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Lui & Lei

Il mio inizio con un lui ................sesta parte Lo scambio


di Membro VIP di Annunci69.it uniti666
30.11.2022    |    1.331    |    1 9.8
"Chiesi dove fosse il bagno, lo raggiunsi velocemente appena in tempo per rimettere quello che avevo mangiato e bevuto..."
Riprendemmo il treno per tornare a Roma, in treno parlammo tanto, io e Federico.
Federico si dimostrava sempre più geloso e non capivo, era lui che mi aveva portato in quel mondo, cosa creava in lui tanto dispiacere?.
Ho sempre saputo quanto Federico fosse malato del controllo, tutto doveva essere sotto la sua totale super visione e approvazione , non lo ammetteva, giustificava tutto come una gelosia data dall’amore che riversava in me da anni.
I suoi discorsi mi sembravano puerili e privi di fondamento, diedi le mie spiegazioni senza filtri, la cosa che più mi diede fastidio , fu la sua idea di aver fatto questo passo importante nel mondo scambista, esclusivamente per me, per farmi fare nuove esperienze. Federico, temeva, potessi da sola, voler fare una nuova esperienza con altro uomo senza che lui lo sapesse. “Un sano tradimento,!!” risposi quando mi espose il suo pensiero, e lui a questo voleva porre rimedio, fare nuove esperienze , secondo lui, era anche giusto, ma con lui , condividendole insieme.
L’idea di Federico, di fondo , poteva essere giusta, ma presto capii che doveva essere lui a condividere la scelta che avrei fatto.
Il fatto che la sua gelosia si moderasse in funzione delle scelte fatte e condivise insieme, mi sembrò una gran cretinata. La gelosia, secondo me, e glielo esposi chiaramente, è un sentimento che si prova o meno, non si controlla in base a quale scelta viene fatta e soprattutto se fatta sotto la sua super visione, quello “è una forma di POSSESSO!!”, gli dissi ad un tratto, decisa e determinata.
Questo mio discorso, malgrado non incontrasse il suo punto di vista, era da tenere in considerazione, non lo accettò, iniziò a decantare il suo amore infinito e secolare per me, facendo sentire il mio di amore come meno forte, dato che provassi meno gelosia.
Lasciai cadere l’argomento, ormai eravamo a casa, la sistemazione delle valigie e ritrovare i nostri figli adolescenti ad aspettarci, assorbì le nostre attenzioni, non c’era tempo per noi ora.
La settimana trascorse Tranquilla, io prima di riprendere il lavoro tornai alle mie lunghe camminate con il mio amico del cuore Vic.
Vic era il mio animo più recondito, a lui dicevo tutto senza filtri, lui capiva, la trasgressione era, da sempre , la sua vita.
Vic etero fino ai vent’anni, aveva scoperto la sua omosessualità , all’improvviso, e aveva trovato pace quando aveva fatto chiarezza dentro di se ed esposto il tutto ai suoi cari.
Ora la mia amicizia con lui mi consentiva di poter estraniare ogni cosa accadesse, nel mio nuovo mondo trasgressivo, a lui , che la trasgressione, le spa e spiagge naturiste, come i club privée , non eran nulla di nuovo, anche se in ambiente gay naturalmente.
Avere qualcuno nel quotidiano al quale poter parlare di questo con disinvoltura, mi faceva stare bene.
Vic a volte si sentiva colpevole, credeva di esserne il responsabile, temeva la sua amicizia, la sua vicinanza, potessero aver compromesso la realtà della mia persona, lui mi vedeva così pura e immacolata all’inizio e con risvolti diversi ora.
Le sue preoccupazioni, invece, agitavano me,” cosa sono diventata ora che lo fà tanto preoccupare? “.
Tutti i giorni, sentivamo, e tutt’ora lo facciamo Alex e Moira, ci aggiornavamo sul lavoro, sui miei figli, sulla salute precaria della sorella di Moira, insomma su tutto quello che ci andava di raccontare, la nostra chat su Telegram sembrava un diario segreto che solo noi quattro potevamo leggere .
