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Lui & Lei

Scambio separato ventiduesima


di Membro VIP di Annunci69.it uniti666
30.03.2023    |    1.203    |    6 9.5
"Iniziò a baciarmi la spalla facendo scivolare la spallina della sottoveste, mi avvicinò a lui e continuò a baciarmi sui seni..."
Non avrei mai pensato che durante la mia vita avrei detto ad un uomo di volerlo.
Ho sempre pensato fosse una sfaccettatura puramente maschile e poco elegante da fare, da parte di una donna, che avrebbe lasciato un’immagine ridicola e da sfacciata.
Eppure lo avevo fatto.
Mike, il mio amico di chat, lo aveva apprezzato molto, si era sentito finalmente desiderato da me e non credeva lo fossi inizialmente.
Mi fece proposte su quando organizzare e dove il nostro scambio separato.
Simone, invece, quando sentì il mio racconto della chat con Miky non sembrò entusiasta.
Mi accusava di aver risposto troppo di getto e mi chiedeva se ne fossi sicura.
Mi colpì questo cambio di opinione, anche da parte sua, gli chiesi dov’era finita la teoria dell’usa e getta, tanto decantata.
Dov’era finito l’incontro casuale e senza pensieri, perché mai ora, dovevo dedicarci , invece, tanti ripensamenti e riflessioni e avevo sbagliato a lasciar decidere l’istinto.
Si Simone sembrava attento e pronto a consigliarmi, ma, non poteva d’esimersi dal dare opinioni tal volta influenzate dai suoi punti di vista, non necessariamente obiettivi.

La sua esperienza datata nel mondo trasgressivo mi avevano messa in guardia sull’esperienza di Mike, anche lui abile ed esperto scambista.
Nel contempo temeva il nostro incontro, così organizzato potesse venire da me mal gestito, temeva potessi rimanerci male.
In realtà non mi ero fatta strani pensieri a riguardo, volevo assecondare la richiesta di Federico e provare a separarci, la nostra influenza sarebbe stata meno forte e ci saremmo potuti lasciare andare.
La domenica seguente ci risentimmo con Mike e ci demmo appuntamento in una spa in periferia di Roma.
Avrei preferito la spa dove ero solita andare, ma con lui era impossibile poter decidere.
Il posto da lui scelto, non era nelle mie grazie né in quelle di mio marito, per la location destinata alle camere privè .
Troppo esposte, poco riservate e non molto silenziose per il tipo di ambiente al quale eravamo abituati.
Provai ad esporlo a Mike su chat, ma il risultato fu che mi invitò a stare tranquilla e che avrebbe pensato lui a me e a tenere lontani occhi indiscreti.
Non obiettai, anche perché ,consapevole, che non avrei ottenuto nulla.
Lasciai la sua organizzazione così come l’aveva proposta e gli promisi che avrei provato a non preoccuparmi.
Non lo feci , in realtà, ma glielo lasciai credere.
La domenica mattina ,credo fossi come un automa, preoccupata e agitata come una Giorgia prima degli esami.
Mi faceva rabbia la mia ansia e l’inconsapevolezza di cosa la provocasse.
Simone, il mio amico di chat, già dal mio primo vocale avvertì il tutto e mi chiese cosa mi preoccupasse.
Mi rassicurò, che in fondo la persona che dovevo vedere era un abilissimo scambista e che sarei stata bene come non lo ero mai stata.
Riuscì a tranquillizzarmi, ma solo in parte in realtà, ma mi bastò per prepararmi per andare.
Simone partecipò in diretta ad ogni scelta, l’abito, l’intimo le scarpe.
Sull’intimo ci fu un acceso dibattito in quanto avrebbe voluto non lo mettessi, ma gli confessai che l’idea di apparire sfacciata e libertina non mi piaceva proprio.
Allora mi ricordò che ero una scambista e quindi una donna libertina certamente, questa mia inconsapevolezza marcava la sua opinione su quanto questa realtà non mi appartenesse.
Aveva ragione, ma in quel momento le sue ripercussioni verbali mi agitavano ancora di più, se ne accorse e smise di farlo.
Iniziò a dirmi che il giorno dopo sarei stata felice e che aspettava una mia telefonata a conferma di questo.
Lo salutai con la promessa di chiamarlo il giorno dopo. Uscii per andare verso Roma.
In macchina con Federico ero silenziosa, pensavo al fatto che mi ero impegnata a come vestirmi senza ricordare che in spa sarei rimasta completamente nuda.
In realtà non volevo restare nuda davanti a lui, anche se ci eravamo visti al Deluxe qualche settimana prima.
Quindi oltre il mio solito perizoma sotto l’accappatoio indossai una sottoveste nera, mi faceva sentire meno sfrontata , anche se, guardandomi allo specchio notai con gioia che sembravo sicuramente anche più sexy.
Arrivati nella spa, il calore dell’aria mi avvolse e l’ansia di quell’incontro si fece sempre più soffocante.
