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Nicole – La mia nipote troia, drogata di cazz


di Membro VIP di Annunci69.it Angel1965
25.04.2025    |    8    |    0 6.0
"Camminava per casa in mutandine trasparenti, si piegava davanti al frigo, mi leccava il cucchiaino del gelato con la lentezza di chi sa esattamente che ti..."
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L’ho cresciuta. Ora mi usa.

Nicole è mia nipote: vent’anni, culo brasiliano, lingua biforcuta e figa che comanda.
Mi ha preso, legato, succhiato come una bestia e poi si è fatta sfondare davanti a me. Una volta, due, dieci.

– Guardami, zio. Non sono più tua. Sono di chi mi prende.

L’ho vista godere con sconosciuti, leccare cazzi sporchi, farsi riempire fino a piangere.
E ogni volta mi guardava e sussurrava:

– Ne vuoi ancora, vero?

Questa non è una fantasia. È successo.
E domani lo rifà.



Nicole – Il racconto completo

Non so esattamente quando ho smesso di resisterle.
Forse la prima volta che l’ho vista rientrare in casa con quel top minuscolo che lasciava scoperti i fianchi e il piercing sull’ombelico.
O forse quando, al mare, mi ha chiesto di spalmarle la crema sulla schiena, e poi ha sussurrato:

– Anche un po’ più giù, zio… dai, non fare il timido.

Nicole non era più una ragazzina.
Vent’anni appena, cresciuta in Brasile, tornata in Italia con un corpo da pornostar e una lingua ancora più pericolosa.
Non faceva altro che provocare: gesti, sguardi, parole.
Camminava per casa in mutandine trasparenti, si piegava davanti al frigo, mi leccava il cucchiaino del gelato con la lentezza di chi sa esattamente che ti sta facendo impazzire.

Poi, una sera, senza dire una parola, entrò in camera mia.
Nuda. Solo una collanina che le pendeva tra le tette sode.
Mi guardò e disse:

– Zio… oggi voglio svuotarti. Voglio succhiarti anche l’anima.

Mi salì sopra come una cagna in calore.
Mi strappò i boxer, mi prese in bocca con una fame animalesca.
La sua lingua, la sua gola…
Mi fece venire con una violenza dolce che mi stese.

Ma non si fermò.
Continuò a succhiarmi anche dopo, come se volesse tirarmi fuori l’ultima goccia di vita.

Quando si sedette sopra di me, era calda, fradicia, stretta da impazzire.
Si muoveva come una drogata di cazzo, con gli occhi spiritati e il respiro spezzato.

– Ti sto svuotando, eh? Senti come ti bevo, zio…

Mi fece venire ancora, tremando sopra di me, gocciolante, soddisfatta.

– Domani vorrò di più.



Il giorno dopo era già pronta.
Nuda, in cucina, con il culo sodo che brillava alla luce del mattino.

– Sei pronto per oggi, zio?

Si sedette sul tavolo, allargò le gambe e si infilò due dita.

– Sto ancora gocciolando il tuo sperma. E non mi basta.

Mi prese in bocca in salotto, mi succhiò fino a farmi urlare, poi mi mostrò il cellulare.

– Guarda cosa ho mandato alla mia amica Giuly ieri notte.

Una foto.
Lei, cavalcata su di me, sperma sul mento.

– Le ho detto che sei il miglior zio scopatore del mondo.
Ora vuole provarti anche lei.

Giuly entrò poco dopo.
Alta, occhi verdi, tette sode.
Non disse nemmeno ciao.
Si inginocchiò, mi tirò giù i pantaloni e cominciò a leccarmi, mentre Nicole mi baciava il collo.

– Oggi ti vogliamo tutto. Una davanti, una dietro. Ti scoperemo come una nostra cosa.

Mi sfinirono.
Una in bocca, l’altra sopra, poi si scambiarono, poi mi cavalcarono insieme, leccandosi, scopandosi tra loro mentre io tremavo sotto i colpi.
Quando eiaculai per la terza volta, Nicole si stese sul pavimento, ridendo:

– E domani ti voglio legato.



Il giorno dopo mi svegliò con il cazzo già duro e le mani legate al letto.
Nudo. Impotente.
Entrò in stanza vestita come una puttana da club: tacchi alti, calze a rete, body trasparente.

– Non sei più mio zio. Sei il mio oggetto.

Mi pisciò addosso, sorridendo.

– Oggi ti mostro a tutti. Oggi mi faccio scopare davanti a te. Voglio che guardi come mi distruggono.

Mi portò in un club privato.
Mi fece sedere.
Chiamò sei uomini.
Si inginocchiò davanti a loro e iniziò a succhiarli tutti, uno dopo l’altro, senza fermarsi, gemendo mentre le scendevano in gola.

Poi si piegò sul divano, culo in alto, e urlò:

– Riempitemi! Voglio venire come non ho mai fatto! Voglio che mi spacchiate!

Uno dietro, uno in bocca, uno sulle tette.
La fecero tremare, urlare, squirtare, piangere dal piacere.

Nicole rideva, godeva, si voltava e li incitava:

– Più forte! Più dentro! Scopatemi il cervello!
Io non sono più la nipote di nessuno. Io sono la troia del mondo!

Quando finirono, lei era a terra.
Sudata, sporca, colma.
Il suo corpo brillava di sperma e saliva, il rossetto sbavato, le cosce tremanti.

Mi guardò, ancora legato.

– Te l’avevo detto, zio. Ti avrei prosciugato.
E ora ho finito anche con me stessa.

E si addormentò lì, tra le lenzuola sporche e i gemiti nell’aria.
Una troia.
Vera.
Felice.
Come se non ci fosse un domani.
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