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"Last" a Querceta (Lucca) storia vera


30.04.2025 |
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"Un cazzetto piccolo, mi dicevo sempre, come se quella fosse l’unica cosa che contava..."
La mattina era fresca, il sole appena sorto illuminava la piazza di Querceta con una luce dorata. Mi trovavo seduto su una panchina, il mio caffè ancora fumante tra le mani, anche se non era quello che desideravo davvero. La mia macchina era dal meccanico, e io, Marco, un uomo di 50 anni con un fisico robusto e un’insicurezza che mi portavo dietro come un’ombra, ero a piedi. Un cazzetto piccolo, mi dicevo sempre, come se quella fosse l’unica cosa che contava. Ma quella mattina, contava. Avevo voglia di sborrare, un desiderio che mi bruciava dentro.
Avevo cercato su internet qualche centro massaggi, ma niente. Nulla che potesse placare quella tensione. Allora, con un po’ di audacia, avevo pubblicato un annuncio su Annunci69: “Chi mi offre un caffè o mi fa un pompino? Sono seduto in piazza a Querceta.” E ora, aspettavo.
La piazza era tranquilla, solo qualche passante distratto. Poi, come un’apparizione, un ragazzo si avvicinò. Aveva circa 27 anni, biondo, con occhi azzurri che sembravano volermi leggere dentro. I suoi lineamenti erano delicati, quasi da angelo, ma c’era qualcosa di audace nel suo sguardo.
“Ti offro io un caffè,” disse con un sorriso che mi fece tremare le mani. L’aveva letto, pensai, l’annuncio. Mi alzai, seguendolo fino al bar lì accanto. Ordinammo due caffè, e mentre li sorseggiavamo, iniziammo a parlare. Era disinvolto, sicuro di sé, e io, malgrado la mia età, mi sentivo come un adolescente impacciato.
“Mi chiamo Luca,” si presentò, e io risposi con il mio nome. La conversazione scivolò su argomenti leggeri, ma ogni suo sguardo, ogni suo gesto, sembrava dire qualcosa di più. Poi, senza preamboli, mi propose: “Perché non ci allontaniamo un po’? In un posto… più discreto.”
Il mio cuore accelerò. Annuii, e lui mi condusse alla sua macchina, una piccola utilitaria parcheggiata lì vicino. Salimmo, e partimmo verso la campagna, lontano da occhi indiscreti.
Il viaggio fu breve, ma ogni minuto sembrava un’eternità. La mia mente era un vortice di emozioni: cosa stavo facendo? Cosa avrebbe fatto lui? Ma più di tutto, c’era quell’eccitazione che mi faceva sentire vivo.
Arrivammo in un campo isolato, circondato da alberi alti e verdi. Luca parcheggiò l’auto e, senza dire una parola, mi guardò. I suoi occhi erano pieni di intenzione, e io, senza pensarci due volte, mi mossi verso di lui.
“Hai voglia di sborrare, vero?” mi chiese, la sua voce bassa e seducente. Annuii, incapace di parlare. Lui sorrise, e con un gesto lento, iniziò a slacciarmi i pantaloni. Sentii il mio cuore battere forte, il mio respiro diventare irregolare.
Quando mi liberò dalla stoffa, il mio piccolo cazzo era già semi-eretto, e Luca lo guardò con un’espressione che non riuscivo a decifrare. Poi, senza esitazione, lo prese tra le sue mani calde e delicate. Che sensazione, pensai, mentre sentivo il suo tocco farmi perdere il controllo.
“Lo vuoi duro, vero?” mi chiese, e io annuii di nuovo, incapace di formare parole. Luca iniziò a massaggiarmi lentamente, le sue dita esperte che mi facevano venire i brividi lungo la schiena. Poi, con un movimento fluido, si chinò e portò le labbra sul mio cazzo.
Oddio, pensai, mentre sentivo il calore della sua bocca avvolgermi. Luca iniziò a succhiarmi con una lentezza che mi faceva impazzire, la sua lingua che giocava con il mio membro, facendolo diventare sempre più duro. “Sì, così…” sussurrai, la mia voce roca dal piacere.
Luca continuò, i suoi movimenti diventando più veloci, più intensi. Sentivo il mio orgasmo avvicinarsi, un’onda di piacere che stava per travolgermi. “Sto per sborrare,” dissi, quasi come un avvertimento, ma Luca non si fermò. Al contrario, aumentò il ritmo, la sua bocca che mi succhiava con una ferocia che mi faceva perdere il controllo.
