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Lui & Lei

30 parte Simone ed Asya


di Membro VIP di Annunci69.it uniti666
01.09.2023    |    2.052    |    5 8.8
"L’idea di poterla eventualmente condividere con me lo faceva impazzire..."
Quando si entra nel mondo trasgressivo a volte non si trova limite alle proprie trasgressioni.
Io e Federico avevamo, di gran lunga, superato quelli che all’inizio, erano stati i limiti che avevamo imposto al nostro gioco trasgressivo.
I nostri partner non dovevano essere esclusi dal gioco di coppia e invece avevamo iniziato a giocare entrambi con persone fuori dal mondo scambista.
Dovevamo giocare insieme, invece spesso uscivamo anche in momenti diversi e l’altro restava a casa davanti la tv a farsi, inevitabilmente, mille domande e in attesa del rientro per sapere tutto il possibile.
I nostri limiti iniziali erano stati inesorabilmente superati.
Avevamo ,come per magia, instaurato un rapporto di coppia tutto nostro ma che ci faceva stare bene.
Il nostro Amore aveva preso una piega diversa, eravamo come complici delle nostre trasgressioni separate.
Come dottor Jekyll e mister Hyde conducevamo una vita parallela tra giorno e notte.
Di giorno, imprenditori, genitori amorevoli, amici fidati, vicini di casa corretti, mentre di sera scappavamo da tutto verso la nostra vita trasgressiva che accendeva le ns passioni di coppia.
A volte si aveva la sensazione di libertà assoluta che da ragazzi ci eravamo negata per via della possessività e dell’insicurezza della nostra giovane età.
A volte, invece, ci sentivamo insicuri e gelosi.
Le nostre escursioni in barca alternavano la presenza di amici storici e figli a coppie scambiste come noi e con quest’ultimi i week end prendevano tutt’altra piega.
Una coppia in particolare ci seguì nelle nostre escursioni di più giorni in mare, dopo un contatto preso casualmente da una bacheca incontri.
Erano mesi che avevano contattato Federico.
Si erano interfacciati con lui con la promessa di scriverci non appena da Bologna , dove vivevano insieme, avrebbero raggiunto Sabaudia per tutto luglio in villeggiatura in una casa di famiglia .
L’incontro, fatto al porto in una caldissima serata dei primi di luglio, doveva essere solo conoscitivo, divenne invece l’inizio di una lunga serata durata fino l’alba e il primo di altre per tutto il mese.
Li aspettammo al parcheggio per vedere come fossero ma soprattutto per capire se potevamo fidarci di loro.
Ci accolsero con un sorriso due ragazzi di aspetto meraviglioso, belli come star di copertina e con una simpatica parlata bolognese.
Il lui, Simone aveva barba incolta ma molto curata, vestito griffato, un paio di occhiali dorati da vista davanti occhi meravigliosamente verdi poggiati su un nasino regolare.
La sua pelle era abbronzatissima e profumava di aromi maschili di essenze di alte firme.
Mi guardava , come a scrutare l’eventualità di gioco insieme e sentivo sulla pelle i suoi sguardi, percepivo i suoi pensieri intimi e tutto questo mi rendeva timida.
La lei Stupenda ragazza come quelle delle riviste di playboy, Asya, aveva un’abbronzatura ambrata, occhi scuri, capelli lunghi lisci e mori.
Vestita come per andare in discoteca con mini short di jeans e stivali da caballeros, scrutava entrambi, soffermando la sua attenzione sulla mia scollatura prosperosa.
Lei nascondeva bene i suoi pensieri dietro uno splendido sorriso dolce e accattivante, nello stesso tempo.
Ci fecero immediatamente una buona impressione.
La loro età mi lasciò senza parole, 25 anni erano veramente pochi, per quello che credevo sarebbe stato un buon confronto, quindi lasciai loro il tempo di dileguarsi con una scusa che avrei ritenuto una giusta mossa.
Invece ci sorprese la loro gioia nel vederci, si complimentarono con noi per il nostro aspetto che definirono in ottima forma , curato e da fare invidia alle coppie più giovani che avevano incontrato in quei giorni e scartato dopo poche chiacchiere.
Federico era veramente sorpreso dalle attenzioni di Asya, anche se già era solito frequentare una lei di quell’età da solo.
L’idea di poterla eventualmente condividere con me lo faceva impazzire.
Anche il lui Simone non sembrava contrario ad approfondire, così ci facemmo seguire in barca.
Dopo un giro ricognitivo, dove gli facemmo vedere quale sarebbe stata la loro cabina per la notte, salimmo tutti insieme nella zona diner per bene qualcosa insieme.
Anagraficamente erano molto più giovani di noi ma nel gioco erano molto più esperti.
