Lui & Lei
Io e Claudia 3°Cap. (Storia vera)


26.03.2025 |
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"“E… tu lo hai fatto solo con Marco, giusto?”
Valentina annuì..."
Quello che sto per raccontare è il terzo capitolo della relazione con Claudia.Dopo la piscina (cap.2) mia moglie Valentina invita a casa nostra Claudia.
“Marco, sei sicuro di non voler restare? Claudia è qui solo per un bicchiere di vino,” disse Valentina, mentre mi guardava con quell’espressione che sembrava dire “Non scappare di nuovo.”
Mi sentivo già a disagio. Claudia. L’infermiera che mi aveva visto nudo, che aveva curato le mie ferite dopo quella maledetta caduta in bici. L’avevo evitata per settimane, ma oggi era qui, nella mia casa, a sorseggiare vino con mia moglie.
“No, no, devo andare,” risposi, affrettandomi verso la porta. “Ho un paio di cose da fare in città.”
Ero già in macchina quando mi fermai a pensare. Davvero devo scappare? Mi sentivo ridicolo. Un uomo di cinquant’anni, sposato, che scappava da una conversazione innocente. Ma non era solo quello. Era il ricordo di quel giorno, di lei che mi guardava, i suoi occhi che scendevano giù, e io che cercavo di nascondere il mio ”cazzettino”, come lo chiamavo nella mia testa.
Eppure, ero curioso. Così, invece di partire, accesi il telefono e aprii l’app della telecamera di sicurezza del salotto.
Le voci arrivavano nitide attraverso lo schermo.
“Hai visto Luca in piscina l’altra volta?” chiese Valentina, ridacchiando. “Quel costume slip bianco… Madonna. Le altre mamme non riuscivano a staccargli gli occhi di dosso.”
Claudia si mise a ridere, ma c’era qualcosa di imbarazzato in quel suono. “Sì, è… impossibile non notarlo.”
Mi sentii arrossire. Luca, il marito di Claudia, era un uomo che non potevi ignorare. Statuario, con un fisico da modello e quel cazzo che sembrava uscito da un film porno. Lo avevo visto anch’io, e non potevo negare che mi sentissi… inferiore.
“E tu, Valentina? Come va con Marco?” chiese Claudia, cambiando argomento con una certa delicatezza.
Valentina sospirò. “Beh, sai, con il bimbo piccolo è difficile trovare il tempo. E poi… non è più come prima.”
Mi sentii stringere lo stomaco. Cosa voleva dire?
Claudia annuì, come se capisse. “Anche con Luca è così. Dopo il parto, ho iniziato a sentire dolore. E con lui… beh, sai com’è, è un po’ complicato.”
Valentina rise. “Immagino. Ho visto Luca in piscina, è impressionante.”
Claudia sorrise, ma c’era qualcosa di malinconico in quel sorriso. “Sì, è… troppo per me. Non ho mai provato il sesso anale, sai? Mi fa troppa paura.”
Valentina si sporse in avanti, come se stesse condividendo un segreto. “Ah, ma è fantastico. Io e Marco lo facciamo spesso. Lui non è… così grande, quindi non è un problema.”
Mi sentii arrossire ancora di più. Valentina stava parlando di me? E Claudia, perché sorrideva così?
Le voci continuavano, ma io non riuscivo più a concentrarmi. La mano mi scivolò tra le gambe, quasi senza volerlo. Mi sentivo eccitato, ma anche confuso. Perché mi stava piacendo così tanto ascoltarle?
Il telefono vibrava nella mia mano mentre le guardavo attraverso lo schermo. Valentina aveva i capelli biondi sciolti sulle spalle, quei jeans stretti che le modellavano il sedere perfetto. Claudia, invece, era più minuta, con quei capelli castani e quel sorriso timido che mi faceva sentire… strano.
“Mi manca,” sussurrò Valentina, guardando il bicchiere di vino. “Far sesso, intendo. Mi manca.”
Claudia annuì. “Anche a me. Magari presto tornerà tutto alla normalità.”
