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Spiaggia della Lecciona a Torre del Lago


05.04.2025 |
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"La vidi avvicinarsi al ragazzo, chinarsi verso di lui, parlare..."
Storia VeraCapitolo 1
"Marco, guardalo," sussurrò Claudia, gli occhi fissi su quel ragazzo a pochi metri da noi. La sua voce era carica di un'eccitazione che non riusciva a nascondere. Eccitazione. Quella parola risuonava nella mia testa come un'eco, mentre seguivo il suo sguardo.
Il sole del primo settembre batteva forte sulla spiaggia della Lecciona, a Torre del Lago. Eravamo lì, nudi, come se il mondo fosse solo nostro. Ma il mondo, in realtà, si riduceva a due coppie di uomini gay e a quel ragazzo, solo, disteso su un asciugamano. Giovane, troppo giovane. Aveva un fisico snello, quasi fragile, ma il suo cazzo… quello era tutt'altro che fragile. Lungo, fine, depilato, con una cappella che sembrava quasi esagerata rispetto al resto del suo corpo.
"Quanti anni avrà? Quindici? Sedici?" chiesi, più a me stesso che a Claudia. Lei si voltò verso di me, i suoi occhi scuri brillavano di una luce che conoscevo bene. Troppo bene.
"Mmm, non lo so," rispose, le labbra socchiuse in un sorriso malizioso. "Ma se ha diciotto anni e non è gay, lo scoperei senza pensarci due volte."
Cazzo, pensai. Non era la prima volta che Claudia mi parlava di altre persone, ma c'era qualcosa in quel ragazzo che la faceva parecchio eccitare. Forse era la sua innocenza, o forse quel fisico così giovane, così diverso dal mio. Io, con i miei cinquant'anni e il mio cazzo piccolo, non potevo competere. E lo sapevo.
"Vai a chiedergli," dissi con voce svogliata. Non volevo davvero sapere, ma era come se avessi bisogno di confermare che quel ragazzo fosse fuori portata. Per lei. Per entrambi.
Claudia si alzò, il suo corpo abbronzato scintillava al sole. I suoi seni grandi si muovevano ad ogni passo, i fianchi larghi oscillavano con un'eleganza animalesca. Madonna, com'era bella. Anche dopo tutti questi anni, non riuscivo a non guardarla.
La vidi avvicinarsi al ragazzo, chinarsi verso di lui, parlare. Non riuscivo a sentire cosa dicevano, ma la sua risata, quella risata che conoscevo così bene, risuonò nell'aria. E poi… poi tornò verso di me, con il ragazzo al seguito.
Teneva il suo cazzo lungo e molle, come se lo stesse portando al guinzaglio. Come un cane, pensai, e non potei fare a meno di sorridere. Era tutto così surreale.
"Marco, questo è Stefano," disse Claudia, la voce colma di un'eccitazione che non cercava nemmeno di nascondere. "Ha diciotto anni, non è gay e… voglio farmi scopare. Se ti va, vieni con noi in pinetta. Ma questa volta guardi solamente."
Il mondo sembrò fermarsi per un attimo. Il mio cuore batté forte nel petto, mentre guardavo Claudia e quel ragazzo, Stefano, con i suoi occhi innocenti e quel cazzo che sembrava quasi fuori luogo su un corpo così giovane.
Non sapevo cosa dire, cosa fare. Guardare solamente. Quella frase risuonava nella mia testa, ma sapevo che non sarebbe stato così semplice. Claudia era Claudia, e quando aveva qualcosa in mente, non c'era modo di fermarla.
"Va bene," dissi, la voce roca. "Andiamo."
Claudia sorrise, quel sorriso che sapeva sempre come farmi sentire allo stesso tempo eccitato e geloso. Geloso? Forse sì. Ma allo stesso tempo, c'era qualcosa in quel ragazzo, in quella situazione, che mi faceva sentire vivo. Più vivo di quanto non mi sentissi da anni.
