Gay & Bisex
Marina di Vecchiano (storia vera)


03.04.2025 |
50 |
0
"Mi fece girare, e prima che potessi capire cosa stesse succedendo, prese il piccolo vibratore dal comodino e lo infilò dentro di me..."
Il sole filtrava dalle tende semichiuse, creando strisce dorate sul letto disfatto. Ero sdraiato accanto a Claudia, il mio corpo ancora caldo e appicicoso dopo la nostra ultima scopata. Lei era stesa, nuda, i suoi lunghi capelli castani sparsi sul cuscino, gli occhi marroni socchiusi mentre fissava il soffitto. I suoi fianchi larghi si muovevano leggermente con il respiro, e la sua figa rasata, con quel ciuffetto di peli neri che tanto mi eccitava, era ancora bagnata e piena della mia sborra. Io ero nudo, il mio cazzo già morbido e appiccicoso, leggermente umido.
Claudia prese il telecomando dalla mensola accanto al letto e accese la TV. Inizialmente passò da un canale all’altro, senza fermarsi, ma poi si bloccò su un canale porno. Un trans asiatico, con un cazzo piccolo ma duro e un seno minuscolo, stava inculando un uomo robusto. La scena era esplicita, e Claudia sorrise, i suoi occhi che si illuminarono di una luce maliziosa.
“Guarda quello lì”, disse, indicando lo schermo con un dito. “Si fa inculare come se fosse il suo lavoro.”
Mi guardò, il suo sguardo intenso, mentre la sua mano scivolava sul mio petto villoso, accarezzandomi lentamente. Sentivo il calore delle sue dita sulla mia pelle, e mi trovai a guardarla, cercando di capire dove volesse andare a parare.
“Ti piace?” le chiesi, la voce bassa e rauca.
Lei sorrise ancora, i suoi occhi che si illuminarono di una luce maliziosa. “Sì, mi piace”, rispose, la sua voce un sussurro. “Mi piace vedere un uomo che si fa dominare.”
Claudia si chinò verso di me, i suoi capelli castani che mi sfioravano il petto, e all’improvviso sentii il suo caldo respiro sul mio cazzo. Lo guardai, incredulo, mentre lei iniziava a farmi un pompino, la sua bocca calda che mi avvolgeva lentamente. Nonostante fossi già stato dentro di lei, il suo tocco mi fece riprendere vita, e sentii il mio cazzo indurirsi di nuovo.
Guarda lo schermo, mentre Claudia mi succhiava, e vidi l’uomo che si faceva inculare dal trans asiatico. Era una scena stranamente eccitante, e sentii il mio corpo rispondere, il desiderio che si riaccendeva dentro di me.
Claudia continuava a succhiarmi, il suo ritmo che diventava sempre più veloce mentre guardava lo schermo, i suoi occhi fissi sull’uomo che si faceva dominare. “Ti piace vedere un uomo che si fa scopare?” le chiesi, la voce spezzata dal piacere.
Lei si fermò, la sua bocca che si allontanò dal mio cazzo, e mi guardò con uno sguardo intenso. “Sì”, rispose, la voce un sussurro. “Mi piace vederlo, e mi piace farlo.”
Sentii il mio cuore accelerare, il desiderio che mi attraversava il corpo. La presi per i fianchi e la girai, mettendola a pecorina. Lei si sistemò, i suoi fianchi larghi che si muovevano lentamente, mentre io mi posizionai dietro di lei, il mio cazzo duro che premeva contro la sua figa bagnata.
Lei guardava ancora lo schermo, i suoi occhi fissi sull’uomo che si faceva inculare, mentre io iniziavo a spingermi dentro di lei, il mio cazzo che scivolava lentamente nella sua figa calda e stretta. Sentii il suo corpo contrarsi intorno a me, e lei emise un gemito basso, il suo respiro che si faceva più veloce.
_“Sei una troia” le dissi, la voce bassa e rauca. “Ti piace farti scopare mentre guardi un uomo che si fa dominare?”
Lei annuì, il suo respiro che si faceva più veloce, mentre io continuavo a spingermi dentro di lei, il mio cazzo che si muoveva avanti e indietro nella sua figa stretta. Lei si masturbava, le sue dita che si muovevano velocemente sul suo clitoride, mentre guardava lo schermo, i suoi occhi fissi sull’uomo che si faceva inculare.
