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Lui & Lei

Io e Claudia 2° cap. (Storia vera)


di Membro VIP di Annunci69.it cazzobonsai69
25.03.2025    |    813    |    2 9.6
"Non volevo essere lì, ma Valentina, mia moglie, aveva insistito: “È una bella giornata per stare in famiglia, ” aveva detto..."
-giornata in piscina.- capitolo 2 (storia vera tra me e Claudia)


Il sole splendeva alto nel cielo e l’acqua della piscina scintillava, simile a una distesa di diamanti. Le risate dei bambini echeggiavano nell'aria, mentre i genitori si godevano il relax sulle sdraio. Un quadretto perfetto, quasi idilliaco… tranne che per me. Mi sentivo completamente fuori luogo, impacciato e a disagio. Non volevo essere lì, ma Valentina, mia moglie, aveva insistito: “È una bella giornata per stare in famiglia,” aveva detto. Ed eccomi qui, intrappolato in mezzo a questa folla di genitori e bambini, schiacciato dal peso del mio segreto.

Indossavo dei boxer, anziché un costume slip. La sola idea di esporre il mio… "attributo" da sei centimetri mi faceva venire la pelle d'oca. Mi nascondevo dietro un asciugamano, sperando di evitare gli sguardi curiosi delle altre madri e padri. Ma c’era una persona in particolare che temevo di incontrare: Claudia.

Claudia. La donna che mi aveva medicato dopo l’incidente in bicicletta. Lei conosceva il mio… "problema". Ricordo ancora il suo sguardo, neutro, professionale, mentre esaminava le ferite. Ma avevo colto un lampo di imbarazzo nei suoi occhi, un brevissimo istante in cui aveva notato la mia piccolezza. Da allora, avevo evitato di accompagnare mio figlio all'asilo, pur di non rischiare di incrociarla. Ma oggi non c'era scampo.

Ed eccola lì. Claudia, avvolta in un bikini nero che ne esaltava le curve generose e i suoi larghi fianchi. I suoi capelli castani le ricadevano sciolti sulle spalle, e la sua pelle candida sembrava quasi brillare sotto il sole.
I fianchi erano ampi, e, nonostante sembrasse leggermente a disagio per il suo seno prorompente e per il largo bacino che aveva, emanava una bellezza disarmante. Accanto a lei, Luca, suo marito. Alto, atletico, già abbronzato, indossava un costume slip bianco che lasciava ben poco all’immaginazione.
Notai gli sguardi di alcune mamme, che, con la coda dell'occhio, cercavano di non farsi scoprire ad ammirare il suo "volume". Un cazzo mostruoso.

Mi sentii immediatamente sminuito, insignificante. Non potei fare a meno di paragonarmi a lui. Come può un uomo essere così perfetto?, pensai, accarezzando nervosamente il bordo dei miei boxer.

“Marco, vieni a fare un tuffo!” gridò Valentina, strappandomi ai miei tormenti interiori.

“No, no, sto bene qui,” risposi frettolosamente, stringendo l’asciugamano attorno alla vita.

Ma era troppo tardi. Claudia aveva sentito la mia voce e si stava avvicinando. Il mio cuore accelerò i battiti e un rivolo di sudore mi imperlò la fronte.

“Ciao, Marco,” disse con un sorriso timido. “È da un po’ che non ci vediamo.”

“Ciao, Claudia,” balbettai, evitando il suo sguardo. “Sì, sono stato molto impegnato.”

Lei annuì, ma sentivo che sapeva la verità. Aveva percepito la mia paura, il mio disagio. Forse stava ripensando a quel giorno, a quando mi aveva visto nudo, piccolo e vulnerabile.

“Claudia, vieni qui! Luca sta per fare un tuffo!” gridò una delle mamme dall’altra parte della piscina.

Claudia mi lanciò un'ultima occhiata, un misto di comprensione e imbarazzo, poi si allontanò verso il bordo della piscina.

Rimasi lì, immobile, a osservare Luca mentre si preparava al tuffo. Tutti lo guardavano: le mamme, i papà, persino i bambini sembravano affascinati dalla sua presenza. Quando si lanciò in acqua, il suo corpo disegnò una linea perfetta e l’acqua lo accolse senza opporre resistenza.

“Che tipo impressionante,” mormorò un padre accanto a me.