Ci confessarono che le loro serate Bolognesi erano sempre volte a finire in giochi sessuali con amiche di Asya.
Ma che con il tempo giocare con delle partners conosciute era risultato negativo.
Ci raccontarono di gelosie, invidie, nate dalla conoscenza delle ragazze di gioco che aveva poi precluso anche l’amicizia.
Da qui avevano preferito orientarsi sulle coppie e per questo ci avevano contattato.
Ci incuriosiva come mai la scelta di coppie mature, data la giovane età e il loro aspetto tanto gradevole da potersi permettere chiunque avessero desiderato.
Fu Asya a darci chiarimenti a riguardo proponendoci un gioco che avrebbe permesso di toglierci ogni curiosità e di sciogliere inoltre, fra noi, l’imbarazzo della poca conoscenza.
Accettammo consapevoli e felici di come sarebbe andata a finire fra noi partendo da un gioco conosciuto da sempre come Obbligo e Verità.
Il tutto mi portava indietro nel tempo, quando da ragazzi organizzavamo questo giochino per baciare il bulletto del momento che ci piaceva o per fare un ballo molto lento con il ragazzo che ci incuriosiva.
Consapevole che non sarebbe stato così ingenuo questa volta, accettai comunque.
Iniziammo un giro di gioco con la verità e approfittai, una volta arrivato il mio turno, per sapere il perché avessero accettato di venire con noi e di giocare con noi.
Fu sempre Asya a rispondermi, mi confessò che la differenza di età all’inizio aveva preoccupato più lei, Simone invece era affascinato e incuriosito non poco dalla donna matura.
A preoccuparla era di trovarsi davanti un uomo appesantito e ingrigito, aggiunse che invece era sorpresa e felice di aver trovato un uomo tanto interessante, in splendida forma fisica e brizzolato con classe.
La descrizione che fece di Federico ci fece sorridere, ne eravamo consapevoli della bellezza di mio marito, ma fu un piacere sentir dire tutto questo da ragazzi che potevano essere nostri figli.
IL secondo giro di gioco iniziò a farsi più piccante e gli obblighi iniziarono a finalizzarsi all’eliminazione di indumenti e al gioco reale fra di noi.
Dopo un ingenuo bacio sui seni della lei fui coinvolta, anzi obbligata ad assaggiare il Dillo di Simone, ancora nascosto dal boxer aderente che gli era rimasto a dosso.
Mi inginocchiai di fronte a lui e allargai l’elastico del boxer griffato Cavalli per cercare all’interno.
Trovai il suo Dillo circonciso ancora adagiato morbidamente sui suoi testicoli accuratamente depilati.
Non sembrava turbato da me anzi era impaziente di vedere e di sentire come lo avrei assaggiato.
Non lo feci attendere molto, ma lasciai qualche attimo di suspence a rendere la cosa più desiderabile.
Lo assaggiai con vigore inserendolo totalmente nella bocca e aspettando crescesse nella stessa.
La mia eccitazione più grande lo dava proprio questo, la sensazione di sentirlo crescere sulla lingua fino ad arrivare a togliere il respiro.
Questo gesto non lo sorprese ma lo eccitò e chiuse gli occhi per sentire a pieno le spinte della mia lingua intorno al suo glande.
Finì troppo presto il mio obbligo di gioco, dato che era solo per un minuto.
Lasciarlo così in erezione, aumentò ancora di più la sua eccitazione.
Asya fu obbligata da Federico a fare con lui la stessa cosa e bararono entrambi prolungando altre il minuto il loro sesso orale così ben eseguito, a dire di mio marito.
Continuammo così per almeno un’ora il nostro gioco intervallando verità nascoste, che ci misero a nudo, a gesti di assoluta intimità, incrementando l’eccitazione di tutti.
Dopo alcune ore, ci rendemmo conto che conoscevamo i loro segreti più intimi e loro i nostri.
Conoscevamo le loro fattezze più intime e il loro grado di eccitazione e loro il nostro.
Il banalissimo gioco, che avevamo usato da ragazzi per avvicinarci a persone che ci piacevano e che non osavamo avvicinare, ci aveva permesso di sentirci come se ci conoscessimo da tempo.
Aveva accorciato le distanze che si creano tra gli sconosciuti, la timidezza che si manifesta ai primi incontri. Aveva inoltre permesso a tutti e quattro di sentirci intimamente vicini come se non fosse la prima volta insieme.
Scendemmo nelle cabine per continuare separatamente.
Federico propose lo scambio separato, giustificandosi che meglio permetteva a lui e a me di lasciarci andare, ma in realtà noi ancora non eravamo capaci di giocare insieme , questo era il vero motivo che non volemmo svelare.
