Racconti Erotici > bdsm > Claudia presa con forza (storia vera)
bdsm

Claudia presa con forza (storia vera)


di Membro VIP di Annunci69.it cazzobonsai69
15.04.2025    |    42    |    0 8.7
"“Marco, no! È troppo…” Ma io non potevo fermarmi..."

@@@ STORIA VERA @@@



La porta si aprì con un leggero scricchiolio, e io entrai nell’appartamento di Claudia con un’aria di possessività che mi scorreva nelle vene. Il profumo di lei mi colpì subito, un mix di vaniglia e qualcosa di più selvaggio, qualcosa che mi faceva ricordare perché ero lì. Lei era in piedi a pochi passi da me, il suo corpo prosperoso avvolto in un vestito attillato che sembrava fatto apposta per farmi impazzire. I suoi fianchi larghi, il seno abbondante che sembrava quasi sfidare il tessuto che lo copriva, e quel sorriso malizioso che sapevo bene cosa significava.

"Marco," sussurrò, la sua voce era come una carezza sulla pelle. "Finalmente sei qui."

Io non risposi subito. I miei occhi si posarono sullo specchio accanto a lei, grande, lucido, che rifletteva ogni minima mossa. L’avevo notato subito, e sapevo già come volevo usarlo. La guardai dritto negli occhi, il mio sguardo carico di un desiderio che era diventato quasi insostenibile.

"Vieni qui," le dissi, la mia voce era roca, carica di un’urgenza che non potevo più nascondere.

Claudia si avvicinò lentamente, i suoi passi erano deliberatamente lenti, come se volesse farmi aspettare, farmi desiderare ancora di più. Ma io non avevo intenzione di aspettare. La presi per un braccio e la tirai a me con una forza che la fece sobbalzare. I nostri corpi si scontrarono, e sentii il calore di lei contro di me, quel calore che mi faceva perdere il controllo.

"Marco, che stai facendo?" chiese, ma c’era già un tono di eccitazione nella sua voce, una sfida che sapevo bene come vincere.

"Non parlare," le sibilai all’orecchio, sentendo il suo respiro diventare più affannato. I miei occhi erano fissi sullo specchio, e sapevo che anche lei stava guardando, vedendo come il mio corpo robusto si muoveva contro il suo, come le mie mani la afferravano, la posizionavano esattamente dove volevo.

"Guarda," le dissi, la mia voce era un comando. "Guarda come ti prendo."

Claudia obbedì, i suoi occhi si spostarono sullo specchio, e io vidi il suo sguardo cambiare, diventare più scuro, più carico di desiderio. Le mie mani si muovevano veloci, abbassando il vestito, facendolo scivolare giù dai suoi fianchi larghi fino a cadere in un mucchietto ai suoi piedi. Lei era completamente nuda, tranne per quel piccolo ciuffetto nero sopra la sua figa rasata, ben curato, che sembrava quasi un invito.

"Marco," mormorò, ma io non le diedi il tempo di continuare. La girai con un movimento brusco, in modo che fosse rivolta verso lo specchio, e le sue mani si appoggiarono alla superficie fredda, i suoi seni premuti contro di esso. I miei occhi si fissarono sul suo culo, perfetto, invitante, e sapevo che non avrei resistito a lungo.

La mia cintura si aprì con un clic, e i miei pantaloni caddero ai miei piedi. Il mio cazzo, piccolo ma duro come una roccia, era già pronto per lei. Non c’era tempo per i preliminari, per le carezze lente e delicate. No, non oggi.

"Mi piaci così," le sussurrai all’orecchio, la mia voce era un ringhio. "Pronta a prendere tutto quello che ti darò."

Claudia annuì, ma io non avevo bisogno della sua approvazione. Le mie mani si posarono sui suoi fianchi, e con un movimento deciso, la tirai a me, sentendo il mio cazzo premere contro il suo ingresso. Non c’era lubrificazione, non c’era preparazione, solo il desiderio crudo e selvaggio che ci dominava entrambi.