Alex un giorno ci informa di voler scendere a Roma per stare con Moira. Mi accorsi da quella notizia inaspettata, che anch’io avevo voglia di stare con Moira e con lui.
Con Federico esprimemmo, sulla chat, il piacere che ci avrebbe fatto passare con loro una serata a mangiare una pizza.
Moira ci raccontò che Alex prima della loro convivenza aveva una casa al nord di Roma e che non aveva mai affittato, che volentieri potevamo usare per passarci la notte , così da trascorrere insieme anche la domenica.
Il sabato sera li raggiungemmo per la cena, ci portarono in un grazioso locale di carne e buon vino.
L’idea che dopo cena avremmo trascorso il nostro tempo a casa di Alex con loro iniziò, a farmi venire l’ansia.
Mi sentivo preoccupata per quello che inevitabilmente poteva accadere se, noi quattro, avessimo trascorso del tempo soli in una casa.
Ignara di cosa potesse spaventarmi, cercai di ritrovare un po' di serenità sorseggiando il rosso tanto gradito da tutti, suggeriteci dal cameriere.
La cena tardava ad essere servita, ed io continuavo a bere, decantando le qualità di quel buon rosso, dal retrogusto di mora, che mi lasciava in bocca un buonissimo sapore.
Alex mi guardava preoccupato, si era seduto di fronte a me, ogni tanto quando mi vedeva assorta , mi colpiva con il piede ,da sotto il tavolo, come a dire “ehi tutto bene ?”
No!, era evidente che non fosse tutto a posto, non andava tutto bene, ma come spiegarlo ad Alex? Come avrei dovuto dirgli che la gelosia o possessività di Federico, mi rendevano ancora più ansiosa?
I pensieri occuparono tutta la serata la mia mente e non tenni conto dei bicchieri di vino che stavo bevendo, a parte i calcetti di richiamo sotto il tavolo, anche Moira chiese a Federico , se non fosse stato il caso di fermarmi dal bere così accanitamente.
Iniziavo a sentirmi sempre più estranea al tavolo, come se non fossi più con loro, parlavano di me, come se non ci fossi.
Quando ci alzammo per uscire, mi accorsi che intorno a me tutto girava, mi aggrappai al braccio di Federico e mi lasciai guidare verso la macchina al parcheggio, raggiungemmo casa di Alex e non so come, il suo appartamento.
Chiesi dove fosse il bagno, lo raggiunsi velocemente appena in tempo per rimettere quello che avevo mangiato e bevuto.
La camera che Alex aveva preparato per noi era calda e accogliente, mi sdraiai sul letto ,togliendo le scarpe e la giacca, per poi lasciarmi cadere sul copriletto a peso morto.
Moira, Alex e Federico si sdraiarono vicini a me, Alex iniziò ad accarezzarmi la pancia, questo non fece che peggiorare la mia situazione precaria e sentii l’istinto di rimettere ancora. Moira aveva tempestivamente preso un secchio, che usai per liberare il mio stomaco definitivamente di tutto l’alcool che avevo ingerito, lasciando a Federico l’incombenza di pulire il tutto nel bagno.
I miei ricordi del post sbornia sono bui, mi lasciai andare ad un sonno profondo senza fine, mentre Alex mi accarezzava la schiena e Federico e Moira abbracciati, si baciavano alla fine del letto.
Credo di aver dormito circa un’ora ,o poco più, durante la quale avevo sprazzi di parziale lucidità e aprendo gli occhi vedevo Moira ormai nuda giocare con il mio Federico, Alex, invece, sempre al mio fianco che mi guardava come nella speranza potessi svegliarmi.
Le speranze di Alex furono esaudite, mi svegliai con una gran sete, mi voltai e Moira con Federico non erano più sul letto, né nella stanza, guardai Alex, che non aspettò dicesi nulla, mi rassicurò che erano andati a farsi coccole nell’altra stanza .
Non volevo Alex fosse sempre l’unico si rovinasse la serata per colpa mia, gli suggerii di farsi fare anche lui le coccole da me, prima si negò, mi rassicurò che stare lì con me per lui era comunque bello lo stesso, mi rimproverò per aver bevuto tanto, mi accusò di aver bevuto perché ero insicura a restare con lui , aveva ragione, era stato questo il motivo!!
