Racconti Erotici > Prime Esperienze > Il Tempio del massaggio Tantrico
Prime Esperienze

Il Tempio del massaggio Tantrico


di Membro VIP di Annunci69.it cazzobonsai69
08.04.2025    |    39    |    0 8.0
"Davanti a me, Valentina, mia moglie, era nella stessa posizione, il suo corpo minuto e sinuoso avvolto dalla luce..."
Prefazione:
Questa è una storia vera. Io e mia moglie Valentina pratichiamo yoga e tantra da ormai più di 15anni. Per noi stare nudi e vivere la sessualità in modo tantrico, è una quotidianità. Al Tantra grazie a noi, si sono avvicinate molte persone, tra cui mia cognata Sara che è la sorella di Valentina.






Capitolo 1: L'Atmosfera della Mansarda

Il sole filtrava attraverso le tende di lino della mansarda, creando un’atmosfera calda e avvolgente. Io, Marco, ero seduto a gambe incrociate su un grande cuscino, il mio corpo nudo rilassato, concentrato sul respiro. Davanti a me, Valentina, mia moglie, era nella stessa posizione, il suo corpo minuto e sinuoso avvolto dalla luce. La sua pelle bionda brillava come l’oro al tramonto, e il suo seno piccolo e sodo si alzava e abbassava con un ritmo lento e consapevole.

La porta si aprì con un lieve scricchiolio. Sara, la sorella di Valentina, entrò nella stanza, seguita da Irene. Sara, alta e slanciata, muoveva i suoi fianchi con una grazia innata, i suoi lunghi capelli neri che scendevano come una cascata lungo la schiena. Irene, al contrario, era minuta, i suoi capelli rossi a caschetto incorniciavano un viso pieno di lentiggini. Entrambe sembravano a loro agio, come se questo spazio fosse già parte di loro.

«Benvenute,» dissi con un sorriso, rimanendo immobile. «Entrate e liberatevi di ogni peso.»

Sara e Irene si guardarono, poi cominciarono a spogliarsi con naturalezza. Sara sfilò il vestito, rivelando un corpo scolpito, il seno abbondante e il culo di marmo che sembrava sfidare la gravità. Irene, invece, si tolse la maglietta e i pantaloni, mostrando un corpo delicato, i peli rossi e ricci sulla figa che aggiungevano un tocco di sensualità ai suoi tratti minuti.

«Sdraiatevi sui cuscini,» disse Valentina, la sua voce calma e rassicurante. «Oggi ci concentreremo sul rilassamento profondo.»

Capitolo 2: Il Massaggio Tantrico

Sara si distese su un lato della stanza, mentre Irene si sistemò dall’altro. Io mi avvicinai a Irene, sentendo il calore del suo corpo già vibrare sotto le mie mani. Valentina si avvicinò a Sara, accarezzando dolcemente la sua schiena.

Cominciai con il massaggio, le mie dita che scivolavano sulla pelle di Irene, sentendo ogni muscolo rilassarsi sotto il mio tocco. «Respira, Irene, lascia che il respiro ti guidi,» sussurrai, mentre le mie mani lavoravano lungo i fianchi e le cosce.

Valentina, intanto, massaggiava Sara con una maestria che solo lei poteva avere. Le sue mani si muovevano con grazia, sciogliendo ogni tensione nel corpo della sorella. «Senti il flusso dell’energia, Sara,» disse Valentina, la sua voce un mormorio ipnotico. «Lascia che ti porti via.»

Quando entrambe sembravano completamente rilassate, passai al massaggio yoni. Irene si abbandonò completamente, il suo respiro che si faceva più profondo e regolare. Le mie dita sfiorarono la sua figa, sentendo i peli rossi e ricci che danzavano al mio tocco. «Lascia che il piacere ti invada,» dissi, mentre le mie dita cominciavano un movimento lento e circolare.

Valentina, intanto, si muoveva con la stessa attenzione su Sara. Le sue dita esploravano la figa della sorella, le grosse labbra che si aprivano sotto il suo tocco. «Senti il calore, Sara,» sussurrò Valentina, la sua voce piena di desiderio contenuto. «Lascia che ti avvolga.»

Irene cominciò a gemere dolcemente, il suo corpo che si contorceva sotto le mie mani. «Mi sento... così bene,» sussurrò, i suoi occhi chiusi, il respiro che si faceva sempre più affannoso.

«Bene, Irene, abbandonati,» dissi, aumentando il ritmo delle mie dita. Sentivo la sua figa che si stringeva intorno a me, il calore che aumentava con ogni movimento.

Sara, intanto, si muoveva con più intensità, i suoi fianchi che si alzavano e abbassavano sotto le mani di Valentina. «Valentina, non riesco... non riesco a trattenermi,» gemette, il suo corpo che tremava di piacere.