Ci incamminammo verso la pinetta, il rumore delle onde che si infrangevano sulla riva sembrava accompagnarci. Claudia teneva ancora Stefano per il cazzo, come se fosse il suo trofeo. E forse lo era.
Mentre ci allontanavamo dalla spiaggia, non potei fare a meno di guardarmi indietro, verso le due coppie di uomini gay che sembravano non accorgersi di nulla. Il mondo continuava a girare, ma per noi, in quel momento, sembrava essersi fermato.
Arrivati nella pinetta, Claudia si voltò verso di me, i suoi occhi scuri brillavano di una luce che non avevo mai visto prima. "Marco, siediti e guarda," disse, la voce dolce ma ferma.
Mi sedetti su un tronco, il cuore che batteva forte nel petto. Claudia si voltò verso Stefano, le mani già sul suo corpo. Giovane, troppo giovane, pensai, ma non potevo distogliere lo sguardo.
Claudia si inginocchiò davanti a lui, le mani che accarezzavano il suo cazzo, che si stava già riempiendo di sangue. "Sei così carino," sussurrò, la voce colma di desiderio. "E hai un cazzo così bello."
Stefano non disse nulla, i suoi occhi erano fissi su Claudia, pieni di eccitazione e di una timidezza che lo rendeva ancora più attraente. Troppo attraente.
"Mmm, sei duro," disse Claudia, le labbra che si chiudevano intorno alla sua punta. Stefano emise un gemito, le mani che si posarono sulla testa di Claudia, ma senza spingerla.
Cazzo, pensai, mentre guardavo Claudia succhiare quel ragazzo con una voracità che non le avevo mai visto. Era come se stesse divorandolo, come se avesse bisogno di lui più di ogni altra cosa.
"Marco, guarda," disse Claudia, distaccandosi per un attimo. "Guarda come lo scopo."
Non sapevo cosa dire, cosa fare. Guardare solamente. Ma sapevo che non sarebbe stato così semplice.
Claudia si alzò, si voltò verso Stefano, le mani che lo spingevano dolcemente a terra. "Sdraiati," disse, la voce dolce ma ferma.
Stefano obbedì, i suoi occhi fissi su Claudia, pieni di eccitazione e di una timidezza che lo rendeva ancora più attraente. Troppo attraente.
Claudia gli si mise a cavalcioni, il suo sesso rasato che sfiorava il suo cazzo. "Sei pronto?" chiese, la voce colma di desiderio.
Stefano annuì, i suoi occhi fissi su Claudia, pieni di eccitazione e di una timidezza che lo rendeva ancora più attraente. Troppo attraente.
Claudia sorrise, quel sorriso che sapeva sempre come farmi sentire allo stesso tempo eccitato e geloso. Geloso? Forse sì. Ma allo stesso tempo, c'era qualcosa in quel ragazzo, in quella situazione, che mi faceva sentire vivo. Più vivo di quanto non mi sentissi da anni. E poi, lo fece. Lo scopò.
Capitolo 2
Claudia si muoveva lentamente sopra Stefano, i fianchi larghi che ondeggiavano con una grazia ipnotica. Il suo seno abbronzato oscillava ritmicamente, la pelle lucida di sudore che catturava la luce del sole filtrata attraverso gli alberi della pineta. Stefano la guardava con occhi pieni di stupore, le mani che stringevano i suoi fianchi, le dita che affondavano nella carne morbida. Era bello vederla così, pensai, così lontana dalla donna che conoscevo nel nostro solito tran tran.
"Ti piace, tesoro?" chiese Claudia, la voce bassa e suadente, mentre si abbassava ancora di più su di lui, facendo scivolare il suo cazzo lungo e fine dentro di sé. Stefano emise un gemito, la bocca semiaperta, il respiro che si faceva sempre più affannoso. "Sì…" riuscì a dire, la voce strozzata dal piacere.
Claudia accelerò il ritmo, i suoi movimenti che diventavano sempre più decisi, più voraci. Ogni volta che si alzava, il cazzo di Stefano sembrava quasi scomparire dentro di lei, e ogni volta che si abbassava, un suono umido e sensuale echeggiava nell'aria. Dio, che spettacolo. Mi sentivo un voyeur, ma non potevo distogliere lo sguardo.