Mi colpì dolcemente sul viso, come a simulare uno schiaffo, poi mi accarezzò, e mi disse che ero una cucciolotta in quel momento, che a volte mi comportavo come una quindicenne inesperta e a volte da donna sexy e coinvolgente, questa mia duplice realtà lo sorprendeva sempre, ma gli faceva anche tanta tenerezza.
Sentirmi chiamare cucciolotta, fece scattare in me qualcosa di profondo, lo guardai con occhi diversi, il mio altro lui era meraviglioso con occhi verdi e profondi, animo gentile , sempre pronto a mettere le mie necessità prima delle sue, profondo e cauto in ogni suo gesto era perfetto!!
Fui io a far scorrere il mio vestito sopra la mia testa, e mi guardò sorpreso, non si aspettava tanta iniziativa da me in quel momento, mi chiese se ne fossi sicura, se stessi bene, se non fosse stato il caso aspettare un momento che fossi più lucida, coprii la sua bocca e le sue ultime parole con la mia, soffocai le ultime sillabe con la mia lingua e salii sul suo corpo mettendomi a cavallo del suo bacino.
Sfilai la sua maglia e gli accarezzai i muscoli del busto, i pettorali gli addominali, potevi contarli tutti uno ad uno. Iniziai ad allentare la cinghia del pantalone e tirai giù la zip dello stesso, liberando il suo Dillo dal boxer . Dillo era felice di vedermi, immagino, data la sua evidente eccitazione, per niente intimidito questa volta. Alex mi aiutò a far scivolare i pantaloni e il boxer giù dalle gambe lo guardai nel suo splendore totale e come catturata dalla sua nudità salii su di lui come per possederlo.
Mi afferro le braccia e mi girò sul letto mettendomi con la schiena sul materasso e si mise lui su di me, come a riprendere possesso della direzione dei giochi.
Alzò le mani sopra la mia testa bloccandole con la sua e mi guardò, l’ultima volta che lo aveva fatto l’emozione aveva giocato un brutto scherzo sulla sua eccitazione e lo guardavo come a capire se potesse riaccadere.
Mentre mi guardava lasciò le mie mani e si aiutò con entrambe a far scivolare il mio perizoma lungo le mie gambe , lentamente le divaricò e spinse il suo Dillo dentro di me, continuava a guardarmi e a baciarmi sulle labbra, mi sussurrava quanto fossi bella.
Cercava di farmi assumere posizioni a lui congeniali, sfruttando la flessibilità e la scioltezza delle mie gambe, ma io lo contrastavo, sentivo che la poca confidenza che avevamo, mi rendevano timida, ancora, nei confronti di alcune posizioni, benché non nuove per me.
Trovò il mio diniego eccitante e la mia resistenza, una nuova manifestazione di disobbedienza e di dispetto nei suoi confronti che troppe volte aveva assecondato e decise questa volta di non farlo.
Provò a bloccarmi irrigidendo le sue braccia e sussurrandomi che mi stavo comportando come una bambina dispettosa e stanco di lottare mi diede un sonoro schiaffone sul sedere.
Mi bloccai all’istante e sentii salire dentro di me un piacere immenso e una carica esplosiva, lo guardai e gli chiesi di farlo ancora lasciandogli il sapore della vittoria .
Alternava spinte forti e decise a schiaffi sonori sul sedere e sulle gambe , il piacere salì fino a farmi raggiungere un forte orgasmo che non rimase silente.
Alex aveva lo sguardo soddisfatto, continuò ancora con il suo gioco di spinte fin quando anche lui non ne poté più, uscì all’improvviso da dentro di me, si denudò del preservativo e inondò il mio ventre e i miei seni della sua felicità orgasmica raggiunta .
Ero cosparsa del suo seme lo guardai e gli sorrisi, si affrettò a prendere un fazzoletto per pulire su di me ogni residuo e si scusava, mentre mi asciugava, per averlo fatto.
Non poteva saperlo, forse non glielo dissi allora e non l’ho fatto ancora, ma a me quel gesto di familiare confidenza , mi aveva reso invece, TANTO FELICE.

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