«Non trattenerti, Sara, esplodi,» disse Valentina, le sue dita che acceleravano il movimento.

E poi, entrambe esplosero. Irene si contorse, un grido di piacere che uscì dalle sue labbra, mentre il suo corpo tremava sotto le mie mani. Sara, intanto, si arrese completamente, un orgasmo che la travolse, lasciandola senza fiato.


Restammo tutti in silenzio per un momento, il respiro che si calmava, il piacere che fluiva tra di noi. Io e Valentina eravamo distaccati, professionali, come sempre. Ma c’era qualcosa nell’aria, una tensione che non poteva essere ignorata.

Irene aprì gli occhi, guardandomi con uno sguardo che sembrava dire più di mille parole. «Marco,» sussurrò, la sua voce piena di desiderio. «C’è qualcosa di più che puoi fare per me?»

Capitolo 3: Il Massaggio Lingam e l'Inversione dei Ruoli

«Marco,» sussurrò Irene, la sua voce ancora tremante per l’orgasmo appena vissuto. «C’è qualcosa di più che puoi fare per me?»

Mi alzai lentamente, sentendo il peso di quella domanda. Valentina, dal suo angolo, mi guardò con un sorriso tranquillo, quasi incoraggiante. Avevamo già attraversato questa soglia, ma ogni volta era come se fosse la prima. Il tantra non è solo pratica, è connessione, pensai, mentre mi avvicinavo a Irene.

«Siediti, Marco,» disse Valentina, con un tono dolce ma fermo. «Ora è il tuo turno.»

Mi distesi sulla stuoia, il mio cazzo ancora moscio, ma già sentivo un’energia che iniziava a fluire. Valentina si posizionò dietro di me, le sue mani calde che iniziavano a massaggiarmi la testa, le dita che premevano delicatamente sui punti di tensione. Era come se ogni suo tocco mi liberasse da un peso, portandomi in uno stato di profonda rilassatezza.

Sara, invece, si avvicinò al mio petto, le sue mani grandi e sicure che iniziavano a scorrere sulla mia pelle. Ogni movimento era preciso, studiato, come se sapesse esattamente cosa stavo provando. La sua presenza era rassicurante, e il suo profumo intenso di lavanda mi avvolgeva.

Irene, intanto, si mise tra le mie gambe, le sue mani che iniziarono a massaggiarmi lentamente, risalendo lungo i muscoli delle cosce. I suoi occhi erano fissi sul mio, come se volesse leggere ogni mia reazione. E poi, sentii le sue dita avvicinarsi al mio cazzo, ancora moscio, ma già sensibile al suo tocco.

Valentina continuava a massaggiarmi la testa, le sue dita che scendevano lungo il mio collo, rilassando ogni muscolo. Era come se il mondo fuori non esistesse più, e tutto si riducesse a quel momento, a quelle mani, a quei respiri sincronizzati.

«Iniziamo il massaggio Lingam,» sussurrò Valentina, la sua voce che sembrava provenire da lontano.

Irene mi guardò, i suoi occhi brillanti di eccitazione, e poi le sue dita iniziarono a muoversi con maggiore precisione sul mio cazzo. Era un movimento lento, delicato, ma incredibilmente stimolante. Sara, intanto, spostò le sue mani sulle mie palle, massaggiandole con una pressione perfetta. Ogni tocco era un’onda di piacere che si propagava in tutto il mio corpo.

«Lasciati andare, Marco,» mormorò Valentina, le sue dita che continuavano a massaggiarmi la testa. Ero completamente rilassato, ma allo stesso tempo incredibilmente eccitato. Il mio cazzo iniziava a indurirsi, rispondendo ai tocchi di Irene e Sara.

«Respira,» sussurrò Sara, la sua voce dolce ma ferma. Inspirai profondamente, sentendo il piacere che si intensificava con ogni movimento delle loro mani.

Irene accelerò il ritmo, le sue dita che stringevano delicatamente il mio cazzo, mentre Sara continuava a massaggiarmi le palle. Era una sensazione indescrivibile, un piacere che cresceva con ogni secondo che passava. Valentina, intanto, continuava a massaggiarmi la testa, le sue dita che premevano delicatamente sui punti di tensione.

«Stai per esplodere, Marco,» sussurrò Irene, i suoi occhi fissi sui miei. Ero sull’orlo, il piacere che sembrava non avere fine. Ma poi, all’improvviso, sentii le loro mani fermarsi, il piacere che veniva sospeso, lasciandomi in uno stato di attesa.

«Non ancora,» mormorò Valentina, la sua voce che sembrava provenire da lontano. Era come se volessero prolungare il momento, portarmi ancora più vicino all’apice del piacere.