Simone chiuse la porta della cabina di prua dov’eravamo entrati e dove lui ed Asya avrebbero passato la notte.
Trovarmi sola con lui non fu motivo di timidezza per me ma vederlo nella sua totale nudità, nella sua fresca bellezza di giovanissimo uomo, mi fece arrossire e non poco.
Se ne accorse e mi sorrise . Aggiunse che l’età non era un problema e che mi vedeva come una bellissima donna che voleva possedere e null’altro.
Mi feci convincere e tranquillizzare dalle sue parole e mi lasciai baciare .
I miei pensieri furono completamente sorpassati dalle emozioni dei suoi gesti, consapevole e sicuro di se mi cinse con un braccio e mi sollevò facendomi sdraiare sul letto.
In un attimo mi fu sopra e mi ricoprì di baci sulle labbra e sul collo,
I suoi respiri come brividi sulla mia pelle, erano caldi accompagnati da parole sussurrate all’orecchie e domande alle quali rispondevo con monosillabe o accenni con la testa.
Lo sentii cercare il preservativo sul letto e percepii lo stesse indossando mentre le sue labbra indugiavano sui miei seni.
Tutta quella frenesia e vorace vivacità mi fece sorridere e se ne accorse, scansandosi da me.
Con il preservativo infilato nella sua erezione normo misura mi guardava indignato,
Mi chiese con evidente stupore cosa mi facesse sorridere.
Capii immediatamente che tanta voracità e coinvolgimento da parte di un venticinquenne nei miei confronti la sentivo inappropriata, quasi impossibile da accettare.
Dalla cabina di poppa, invece, si percepiva dai sussulti e dai gridolini molto più coinvolgimento.
Cercai di rassicurarlo che non dipendeva da lui, ma che ero io a non riuscire a relazionarmi con un uomo tanto giovane rispetto me.
Mi giustificai dicendo che mi sentivo inadeguata a lui, che vedevo il suo fervore quasi un gesto di volontariato e immaginare tutto questo mentre armeggiava intorno a me non aveva alimentato la mia eccitazione, anzi l’aveva freddata.
La mia confessione e il mio viso con ancora un’ espressione divertita, aveva freddato anche Simone, il cui Dillo ora era adagiato comodamente sui testicoli, con ancora penzolone il preservativo mezzo tolto.
Risi ancora di più con quella scena e immaginai un Dillo parlante che mi chiedeva cosa cavolo avevo da ridere.
Avevo castrato il mio dolce partner inesorabilmente ed ero una professionista in questo, specialmente quando volevo tenere occupati i lui di copia delle lei che Federico incontrava e con le quali si appartava.
Solo che in quel momento mi resi conto che non lo avevo fatto volutamente.
Il mio intento non era stato quello di impegnarlo così da permettere a Federico di giocare con Asya, ero veramente divertita dall’immagine di lui su di me.
Mi sembrava troppo anormale vedere un uomo tanto giovane armeggiare e con tanto vigore con una donna matura quale ero.
Le mie giustificazioni erano inutili ormai, avevo rotto l’attimo, avevo ferito il suo ego e cosa ancora più grave, lo avevo fatto sentire deriso.
Uscì dalla cabina e lo sentii salire al piano di sopra e aprire la vetrata che dava sul diner esterno.
Lo raggiunsi velocemente dopo essermi vestita.
Fumava con in dosso solo il boxer, era appoggiato con la spalla al laterale della barca e guardava in lontananza.
Guardavo il suo corpo di spalle e mi sembrava meno giovane di come l’avevo visto prima.
Continuavo a ripetermi che ero stata stupida a non cogliere il momento e a farmi rapire da stupidi pensieri che avevano freddato tutta l’atmosfera, un’altra al mio posto si sarebbe fatta meno problemi.
Si accorse della mia presenza alle sue spalle ma non disse nulla, fui io a parlare e peggiorando ancora di più le cose gli chiesi il perché non cercava, invece, qualche bella ragazza da spupazzare senza accontentarsi di me.
Mi rispose che ero stupida a pensare che si sarebbe mai accontentato di qualcosa, se avesse scelto di stare con me era per desiderio, aveva visto le mie foto e lo intrigavo.
Aggiunse inoltre che le ragazze spesso erano delle belle bamboline di gomma ferme ad aspettare che tutto accadesse e aveva fantasticato invece sul fatto che una donna più matura fosse più partecipe e più attiva.
Mi chiede se avesse sbagliato a pensarlo.
Mi dispiacque tanto averlo deluso, quello sguardo così tenero mi sorprese, avevo visto tanta voracità nei suoi gesti sessuali che avevo escluso potesse essere anche tanto sensibile.
Lo abbracciai e non contraccambiò, ma fu solo l’inizio, tra noi le cose si evolsero con calma tra momenti burrascosi e di dissenso a momenti di confidenza e tenerezza.