La mia mano si muoveva sempre più veloce, senza controllo. Mi sentivo come un ragazzino, eccitato dalla semplice idea di ascoltarle. Eppure, c’era qualcosa di più. Era il modo in cui parlavano, il modo in cui si confidavano.
“Marco è… normale,” disse Valentina, come se stesse cercando di difendermi. “Non mi fa male, sai? È… comodo.”
Claudia sorrise di nuovo, e questa volta sembrava quasi divertita. “Beh, ognuno ha i suoi pregi, no?”
Mi sentii stringere il telefono più forte. Cosa voleva dire?
Le voci si mischiarono in un mormorio indistinto, ma io non riuscivo a smettere di guardare. La mia mano continuava a muoversi, veloce, disperata.
E poi, Claudia alzò lo sguardo. Per un attimo, sembrò guardare dritto nella telecamera. Mi sentii gelare. Mi aveva visto?
Ma poi distolse lo sguardo, e tutto tornò alla normalità. Io, però, non potevo più fermarmi. L’eccitazione era troppo forte, troppo intensa.
“Dovremmo farlo più spesso,” disse Valentina, quasi come una proposta. “Parliamo di queste cose. È… liberatorio.”
Claudia annuì, ma c’era qualcosa di diverso nel suo sguardo. Qualcosa che non riuscivo a decifrare.
E io, io continuavo a guardare, incapace di staccarmi da quel momento proibito.
Le due donne continuarono a sorseggiare il vino, i bicchieri che si svuotavano e si riempivano con una cadenza quasi ipnotica. Il sole del pomeriggio filtrava attraverso le tende, creando un’atmosfera calda e intima nel salotto. Io, nascosto nella macchina con il telefono in mano, non riuscivo a distogliere lo sguardo dallo schermo della telecamera.
“Sa,” iniziò Claudia, accomodandosi meglio sul divano, “è davvero difficile trovare il tempo per fare qualcosa per sé. Tra i bambini, il lavoro, la casa… non c’è mai un momento.”
Valentina annuì, sorseggiando il vino con un’espressione pensierosa. “Lo so. Anche io mi sento così. Ogni volta che penso di iscrivermi in palestra o di dedicarmi a un hobby, qualcosa accade e devo rimandare.”
Claudia sorrise, un po’ stanca, un po’ rassegnata. “Forse dovremmo farlo insieme. Andare in palestra, intendo. Sarebbe più divertente, no? Ci terremmo compagnia.”
“Assolutamente,” rispose Valentina, con un’occhiata complicita. “Potremmo iniziare la prossima settimana.”
Claudia sospirò, passando una mano sui fianchi. “Devo ammettere che dopo il parto il mio corpo è cambiato parecchio. I fianchi si sono allargati, e il seno…” Si fermò un attimo, come se stesse valutando se continuare o meno. Poi, con un gesto improvviso, si alzò la maglia, mostrando il reggiseno che stringeva un seno generoso e turgido. “Guarda, sembra che sia cresciuto di due taglie. A volte mi sento così… diversa.”
Valentina osservò con interesse, senza vergogna. “Beh, a me è successo il contrario. Il culo è diventato più flaccido. Sai, prima era più sodo, ora… beh, mi sento come se fosse svuotato.” Ridacchiò, ma c’era un pizzico di sincerità nella sua voce.
Claudia si risistemò la maglia, sorridendo. “Forse dovremmo accettare questi cambiamenti. Dopotutto, siamo mamme, no?”
“Esatto,” concordò Valentina. “Ma non vuol dire che non possiamo prenderci cura di noi stesse.”
Il vino continuava a scorrere, e con esso le inibizioni delle due donne si dissolvevano. Claudia si appoggiò al divano, guardando Valentina con uno sguardo curioso. “Ehm… posso rifarti una domanda un po’… intima?”
Valentina alzò un sopracciglio, sorpresa ma intrigata. “Certo, dimmi.”
