trio
Serata a Torre del Lago


09.04.2025 |
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"Il mio cazzo continuava a muoversi dentro Antonella, mentre Pietro ci osservava, la mano che accelerava sempre di più..."
@@@ STORIA VERA @@@La sera era calda e umida, e l’aria sapeva di salsedine. Mi trovavo a Torre del Lago, in giro con la mia macchina, senza una meta precisa. La noia mi stava divorando, e il mio cazzetto, piccolo e sempre un po’ timido, sembrava condividere il mio stato d’animo. All’improvviso, all’altezza di una rotonda, notai un’auto che girava lentamente, come se stesse cercando qualcosa. All’interno, una coppia giovane, visibilmente intenta a godersi la serata. Decisi di sfanalarli, un gesto impulsivo che non mi sarei mai aspettato di fare. La macchina si fermò, e io accostai al loro fianco.
“Ciao, tutto bene?” dissi, cercando di sembrare disinvolto.
La ragazza, una bionda con un seno piccolo ma perfettamente modellato, mi guardò con un sorriso malizioso. “Stavamo solo cercando un po’ di divertimento,” rispose, mentre il suo ragazzo, un tipo atletico con un fisico da paura, annuiva con aria compiaciuta.
“Beh, se è divertimento quello che cercate…” iniziai, lasciando la frase in sospeso. È bastato quello. Ci siamo scambiati qualche battuta, risate, e poi abbiamo deciso di andare in pineta. Un luogo appartato, lontano da occhi indiscreti.
Appena scesi dalla macchina, Antonella, così si chiamava la ragazza, mi si avvicinò con un’andatura sinuosa. Senza preamboli, si alzò la maglietta, mostrando i suoi seni perfetti, piccoli ma duri, con i capezzoli già eretti. “Ti piace?” mi chiese, mentre con un gesto veloce si sfilava i jeans, rivelando un perizoma nero che lasciava poco all’immaginazione. La sua figa era liscia come quella di una bambina, e il profumo che emanava mi fece girare la testa.
Intanto Pietro, il suo ragazzo, si era allontanato di qualche metro, ma non tanto da non poterci guardare. Si era già sbottonato i pantaloni e aveva estratto il suo cazzo, mostruoso, enorme e largo, proprio come un’arma pronta a sparare. Iniziò a masturbarsi lentamente, con occhi che brillavano di desiderio.
“Guarda, Pietro,” disse Antonella, abbassandomi i pantaloni e gli slip con un movimento rapido. “Ha un cazzetto così piccolo. È adorabile.”
Rise, ma non in modo crudele. Era una risata di complicità, come se il mio piccolo cazzo fosse una novità eccitante.
Mi sentivo esposto, ma anche stranamente a mio agio. Antonella si mise in posizione a pecorina, e con un movimento sinuoso iniziò a succhiarmi il cazzo, una sensazione che mi fece quasi urlare. La sua bocca era calda, umida, e le sue labbra si muovevano con una precisione incredibile. “Così, Marco,” sussurrò, “fatti venire duro, voglio sentirlo dentro di me.”
Il mio cazzetto, nonostante le dimensioni, si era già trasformato in un’asta durissima, pronta per la penetrazione. Antonella si alzò, si girò verso di me, e con un movimento fluido mi fece entrare dentro di lei. La sua figa era stretta, calda, e sentivo ogni singolo muscolo che si contraeva attorno al mio cazzo.
Pietro, intanto, continuava a masturbarsi, fissandoci con un’intensità che mi faceva vibrare. “Che troia,” disse, con voce rauca, “adora il tuo cazzetto, non la smette più.”
Antonella rideva, mentre io la penetravo con movimenti lenti ma profondi. Ogni colpo era una scossa di piacere che mi faceva tremare le gambe. La sensazione era incredibile, e non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi seni che rimbalzavano ritmicamente.
“Più forte, Marco,” sussurrò Antonella, mentre le sue unghie mi scavavano la schiena. “Fammi godere.”
Io obbedii, aumentando il ritmo, sentendo il mio cazzo scivolare dentro e fuori dalla sua figa con una fluidità che mi faceva impazzire. Pietro, intanto, si stava accelerando, la mano che si muoveva su e giù lungo il suo cazzo enorme, mentre ci guardava come se fossimo l’incarnazione del suo sesso più oscuro.
Nessuno di noi era ancora pronto a sborrare. Era come se il piacere si fosse cristallizzato in un momento eterno, in cui ogni secondo era un’esplosione di desiderio trattenuto. Il mio cazzo continuava a muoversi dentro Antonella, mentre Pietro ci osservava, la mano che accelerava sempre di più.
“Non fermarti,” disse Antonella, con voce roca, “non fermarti mai.”
Io non avevo intenzione di farlo.
