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Compleanno indimenticabile (storia vera)


23.04.2025 |
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"“Ti piace?” mi chiese, alzando gli occhi verso di me, la bocca ancora occupata..."
@@@ festa per il mio 51esimo compleanno@@@L’odore della torta appena sfornata mi accolse non appena varcai la soglia di casa di Claudia. Vaniglia, cioccolato e… qualcos’altro. Una miscela che mi fece sorridere, mentre chiudevo la porta alle mie spalle. Non avevo annunciato il mio arrivo, ma Claudia sapeva che sarei venuto. Dopotutto, era il mio compleanno.
“Claudia?” chiamai, mentre mi toglievo la giacca e la appoggiavo sulla sedia accanto all’ingresso. Nessuna risposta, solo il ticchettio dell’orologio a muro e il mio cuore che iniziava a battere più forte. Dov’era?
Salii le scale lentamente, attento a non fare rumore. Forse era in camera. La porta era socchiusa, e da lì provenivano dei sussurri, delle risatine soffocate. Che diavolo stava combinando?
Spinsi delicatamente la porta, e quello che vidi mi lasciò senza fiato. Claudia era a letto, ma non da sola. Accanto a lei c’era una giovane donna, una bionda che non avevo mai visto prima. Paola. Il nome mi passò per la mente come un’intuizione, ma non avevo bisogno di conferme. Era lei, il regalo.
Claudia mi guardò, un sorriso malizioso che le illuminava il viso. Era perfetta, con quei seni prosperosi, i fianchi larghi e quella figa rasata che sapevo essere così invitante. Ma non era sola. Paola era sdraiata accanto a lei, i suoi seni grandi e sodi che sembravano quasi sfidare la gravità, e quel culo stupendo che mi fece venire voglia di affondarci le mani subito.
“Buon compleanno,” disse Claudia, la voce calda e suadente. “Ti piace il regalo?”
Non risposi subito. Come potevo? Ero troppo occupato a osservare Paola, che mi fissava con occhi pieni di desiderio. Ero un uomo di 50 anni, robusto, ma con un cazzo molto piccolo. Eppure, in quel momento, non me ne importava nulla.
“Ciao,” disse Paola, la voce un po’ tremante, ma piena di promesse. “Sono Paola. Claudia mi ha detto molto su di te.”
“E spero che sia tutto bello,” risposi, mentre mi avvicinavo al letto. Era tutto così surreale, ma non volevo che finisse mai.
Claudia si alzò, lasciando Paola da sola sul letto. “Goditela,” sussurrò, prima di uscire dalla stanza. Mi stava davvero lasciando solo con Paola?
Paola mi sorrise, sedendosi sul letto con grazia. I suoi seni si muovevano appena, e non potevo fare a meno di fissarli. Erano perfetti, così grandi e sodi, come due frutti maturi pronti per essere colti.
“Vuoi provare?” mi chiese, accarezzandosi i seni lentamente. Non avevo mai visto una donna così sicura di sé, così aperta a ciò che stava per accadere.
“Sì,” risposi, la voce roca. Non riuscivo a credere che stesse davvero succedendo. Ero io, con un cazzo piccolo, e lei, una giovane donna di 23 anni, che mi stava offrendo il suo corpo.
Mi sedetti accanto a lei, le mani tremanti mentre cercavo di toccarle i seni. Erano così morbidi, così caldi. Paola gemette, una leggera vibrazione che mi fece rabbrividire.
“Così morbidi,” sussurrai, mentre le mie mani si muovevano lentamente, esplorando ogni centimetro di quei seni magnifici.
Paola si avvicinò, le labbra che sfioravano le mie. Era tutto così intenso, così caldo. Sentii il suo respiro caldo sulla mia pelle, e poi le nostre labbra si incontrarono. Era un bacio dolce, ma carico di desiderio. Le mie mani si mossero verso il suo culo, afferrandolo con decisione. Era così sodo, così perfetto.
Paola gemette ancora, le labbra che si staccavano dalle mie. “Mi piace come mi tocchi,” sussurrò, la voce piena di desiderio.
“E io adoro quello che sto toccando,” risposi, mentre le mie mani si muovevano verso la sua figa rasata. Era così bagnata, così pronta.
Paola mi guardò con uno sguardo che mescolava innocenza e malizia, come se sapesse esattamente ciò che stavo pensando. Mentre rimanevo immobile, ancora sorpreso dalla situazione, lei si sdraio sul letto, aprendo lentamente le gambe in un gesto che era tanto un invito quanto una provocazione. La luce delicata della stanza sembrava accarezzare il suo corpo, mettendo in risalto ogni curva, ogni dettaglio di quella figura giovane e perfetta.
“E allora?” mi disse con un tono di voce che era un misto di sfida e di desiderio. “Non mi farai aspettare, vero?”