Claudia esitò un attimo, come se stesse cercando le parole giuste. “Com’è… avere un rapporto anale? Non l’ho mai fatto, sai. Luca ha provato a chiedermelo qualche volta, ma io… ho paura. ”
Valentina sorrise, senza imbarazzo. “Beh, è diverso. Non è per tutti, ma se fatto nel modo giusto può essere molto piacevole.”
Claudia si sporse in avanti, gli occhi pieni di curiosità. “E qual è il modo giusto? Cioè, come si fa?”
Valentina prese un sorso di vino, come se stesse preparandosi a una lunga spiegazione. “Prima di tutto, devi rilassarti. È fondamentale. Poi, devi usare molto lubrificante. Sia sul buco del culo che sul cazzo. A me piace usare un lubrificante a base d’acqua, è più leggero.”
Claudia annuì, assorbendo ogni parola. “E… cosa si prova?”
Valentina sorrise, con un’espressione quasi nostalgica. “All’inizio può sembrare strano, ma se sei rilassata e il tuo partner è gentile, diventa molto intenso. È una sensazione di pienezza, come se fossi… completa.”
Claudia rimase in silenzio per un momento, assimilando le informazioni. “E… tu lo hai fatto solo con Marco, giusto?”
Valentina annuì. “Sì, solo con lui. Marco ha un cazzo di dimensioni normali, quindi non è mai stato un problema. Anzi, è sempre stato molto delicato.”
Claudia sorrise, ma c’era qualcosa di enigmatico nel suo sguardo. “Beh, devo ammettere che mi hai fatto venire voglia di provare. Forse un giorno…”
Mentre loro parlavano, io, nascosto nella macchina, mi sentivo sempre più eccitato. Le loro parole mi accendevano, il mio cazzettino era diventato duro come non mai. Continuavo a guardare lo schermo, le mani che si muovevano freneticamente sul mio pene. Ogni parola, ogni dettaglio, mi portava sempre più vicino all’apice.
“E la posizione?” chiese Claudia, con una curiosità sempre più insistente. “Qual è la migliore?”
Valentina rifletté un attimo. “Dipende. A me piace molto la posizione a pecorina. È più comoda e ti permette di controllare meglio la profondità.”
Claudia annuì, come se stesse prendendo mentalmente appunti. “E il dolore? Passa?”
“Se sei rilassata e usi abbastanza lubrificante, sì. All’inizio può essere un po’ fastidioso, ma poi diventa davvero piacevole.”
Claudia sorrise, come se stesse immaginando la scena. “Forse dovrei provare. Grazie per la spiegazione, Valentina. È stato davvero… illuminante.”
Valentina rise, versando un altro bicchiere di vino. “Di nulla. Sai, è bello parlare di queste cose. Fa bene.”
Mentre loro continuavano a chiacchierare, io sentivo che stavo per esplodere. Le loro voci erano come una melodia seducente, ogni parola un colpo di frusta al mio desiderio. Il mio respiro si faceva sempre più affannoso, le mani che si muovevano sempre più veloci.
“E tu, Claudia?” chiese Valentina, con un tono quasi provocatorio. “Non hai mai pensato di provare qualcosa di nuovo con Luca?”
Claudia esitò un attimo, come se stesse valutando quanto rivelare. “Beh, a volte sì. Ma sai, con lui è tutto così… intenso. A volte ho paura di non riuscire a tenergli testa.”
Valentina sorrise, con un’espressione complicita. “Beh, forse dovresti parlargli. Comunicare è la chiave, lo sai.”
Claudia annuì, ma c’era qualcosa nel suo sguardo che non riuscivo a decifrare. Qualcosa di nascosto, di proibito.
E io, io continuavo a guardare, incapace di staccarmi da quel momento proibito. Le loro voci risuonavano nel mio cervello, il desiderio che mi consumava sempre di più. Sentivo che stavo per raggiungere l’apice, le mani che si muovevano freneticamente.
“Forse hai ragione,” disse Claudia, con un tono che non riuscivo a interpretare. “Forse dovrei parlargli…”
Valentina sorrise, senza aggiungere altro. E io, io continuavo a guardare, sapendo che non avrei potuto resistere ancora a lungo.
Continua.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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