In chat avevo promesso a Mike che sarei stata tranquilla, che avrebbe pensato a tutto lui e che sarei stata benissimo.
Ma forse, proprio questa sensazione di arrendevolezza e sub ordinanza a un uomo tanto giovane, mi lasciava interdetta e pensierosa.
Il pensiero che più mi dava ansia era non ricordare minimamente come fosse , il suo viso, il suo corpo.
Era passato tanto tempo da quel pomeriggio al Deluxe e la luce tenue del posto aveva reso meno chiara e permanente la sua immagine nella mia mente.
Scriverci tutti i giorni mi faceva sentire, come se lo conoscessi da sempre e questo era importante per me.
Non era un estraneo, non era un uomo che non sapevo come si sarebbe comportato, avevo nella mente l’idea che avrei potuto prevedere le sue mosse.
SBAGLIAVO!!!!
L’idea che avrebbe immediatamente intrapreso un ruolo dominante nei miei confronti, era la mia prima certezza, poi immaginavo avrebbe assunto quelle pose da Macio, che tanto piacciono ai giovani uomini come lui.
Immaginavo sarebbe venuto togliendosi il preservativo e inondandomi sul seno la pancia con fare esibizionistico e spavaldo.
Tutto questo lo immaginavo si, ma ero anche certa che mi avrebbe sorpreso.
MI SORPRESE!!!!
Quando ci raggiunsero alla spa, tutti i pensieri svanirono in un istante, come non fossero mai comparsi.
Lei, Monica, fu la prima che vidi, entrò nello spogliatoio mentre lavavo i denti.
Avevo assaggiato un dolcetto dal buffet e la mia mania per l’igiene mi fece correre a sciacquarli.
Tornai da Federico fermo sui divani rilassato avvisandolo che erano arrivati.
Gli confessai che non mi ricordavo di Mike minimamente, mi sorrise per la mia preoccupazione infantile, mi beffeggiò dicendo che mi avrebbe presto permesso di riconoscerlo e anche molto bene.
Mi innervosì il suo umorismo in quel momento, ma non gli diedi risposte.
Appena entrò Mike , lo riconobbi immediatamente, la mia preoccupazione in effetti era stata inutile.
Si accomodarono vicino a noi e ci guardammo imbarazzati, almeno io e Federico, loro in effetti lo sembravano meno.
Dopo poche chiacchere di circostanza, proposero di salire a cercare due stanze separate per stare insieme.
Al piano di sopra trovammo l’inferno.
Le camerette apposite erano tutte occupate e affollatissime. Una parte di me era soddisfatta, in quanto avevo chiesto a Mike di scegliere un altro posto consapevole avremmo trovato quell’affollamento.
Dispiaciuti di non avere un posto per noi, proposi a Mike di chiedere al responsabile di aprirci il privé, anche se ancora non era caldo e di farci usare due camere di quelle.
Mike fu il primo a parlare e inizialmente ci negò il permesso.
In seguito tornai io a richiederglielo, proponendogli di lasciare tutto in ordine dopo l’utilizzo e di farci passare anche senza accendere le luci.
Mi sorrise e mi disse di seguirlo.
Richiamai gli altri e lo seguimmo tutti insieme.
Ci lasciò subito ricordandoci di non fare confusione.
Ci separammo in due stanze non troppo vicine.
Avevo la sensazione addosso che ero con la persona giusta e nel posto giusto, ma non avere Federico fianco a me mi dava l’idea che mi mancava qualcosa.
Mi tolsi l’accappatoio, il fresco del posto non riscaldato mi diede i brividi, Mike mi sorrise e iniziò a baciarmi come se fossi stata sua da tanto.
Aveva un modo complice e dolce di approcciarsi con me, sembrava lui l’uomo maturo ed io la più giovane e inesperta.
Ma forse, malgrado l’età, era così!!
Mi trovai avvolta in un attimo dalle sue braccia calde e da tutto il suo desiderio, che mi fece sentire come ubriaca e stordita.
Le sue carezze erano ovunque come i suoi baci travolgenti.
Mi sentivo come una Giorgia nella sua prima esperienza sessuale e con un ragazzo più grande, ma nulla di questo era vero in realtà.
Non volevo dare l’idea che fosse solo lui a decidere per entrambi, ma qualsiasi iniziativa prendessi finivo per fare quello che voleva lui.
Ero in imbarazzo provavo a parlargli, cercavo di instaurare con lui un momento di leggerezza, ma come tentavo, spegneva ogni iniziativa sul nascere, mi chiedeva di stare zitta e di stare tranquilla.
Forse sapeva poco di me, se pensava potessi mai stare tranquilla.
Era tutto così naturale e tenero che sembrava seguisse un copione scritto.
Iniziò a baciarmi la spalla facendo scivolare la spallina della sottoveste, mi avvicinò a lui e continuò a baciarmi sui seni.