Poi, invertirono i ruoli. Irene iniziò a massaggiarmi le palle, le sue dita che stringevano delicatamente, mentre Sara si concentrava sul mio cazzo, le sue mani che si muovevano con precisione. Era una sensazione completamente diversa, ma ugualmente stimolante. Valentina, intanto, continuava a massaggiarmi la testa, le sue dita che scendevano lungo il mio collo, rilassando ogni muscolo.

«Ora, Marco,» sussurrò Irene, i suoi occhi pieni di desiderio. Ero sull’orlo, il piacere che sembrava non avere fine. E poi, finalmente, esplosi. Il mio seme schizzò fuori con una forza inaspettata, coprendomi il petto in un getto notevole.

Sara e Irene continuarono a massaggiarmi, spargendo la mia sborra sul mio petto, le loro mani che si muovevano con una delicatezza incredibile. Era come se volessero prolungare il momento, rendendolo ancora più intenso.

«Divino,» mormorò Irene, i suoi occhi che mi guardavano con ammirazione. Ero completamente esausto, ma allo stesso tempo soddisfatto come mai prima.

Capitolo 4: La Scoperta del Massaggio Prostatico

Valentina si mosse con una calma e precisione che mi lasciava sempre senza fiato. Dopo che avevo sborrato, il mio corpo era ancora avvolto in un languido torpore, il cazzetto moscio e appiccicoso, adagiato sul mio ventre. Lei si posizionò tra le mie gambe, il suo sguardo intenso e pieno di cura mentre sistemava un cuscino sotto il mio bacino, alzandolo leggermente. "Così, Marco," sussurrò, la sua voce calma e rassicurante. "Rilassati completamente. Questo è il momento di scoprire un nuovo livello di piacere."

Sara e Irene si sedettero ai miei fianchi, le loro espressioni curiose e un po’ eccitate. Valentina iniziò a spiegare, la sua voce morbida ma ferma. "Il massaggio prostatico è un’arte antica. Richiede attenzione, delicatezza e una profonda connessione. Oggi, vi mostrerò come farlo."

Sentii un brivido corrermi lungo la schiena mentre Valentina iniziava. Le sue mani, esperte e sicure, si mossero verso il mio inguine. La sensazione del suo dito che scivolava delicatamente sul mio perineo mi fece fremere, una miscela di imbarazzo e anticipazione che mi avvolgeva. "Respira, Marco," disse lei, la sua voce che sembrava cullarmi. "Lascia che il tuo corpo si apra al piacere."

Il suo dito, lubrificato con olio tiepido, trovò l’ingresso. La pressione fu gentile ma decisa, e io trattenni il respiro mentre il suo dito scivolava dentro di me. "Sentirai una sensazione diversa, ma non aver paura," continuò lei, i suoi occhi che mi guardavano con una dolcezza infinita. "Questo è il tuo corpo che si apre a un nuovo livello di consapevolezza."

Sara e Irene osservavano con attenzione, i loro sguardi che passavano da Valentina a me. "Voglio che entrambe lo proviate, quando sarà il momento," disse Valentina, rivolgendosi a loro. "Ma ora, guardate e imparate."

Il suo dito iniziò a muoversi dentro di me, una pressione delicata ma insistente che cercava la ghiandola prostatica. "Qui," spiegò, con un tono quasi didattico, "è dove si trova il punto di massimo piacere per un uomo. È come il suo equivalente del punto G."

E poi, la trovò. Un’ondata di piacere intenso e inaspettato mi travolse, mozzandomi il fiato. "Madonna," gemetti, le mie mani che si aggrappavano alle lenzuola. "Che… che sensazione."

Valentina sorrise, il suo sguardo pieno di soddisfazione. "Vedi?" disse, rivolgendosi a Sara e Irene. "È importante essere delicati, ma decisi. Il piacere deve essere somministrato con attenzione, non con forza."

Il suo dito continuò a muoversi, la pressione che diventava più intensa, più precisa. "E ora," aggiunse, la sua mano che afferrò il mio cazzetto moscio, "possiamo combinare i due."

Le sue dita iniziarono a masturbarmi, un movimento lento e calcolato, mentre il suo altro dito continuava a stimolare la mia prostata. Il piacere era incredibile, una miscela di sensazioni che non avevo mai provato prima. Il mio corpo si contorceva, le onde di piacere che sembravano non avere fine.

"Mamma mia, Marco, sei incredibile," sussurrò Irene, i suoi occhi che brillavano di eccitazione. "Non ho mai visto un uomo reagire così."

Sara annuì, il suo sguardo che sembrava quasi affascinato. "È bellissimo," mormorò. "Davvero bellissimo."