Poi, Stefano iniziò a tremare. Il suo corpo si irrigidì, le mani che stringevano i fianchi di Claudia con una forza quasi disperata. "Sto per… sto per…" balbettò, la voce che si perdeva in un gemito gutturale.
"Sbora dentro di me, tesoro," sussurrò Claudia, la voce piena di un desiderio quasi materno, come se volesse proteggerlo, cullarlo, mentre raggiungeva il piacere.
E lo fece. Stefano gemette, il suo corpo che si contraeva violentemente, la punta del suo cazzo che pulsava dentro Claudia. Claudia si fermò, il respiro affannoso, i fianchi che si muovevano ancora leggermente, come per estrarre ogni ultima goccia di piacere da quel ragazzo.
Poi, si voltò verso di me. "Marco," disse, la voce bassa ma carica di autorità. "Vieni qui."
Mi avvicinai, il cuore che batteva all'impazzata. Cosa avrebbe voluto ora? Claudia sorrise, quel sorriso che mi faceva sempre sentire come se fossi in trappola. "Leccalo," ordinò, indicando il cazzo di Stefano, ancora coperto del suo stesso seme.
Leccarlo? Mi sentii un attimo imbarazzato, ma allo stesso tempo, non potevo negare che c'era qualcosa di eccitante in quella situazione. Mi inginocchiai davanti a Stefano, il suo cazzo ancora parzialmente eretto, la sborra che gocciolava dalla punta. Lo presi delicatamente tra le labbra, la lingua che si muoveva lentamente, assaporando il sapore salato, il sapore di quel ragazzo che aveva appena scopato la mia amante.
Stefano gemette, la testa che cadeva all'indietro, gli occhi chiusi. "Cazzo…" sussurrò, la voce roca.
"Bravo, Marco," disse Claudia, la voce piena di approvazione. "Fino all'ultima goccia."
Lo feci. Lasciai che la lingua si muovesse con attenzione, pulendo ogni minima traccia di sborra, sentendo il cazzo di Stefano che si rilassava lentamente tra le mie labbra.
Poi, Claudia si alzò, il suo sesso rasato che era ancora umido, la sborra che iniziava a colare lungo le sue cosce. "Ora leccami," disse, con la voce ferma, mentre si sdraiava sul tappeto di aghi di pino, le gambe aperte, il sesso esposto alla mia vista.
Mi avvicinai, il cuore che batteva all'impazzata. Era davvero questo che voleva? Ma non potevo rifiutare. Mi inginocchiai tra le sue gambe, la lingua che si muoveva lentamente, assaporando il sapore dolce e salato del suo sesso, mescolato con la sborra di Stefano. Era disgustoso? Eccitante? Non lo sapevo più.
Claudia gemette, le mani che affondavano nei miei capelli, guidando i miei movimenti. "Così, Marco… è così," sussurrò, la voce piena di piacere.
Poi, improvvisamente, si fermò. Si alzò, il sorriso beffardo sulle labbra. "Basta," disse, guardandomi con occhi pieni di divertimento. "Sei stato bravo."
Stefano si alzò, il suo corpo ancora tremante, il cazzo ormai completamente molle. "Grazie," disse, la voce timida, mentre si avviava verso la spiaggia.
Claudia e io lo guardammo andare, il suo corpo snello che si mescolava con il paesaggio, fino a scomparire tra gli alberi. Poi, guardammo verso la spiaggia. Nel frattempo, erano arrivati i suoi amici, un gruppo di ragazzi giovani e vivaci, che avevano iniziato a giocare a calcio.
Ci guardammo e iniziammo a ridere. Che situazione assurda.
"Pensa te," disse Claudia, il sorriso ancora sulle labbra, mentre si sdraiava accanto a me. "Mi ha scopato, poteva continuare e invece pensa al calcio. È proprio un bambino."