"Marco, aspetta," lei urlò, ma era troppo tardi. Con un movimento potente, entrai in lei, sentendo il suo corpo stringersi intorno a me, sentendo il suo urlo di dolore e piacere che risuonò nella stanza.

"Stai zitta e prendilo," le dissi, la mia voce era un comando. Le mie mani si strinsero sui suoi fianchi, e cominciai a muovermi dentro di lei, ogni spinta più forte della precedente, ogni movimento una dichiarazione di possesso.

Lo specchio davanti a noi mostrava ogni cosa, ogni movimento, ogni espressione di dolore e piacere sul viso di Claudia. Lei urlava, mi supplicava di fermarmi, ma io sapevo che era solo una parte del gioco. I suoi occhi erano fissi sui miei nel riflesso, e vidi il desiderio che bruciava in loro, la voglia di essere dominata, di essere posseduta.

"Marco, per favore, è troppo," urlò, ma io non potevo fermarmi. Le mie mani si spostarono sui suoi seni, afferrandoli con forza, sentendo il suo corpo reagire, sentendo come si stringeva ancora di più intorno a me.

"Non mi dire di fermarmi," le sibilai all’orecchio, la mia voce era un ringhio. "Prendilo tutto."

Ero completamente perso nel momento, nel modo in cui il corpo di Claudia si stringeva intorno a me, nel modo in cui i suoi gemiti e le sue suppliche risuonavano nelle mie orecchie. La dominazione era totale, il potere travolgente. Ma volevo di più. Volevo che ogni centimetro di lei fosse mio, in ogni modo possibile.

“Basta pregare, Claudia,” le sussurrai con voce roca, mentre le mie mani si spostavano lentamente dai suoi seni ai suoi fianchi, afferrandoli con decisione. “E’ solo l’inizio.”

Con un movimento brusco, la feci scivolare dal mio corpo, afferrandola per le spalle e facendola girare verso di me. I suoi occhi erano ancora pieni di desiderio e paura, ma non c’era spazio per la pietà ora. La spinsi verso il pavimento, facendola inginocchiare a quattro zampe. La sua schiena era arcuata, i suoi fianchi larghi e invitanti.

“Così,” dissi con un tono basso e soddisfatto, posizionandomi dietro di lei. “Ora vediamo quanto riesci a sopportare.”

Il mio cazzo, piccolo ma duro come una roccia, era pronto. Non c’era bisogno di lubrificazione, non c’era tempo per la delicatezza. Eravamo oltre quel punto. Afferrai i suoi fianchi con forza, sentendo il suo corpo tremare sotto le mie mani, e mi spinsi dentro di lei in un unico movimento deciso.

Claudia gridò, un suono che era un misto di dolore e piacere, e la sua voce risuonò nell’appartamento silenzioso. “Marco, no! È troppo…”

Ma io non potevo fermarmi. Le mie mani si strinsero ancora di più sui suoi fianchi, sentendo la morbidezza della sua pelle sotto le mie dita, e iniziai a muovermi, ogni spinta più forte, più profonda. Il suono della nostra intimità riempiva la stanza, insieme ai suoi gemiti e alle mie esalazioni roche.

“Prendilo, Claudia,” le dissi, la mia voce era un ringhio di dominio. ”Prendilo tutto.”

Lei cercò di muoversi, di liberarsi, ma le mie mani la tenevano ferma, costringendola a rimanere nella posizione in cui l’avevo messa. “Ti piace, vero?” le sussurrai, mentre continuavo a spingermi dentro di lei, sentendo come il suo corpo si stringeva intorno a me. “Ti piace essere usata in questo modo.”

“No… Marco, per favore…” supplicò, ma il suo corpo tradisce le sue parole, e sentivo come si muoveva con me, come il suo desiderio cresceva insieme al mio.

Le mie mani si muovevano sui suoi fianchi, stringendo con forza, sentendo il suo corpo reagire ad ogni movimento. “Non mentire a te stessa,” le dissi, la mia voce era un sussurro roco. ”Lo vuoi. Lo vuoi più di qualsiasi altra cosa.”

