi che era solo un ‘aiutino’ per scaricarti di quel liquido bianco che ti bruciava dentro e che dovevo ogni volta bere per non lasciare traccia sulle lenzuola!”
“D’accordo, sorellina, ma mi pare ti gustasse non poco, tanto da volere provare a farmi mangiare frutta varia per cambiarne il sapore. E poi, chi te l’ha lappata e ciucciata per benino, per evitare che i tuoi umori sporcassero le mutandine e poi mamma chi la sente e perché ti tocchi? Chi ti ha insegnato a scorrere sul tuo bottoncino e farti provare i primi orgasmi clitoridei? Chi?”
“Certo, tu! E per farmi avere quelli interni mi hai poi ho sfondato figa e imene!”
“Sì ma il culo me lo hai dato tu, senza colpo ferire, perché volevi fare a gara con le tue compagne di classe che asserivano di averlo già preso, per poi scoprire che non era vero ma intanto il tuo buchino era rotto… da tuo fratello.
Non contenta, hai voluto allargare al cugino per farti fottere e farcire avanti e dietro – o solo davanti – o solo dietro - ma sempre due nerchie in contemporanea! Più maiala e degenerata di così!”

“Ammetto: abbiamo peccato molto ma ci siamo anche divertiti e abbiamo imparato reciprocamente tante cose. Io, come femmina, ho capito che desiderare il cazzo è naturale e istintivo: siamo vacche da monta e inseminazione in fondo.
Ora sono quindici anni che tu ed io fornichiamo e ci siamo aiutati alla grande da bravi fratelli: io facevo fatica a racimolare filarini perché i bonazzi preferivano le mie amiche smorfiosette e con la mia voglia insaziabile mi sarei guadagnata la nomea di gran puttana per cui, avendo il necessario in casa e pronto all’uso ne ho approfittato.
Tu avevi la fava in tiro costante ma ti eri messo subito con quella suorina che ti ha aperto il rubinetto solo molto dopo e solo per fare due figli. Però avevi una bruttona con fisico da urlo nella camera a fianco. Non importava fosse tua sorella: uno più una fa scopate libere con solo qualche accorgimento per non combinare guai o farsi scoprire. Tranne quella volta al mare che ci siamo beccati a vicenda dietro le dune: noi a ciulare e nostro cugino che si faceva inculare dallo zio. E non abbiamo faticato a cooptarlo: per te cinque buchi – tre la sorella e due il cugino – per me due siluri sempre carichi.”

“Non te lo ho mai chiesto: ma poi, lo zio, te lo sei fatto?”
“Non vado con schifosi sodomiti e pederasti!”
“Il cugino era d’accordo mi pare – e pure parecchio: mugolava come un frocetto in calore! E scusa, le volte che me lo inchiappetto io davanti a te?”
“Quello è diverso: siete quasi coetanei.”
“Certo che sei strana: finocchi sì ma lesbiche no.”
“Vedi, fratellone vizioso, per me i maschi sono guerrieri, cacciatori, e devono utilizzare la loro arma: dove la infilino poco importa. Mentre più fighe assieme sono cannibalismo sessuale. Per di più, con voi due che mi sbattete almeno due volte a settimana non avevo veramente bisogno.”

“Capito, sei proprio stramba. Ora raccontami come è andata a finire la partita.”
“Io sto in silenzio, attenta a eventuali sue reazioni anche impercettibili. Finalmente, dopo vari minuti con il solo rombo del motore dietro le nostre spalle, chiede scusa e dichiara di aver voluto unicamente ‘dare un po’ di pepe’. Io continuo a fare la faccia arrabbiata senza guardarla.”
“Secondo me stava rinunciando.”
“Infatti è stato quello che ho pensato-temuto anche io. Mi fermo a un distributore di benzina. Mentre l'addetto fa rifornimento mi viene un’idea: TIRETTO GIU’ per riportare alla luce il terrazzamento, lo sistemo tanto da far spuntare stavolta anche metà capezzoli. Faccio cenno anche a lei di imitarmi e lei esegue.”
“Sorellina, come una battona da marciapiede!”
“Diciamo che ho voluto riavvolgere un po’ il nastro. Pago e chiedo all’uomo - un baffuto di mezza età che non si fa scrupolo di guardare dentro le nostre generose scollature – se il panorama gli stia gustando. Quello annuisce, ed io gli dico che la mia amica ed io siamo autosufficienti. Prendo rapida la mano destra della tipa per tirarla e infilarla dentro una mia coppa, poi mi avvento sul suo basso ventre, apro il tiretto quel tanto per affondare l’intera mano nel suo ‘pozzetto’ facendola gemere.”
“Sei una diavolessa, sorellina!”
“Mica finita! Le strofino le grandi labbra dentro quell’antro viscido di broda ficale, lei approfitta e si avvinghia alla mia zinnona per impastarla. Poi mi rivolgo al benzinaio sempre più divertito e lo invito a toccarsi e sborrare nelle sue mutande se gli va. E questo mi risponde: ‘no grazie, odio le lesbiche!’ TIRETTO SU’ e si riparte.”