Valentina continuò il suo lavoro, le sue mani che trovavano un ritmo perfetto, una sinfonia di piacere che mi portava sempre più vicino all’orlo. "Non trattenerti, Marco," mi sussurrò. "Lascia che il piacere ti travolga completamente."

E io lo feci. Con un grido soffocato, esplosi, il mio seme che schizzò fuori con una forza che non avrei mai immaginato possedere. Sara e Irene ridevano, applaudendo, i loro volti pieni di stupore e ammirazione.

"Fantastico!" esclamò Irene, le sue mani che battevano con entusiasmo. "Hai visto quanto ha sborrato? È incredibile!"

Sara annuì, il suo sorriso luminoso. "Davvero impressionante, Marco. Sei un vero maestro del piacere."

Valentina si tirò indietro, i suoi occhi che mi guardavano con un misto di soddisfazione e affetto. "Hai fatto bene, Marco," disse, la sua voce calma e rassicurante. "Hai permesso al tuo corpo di aprirsi completamente, e il risultato è stato meraviglioso."

Mi sentivo esausto, ma allo stesso tempo rinato, come se avessi scoperto una parte di me che non sapevo nemmeno esistesse. Sara e Irene continuavano a ridere e applaudire, il loro entusiasmo contagioso.

"Voglio provarlo," disse Irene, i suoi occhi che brillavano di eccitazione. "Voglio imparare a farlo come te, Valentina."

Sara annuì, il suo sguardo determinato. "Anch’io. Voglio sapere come si fa. Voglio essere in grado di portare un uomo a un piacere così intenso."

Valentina sorrise, la sua espressione piena di orgoglio. "Allora, vi insegnerò."