Mi trovavo ancora immerso nel calore di Antonella, il mio cazzo pulsante dentro di lei, quando lei si girò leggermente, fissandomi con uno sguardo che sembrava dire “non è finita qui”.
“Marco,” sussurrò, la voce tremante di desiderio, “voglio che mi prendi nel culo.”
Rimasi per un attimo senza parole, il mio cuore accelerò all’improvviso. Antonella sembrava così sicura, così audace, ma io sapevo che non sarebbe stato facile. “Sei sicura?” le chiesi, mentre la aiutavo a mettersi a pecorina, il suo culo perfetto che si offriva davanti a me come un’opera d’arte.
“Sì,” rispose senza esitazione, “ma è la mia prima volta. Fallo piano, per favore.”
La sua richiesta mi fece sentire un misto di eccitazione e responsabilità. Mi sputai nella mano e iniziai a lubrificare il mio cazzo, già duro come una roccia, mentre con l’altra mano cercavo di preparare il suo buco stretto. “Ci vuole un po’ di pazienza,” le dissi, mentre le dita cercavano di aprire delicatamente il passaggio.
Antonella gemette, un suono che era un misto di piacere e dolore. “Dai, Marco, fallo… voglio sentirti dentro di me.”
La sua voce mi spinse a provare. Posizionai la punta del mio cazzo contro il suo buco, sentendo la resistenza. “Respira,” le dissi, mentre spingevo lentamente, sentendo il suo corpo cedere poco a poco.
Era così stretto, così caldo, che mi fece venire un brivido lungo la schiena. “Cazzo, Antonella, sei strettissima,” dissi, mentre continuavo a spingere, un centimetro alla volta.
“Cazzo, fa male,” gemette lei, ma non mi fermò. Anzi, sembrava quasi che volesse di più. “Continua, non fermarti.”
Mentre io cercavo di entrare fino in fondo, Pietro si avvicinò, il suo cazzo enorme ancora in mano. “Falla godere, Marco,” disse, con un tono che era una via di mezzo tra un ordine e una supplica.
Quando finalmente mi trovai completamente dentro di lei, Antonella emise un gemito che sembrava venire dal profondo della sua anima. “Cazzo, Marco, mi stai riempiendo,” disse, mentre iniziavo a muovermi lentamente, sentendo ogni centimetro del suo culo avvolgersi intorno al mio cazzettino.
Pietro, intanto, si era messo davanti a me, il suo cazzo enorme che mi sfiorava il viso. “Ora tocca a te,” disse, con un sorriso malizioso, mentre mi spingeva la testa verso il suo membro.
Non potevo fare altro che obbedire. Aprii la bocca, sentendo il sapore salato della sua pelle mentre il suo cazzo entrava dentro di me. “Dai, Marco, succhialo come se fosse l’ultima cosa che fai,” disse Pietro, mentre spingeva più profondamente.
Così, mentre io continuavo a scopare Antonella nel culo, con un ritmo lento ma profondo, succhiavo il cazzo di Pietro, sentendo il suo sapore e la sua consistenza riempirmi la bocca.
“Cazzo, siete una coppia perfetta,” disse Pietro, mentre la sua mano si posava sulla testa di Antonella, spingendola verso il basso. “fatti inculare bene, Antonella, fallo godere.”
Antonella non si fece pregare. Si agitava mentre la stavo inculando con un’intensità che mi fece quasi perdere il controllo. “Cazzo, Antonella, non posso resistere a lungo,” dissi, mentre il piacere iniziava a montare dentro di me.
Pietro, intanto, accelerò il ritmo, il suo cazzo che entrava e usciva dalla mia bocca con una velocità che mi faceva girare la testa. “Dai, Marco, succhialo fino in fondo,” disse, mentre io sentivo il suo sapore riempirmi la bocca.
Eravamo tutti e tre immersi in un vortice di piacere, ogni movimento un’esplosione di desiderio. Il mio cazzo continuava a muoversi dentro il culo di Antonella, con un intensità che mi faceva impazzire.
“Cazzo, sto per sborrare,” dissi, mentre il piacere raggiungeva il picco.
“Fallo, Marco, sborra dentro di me,” disse Antonella, con voce roca, mentre continuava a farsi innculare.
E io non ebbi altra scelta. Con un ultimo, profondo movimento, sborrai nel suo culo, sentendo ogni goccia di sperma che riempiva il suo corpo.
Pietro, intanto, raggiunse anche lui l’orgasmo, il suo sperma che schizzava dentro la mia bocca, riempiendola con il suo sapore salato.
Restammo lì, tutti e tre, per un momento che sembrava infinito, immersi in un silenzio rotto solo dai nostri respiri affannati.
Iniziai a leccare la sborra da dentro il culo di Antonella ed era un misto con quella di Pietro e la passai nella bocca di lei. Lei mi pulì della sborra del suo compagno e ci lecco nuovamente I nostri cazzi.
Era semplicemente stupenda.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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