Lei non rispose, ma i suoi gemiti divennero più forti, e sento come il suo corpo si stringeva ancora di più intorno a me. Era un’ossessione, una dipendenza che non potevamo fermare, e io mi persi completamente nel momento, nel modo in cui il suo corpo si muoveva con me, nel modo in cui i suoi gemiti e le sue suppliche riempivano la stanza.

“Marco…” sussurrò, la sua voce era un misto di dolore e piacere. “Non posso più…”

Ma io non potevo fermarmi. Le mie mani si strinsero ancora di più sui suoi fianchi, e continuai a muovermi dentro di lei, ogni spinta più forte, più profonda. ”Prendilo,” le dissi, la mia voce era un ringhio di dominio. “Prendilo tutto.”

I nostri corpi si muovevano insieme nel ritmo della passione, e io ero completamente perso nel momento, nel modo in cui il suo corpo si stringeva intorno a me, nel modo in cui i suoi gemiti e le sue suppliche riempivano la stanza. Era un’ossessione, una dipendenza che non potevamo fermare, e io mi persi completamente nel momento, nel modo in cui il suo corpo si muoveva con me, nel modo in cui i suoi gemiti e le sue suppliche riempivano la stanza.

“Non puoi fermarmi,” le dissi, la mia voce era un ringhio di possesso. ”Sei mia, Claudia. Mia e solo mia.”

Lei gemette, e sentii come il suo corpo si stringeva ancora di più intorno a me. Era una sensazione travolgente, un’ossessione che non potevo controllare, e continuai a muovermi dentro di lei, ogni spinta più forte, più profonda.

“Ti piace, vero?” le sussurrai, mentre le mie mani si muovevano sui suoi fianchi, stringendo con forza. ”Ti piace essere usata in questo modo.”

Lei non rispose, ma i suoi gemiti divennero più forti, e sentii come il suo corpo si stringeva ancora di più intorno a me. Era un’ossessione, una dipendenza che non potevamo fermare, e io mi persi completamente nel momento, nel modo in cui il suo corpo si muoveva con me, nel modo in cui i suoi gemiti e le sue suppliche riempivano la stanza.

“Marco…” sussurrò, la sua voce era un misto di dolore e piacere. “Non posso più…”

Ma io non potevo fermarmi. Le mie mani si strinsero ancora di più sui suoi fianchi, e continuai a muovermi dentro di lei, ogni spinta più forte, più profonda. ”Prendilo,” le dissi, la mia voce era un ringhio di dominio. “Prendilo tutto.”

I nostri corpi si muovevano insieme nel ritmo della passione, e io ero completamente perso nel momento, nel modo in cui il suo corpo si stringeva intorno a me, nel modo in cui i suoi gemiti e le sue suppliche riempivano la stanza. Era un’ossessione, una dipendenza che non potevamo fermare, e io mi persi completamente nel momento, nel modo in cui il suo corpo si muoveva con me, nel modo in cui i suoi gemiti e le sue suppliche riempivano la stanza.

Claudia ansimava, il suo corpo tremava sotto il mio. “Marco, per favore… smetti…” La sua voce era un misto di supplica e desiderio, ma io non avevamo intenzione di fermarmi. La guardai negli occhi attraverso lo specchio, il mio sguardo era duro, determinato. ”Smettila di lamentarti,” le dissi, la mia voce un ringhio basso e autoritario. “Sai che ti piace.”

Le mie mani si strinsero ancora di più sui suoi fianchi, e con un movimento brusco, la sollevai da terra. Lei urlò, le sue mani si aggrapparono al bordo del tavolo dell’ingresso, ma io non le diedi il tempo di riprendersi. La trascinai verso la cucina, i suoi passi incerti, i suoi gemiti che riempivano l’aria.

“Marco, no… non in cucina…” supplicò, ma io la ignorai. La spinsi contro il tavolo, le sue mani si aggrapparono al bordo di legno, il suo respiro era affannoso. ”Stai zitta,” le ordinai, mentre le tiravo giù i pantaloni, rivelando il suo culo ben curato, quella figa rasata con quel ciuffetto nero che mi faceva impazzire.