Capitolo 5: Riflessione sul Tantra

Valentina abbassò le luci, creando un’atmosfera ancora più intima e rilassante. La luce soffusa avvolgeva la stanza, accentuando le ombre e i contorni dei nostri corpi nudi. “Propongo una pausa,” suggerì lei, la sua voce calma e rassicurante. “Prendiamoci un momento per noi, per parlare, per condividere.”
Ci alzammo lentamente, ancora avvolti da quell’aura di piacere e relax. Valentina e io ci dirigemmo verso la cucina, mentre Sara e Irene si sedettero sul divano, avvolte in morbide coperte. Preparammo del tè caldo, il profumo di camomilla e zenzero si diffuse nell’aria. “Questo momento è importante,” disse Valentina, guardandomi intensamente. “Condividere le esperienze, parlare delle sensazioni, è parte fondamentale del percorso tantrico.”
Portammo le tazze in salotto, dove Sara e Irene ci aspettavano, i loro sguardi curiosi e attenti. “Allora,” iniziò Valentina, sorseggiando il tè, “come vi siete sentite durante il massaggio? Cosa avete provato?”
Irene fece un respiro profondo, i suoi occhi verdi che brillavano alla luce delle candele. “È stata un’esperienza incredibile,” ammise, la sua voce tremante di emozione. “Mi sono sentita… libera. Come se il mio corpo e la mia mente fossero finalmente in sintonia. E quando è arrivato l’orgasmo… Dio mio, è stato come un’esplosione di energia.”
Sara annuì, il suo sguardo fisso sul tè che teneva tra le mani. “Anche per me è stato così. Mi sentivo così connessa a me stessa, ma anche a voi. È difficile da spiegare, ma è come se il piacere fosse… più profondo, più significativo.”
Valentina sorrise, la sua espressione piena di comprensione. “È proprio questo il potere del tantra,” spiegò, la sua voce dolce ma ferma. “Non si tratta solo di piacere fisico, ma di connessione, di intimità. È un modo per esplorare noi stessi e gli altri, per andare oltre i limiti che ci siamo imposti.”
Io mi schiarii la voce, sentendo il bisogno di aggiungere qualcosa. “È vero. Il tantra ci insegna a essere presenti, a vivere il momento senza giudizio. E quando ci apriamo in questo modo, il piacere diventa qualcosa di… sacro.”
Sara e Irene mi guardarono, i loro sguardi pieni di curiosità. “Vuoi dire che… il sesso può essere spirituale?” chiese Irene, la sua voce piena di meraviglia.
Valentina annuì, posando la tazza sul tavolino. “Assolutamente sì. Il sesso è una forma di energia, e quando la canalizziamo con consapevolezza, può diventare una pratica spirituale. Ci aiuta a connetterci con il divino che è dentro di noi e negli altri.”
Il silenzio scese nella stanza, ognuno di noi immerso nelle proprie riflessioni. Poi Sara si rivolse a Valentina, il suo sguardo determinato. “Voglio imparare di più. Voglio sapere come si fa, come si può portare qualcuno a quel livello di piacere.”
Valentina sorrise, il suo sguardo si fece intenso. “Allora, voglio che tu mi dica cosa senti, cosa provi, in ogni momento. Non avere paura di esprimerti, di essere vulnerabile. È attraverso la vulnerabilità che si raggiunge la vera intimità.”
Irene si spostò sul divano, avvicinandosi a Valentina. “E io? Cosa posso fare per imparare? Voglio capire, voglio sentire quello che sentite voi.”
Io mi sentii ispirato, il mio cuore che batteva più forte. “Forse potremmo fare un esercizio insieme. Qualcosa che ci aiuti a entrare in sintonia l’uno con l’altro.”
Valentina annuì, la sua espressione piena di approvazione. “È un’ottima idea. Propongo un esercizio di respirazione sincronizzata. Ci aiuterà a entrare in contatto, a sentire le nostre energie che si muovono insieme.”
Ci alzammo tutti, lasciandoci guidare da Valentina. Ci sedemmo in cerchio, i nostri corpi nudi che riflettevano la luce delle candele. “Chiudete gli occhi,” disse Valentina, la sua voce che risuonava come un mantra. “Respirate profondamente. Sentite l’aria che entra e che esce. Adesso, iniziamo a sincronizzare i nostri respiri. Io inspiro, voi inspirate. Io espiro, voi espirate.”
Seguimmo le sue istruzioni, sentendomi cadere in uno stato di profonda concentrazione. Il suono dei nostri respiri diventò un unico ritmo, come un’orchestra che suonava all’unisono. Poi, Valentina iniziò a parlare, la sua voce un sussurro che risuonava nella mia mente. “Sentite l’energia che si muove dentro di voi. Sentitela fluire, scorrere, connettervi l’uno all’altro. Non c’è separazione, siamo tutti parte di un’unica energia.”
Mi sentii avvolgere da un’onda di calore, come se il mio corpo si stesse fondendo con quelli degli altri. Era un’esperienza indescrivibile, qualcosa che andava oltre il fisico, oltre il mentale. Era pura energia.
Poi, lentamente, Valentina ci guidò di nuovo alla realtà. “Aprite gli occhi,” disse, la sua voce dolce ma ferma. “Guardatevi negli occhi. Sentite la connessione che c’è ora tra di voi.”
Aprimmo gli occhi, e per un lungo momento, ci guardammo l’un l’altro in silenzio. C’era qualcosa di diverso, qualcosa che non potevo spiegare, ma che sentivo profondamente.
Sara fu la prima a parlare. “È incredibile,” mormorò, la sua voce tremante. “Mi sentivo… connessa a voi, come se fossimo una sola persona.”
Irene annuì, i suoi occhi che brillavano di emozione. “Anche io. È come se… il mio corpo e la mia mente fossero parte di qualcosa di più grande.”
Valentina sorrise, il suo sguardo pieno di orgoglio. “È questo il potere del tantra,” disse, la sua voce che risuonava come un insegnamento. “Quando ci apriamo completamente, quando ci permettiamo di essere vulnerabili, possiamo raggiungere livelli di connessione e piacere che vanno oltre l’immaginazione.”
Io mi sentii ispirato, il mio corpo ancora avvolto da quell’onda di energia. “Allora… cosa facciamo ora?” chiesi, la mia voce che tradiva l’eccitazione. “Vogliamo continuare a esplorare questa connessione?”
Valentina mi guardò, il suo sguardo penetrante. “Sì,” disse, la sua voce un sussurro. “Continuiamo.”