Mi piacevano le sue attenzioni, sembravano tenere avvolgenti ma decise, ogni suo movimento sembrava averlo fatto mille volte e con chissà quante donne.
Io invece ero consapevole di dare a lui qualcosa di unico. Qualcosa che, per la prima volta concedevo, tutta me stessa, con sobrietà , con passione, con la volontà di creare con lui un piccolo legame indelebile, nei nostri ricordi e un piccolo rapporto che poteva ripetersi se lo avessimo voluto.
Fu tutto così bello e unico che mi chiedevo come fosse riuscito quel piccolo uomo, che forse piccolo non era, a rendere il tutto così perfetto.
Nulla di quello che avevo immaginato fu tanto diverso da quello che poi si creò fra noi.
Credevo avrebbe fatto tutto con estremo egoismo ed egocentrismo quando poi si manifestò tutto il contrario.
Altruista e attento aspettò che ogni momento si manifestasse con la giusta dose di attesa e desiderio.
Mi fece impazzire con un petting eseguito con la sua erezione tra le labbra umide della vagina e quel massaggio tenero e ritmato accompagnato da teneri baci sul collo e sulle labbra mi fecero andare in estasi.
Mi ritrovai a sperare con ansia che smettesse ed entrasse dento di me.
Ma non lo faceva, continuava quel meraviglioso delirio di passione misto a un’ ansia terribile come fosse una punizione.
Non potevo decidere, era lui a farlo, come sempre.
Dopo lunghissimi attimi di picchi di piacere, accettò la mia richiesta e indossò il preservativo.
Mi accontentò, ma avrebbe continuato a giocare ancora se avesse potuto.
Era decisa e forte la sua erezione dentro di me, ma non carente di tutta quella dolcezza che tanto desideravo e che non credevo, sbagliando, che avrei ricevuto da lui.
Mi sono persa nei suoi abbracci e in tutto il suo carisma e seduzione.
Restano confusi e oscuri alcuni particolari del nostro amplesso, ma raggiunsi un forte orgasmo che riconobbe anche Federico dall’altra stanza e ne seguì un altro dopo alcuni minuti.
Mike era instancabile neanche sentire la sua Monica godere ripetutamente insieme al mio Federico, lo turbarono o lo distrassero dal suo gioco seducente su di me.
Non ci mancarono risate, sguardi teneri nella penombra della domenica pomeriggio, e sintonia mentre anche lui raggiunse il suo orgasmo lasciando scorrere in me tutta la sua essenza.
Ci baciammo come a salutarci, finito il nostro rapporto, ci alzammo ed entrambi ci andammo a docciare nello spogliatoio non condiviso.
Monica e Federico ci raggiunsero attimi dopo nelle vasche della spa.
Parlarne con la complicità di tutti e quattro fu bellissimo.
Sembrava ci conoscessimo da tanto, sentivo unico il mio rapporto con loro in quel momento, o forse era il mio desiderio inconscio che mi faceva vedere questo sodalizio.
Da quando ero entrata in questa realtà era mio desiderio trovare una coppia con la quale andare più in fondo.
Quella coppia che mi consentisse di dare tutta me stessa.
A loro solo a loro e lasciare che gli altri fossero solo conoscenze trasgressive o compagnie per giochi soft senza impegno e coinvolgimento .
Forse avevo trovato la mia coppia perfetta.
FORSE.
Prima di salutarci, forse imprudentemente, confessai ad entrambi cosa desideravo da tempo, cosa avrei sperato accadesse con loro.
Ribadii che io volevo questo e che né loro né Federico dovevano vivere la loro trasgressione come volevo viverla io .
Era il MIO modo di essere e di vivere la realtà libertina, forse in modo anomalo, ma l’unico che mi consentisse di stare bene con me stessa.
Miki cercò di buttare il mio discorso in caciara, di svilirlo ironizzando sul fatto che quello voleva dire che avrei continuato a chattare con lui raccontandogli la mia quotidianità di cui si disinteressava quasi totalmente.
Presi un po’ sul personale quell’ironia in quel momento e gli promisi che non avrei più chattato con lui.
Gli strinsi la mano per sugellare quella promessa, che conoscendomi so che avrei mantenuto.
Forse non sarà la coppia che cercavo, forse non era importante per loro come lo fosse stato per me, ma di certo era chiara una cosa.
Volevo un uomo che non fosse diverso e sconosciuto ogni volta, un uomo che conoscendomi, sa che amo e che ho bisogno di scherzare anche quando faccio l’Amore, un uomo che sa quanto Amo Federico e quella della separazione è solo un modo per lasciarsi andare durante il momento e non per sempre!!
Un uomo che non dimentichi i momenti importanti fra noi perché condividerli è sempre speciale ed unico e non svalutato da sterili attimi di sesso dal quale presto mi stancherei.
Lo avevo trovato?
No forse No, ma ero certa che potevo ancora cercare.







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