Gli incontri miei e di Federico con loro divennero settimanali e duravano spesso alcuni week end interi.
Il giorno trascorrevamo delle normalissime giornate di mare e di sole con pasti freschi e veloci.
La notte ci trasformavamo in amanti appassionati anche se io e Simone riuscivamo a fare l’amore insieme molto poco.
Mi accusava di castrarlo con sguardi, sorrisini e parole fuori luogo, durante i nostri momenti da soli in cabina.
In realtà era talmente buffo il suo modo di relazionarsi con me che non riuscivo a fermarmi e a lui bastava uno sguardo, una parolina e poco altro per perdere la sua erezione che interrompeva i giochi fra noi.
A volte trovavo molto più divertente smontare i suoi momenti focosi che goderne a pieno.
Asya e Federico, invece, erano in buonissima sintonia e ignoravano le nostre dispute che arrivavano, anche se distanti, dalla cabina di prua, continuando i loro incontri amorosi e soddisfacenti.
Un giorno invece Simone propose tra me e lui un gioco diverso, visto che vederlo mi faceva sorridere, decise di bendarmi.
Mi legò una bandana intorno la testa e me la calò sugli occhi, come per incanto l’oscurità mi impedì di distrarmi, le sue attenzioni non avevano età e non erano più divertenti. Diventarono calde ed eccitanti e con Simone riuscimmo ad avere anche noi delle belle serate calde.
Una sera, mentre eravamo attraccati a Ponza, decidemmo di cenare in un bellissimo ristorante con vista sul mare.
Bevemmo del buon vino che ci diede alla testa e decidemmo di fermarci in un disco pub dove continuammo a bere.
Fra Asya e Simone nacque una scommessa che proponeva di vedere chi dei due avrebbe fatto più conquiste nel locale.
Io e Federico osservavamo tutto come curiosi spettatori.
Asya fu la prima a fare colpo su un giovanissimo diciottenne che fu ben felice di un suo invito a fare sesso con lei.
Quasi incredulo gli rimase attaccato per tutta la serata, fin quando Simone non aggiunse che anche lui avrebbe partecipato ai loro giochi e che questo era un obbligo imprescindibile.
Il diciottenne ben presto sparì , con grande dispiacere di Asya.
Fu presto la volta di Simone che iniziò a ciondolare intorno alla giovane moretta della cassa che ben accettava i complimenti e le proposte di lui con atteggiamenti da oca.
Io nel frattempo avevo iniziato a inciampare in ogni dove e difficilmente restavo in piedi stabile, così Federico pensò bene di riportarmi in barca a dormire, per tornare lì subito dopo.
Mi addormentai in un baleno.
Venni svegliata dagli scossoni di Federico, un’ora dopo, anche se per me sembrava passato un minuto.
Mi disse allarmato che Asya e Simone avevano litigato furiosamente perché alla fine del turno di lavoro la brunetta della cassa, era uscita con Simone ed Asya aveva deciso di seguirli per insultarli.
Federico era preoccupato a sapere Asya ubriaca in giro per la città sola, ad ora così tarda della notte, così mi chiese di andare con lui e aiutarlo a calmare le acque.
Li trovammo immediatamente a pochi passi dal porto, le urla di Asya e di Simone arrivavano fino a noi.
Simone era a fianco della moretta che veniva assalita verbalmente da Asya e rispondeva con leggeri movimenti della testa.
Quei movimenti mi erano così familiari che non ebbi dubbi, la moretta era in realtà un uomo.
Lo confessai a Federico sussurrandoglielo in un orecchio ma lui rise e mi rispose che era evidente fossi ancora ubriaca.
Afferrò Asya per un braccio e la allontanò dalla discussione trascinandola con noi fino alla barca.
Rimanemmo con lei seduti sui divanetti esterni del diner aspettando Simone si decidesse di tornare.
Asya singhiozzava e ogni tanto leggeva messaggi sul telefono quando ad un tratto iniziò a ridere.
Simone aveva scoperto che fra le gambe della moretta c’era una sorpresa e accusava a Asya di arrabbiarsi per niente.
Forse ero ubriaca ma avevo visto tutto chiaramente, molto prima di loro.
Mi presi la mia soddisfazione con entusiasmo e tornai sul mio letto senza indugiare a sentire le chiacchiere fra i due innamorati e Federico mi seguì continuando a ridere.
Il loro gioco di commesse era finito male, ma il giorno dopo erano di nuovo insieme.
Tutto il loro rapporto era fatto così e non avrebbero smesso di fare scommesse perché la cosa che più li divertiva era vedere come andava a finire……..qualsiasi cosa in qualsiasi momento.

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