Capitolo 6: Il massaggio reciproco


Valentina si alzò lentamente, il suo corpo nudo che sembrava quasi brillare sotto la luce soffusa della mansarda. Con un sorriso enigmatico, rivolse lo sguardo a tutti noi. “Propongo un massaggio a quattro,” disse, la sua voce che scivolava dolcemente nell’aria come un sussurro seducente. “Ognuno di noi massaggerà una parte del corpo di un altro. Creeremo un intreccio di mani e piacere.”
Il mio cuore accelerò, il mio corpo che già iniziava a rispondere all’idea. Sara e Irene si scambiarono un’occhiata, i loro occhi che brillavano di eccitazione e curiosità. Nessuno di noi aveva mai provato qualcosa di simile, ma il tantra ci aveva insegnato a superare i confini, a lasciarci andare.
“Io inizio,” disse Valentina, posizionandosi dietro di me. Le sue mani calde si posarono sulle mie spalle, le dita che iniziarono a premere delicatamente, sciogliendo ogni tensione. Io, a mia volta, mi chinai verso Sara, che era seduta di fronte a me. Le mie mani si allargarono sui suoi fianchi, sentendo il calore della sua pelle sotto i palmi.
Sara si mise alle spalle di Irene, le sue mani che si posarono sulle spalle della ragazza dai capelli rossi. Irene, con un sorriso timido ma eccitato, si girò verso Valentina, le sue dita che iniziarono a massaggiare dolcemente la schiena della mia compagna.
Era un’intricata danza di corpi, un groviglio di sensazioni che sembrava fondere i nostri esseri in un tutt’uno. Le mani di Valentina scivolarono lungo la mia schiena, i suoi pollici che premevano con precisione sui punti più tesi. Io, mentre massaggiavo i fianchi di Sara, sentivo il suo respiro accelerare, il suo corpo che si arcuava leggermente sotto il mio tocco.
“Mmm… questo è incredibile,” mormorò Sara, le sue mani che si muovevano con sicurezza sulle spalle di Irene. Irene, a sua volta, emise un gemito sommesso mentre Valentina la massaggiava, le sue dita che si intrecciavano tra i capelli rossi della ragazza.
Le sensazioni si moltiplicavano, ogni tocco che portava con sé un’onda di piacere. Le mani di Sara si spostarono dalle spalle di Irene ai suoi seni, le dita che accarezzavano delicatamente i capezzoli già induriti. Irene sussultò, il suo corpo che si contrasse sotto il tocco esperto di Sara.
“Mi piace come mi fai sentire,” sussurrò Irene, la sua voce tremante di eccitazione. “Non avevo mai provato niente di simile.”
Io, intanto, continuavo a massaggiare i fianchi di Sara, ma le mie mani iniziarono a spostarsi lentamente verso la sua natica. Sentii la sua pelle tremare sotto le mie dita, il suo respiro che diventava sempre più irregolare. “Ti piace?” le chiesi, la mia voce bassa e roca.
“Sì… non smettere,” mormorò Sara, il suo corpo che si inclinò leggermente verso di me.
Valentina continuava a massaggiarmi, ma le sue mani iniziarono a spostarsi lungo la mia schiena, fino a raggiungere i miei glutei. Sentii le sue dita che affondavano nella mia carne, premendo con una forza che mi faceva gemere di piacere. “Marco… rilassati,” sussurrò lei, la sua voce carezzevole.
Le sensazioni si sovrapponevano, un turbine di piacere senza fine. Irene, mentre Sara le massaggiava i seni, si girò verso Valentina, le sue mani che si posarono sui miei glutei. Sentii le sue dita che si muovevano con delicatezza, esplorando ogni curva del mio corpo.
“Sei così… sensuale,” mormorò Irene, i suoi occhi che mi guardavano con un misto di eccitazione e ammirazione. “Mi piace come rispondi al mio tocco.”
Non riuscivo più a trattenermi. Le mie mani si spostarono dalla natica di Sara alla sua coscia, le dita che iniziarono a salire lentamente verso il suo centro. Sentii il suo corpo che si tendeva, il suo respiro che diventava sempre più veloce. “Sara… sei così bella,” sussurrai, la mia voce che tradiva il desiderio.