Capitolo 3
Claudia si girò verso di me, i suoi occhi ancora pieni di quella luce maliziosa che la rendeva così irresistibile. "Marco," disse, la voce bassa e provocante, "Stefano era tenero, impacciato. Proprio un bambino. Forse è stata la sua prima scopata."
Mi voltai a guardarla, il mio cazzo già duro tra le gambe, una reazione involontaria al tono della sua voce e al ricordo di ciò che era appena successo. Claudia notò subito il mio stato, e un sorriso compiaciuto le si dipinse sul volto. "Oh, Marco," sussurrò, "mi vuoi ancora, vero?"
Non risposi, ma il mio corpo parlava per me. Claudia si alzò lentamente, il suo corpo abbronzato e sensuale brillando sotto il sole, e si mise a quattro zampe davanti a me, la schiena arcuata, il culo perfettamente in mostra. "Allora," disse, la voce piena di sfida, "cosa aspetti? Fammi sentire il tuo cazzo, Marco."
Non ci pensai due volte. Mi avvicinai a lei, afferrando i suoi fianchi larghi con le mani, sentendo il caldo della sua pelle sotto le mie dita. "Sei una troia," le sussurrai all'orecchio, la voce piena di desiderio e di rabbia repressa. "Una puttana."
Claudia ridacchiò, il suono basso e sensuale, mentre spingevo il mio cazzo dentro di lei, sentendo la stretta calda e umida del suo culo che mi accoglieva. "Sì," gemette, la voce roca, "fottimi, Marco. Fammi sentire chi comanda."
Iniziai a muovermi dentro di lei, il mio cazzo che entrava e usciva con un ritmo lento ma deciso, ogni spinta accompagnata da un gemito di piacere da parte sua. Claudia si muoveva insieme a me, il suo culo che si alzava e si abbassava in perfetta sincronia con i miei movimenti, mentre le mie mani afferravano i suoi fianchi con più forza.
"Sei una troia," ripetei, la voce piena di una rabbia che non sapevo di avere. "Una puttana. Ti piace sentire il mio cazzo dentro di te, vero?"
"Sì," gemette Claudia, la voce roca e piena di desiderio. "Mi piace, Marco. Mi piace sentire il tuo cazzo dentro di me."
Il piacere stava crescendo dentro di me, ogni spinta che mi portava sempre più vicino all'orgasmo. Sentivo il calore del suo culo che mi avvolgeva, la stretta che mi faceva perdere il controllo. "Sto per sborrare," annunciai, la voce roca e piena di bisogno.
"Sbora dentro di me," gemette Claudia, la voce piena di desiderio. "Riempimi, Marco."
Non potevo resistere. Con un ultimo grido di piacere, esplosi dentro di lei, il mio cazzo che pulsava mentre riempivo il suo culo con la mia sborra. Claudia gemette a sua volta, il suo corpo che si contraeva intorno al mio, mentre raggiungeva l'orgasmo insieme a me.
Dopo qualche istante, mi tirai fuori da lei, il mio cazzo ancora duro e pulsante. Claudia si girò verso di me, il suo corpo ancora tremante per l'orgasmo, e mi guardò con occhi pieni di desiderio. "Adesso," disse, la voce bassa e provocante, "pisciami addosso."
Non ci pensai due volte. Mi alzai in piedi, il mio cazzo ancora duro, e iniziai a pisciare su di lei, il liquido caldo che le colava addosso, coprendo il suo corpo abbronzato. Claudia rise, il suono basso e sensuale, mentre il mio piscio le colava addosso, finché non si sdraiò sulla sabbia, il suo corpo completamente coperto.
"E adesso," disse, la voce piena di sfida, "facciamo un'altra cosa."
Mi guardò con occhi pieni di malizia, mentre si metteva a pisciare a sua volta, il liquido caldo che le colava addosso, mescolandosi con il mio. Io la guardai, il mio cazzo ancora duro, mentre il suo corpo si contorceva nel piacere.
"Porco," disse Claudia, la voce piena di desiderio, "ti prometto che presto ti farò trombare una ragazzina insieme a me. Voglio vederti scopare con due donne."
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