Annuii, ma dentro di me ribollivano invidia e gelosia. Come sarebbe essere così sicuro di sé?, mi chiesi.

Valentina mi raggiunse, posando una mano sulla mia spalla. “Tutto bene, Marco?”

“Sì, sì, tutto a posto,” mentii, sforzandomi di apparire rilassato.

Ma lei mi conosceva troppo bene per non capire che qualcosa non andava. “Se vuoi, possiamo andare via prima,” propose.

“No, no, stiamo bene qui,” dissi, anche se ogni cellula del mio corpo urlava di voler fuggire.

Intorno a me, le voci delle mamme si mescolavano al rumore dell’acqua. “Hai visto Luca? Che fisico!” disse una.

“E quel costume… non so come faccia Claudia a gestirlo,” aggiunse un’altra, ridacchiando.

Cercai di non ascoltare, ma le parole mi raggiunsero lo stesso, come pugnalate alla mia autostima.

Claudia stava chiacchierando con un gruppo di mamme e sorrideva, ma il suo sorriso mi appariva forzato. Sapevo che anche lei si sentiva a disagio, seppur per motivi diversi. Forse, in qualche modo, ci capivamo, anche se non avevamo mai parlato di ciò che ci rendeva vulnerabili.

“Claudia, vieni a fare un tuffo!” urlò Luca, emergendo dall’acqua con il costume aderente che non lasciava spazio all’immaginazione.

Lei scosse la testa, ridacchiando. “No, sto bene qui!”

Ma Luca non sembrava intenzionato a darle tregua. Si avvicinò a lei e, per un attimo, pensai che volesse trascinarla in acqua. Invece, le prese la mano e la spinse delicatamente verso il bordo della piscina.

“Dai, non fare la timida!” la incoraggiò, tra le risate degli altri.

Claudia si guardò intorno, come se cercasse una via di fuga, poi, rassegnata, si lanciò in acqua.

Rimasi a guardare, combattuto tra ammirazione e invidia. Ammirazione per Claudia, che aveva trovato il coraggio di affrontare la sua paura, e invidia per Luca, così sicuro di sé, così… perfetto.

“Marco, ci raggiungi?” gridò Valentina, cercando di attirare la mia attenzione.

Ma ero paralizzato. Troppo preso dai miei pensieri, dalle mie insicurezze.

Claudia riemerse dall’acqua, tossendo e ridendo. “Eri davvero determinato a farmi bagnare!” disse a Luca, mentre lui sorrideva, soddisfatto del suo gesto.

“Era per il tuo bene,” rispose, prendendola in braccio e facendola volteggiare nell’acqua.

Lei urlò, ma la sua voce era piena di gioia.

Mi sentivo sempre più piccolo, sempre più invisibile. Inaspettatamente, Claudia mi guardò. I nostri sguardi si incrociarono e, per un istante, ebbi la sensazione che le nostre anime si fossero sfiorate. Mi sorrise, un sorriso dolce, comprensivo.

“Marco, vieni a fare il bagno?” disse Valentina, posando una mano sulla mia spalla.

La guardai, cercando di trovare la forza per superare la mia paura. “Forse più tardi,” risposi, stringendo l’asciugamano attorno alla vita.

Quando mi voltai di nuovo verso la piscina, Claudia mi stava ancora guardando. Mi fece un cenno con la mano, invitandomi a unirmi a loro.

“Dai, Marco, non fare il timido,” disse con un sorriso.

Il mio cuore perse un battito. Mi stava davvero invitando? O era solo un gesto di cortesia?

“Vai, Marco,” mormorò Valentina, dandomi una leggera spinta.

Feci un respiro profondo, cercando di trovare il coraggio. Ma, prima che potessi muovere un passo, Luca si fece avanti.

“Ehi, Marco, vieni qui!” urlò, strappandomi alle mie insicurezze.

Lo guardai, sentendo il peso di tutti quegli sguardi su di me. Forse era arrivato il momento di affrontare le mie paure, di smettere di nascondermi. Feci un passo avanti, poi un altro, fino a raggiungere il bordo della piscina.

“Dai, salta!” mi incoraggiò Luca, con un sorriso sincero.

Guardai l’acqua, poi lui, poi Claudia. Lei sorrise e, in quel momento, mi sembrò che tutto il mio imbarazzo svanisse.