Le sue gambe si aprirono leggermente, il suo corpo che sembrava invitarmi a continuare. Le mie dita sfiorarono le sue labbra, sentendo il calore e l’umidità che emanavano. Sara emise un gemito sommesso, il suo corpo che si inarcò ancora di più.
“Marco… non fermarti,” mormorò, la sua voce che era quasi un sussurro.
Le mani di Valentina intanto si spostarono dalla mia schiena alle mie cosce, le dita che iniziarono a massaggiare delicatamente l’interno delle mie gambe. Sentii il mio corpo che rispondeva al suo tocco, il mio cazzo che pulsava di desiderio.
“Ti piace, vero?” sussurrò Valentina, la sua voce che mi faceva venire i brividi. “Ti piace essere toccato così?”
“Sì… mi piace,” risposi, la mia voce che tremava di eccitazione.
Le mani di Irene, si spostarono dai miei glutei al mio cazzo, le dita che iniziarono a massaggiarlo con delicatezza. Sentii il mio corpo che esplodeva di piacere, ogni tocco che sembrava portarmi sempre più vicino all’orgasmo.
“Marco… sei così eccitato,” mormorò Irene, i suoi occhi che mi guardavano con un misto di desiderio e ammirazione.
Intanto, continuavo a massaggiare Sara, le mie dita che si muovevano con maestria tra le sue labbra. Sentii il suo corpo che si contorceva sotto il mio tocco, il suo respiro che diventava sempre più irregolare.
“Sara… stai per venire?” le chiesi, la mia voce bassa e roca.
“Sì… sto per esplodere,” mormorò, il suo corpo che si inarcò ancora di più.
Le mani di Valentina si spostarono dalle mie cosce al mio petto, le dita che iniziarono a massaggiare delicatamente i miei capezzoli. Sentii il mio corpo che rispondeva al suo tocco, il mio cazzo che pulsava di desiderio.
“Marco… sei così bello quando sei eccitato,” sussurrò Valentina, la sua voce che mi faceva venire i brividi.
Le mani di Irene, continuavano a massaggiare il mio cazzo, le dita che si muovevano con maestria. Sentii il mio corpo che esplodeva di piacere, ogni tocco che sembrava portarmi sempre più vicino all’orgasmo.
“Marco… sto per…” mormorò Sara, il suo corpo che si contrasse sotto il mio tocco.
“Sì, vieni per me,” le sussurrai, le mie dita che continuavano a muoversi tra le sue labbra.
Le mani di Valentina si spostarono dal mio petto al mio cazzo, le dita che iniziarono a massaggiarlo con delicatezza. Sentii il mio corpo che esplodeva di piacere, ogni tocco che sembrava portarmi sempre più vicino all’orgasmo.
“Marco… sei così eccitato,” mormorò Valentina, i suoi occhi che mi guardavano con un misto di desiderio e ammirazione.
Le mani di Irene, si spostarono dal mio cazzo ai miei glutei, le dita che iniziarono a massaggiare delicatamente l’interno delle mie cosce. Sentii il mio corpo che rispondeva al suo tocco, il mio cazzo che pulsava di desiderio.
“Marco… vuoi che ti faccia venire?” sussurrò Irene, la sua voce che mi faceva venire i brividi.
“Sì… fammi venire,” risposi, la mia voce che tremava di eccitazione.
Le mani di Irene si spostarono dai miei glutei al mio cazzo, le dita che iniziarono a massaggiarlo con maestria. Sentii il mio corpo che esplodeva di piacere, ogni tocco che sembrava portarmi sempre più vicino all’orgasmo.
“Marco… stai per venire?” mormorò Valentina, i suoi occhi che mi guardavano con un misto di desiderio e ammirazione.
“Sì… sto per esplodere,” risposi, la mia voce che tremava di eccitazione.
Le mani di Irene continuarono a massaggiare il mio cazzo, le dita che si muovevano con maestria. Sentii il mio corpo che esplodeva di piacere, ogni tocco che sembrava portarmi sempre più vicino all’orgasmo.
“Marco… vieni per me,” sussurrò Irene, la sua voce che mi faceva venire i brividi.
“Sì, sto per…” mormorai, il mio corpo che si contrasse sotto il suo tocco.
“Vieni, Marco,” sussurrò Valentina, i suoi occhi che mi guardavano con un misto di desiderio e ammirazione.
“Sì, sto per…” mormorai, il mio corpo che si contrasse sotto il suo tocco
"Vieni per noi," sussurrò Sara, la sua voce che mi faceva venire i brividi.