Mi avvicinai, le mani tremanti mentre cercavo di mettere insieme i pensieri. Paola mi guardò fisso negli occhi, come se volesse leggermi dentro. Era così sicura di sé, così consapevole del potere che aveva su di me. Mentre mi avvicinavo, sentii il profumo dolce della sua pelle, un misto di vaniglia e qualcosa di più selvaggio, di più primitivo.
“Non preoccuparti,” mi disse lei, la voce che suonava come un sussurro seducente. “Sono qui per te. È il tuo compleanno, no?”
Mentre mi inginocchiavo tra le sue gambe, Paola mi guidò con le mani, posizionando la mia testa proprio dove voleva. La sua figa era rasata, perfetta, e già bagnata, pronta per me. Sentii il calore che emanava da lei, un richiamo irresistibile. Mi chinai lentamente, la lingua che sfiorava appena le sue labbra, assaggiando il suo sapore dolce e salato.
Paola gemette, un suono che mi fece venire i brividi lungo la schiena. “Sì, proprio così,” sussurrò, le mani che si intrecciavano nei miei capelli, guidandomi con fermezza. Ogni movimento della mia lingua sembrava suscitare in lei una reazione, un fremito di piacere che si propagava in tutto il suo corpo.
I miei occhi si spostarono verso la porta socchiusa, dove intravedevo Claudia che ci osservava. Stava lì, silenziosa, il suo sguardo fisso su di noi. Non entrava, ma non se ne andava neanche. Era come se volesse assistere a tutto, come se facesse parte di questo gioco. Paola sembrava accorgersene, perché mi guardò con un sorriso malizioso.
“Le piace guardare, vero?” mi disse, la voce che tremava un po’ per il piacere.
Non risposi, concentrato invece sul mio compito. La mia lingua si muoveva con più decisione ora, esplorando ogni parte di lei, assaggiando il suo succo dolce. Paola arcuò la schiena, i seni che si sollevavano con un movimento sinuoso, mentre le sue mani si stringevano ancora di più nei miei capelli.
“Non fermarti,” gemette, la voce che diventava più acuta, più disperata. Era chiaro che stava per raggiungere l’orgasmo, e io ero determinato a portarcela.
Sentii il suo corpo irrigidirsi, i muscoli delle cosce che si tendevano mentre il piacere si accumulava in lei. Paola gemette ancora, questa volta più forte, le unghie che mi affondavano nel cuoio capelluto. E poi accadde. Il suo corpo fu scosso da un’onda di piacere, le gambe che si serravano intorno alla mia testa, mentre gridava il mio nome.
Quando finalmente mi lascio andare, Paola rimase sdraiata sul letto, il respiro affannoso, il corpo ancora tremante. Mi guardò con uno sguardo che era un misto di gratitudine e di desiderio. “Sei bravo,” mi disse, la voce che suonava come un sussurro roco.
Mi alzai, le gambe che tremavano un po’ per lo sforzo. Paola si mise seduta, gli occhi che mi scrutavano con un’intensità che mi fece venire i brividi. “E ora,” mi disse, “è il mio turno.”
Mi guardò fisso negli occhi, le mani che si muovevano verso il mio cazzo. Era piccolo, lo sapevo, ma Paola non sembrava affatto preoccupata. Anzi, c’era qualcosa nel suo sguardo che mi diceva che era ansiosa di scoprirlo.
“Non preoccuparti,” mi disse, come se avesse letto nella mia mente. “Le dimensioni non contano, se sai come usarlo.”
Le sue mani iniziarono a muoversi, carezzandomi con una delicatezza che mi fece venire i brividi. Era così brava, così esperta, che mi chiesi quante volte lo avesse fatto prima. Ma non importava. Non in quel momento.
Paola si chinò, le labbra che sfioravano il mio cazzo, assaggiandomi come se fossi una prelibatezza. Sentii la sua lingua scorrere lungo di me, calda, umida, e così, così abile. Gemetti, le mani che si stringevano sui fianchi di lei, cercando disperatamente di mantenere il controllo.
“Ti piace?” mi chiese, alzando gli occhi verso di me, la bocca ancora occupata.
“Sì,” gemetti, la voce che mi uscì di colpo. “È fantastico.”
Paola sorrise, un sorriso che era tutto fuorché innocente, e poi tornò a concentrarsi su di me. La sua bocca si muoveva con una destrezza che mi lasciava senza fiato, ogni movimento delle sue labbra che mi portava sempre più vicino al bordo.
“Sto per venire,” gemetti, le dita che si stringevano ancora di più sui fianchi di lei.