E poi, esplosi. Un’ondata di piacere mi travolse, mentre il mio seme sgorgava nella sua bocca. Luca non si fermò, continuando a succhiarmi fino all’ultima goccia, il suo sguardo fisso sul mio mentre deglutiva.
Mi sentivo esausto, ma anche incredibilmente vivo. Luca si tirò su, un sorriso soddisfatto sul viso. “Ti è piaciuto?” mi chiese, e io annuii, ancora senza parole.
Lui sorrise di nuovo, e poi, con un gesto che mi lasciò senza fiato, iniziò a slacciarsi i pantaloni…
Luca tirò fuori il suo cazzo già duro, e rimasi senza fiato. Era enorme, molto più grande del mio, e sembrava quasi pulsare nella fresca luce del mattino. Mi guardò con un sorriso malizioso, i suoi occhi azzurri che brillavano di desiderio. “Facciamo qualcosa di ancora più interessante,” mi disse, mentre iniziava a masturbarsi lentamente, i suoi lunghi dita che accarezzavano il suo membro con una maestria che mi fece rabbrividire.
Io, ancora seduto sul sedile dell’auto, mi pulii con cura, sentendo il mio cazzo tornare duro in un attimo. Luca mi passò un preservativo con un gesto rapido, e io lo infilai senza esitazione. Non volevo rischiare, pensai, ma soprattutto non volevo che quell’esperienza finisse così presto. Luca, nel frattempo, continuava a masturbarsi, i suoi muscoli che si tendevano mentre il piacere lo attraversava.
“Esci,” mi disse, la sua voce roca e piena di desiderio. Io obbedii, sentendo il mio cuore battere all’impazzata. L’aria della campagna era fresca, ma il mio corpo era caldo, ogni fibra del mio essere concentrata su ciò che stava per accadere. Luca si appoggiò alla macchina, i suoi pantaloni abbassati fino alle caviglie, e mi guardò con uno sguardo che non ammetteva dubbi. “Voglio che tu me lo metta nel culo,” mi disse, e quelle parole mi elettrizzarono.
Mi avvicinai a lui, sentendo il mio cazzo pulsare nel preservativo. Luca si sporse in avanti, offrendomi il suo culo teso e invitante. Posai le mani sui suoi fianchi, sentendo la pelle liscia e calda sotto le mie dita. Con un movimento lento ma deciso, iniziai a penetrarlo, sentendo il suo corpo cedere sotto la mia pressione. Luca emise un gemito, un suono che mi fece venire voglia di spingere più forte, ma resistetti, volendo che anche lui godesse ogni istante.
“Cazzo, sei così stretto,” dissi, mentre spingevo più a fondo dentro di lui. Luca si morse il labbro, i suoi occhi chiusi in un’espressione di puro piacere. “Continua,” mi sussurrò, la sua voce tremante.
Obbedii, aumentando gradualmente il ritmo, sentendo il mio cazzo scivolare dentro e fuori dal suo culo con una facilità che mi sorprese. Luca continuava a masturbarsi, i suoi movimenti sincronizzati con i miei. Il suono delle nostre respirazione affannose riempiva l’aria, mescolandosi ai gemiti di piacere che non riuscivamo più a trattenere.
“Mi piace sentirti dentro di me,” mi disse Luca, voltandosi per guardarmi. I suoi occhi erano pieni di una passione che mi fece perdere ogni residuo di controllo. Spinsi più forte, più veloce, sentendo il mio orgasmo avvicinarsi inesorabilmente. Luca, accorgendosene, aumentò il ritmo della sua masturbazione, i suoi muscoli che si tendevano mentre si avvicinava anche lui al climax.
“Sto per sborrare,” dissi, il mio respiro pesante mentre spingevo dentro di lui per l’ultima volta. Luca gemette, il suo corpo che si contraeva mentre anche lui raggiungeva l’orgasmo. Sborrammo contemporaneamente, il mio seme che riempiva il preservativo dentro di lui, mentre lui si faceva venire tra le sue mani, il suo sperma che schizzava sulla fiancata della macchina.
Io mi tenni stretto a lui, il mio corpo che tremava per l’intensità dell’esperienza. Luca si rilassò contro di me, il suo respiro che si calmava gradualmente. “Cazzo, è stato incredibile,” mi disse, la sua voce ancora tremante.
Io annuii, sentendo un’ondata di soddisfazione attraversarmi. “Sì,” dissi semplicemente, senza riuscire a trovare altre parole. Luca sorrise, i suoi occhi chiusi in un’espressione di completa soddisfazione.