“Va bene,” dissi e mi lanciai in acqua.

L’impatto fu rinfrescante e, per un attimo, dimenticai tutto. C’erano solo io e l’acqua e i miei pensieri sembrarono dissolversi.

Quando riemersi, tutti applaudivano. “Bravo, Marco!” gridò Valentina, con orgoglio.

Claudia si avvicinò e mi sorrise. “Visto? Non era poi così male.”

Annuii, sentendo un’ondata di sollievo. Forse, finalmente, avevo iniziato a superare la mia paura.

Ma, mentre nuotavo accanto a lei, non potevo fare a meno di pensare a Luca e a come il suo "cazzone" sembrasse sempre lì, a ricordarmi la mia piccolezza.

“Claudia,” dissi, cercando di distrarmi. “Come sta tuo figlio?”

Lei sorrise e iniziò a parlare, mentre io mi sforzavo di concentrarmi sulle sue parole, invece che sul mio segreto.

Ma, dentro di me, sapevo che quella giornata in piscina era solo l’inizio. Il mio imbarazzo non sarebbe svanito così facilmente. E forse, un giorno, avrei dovuto affrontare i miei demoni una volta per tutte.

Il tardo pomeriggio era ormai arrivato e Luca era diventato la star indiscussa della piscina. Ogni suo movimento sembrava attirare l’attenzione di tutti, soprattutto delle mamme. Il suo costume a slip faceva fatica a contenere quel "pacco" impressionante e gli sguardi delle donne si posavano su di lui con una frequenza che non passava certo inosservata. Luca sembrava a suo agio, come se sapesse esattamente l’effetto che aveva su di loro. Parlava con disinvoltura, rideva, si muoveva con una sicurezza che io non avevo mai avuto.

Gli altri genitori avevano proposto di andare a mangiare una pizza verso sera e, dopo, di fare un aperitivo a bordo piscina. Prima, però, tutti avrebbero dovuto passare per gli spogliatoi per farsi una doccia. Già mi sentivo a disagio al solo pensiero. Entrammo negli spogliatoi e mi trovai immediatamente in difficoltà. I padri dei compagni di mio figlio erano tutti più giovani di me, con fisici atletici e una sicurezza che sembrava irradiare da ogni loro movimento. Ne osservai alcuni mentre si svestivano e notai che avevano tutti un "cazzo" normale, alcuni addirittura molto dotati. Ma il più impressionante era senza dubbio Luca. Il suo cazzo era enorme, forse ventidue centimetri da molle, con una circonferenza che lasciava senza parole e che sembrava mostruosamente largo.

Aspettai che tutti entrassero nelle docce e, per fortuna, c’era un sipario che le divideva, garantendo una certa privacy. Mi affrettai a correre sotto la doccia senza farmi vedere nudo. Mi vergognavo troppo. Mentre l’acqua calda scorreva sul mio corpo, cercai di rilassarmi, ma era impossibile. Dalla parete adiacente sentii Claudia che salutava le altre mamme. “Vado a sedermi al bar,” disse con quella voce dolce che mi faceva sempre rabbrividire."vi aspetto la!"

Appena Claudia uscì, le altre donne iniziarono a ridere e a chiacchierare. “Avete visto il "cazzo" del marito di Claudia?” disse una di loro, con un tono che non lasciava spazio all’immaginazione. “È enorme! Non riesco a credere che il costume riesca a contenerlo.”

“Sì, è impressionante. Sarà lungo almeno 20 centimetri” aggiunse un’altra, ridacchiando. “Mi chiedo come faccia Claudia a prenderlo tutto . Penso che abbia la "figa" larga e profonda per essere penetrata da lui.”

I commenti erano volgari e spinti e io non potevo fare a meno di ascoltarli. Erano invidiose, ma allo stesso tempo curiose. Tra loro c’era anche mia moglie Valentina, che non esitò a unirsi alle risate. “Beh, Luca è sicuramente ben dotato,” disse, con un tono che mi fece stringere lo stomaco. “Chissà se Claudia riesce a godere con un "cazzo" così grande o sente solo dolore”.
Un'altra mamma ridendo affermo che anche lei avrebbe sofferto volentieri,se avesse trombato con un cazzo del genere.

Mentre gli altri uomini uscivano dallo spogliatoio, io rimasi sotto la doccia, cercando di non farmi vedere. Mi sentivo sempre più imbarazzato e, allo stesso tempo, eccitato. Le risate e i commenti delle donne continuavano a riecheggiare nella mia mente e non riuscivo a smettere di pensare a Claudia, ai suoi fianchi larghi di cui tanto si vergognava e a come sarebbe potuta essere scopata con un uomo come Luca.

Alla fine, non resistetti più. Mi avvicinai al muro, appoggiando una mano contro il freddo marmo, mentre l’altra scivolava lentamente lungo il mio corpo, fino a raggiungere il mio "cazzetto" piccolo e molle. Immaginai Claudia di fronte a me, con quel bikini nero che aderiva perfettamente ai suoi fianchi larghi, la pelle bianca che luccicava sotto il sole. La mia mano si mosse più velocemente, mentre i pensieri si facevano sempre più vividi. Imnlmaginavo...Claudia chev si girava verso di me, sorridendo, con quella sicurezza che sapeva esattamente cosa stava facendo. “Marco,” sussurrava, avvicinandosi, “non devi vergognarti.”

I commenti delle donne continuavano a filtrare attraverso il muro, intervallati da risate e frasi volgari. “Luca deve essere un vero mostro a letto,” disse una di loro, con un tono che non lasciava spazio all’immaginazione. “Chissà se Claudia riesce a soddisfarlo.”

“Beh, con un "cazzo" così, penso che sia difficile tenergli testa,” aggiunse un’altra, ridacchiando. “Deve essere una dura per lei.”

Io continuavo a masturbarmi, immaginando Claudia di fronte a me, mentre i commenti delle donne alimentavano la mia fantasia. La mia mano si muoveva sempre più velocemente, mentre il mio respiro diventava sempre più affannato. Immaginai Claudia che si avvicinava, i suoi fianchi larghi che si muovevano con una sensualità che non riuscivo a ignorare. “Marco,” sussurrava di nuovo, “non devi vergognarti del tuo minuscolo cazzo.”

Alla fine, non riuscii più a resistere. Uno spasmo attraversò il mio corpo, mentre il mio "cazzettino" si contraeva tra le mie dita, rilasciando una grossa quantità di sperma. Mi appoggiai contro il muro, cercando di riprendere fiato, mentre i commenti delle donne continuavano a filtrare attraverso il muro.

“Beh, Luca è sicuramente un caso a parte,” disse una di loro, con un tono che mi fece stringere lo stomaco. “Penso che tutte noi vorremmo avere un marito così.”

“Sì, ma chissà se Claudia riesce a godere con un "cazzo" così grande.Sarei curiosa di saperlo” aggiunse un’altra, ridacchiando. “Deve essere una bella sfida per lei scopare con lui.”

Io rimasi lì, sotto la doccia, cercando di riprendere fiato, mentre i pensieri continuavano a turbinare nella mia mente. Claudia, Luca, il mio imbarazzo, tutto si mescolava in un caos di emozioni che non riuscivo a controllare. Ma sapevo che quella giornata in piscina era solo l’inizio. Il mio imbarazzo non sarebbe svanito così facilmente. E forse, un giorno, avrei dovuto affrontare i miei demoni una volta per tutte.


Sentivo le ultime mamme che si asciugavano i capelli e continuavano a parlare del "cazzo" enorme di Luca. Alcune descrivevano in modo volgare e da "porche" cosa gli avrebbero fatto se avessero "scopato" con lui.

“Io me lo farei venire in faccia, senza pensarci due volte! Con quella bestia, ti spacca la gola!” diceva una.

"Se mi riempisse la mia fighetta, sai che goduria!" diceva un'altra.

Alcune si domandavano se i fianchi larghi di Claudia fossero così larghi perché aveva partorito o perché era stato Luca a "sfondarla". E ridevano. Alcune dicevano che se lo sarebbero "scopato" volentieri.

Io mi stavo rivestendo, e a sentirle il mio "bonsai" diventava ancora più duro. Avrei sborrato volentieri un'altra volta, ma ero in ritardo.
Sono stato l'ultimo a uscire e quando sono uscito tutti mi hanno guardato e applaudito. Anche Valentina e Claudia hanno applaudito. L'aperitivo era pronto e Valentina mi disse che aveva invitato a casa nostra Claudia,il giorno successivo per bere qualcosa. Rimasi pietrificato.....

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