Ero dominante, il mio corpo che si muoveva con forza e determinazione, mentre continuavo a spingerla, il mio cazzo che andava e veniva dentro di lei. Lei gemette, il suo corpo che si contorceva sotto di me, mentre il suo piacere cresceva.
All’improvviso, Claudia si voltò, i suoi occhi che mi fissavano con una luce maliziosa. “Adesso tocca a te” disse, la voce bassa e suadente.
Mi fece girare, e prima che potessi capire cosa stesse succedendo, prese il piccolo vibratore dal comodino e lo infilò dentro di me. Sentii il mio corpo contrarsi, il piacere che mi attraversava il corpo mentre lei iniziava a muoversi, il vibratore che si muoveva avanti e indietro dentro di me.
“Ti piace questo, Marco?” mi chiese, la voce un sussurro mentre continuava a muoversi, il vibratore che mi penetrava profondamente. “Ti piace farti scopare da me?”
Il mio corpo rispose, il piacere che mi attraversava il corpo, mentre lei continuava a muoversi, il vibratore che mi penetrava sempre più profondamente. “Sei una troia” le dissi, la voce bassa e rauca, mentre il mio corpo si contorceva sotto di lei. “Mi stai scopando come una troia.”
Lei sorrise, i suoi occhi che si illuminarono di una luce maliziosa, mentre continuava a muoversi, il vibratore che mi penetrava sempre più profondamente. “E tu ti fai scopare come una puttana” rispose, la voce un sussurro. “Ti piace farti dominare?”
Il mio corpo rispose, il piacere che mi attraversava il corpo, mentre lei continuava a muoversi, il vibratore che mi penetrava sempre più profondamente. “Sì” dissi, la voce spezzata dal piacere. “Mi piace.”
Lei sorrise ancora, i suoi occhi che si illuminarono di una luce maliziosa, mentre continuava a muoversi, il vibratore che mi penetrava sempre più profondamente. “Allora godi, Marco” disse, la voce bassa e suadente. “Godi come una puttana.”
Claudia si alzò dal letto, il suo corpo ancora lucido di sudore e sborra. Mi raggiunse con un sorriso malizioso, e con un gesto deciso mi prese per mano. “Andiamo, Marco. Facciamo una doccia veloce.” La sua voce era suadente, e io non potevo far altro che seguire il suo comando.
In bagno, l’acqua calda ci avvolse, cancellando ogni traccia del nostro intenso gioco. Claudia mi lavò con cura, le sue mani che scivolavano sul mio corpo come se volesse ricordare ogni dettaglio. “Hai fatto il bravo” sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio. “E ora ti meriti una sorpresa.”
Non mi diede il tempo di chiedere cosa intendesse. Uscita dalla doccia, si asciugò velocemente e indossò un vestito leggero che lasciava poco all’immaginazione. Io mi vestii in fretta, seguendola fuori dall’appartamento. Salimmo in macchina, e questa volta fu lei a prendere il volante.
La strada per Marina di Vecchiano era tranquilla, il sole alto nel cielo. Claudia guidava con sicurezza, ogni tanto lanciandomi occhiate cariche di intenzioni. “Dove stiamo andando?” chiesi, ma lei si limitò a sorridere, senza rispondere.
Dopo circa mezz’ora, arrivammo a destinazione. Claudia iniziò a girare intorno alle rotonde, rallentando ogni volta che incrociava qualcuno. “Cosa stai cercando?” domandai, ma ancora una volta ricevetti solo un sorriso enigmatico.
Poi, finalmente, si sdianò a un giovanotto sui vent’anni. Paolo. Aveva un fisico atletico, capelli scuri e uno sguardo che tradiva una certa curiosità. Claudia parcheggiò la macchina e scese, lasciandomi seduto lì a chiedermi cosa stesse combinando.
Vidi Claudia avvicinarsi a Paolo, i loro corpi così vicini da sembrare quasi intrecciati. Parlavano a bassa voce, e io non riuscivo a cogliere le parole. Il mio stomaco si contrasse in un misto di eccitazione e ansia. Chi era quel ragazzo? E perché Claudia sembrava così interessata?