Le mie mani si strinsero ai suoi fianchi, e senza preavviso, le infilai il mio cazzo dentro di nuovo, violentemente. Lei urlò, un misto di dolore e piacere, il suo corpo si arcuò sotto il mio. “Dio, Marco… è troppo…” gemeva, ma io non mi fermai. Le mie spinte erano selvagge, incontrollabili, ogni movimento più profondo, più forte.

“Ti piace, eh? Sentire il mio cazzo dentro di te?” le dissi, la mia voce era roca, piena di desiderio. Lei non rispose, ma i suoi gemiti erano tutto ciò di cui avevo bisogno per sapere che stava godendo, nonostante le sue suppliche.

Poi, con un movimento rapido, la mia mano si strinse intorno al suo collo, e la sentii trattenere il respiro. “Dio, Marco…” sussurrò, la sua voce tremava. ”Non hai idea di quanto mi piaccia sentirti così.”

Le lasciai andare il collo e mi spostai per prendere un oggetto di marmo che Claudia teneva in cucina come decorazione. Era largo, liscio, freddo. Lo sollevai, guardandola mentre si voltava a guardarmi, i suoi occhi pieni di paura e desiderio.

“Marco… cosa stai facendo?” chiese, la sua voce tremava, ma io non risposi. Con un movimento rapido, le spalancai le gambe e le infilai l’oggetto di marmo nel culo. Lei urlò, un grido straziante, ma io non mi fermai. Lo spinsi dentro di lei, sentendo come il suo corpo si stringeva intorno a quel freddo oggetto.

“Dio, Marco… ti prego… è troppo…” gemeva, le lacrime le scendevano sul viso, ma io la ignorai. Continuai a spingere, ogni movimento più profondo, più forte. Poi, con un movimento rapido, lo tolsi e le infilai il mio cazzo dentro la figa.

Le mie spinte erano selvagge, incontrollabili, ogni movimento più profondo, più forte. Lei urlava, un misto di dolore e piacere, il suo corpo si arcuò sotto il mio. “Marco… ti prego… non posso più…” gemeva, ma io non mi fermai.

Poi, sentii quella sensazione familiare, quella tensione che cresceva dentro di me. Le mie mani si strinsero ai suoi fianchi, e con un ultimo movimento, sborrai dentro di lei, sentendo la mia sborra riempirla completamente.

Lei cadde a terra, il suo respiro era affannoso, il suo corpo tremava. La guardai, il mio sguardo era duro, determinato. ”Mettiti in ginocchio,” le dissi, la mia voce era un ringhio basso e autoritario.

Lei obbedì, mettendosi in ginocchio davanti a me. La guardai, il mio sguardo era duro, determinato. ”Apri la bocca,” le dissi, la mia voce era un ringhio basso e autoritario.

Lei obbedì, aprendo la bocca. Con un movimento rapido,inizii a pisciare nella sua bocca, sentendo il mio liquido scendere lungo la sua gola. Lei tossì, ma continuò a bere, il suo sguardo era pieno di sottomissione.

Poi, quando ebbi finito, le dissi: ”Adesso lecca la mia pisciata sul pavimento.”

Lei obbedì, mettendosi a terra e iniziando a leccare il pavimento, il suo sguardo era pieno di sottomissione. La guardai, il mio sguardo era duro, determinato. ”Sei una cagna,” le dissi, la mia voce era un ringhio basso e autoritario.

Lei si alzò, il suo viso era umido, i suoi occhi pieni di lacrime. “Marco… sei stato meraviglioso,” mi disse, la sua voce tremava.

La guardai, il mio sguardo era duro, determinato. ”Lo so,” le dissi, mentre lei si avvicinava e mi baciava, il suo bacio era dolce, pieno di desiderio.
Claudia era la mia cagna, la mia puttana e amava essere presa con forza da me.....era la mia troia!

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.7
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Claudia presa con forza (storia vera):

Altri Racconti Erotici in bdsm:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni