Lui & Lei
"Last" a Marina di Carrara senza risposta


30.04.2025 |
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"Ma una cosa era certa: non volevo che finisse..."
@@@ storia vera di un last del 30/04/25 a Marina di Carrara e poi trasformato in un centro massaggi cinese@@@"Bello, molto bello," sussurra lei, con un accento che mi fa venire i brividi sulla schiena. Le sue dita continuano a scivolare sul mio petto peloso, mentre io sono disteso nudo sul lettino, il mio cazzetto piccolo ma sempre dritto, pulsante, come se volesse dire qualcosa. "Piccolo, ma sempre duro," aggiunge, con un sorriso che non riesco a decifrare. Non capisco quasi nulla di quello che dice, ma il tono della sua voce, il modo in cui mi tocca, mi fa capire che non è solo un massaggio quello che sta facendo.
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Mezz'ora prima.
Ero seduto in macchina, con il telefono in mano, scorrendo ancora una volta l’app Annunci69. Niente. Nessun messaggio, nessuna risposta. Avevo voglia di sborrare, ma nessuna donna sembrava interessata a un uomo di 50 anni, robusto, peloso e con un cazzetto così piccolo. Eppure, ero sempre stato orgoglioso del mio corpo, della mia forza fisica, di quel pelo che cresceva folto su petto e gambe. Ma il mio cazzo… quello era il mio tallone d’Achille.
Decisi di fare qualcosa di diverso. Un’idea mi passò per la mente: un massaggio. Da tempo sentivo parlare di quei centri cinesi sulla costa di Massa Carrara, quelli in cui le ragazze, si diceva, andavano oltre il semplice massaggio. Non avevo mai osato provarci, ma stamani era diverso, con la frustrazione che mi pulsava nelle vene, sembrava l’unica opzione.
Arrivai al centro e suonai il campanello. Ad aprirmi fu una ragazza cinese, minuta, con un fisico esile e un sorriso timido. Aveva i capelli neri, lisci, che le scendevano fino alle spalle, e un vestito aderente che lasciava intravedere un perizoma. I suoi seni erano piccoli, quasi impercettibili, ma c’era qualcosa in lei che mi attirava. Forse era quel sorriso, o forse il modo in cui mi guardava, come se sapesse esattamente perché ero lì.
Mi fece accomodare in una stanza piccola, con luci soffuse e un odore di incenso nell’aria. Senza dire una parola, mi indicò il lettino e uscì per un attimo, lasciandomi solo. Mi spogliai, posai i vestiti su una sedia e mi sdraiai sul lettino, sentendo il freddo del tessuto sulla pelle. Il mio cazzetto era già duro, come se sapesse che qualcosa di speciale stava per succedere.
Lei tornò pochi istanti dopo, con una bottiglietta di olio in mano. Parlava in un cinese che non capivo, ma il tono della sua voce era dolce, rassicurante. Cominciò a massaggiarmi la schiena, con movimenti lenti e precisi, facendo scorrere le dita tra i miei muscoli tesi. Ogni tanto, sentivo il suo respiro avvicinarsi, come se stesse per sussurrarmi qualcosa all’orecchio.
Poi, mi fece girare. Ora ero a pancia in su, pienamente esposto, il mio cazzetto piccolo ma orgogliosamente duro. Lei non sembrò sorpresa, anzi, continuò a sorridere, come se quel minuscolo dettaglio fosse la cosa più normale del mondo. Cominciò a massaggiarmi il petto, le braccia, e poi… giù, verso l’addome. Le sue dita si avvicinarono sempre di più, fino a sfiorare il mio cazzo, senza mai toccarlo davvero. Un gioco, pensai. Un gioco per farmi desiderare.
"Piccolo," disse, con un tono che sembrava quasi ammirato. "Ma sempre duro."
Non capivo se stesse prendendomi in giro o se fosse sincera, ma in quel momento non mi importava. Il suo tocco era così delicato, così intenzionale, che ogni pensiero razionale svanì. Sentivo solo il suo respiro caldo sulla mia pelle, le sue dita che continuavano a muoversi, sempre più vicine.
Poi, finalmente, lo fece. Con un movimento lento, quasi teatrale, prese il mio cazzetto tra le dita e cominciò a massaggiarlo, con un ritmo che mi fece venire i brividi. Cristo, pensai. Era meglio di quanto avessi mai immaginato. Lei continuava a parlare, in quel cinese incomprensibile, ma le uniche parole che riuscivo a cogliere erano quelle di apprezzamento per il mio fisico, per il mio cazzo piccolo ma sempre duro.