Dopo qualche minuto, Claudia tornò alla macchina. Senza dire una parola, parcheggiammo e lei mi fece cenno di seguirla. Camminammo tra le dune, l’aria salmastra che ci avvolgeva. Non c’era nessuno in giro, solo il suono delle onde e il vento che accarezzava la sabbia.
Paolo ci aspettava, le mani in tasca e un’espressione che oscillava tra l’insicurezza e l’eccitazione. “Marco, questo è Paolo” mi presentò Claudia, con un tono che non ammetteva repliche.
Pochi convenevoli, e poi Claudia fece quello che non mi sarei mai aspettato. Mi afferrò il cazzo attraverso i pantaloni, le sue dita che iniziarono a massaggiarmi con insistenza. “Sei eccitato, vero?” sussurrò, i suoi occhi che mi fissavano intensamente.
Io annuii, incapace di parlare. Paolo, intanto, si era sbottonato i pantaloni, il suo cazzo già semi-eretto. Era di dimensioni normali, ma ciò che colpiva era la sua circoncisione e la totale mancanza di peli. “Fatti una sega” ordinò Claudia al ragazzo, la voce carica di autorità.
Paolo obbedì, le sue dita che si strofinavano lungo il cazzo con movimenti lenti e precisi. Claudia, intanto, mi aveva già slacciato i pantaloni e tirato fuori il mio cazzo. La sua bocca si avvicinò, le labbra che mi avvolsero con una perizia che mi fece gemere.
“Claudia…” mormorai, le mie mani che si aggrappavano ai suoi capelli. Lei continuò a succhiarmi, ogni tanto alzando lo sguardo per controllare Paolo. Il ragazzo si era accovacciato, il culo depilato esposto all’aria.
“Marco, devi incularlo” mi ordinò Claudia, la sua voce che non ammetteva repliche. “Ora.”
Il mio cuore batteva all’impazzata. Paolo si girò, presentandomi il suo culo con un’espressione che sembrava una miscela di eccitazione e timore. Claudia sputò sulla mia mano, il liquido che scivolò sul mio cazzo e sul buco di Paolo.
Presi una posizione, il mio cazzo che premeva contro l’entrata stretta di Paolo. “Rilassati” gli dissi, la mia voce più ferma di quanto mi sentissi.
Con un movimento lento ma deciso, iniziai a penetrarlo. Paolo gemette, il suo corpo che si tendeva per accogliermi. Claudia, intanto, si era alzata la gonna, rivelando che non indossava mutandine. Le sue dita iniziarono a massaggiarsi la figa, gli occhi che ci osservavano con un’intensità che mi faceva impazzire.
“Così va bene” mormorò Claudia, la sua voce un sussurro roco. “Scopalo, Marco. Fagli sentire chi comanda.”
Io obbedii, i miei fianchi che si muovevano con una crescente intensità. Paolo gemeva, le sue mani che si aggrappavano alla sabbia. “E tu, Paolo” disse Claudia, rivolgendosi al ragazzo. “Godi. Fatti inculare come una puttana.”
Il calore, l’eccitazione, la sensazione di poterli controllare… tutto si mescolava in un vortice di piacere. E mentre continuavo a scopare Paolo, Claudia si avvicinò, le sue dita che mi toccavano il petto, il suo respiro caldo sul mio collo.
“Sei un uomo vero, Marco” sussurrò, la sua voce che mi faceva venire i brividi. “E ora dimostralo.”
Non so quanto durò, ma alla fine, quando il mio cazzo iniziò a pulsare, Claudia mi guardò negli occhi e mi ordinò: “Vieni. Vieni dentro di lui.”
E io…
Le grida di Paolo, soffocate e piene di dolore, risuonavano nelle dune della spiaggia, mescolandosi al rumore delle onde che si infrangevano sulla riva. Claudia era lì, a pochi passi da noi, con gli occhi pieni di desiderio e le labbra semiaperte in un sorriso malizioso. Il mio cazzo scavava dentro di lui, ogni colpo più profondo, più intenso, mentre le mie mani lo tenevano fermo, dominandolo completamente.