“Vuoi fare altro?” mi chiese dopo un momento, il suo sguardo che mi scrutava con un misto di curiosità e desiderio.
Io sorrisi, sentendo il mio cazzo tornare duro ancora una volta. “Cosa hai in mente?”
Luca sorrise, il suo viso ancora illuminato dal piacere. Con gesti lenti e sicuri, prese un fazzoletto dalla tasca e iniziò a pulire il suo cazzo, rimuovendo con cura ogni traccia del nostro incontro. Io feci per fare lo stesso, sfilandomi il preservativo con un movimento automatico, ma lui mi fermò con una mano delicata.
“No, lascia fare a me,” mi disse, la sua voce bassa e carica di eccitazione.
Mi guardò negli occhi, un sorriso malizioso che si allargava sul suo volto. Poi, con una lentezza che mi fece venire i brividi, si chinò e iniziò a pulire il mio cazzo con la lingua. Sentii il caldo e umido della sua bocca avvolgermi, ogni movimento preciso e deliberato. Leccò ogni goccia di sperma, non lasciando niente al caso. Dio, era come se volesse assaporarmi completamente.
“Cazzo, Luca…” sussurrai, le mie mani che si aggrappavano ai suoi capelli biondi. Lui continuò, la sua lingua che danzava sulla mia pelle sensibile, estendendo il piacere fino all’ultimo istante.
Quando finalmente si tirò indietro, il suo respiro era leggermente affannato, e i suoi occhi azzurri brillavano di soddisfazione. “Ecco fatto,” disse, come se avesse appena completato un compito importante.
Io ero senza parole, ancora sotto l’effetto di quel tocco finale. Guardai Luca, cercando di capire cosa stesse passando nella sua mente. Era stato tutto così spontaneo, così intenso, eppure sembrava che per lui fosse solo un altro giorno.
“Allora, ti riporto alla panchina?” mi chiese, mettendosi in piedi e sistemandosi i vestiti.
Io annuii, ancora un po’ stordito. “Sì, grazie,” risposi, mentre mi alzavo e mi aggiustavo i pantaloni.
Salimmo in macchina, e per tutta la durata del viaggio non parlammo molto. Ogni tanto, però, i nostri sguardi si incrociavano, e in quegli attimi c’era tutta l’intensità di quello che eravamo appena vissuti. Quando arrivammo alla piazza, Luca parcheggiò e mi guardò con un’espressione che non riuscivo a decifrare.
“Alla prossima, cazzobonsai,” mi disse, il suo sorriso che mi faceva sentire caldo e desiderato.
Io sorrisi a mia volta, sentendo una strana affinità con questo ragazzo che avevo appena conosciuto. “Alla prossima, Luca,” risposi, aprendo la portiera e scendendo dalla macchina.
Luca mi fece un cenno con la mano e partì, lasciandomi da solo sulla panchina della piazza. Mi sedetti, ancora con il cuore che batteva forte, e guardai il sole che saliva nel cielo. Il ricordo di Luca, della sua bocca sul mio cazzo, della sua lingua che mi puliva con tanta attenzione, mi faceva sorridere.
Era stato un incontro inaspettato, ma sicuramente indimenticabile.
Mentre pensavo a quello che era successo, sentii il mio telefono vibrare. Lo presi dalla tasca e guardai lo schermo: era una notifica da Annunci69. Aprii l’app e vidi che Luca mi aveva inviato un messaggio.
“Mi sei piaciuto,” leggevo, “se vuoi, possiamo rifarlo.”
Il mio cuore accelerò di nuovo, e questa volta non sapevo davvero cosa rispondere.
"Alla prossima," risposi, sentendo una strana eccitazione mescolata a curiosità. Luca non rispose subito, ma vedi che il messaggio era stato letto. Mi chiesi se avrebbe davvero cercato di incontrarmi di nuovo, o se fosse solo un modo per lasciare la porta aperta a qualcosa che non sarebbe mai più accaduto.
Nel frattempo, un gruppo di anziani si avvicinò alla panchina, parlando ad alta voce di questioni di paese. Cazzo, sembra che la vita normale sia tornata con tutta la sua prepotenza, pensai. Mi alzai, decidendo che era meglio non rimanere troppo tempo in piazza a sognare ad occhi aperti follie sessuali.
La giornata continuò senza eventi particolari, ma il pensiero di Luca non mi abbandonava. Ogni tanto, mi ritrovavo a sorridere da solo, ricordando la sensazione della sua lingua sulla mia pelle.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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