Paola non si fermò, anzi, accelerò il ritmo, il suo sguardo che mi fissava con un’intensità che mi fece esplodere. Sentii l’orgasmo arrivare con un’onda travolgente, il mio seme che scivolava nella sua bocca, mentre lei continuava a succhiare, assorbendo tutto.
Quando finalmente mi lascio andare, Paola si alzò, le labbra che si allargarono in un sorriso soddisfatto. “Buon compleanno,” mi disse, la voce che suonava come un sussurro malizioso.
Paola mi guardò con quegli occhi azzurri che sembravano sapere già tutto di me, e con un movimento fluido e naturale, mi spinse dolcemente sul letto. Il suo sorriso malizioso mi faceva intuire che non era finita qui, che c’era ancora molto da scoprire. Mi montò sopra, le sue cosce morbide che si stringevano ai miei fianchi, mentre le sue mani si posavano sul mio petto, scivolando lentamente verso il basso.
“Claudia,” chiamò, la voce un po’ roca, ma sicura, “vieni qui.”
La porta si aprì completamente, e Claudia entrò nella stanza, il suo sguardo che passava da me a Paola con un misto di desiderio e curiosità. Aveva quell’aria da regina che sapeva esattamente cosa voleva, e non aveva intenzione di trattenersi. Si avvicinò al letto, i suoi fianchi larghi che oscillavano con ogni passo, i seni prosperosi che sembravano quasi sfidare la gravità.
“Buon compleanno, amore,” disse Claudia, sedendosi accanto a me, la sua mano che si posò sulla mia coscia, mentre l’altra si allungava verso Paola, carezzandole il viso.
Paola ridacchiò, inclinando la testa per baciare Claudia, le loro labbra che si incontrarono in un bacio lento e sensuale. Era come se il mondo intorno a noi si fermasse, tutto concentrato su quel momento, su quel bacio che sembrava non voler finire mai. Le loro lingue si intrecciarono, mentre le mani cominciavano a esplorarsi l’un l’altra, i corpi che si muovevano con un ritmo che sembrava quasi una danza.
Io rimasi lì, inchiodato al letto, incapace di distogliere lo sguardo da quelle due donne che si stavano consumando davanti ai miei occhi. Era uno spettacolo che non avevo mai immaginato, eppure era lì, reale, e mi faceva sentire come se fossi il protagonista di un sogno proibito.
Paola si staccò da Claudia, il suo sguardo che tornò su di me, mentre si abbassava lentamente, le labbra che si posavano sul mio petto, scivolando verso il basso, fino a raggiungere il mio cazzo. La sensazione del suo respiro caldo che mi sfiorava la pelle mi fece rabbrividire, mentre lei lo prendeva in mano, massaggiandolo con una lentezza che mi faceva impazzire.
Claudia mi guardò, i suoi occhi scuri che brillavano di desiderio, mentre si posizionava sopra di me, i suoi seni che sfioravano il mio petto. “Voglio che tu venga dentro di me,” sussurrò, la sua voce che suonava come una promessa.
Io annuii, incapace di parlare, mentre Claudia si abbassava, la sua figa che si chiudeva intorno a me, calda e stretta. Era una sensazione che mi faceva perdere il controllo, ogni movimento che mi portava sempre più vicino all’orgasmo.
Paola non si era fermata, la sua bocca che continuava a lavorare su di me, mentre le sue mani si muovevano sul mio corpo, carezzandomi, esplorandomi. Era troppo, eppure non volevo che finisse, volevo che quel momento durasse per sempre.
Claudia iniziò a muoversi sopra di me, il suo ritmo che si sincronizzava con quello di Paola, i loro corpi che sembravano muoversi all’unisono. Era come se fossero una sola cosa, un’unica entità che mi stava portando verso il limite.
“Sto per venire,” gemetti, le mani che si stringevano sui fianchi di Claudia, mentre sentivo l’orgasmo avvicinarsi con un’onda travolgente.
Claudia si abbassò ancora di più, i suoi seni che premevano contro il mio petto, mentre sentivo il mio seme scorrere dentro di lei, caldo e intenso. Era un’esplosione di piacere che mi faceva perdere il controllo, ogni fibra del mio corpo che vibrava di soddisfazione.
Paola si alzò, le labbra bagnate e lucide, e si avvicinò a Claudia, le loro bocche che si incontrarono in un bacio che sembrava durare un’eternità. Potevo vedere il mio seme che passava da una bocca all’altra, le loro lingue che si intrecciavano mentre si scambiavano il mio seme con un’intensità che mi faceva rabbrividire.
Claudia si staccò da Paola, il suo sguardo che tornò su di me, mentre le due donne mi guardavano con un sorriso malizioso.
“Buon compleanno,” dissero in coro, la gioia nei loro occhi che era tutto ciò di cui avevo bisogno per sapere che questo era un giorno che non avrei mai dimenticato.
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