“Direi che hai trovato un inconsapevole alleato. Ora era cotta, bastava un colpetto.”
“Potevo vincere facile ma da brava femmina volevo essere conquistata.”
“Ma come! Avevi lì quella sorcona pronta e calda!”
“Faccio l’incazzata: ‘vedi, ci sono anche uomini che odiano le lesbiche!’ La accuso di avermi ingannata però mi leccò le dita infradiciate del suo umore intimo. Fingo ma in verità scopro essere sorprendentemente saporito: ‘buono questo sughetto, quasi da ripensarci’. E aggiungo: ‘se torno sulla tua gnocca ti faccio venire in due secondi!’ Lei è allo stremo, conferma e urla di essere ‘tutta un fuoco’."

“Sorellina, cazzo, non ti facevo tanto zoccola bastarda! A quella sta per esplodere la passera, anche tu cominci a volerla ma la torturi ancora. Ho il cazzo in mano e sta per deflagrare pure a me! Che voglia di ingropparti e inondarti la ciabatta mentre ti guardo spatolarle la gnocca!”
"Sono perfida certo, voglio l’intera posta, se devo diventare anche lesbica devo essere io la dominante e lei la sottomessa. Trovo una stradella laterale e vi arrestò l’auto.
TIRETTO GIU’ e con l'avambraccio sollevo le zampogne. Comincio a insultarla, dandole della ‘depravata seguace di Saffo’, a dirle che voglio lasciarla consumare dalla foia ma le mie tette non si toccano e se vuole sditalinarsi può farlo guardandole, così dopo mi lascerà in pace!”
“Beh, scusami, ma a questo punto ti avrei mandata a quel paese. Mi si è pure afflosciato.”
“E infatti lei rifiuta: dice che il piacere deve essere reciproco! Allora mi sciolgo io ma senza farglielo vedere e la invito a darsi da fare per trovare un paio di manzi.”
“Ah, ah, ah, sorellina! L’hai fregata in curva!”
“Non proprio: infatti ci guardiamo negli occhi, lei capisce e con tono sarcastico risponde: ‘di quelli te ne trovo a gogò! Io sarò depravata ma tu gran finta santarellina!’"

“Oh, lieto fine insomma! E avete proseguito subito il viaggio?”
“Sagace fratello, certo che no! Dentro di me la diga ormai era rotta, la lussuria stava inondando ogni mio più remoto angolo del corpo, dovevo e volevo riprendermi tutto il tempo perso. Come una serpentessa mi sono tuffata su di lei, ci siamo avvinghiate l’una all’altra, mani che abbassano TIRETTI poi con foga cercano tette e sorche. Ma prima le nostre bocche che si fondono una nell’altra. Ecco, quello mi manca: con te e quell’altro non ci baciamo mai, solo meccanica di pistoni nei cilindri!”
“Vedrai che la cuginetta ti soddisferà in questo! Quando ci vediamo con suo fratello a lei eccita un sacco slimonare.”
“Ah, perché fate anche voi tre, senza avermi mai detto nulla?”
“Ops, ecco, ehm..”
“Stronzo!”
Clic.
“Sorellina, sorellina!”
Tu-tu-tu-tu-tu-tu.
“E adesso come finisco ‘sta pugnetta?”

Lugosto 2024

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