Il mio respiro si fece affannato, mentre continuavo a guardarla, con i suoi occhi neri fissi sui miei, il sorriso malizioso sulle labbra. Non sapevo come sarebbe andata a finire, ma in quel momento non volevo altro che continuare, sentire, godere...
"Bello, molto bello," ripeté, con quel tono che mi faceva impazzire. Le sue dita si muovevano più veloci ora, e io sentivo che stavo per esplodere. Ma poi, improvvisamente, si fermò. Mi guardò, con un’espressione che sembrava dire: E adesso?
E io… io non sapevo cosa fare. Ma una cosa era certa: non volevo che finisse. Non ancora.
Lei mi guardò con un sorriso che sembrava sapere esattamente cosa stavo pensando. Quel sorriso malizioso, quegli occhi scuri che sembravano leggermi dentro. Poi, lentamente, si alzò e si girò, mostrandomi il suo perizoma. Era così piccolo, così aderente che sembrava quasi non fosse lì. La stoffa nera si adagiava perfettamente sulle sue curve esili, e per un attimo rimasi incantato dalla vista.
Con un movimento lento, quasi studiato, abbassò il perizoma, rivelando la sua figa liscia e nerissima. La pelle era così perfetta, così invitante che non riuscivo a staccare gli occhi da lì. Poi, si chinò su di me, sfiorando il mio cazzettino con la sua figa. Il calore, l’umidità… Dio, era come se mi stesse bruciando. Sentivo ogni minima sensazione, ogni sfioramento, ogni movimento.
“Bello, molto bello,” disse, con quella voce sottile che mi faceva impazzire. Le sue mani si mossero lungo il mio corpo, massaggiandomi il petto, i fianchi, per poi tornare a concentrarsi su di me. Era come se sapesse esattamente cosa volevo, cosa mi faceva perdere la testa.
Poi, con un movimento ancora più lento, si sedette di fianco a me. Mi guardò, con un’espressione che sembrava dire: “Questo è per te.” Fece cenno di un "regalo extra", un gesto sottile ma inequivocabile. Io annuii, senza pensarci due volte. Cosa avevo da perdere?
Le sue mani tornarono su di me, questa volta con una presa più decisa. Iniziò a massaggiarmi, a farmi una sega che sembrava venire direttamente da un sogno. Le sue dita si muovevano con una maestria che mi faceva quasi dubitare che fosse reale. Era così brava, così perfetta.
Mentre mi massaggiava, non riuscivo a staccare gli occhi da lei. Le sue tette piccole ma perfette, il suo corpo esile, la sua figa pelosa che mi faceva impazzire. Ogni tanto, mi lanciava uno sguardo, con quel sorriso malizioso che sembrava dire: “Ti piace, vero?”
E io… io non potevo fare altro che annuire. Cristo, stavo per esplodere. Sentivo la pressione che cresceva dentro di me, il bisogno di sfogarmi, di sborrare. Le sue mani si muovevano più veloci ora, il ritmo aumentava, e io non riuscivo più a resistere.
“Sì, così, continua…” dissi, con una voce che tremava. Lei sorrise, capendo esattamente cosa stavo provando. Le sue dita si mossero ancora più veloci, il calore della sua figa così vicino al mio cazzo che sembrava quasi che stesse per prenderlo.
E poi, finalmente, ci fu. Un’esplosione di piacere che mi fece perdere il controllo. Sborrai nelle sue mani, con una forza che mi lasciò senza fiato. Lei continuò a massaggiarmi, lentamente, mentre io mi lasciavo andare al piacere.
Quando finalmente mi rilassai, lei mi guardò con un sorriso. “Bello, molto bello,” ripeté, come se volesse farmi capire che le era piaciuto tanto quanto a me. Poi, si alzò, indicandomi la doccia. Era finita?
Mi alzai, ancora tremante, e mi diressi verso la doccia. Mentre l’acqua mi scivolava addosso, non riuscivo a smettere di pensare a lei.
Quando uscii dalla doccia, lei era lì, con quel solito sorriso. “Grazie,” dissi, anche se non ero sicuro che capisse. Lei annuì, con un gesto che sembrava dire: “Se vuoi, puoi tornare.”
Mi vestii lentamente, cercando di prolungare il momento il più possibile. Poi, le diedi un’ultima occhiata, prima di uscire. Era stato tutto così veloce, così intenso. Ma una cosa era certa: sarei tornato. Sarei tornato per lei.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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