Claudia si avvicinò, il suo respiro caldo che mi sfiorava il collo mentre guardava il mio viso, i miei sorrisi di puro piacere. “Marco… Marco…” sussurrò, la sua voce un mix di eccitazione e ammirazione. Poi si chinò, le sue labbra che trovavano il cazzo di Paolo, iniziando a succhiarlo con una lentezza deliberata. La sua lingua scivolava su di lui, mentre le sue dita si muovevano tra le sue gambe, sditalinandosi con un ritmo inesorabile.
Il mio cazzo pulsava dentro Paolo, ogni movimento una promessa di piacere e dominazione. Claudia continuava a suzzarlo, le sue mani che si muovevano su di lui, su di me, sul suo stesso corpo. Era un’immagine che mi faceva impazzire, la sua figa bagnata, i suoi gemiti, il modo in cui mi guardava mentre lo facevo.
“Sei così forte, Marco” mi disse, la sua voce roca, piena di desiderio. “Fallo venire, fallo urlare.”
Io spinsi più forte, il mio cazzo che si conficcava dentro Paolo con una furia crescente. Le sue grida diventarono più acute, piene di piacere e dolore, mentre Claudia continuava a succhiarlo, le sue dita che si muovevano più velocemente. “Vieni, Marco” sussurrò, la sua voce che mi faceva tremare. “Vieni dentro di lui.”
E io lo feci. Il mio cazzo pulsò, la mia sborra che lo riempiva, calda e intensa. Paolo gemette, il suo corpo che si contraeva mentre veniva nella bocca di Claudia, la sua sborra che si mischiava al suo desiderio. Claudia rallentò, succhiandolo fino all’ultima goccia, i suoi occhi che mi guardavano con un’intensità che mi faceva perdere il controllo.
Poi, con un movimento rapido, Claudia si alzò, con un sorriso malizioso. “Ora è il tuo turno, Paolo” disse, la sua voce piena di autorità. “Inginocchiati.”
Paolo obbedì, i suoi occhi pieni di sottomissione, mentre Claudia si avvicinava. “Aprì la bocca” ordinò, con la sua voce che non ammetteva repliche. Paolo obbedì, la sua bocca che si apriva, pronta a riceverla.
Claudia si mise sopra di lui, il suo corpo che tremava di eccitazione, mentre iniziava a pisciargli in bocca. Il suono del suo piscio che riempiva la sua bocca, il suo corpo che si contorceva di piacere. Paolo inghiottiva, i suoi occhi che si chiudevano, il suo corpo che si arrendeva completamente a lei.
“Ora è il tuo turno, Marco” disse Claudia, il suo sguardo che mi bruciava. Mi avvicinai, il mio cazzo ancora duro, pronto a dominare ancora. Mi misi sopra Paolo, il mio piscio che iniziava a scorrere, riempiendo la sua bocca, mischiandosi a quello di Claudia.
Paolo inghiottiva, i suoi occhi che mi guardavano con sottomissione, mentre Claudia si avvicinava, le sue labbra che trovavano le mie, un bacio pieno di passione e possessione. “Questa è la sborra di Paolo” sussurrò, la sua voce piena di desiderio. “Sei stato meraviglioso, Marco.”
Le nostre labbra si separarono, i nostri corpi che tremavano di eccitazione, mentre Claudia mi guardava, i suoi occhi pieni di ammirazione e desiderio. “Sei stato bravo Marco” disse, la sua voce che mi faceva venire i brividi. “E ora dimostralo ancora.” La sua mano trovò il mio cazzo, le sue dita che lo stringevano, mentre mi guardava negli occhi. “Fallo ancora, Marco. Incula nuovamente Paolo.”
Il mio cuore batteva forte, il mio cazzo pulsava nella sua mano, mentre la guardavo, i suoi occhi che mi chiedevano di prendere il controllo. “inculalo Marco” sussurrò, la sua voce piena di desiderio. “Fottilo.”
Mi avvicinai, le mie labbra che trovavano le sue, un bacio pieno di passione e possessione, mentre il mio cazzo scivolava dentro di lui, pronto a incularlo ancora.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Marina di Vecchiano (storia vera):