Capitolo 6: Liberare l'energia sessuale


Il silenzio nella mansarda era rotto solo dal respiro sincronizzato di noi quattro, i corpi ancora scossi dalle onde di piacere appena vissute. Valentina si alzò lentamente, il suo corpo nudo che sembrava quasi brillare alla luce soffusa delle candele. Si passò una mano tra i capelli biondi, fissandomi con uno sguardo che conoscevo bene.
“Forse è il momento di una pausa,” propose, la sua voce calma ma carica di un’emozione che non riuscivo a decifrare subito. “Per riflettere su ciò che stiamo vivendo. Alla fine di questo percorso, potremmo anche decidere di fare sesso in modo più tradizionale, se tutti siamo d’accordo.”
“Io sono pronta,” rispose Irene senza esitazione, sorprendendo tutti. I suoi occhi verdi brillavano di una determinazione che non mi aspettavo. “Sara e io l’abbiamo già fatto molte volte. Ormai siamo abituate a esplorare insieme il nostro piacere.”
Sara, accanto a lei, annuì con un sorriso malizioso. “È vero. Siamo bisessuali, diciamo. E Irene è stata la mia prima… e unica, finora.”
Valentina mi guardò, un’espressione di complicità sul suo volto. “E tu, Marco? Come ti senti?”
Ero ancora troppo scosso per rispondere subito. Il mio “cazzetto”, come Valentina lo chiamava con affetto, era ancora parzialmente intorpidito dall’orgasmo appena vissuto, ma qualcosa nel suo sguardo mi fece tornare la voglia. Non riuscii a dire nulla, ma il mio corpo parlò per me. Valentina sorrise, comprendendo.
Mi fece stendere di nuovo sul tappeto morbido, e si mise tra le mie gambe, il suo viso a pochi centimetri dal mio cazzo. I suoi capelli biondi mi sfioravano le cosce, e il mio cuore cominciò a battere più forte. “Sei pronto per un altro viaggio?” mi sussurrò, la sua voce calda e sensuale. Non aspettai una risposta. La sua lingua cominciò a lambire il mio membro, lentamente, con una delicatezza che mi fece rabbrividire.
“Valentina…” mormorai, la mia voce rotta dal piacere. Lei non rispose, ma continuò a baciarmi, a leccarmi, a succhiarmi con una dedizione che mi fece dimenticare tutto il resto.
A pochi metri da noi, Sara e Irene si erano già messe in posizione. Irene si era distesa sulla schiena, le gambe aperte, mentre Sara si era posizionata sopra di lei, il suo viso tra le cosce della ragazza. Le loro labbra si cercarono, si sfiorarono, si unirono in un bacio profondo e appassionato. Poi, senza preavviso, Sara abbassò il viso tra le gambe di Irene, le sue labbra che si posarono sulle piccole labbra rosse e ricce della ragazza.
“Ah… Sara…” gemette Irene, la sua voce che si alzò di tono mentre Sara cominciava a leccarla con decisione. Sara non perse tempo, le sue mani che afferrarono i fianchi di Irene, tenendola ferma mentre la sua lingua esplorava ogni centimetro di quella figa già bagnata.
Distolsi lo sguardo da loro per un momento, concentrandomi su Valentina, che continuava a succhiarmi con una passione che mi faceva perdere il controllo. La sua bocca calda e umida mi avvolgeva completamente, e cominciavo a sentire il piacere montare di nuovo. La mia mano si posò sulla sua testa, le mie dita che si intrecciarono tra i suoi capelli, spingendola delicatamente verso di me.
“Più… Valentina…” sussurrai, la mia voce rotta dal desiderio. Lei obbedì, aumentando il ritmo, la sua lingua che danzava intorno alla punta del mio cazzo, ora completamente duro.
Nel frattempo, Sara e Irene continuavano a esplorarsi a vicenda. Irene aveva afferrato la testa di Sara, spingendola ancora più profondamente tra le sue gambe, mentre lei stessa si protendeva verso di lei, le labbra che cercavano il sapore della sua figa. Le loro lingue si intrecciavano, si sfioravano, si univano in un 69 perfetto, ogni movimento che portava entrambe a nuovi picchi di piacere.
“Sara… sì… proprio lì…” gemette Irene, il suo corpo che si contorceva sotto il tocco esperto di Sara. Sara non rispose, ma il suono dei suoi gemimenti mi fece capire che anche lei stava godendo ogni momento di quello scambio.
Ero sempre più vicino all’orgasmo, il mio cazzo che pulsava nella bocca di Valentina. Lei lo sentì, e aumentò ancora il ritmo, le mani che afferrarono le mie cosce, tenendomi fermo mentre mi succhiava con una forza che quasi mi fece venire subito.
“Valentina… sto per…” mormorai, il mio respiro che si faceva sempre più corto. Lei non si fermò, anzi, mi guardò con uno sguardo che mi disse tutto. Non dovevo trattenermi.
Con un ultimo sussulto, raggiunsi l’orgasmo, il mio seme che sgorgò nella bocca di Valentina. Lei continuò a succhiarmi, assorbendo ogni goccia, mentre io crollavo sul tappeto, completamente esausto ma felice.
Dall’altra parte della stanza, Sara e Irene stavano vivendo il loro momento di piacere. Irene urlò, il suo corpo che si contrasse violentemente mentre raggiungeva l’orgasmo. Sara non si fermò, continuando a leccarla fino a quando Irene non crollò, completamente sfinita.
Rimanemmo tutti in silenzio per un momento, il respiro pesante che riempiva la stanza. Valentina si avvicinò a me, il suo corpo caldo che si posò sul mio. “Che ne pensi?” mi sussurrò all’orecchio, la sua voce piena di una soddisfazione che condividevo pienamente.
“È stato incredibile,” risposi, i miei occhi che si chiusero mentre il piacere continuava a scorrere nel mio corpo.
Valentina sorrise, i suoi denti che afferrarono delicatamente il mio lobo dell’orecchio. “Siamo solo all’inizio, Marco,” mi sussurrò. “Ci sono ancora tante cose che possiamo fare insieme.”
Non risposi, ma il mio sorriso disse tutto. Ero pronto per qualsiasi cosa. Con Valentina, Sara e Irene, il Tempio del Piacere Tantrico era diventato il luogo perfetto per esplorare i nostri desideri più profondi. E non vedevo l’ora di scoprire cosa ci riservava il futuro.









Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Il Tempio del massaggio Tantrico:

Altri Racconti Erotici in Prime Esperienze:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni