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Torre del Lago (storia vera)


di Membro VIP di Annunci69.it cazzobonsai69
04.04.2025    |    46    |    0 8.0
"“Ti piace essere la nostra puttana?” “Sì, ” sussurrò lei, aprendo gli occhi e guardandomi con uno sguardo che mi fece desiderare di averla di nuovo..."

Ero in compagnia di Claudia, lei guidava e io la osservavo. Mi facceva strano pensare a lei come la mia amante, una donna più giovane di me e con tanta carica sessuale. Claudia era la nostra amica di famiglia, la miglior amica di mia moglie. Quando portava il figlio alla scuola materna, era riservata e timida. Anche in compagnia di mia moglie e mia era sempre stata riservata e discreta. Poi tutto cambiò dopo il mio incidente in bicicletta. Era stata proprio Claudia a medicarmi al pronto soccorso. Io nudo con il mio cazzetto davanti a lei.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da lei. Quella donna, così riservata in pubblico, così trasgressiva in privato, mi stava facendo impazzire.

Eravamo arrivati a Torre del Lago quasi senza che me ne accorgessi. La mattina era tranquilla, il sole primaverile filtava tra i pini, e l’aria profumava di resina e salsedine. Claudia aveva parcheggiato la macchina prima della rotonda lato Viareggio, e senza una parola mi aveva preso per mano, portandomi lungo il sentiero tra le dune e la pineta. Quel gesto, così semplice eppure carico di intenzione, mi aveva già fatto intuire cosa avevamo in mente. Ma non avrei mai immaginato che avrebbe iniziato così, senza preamboli, senza esitazioni.

“Claudia, sei una troia,” le sussurrai, mentre lei continuava a succhiarmi con un’intensità che mi faceva perdere il controllo. Le sue labbra si muovevano con abilità, alternando colpi di sega al cazzo e leccate alle palle. Ogni volta che mi guardava negli occhi, mentre mi succhiava, sentivo un’ondata di piacere che mi faceva quasi dimenticare chi eravamo. Lei, l’amica di famiglia, la donna che sembrava così discreta quando portava il suo bambino a scuola. Io, Marco, con i miei cinquant’anni e il mio cazzo piccolo che solo lei sapeva come far diventare duro come il ferro.

“Mi piace sentirti parlare così,” mi rispose, sollevando per un attimo la testa e fissandomi con quegli occhi marroni che sembravano vedere dritto dentro di me. “Dimmi ancora quanto sono una puttana.” Le sue parole mi trafissero, e senza pensarci due volte obbedii.

“Sei una cagna, Claudia. Una troia che non sa fare altro che succhiarmi il cazzo. Mi fai impazzire, sai?” Le mie parole la fecero sorridere, e senza indugiare ricominciò a succhiarmi, questa volta con ancora più fervore. Le sue mani si spostarono sulle mie palle, massaggiandole con una delicatezza che contrastava con la violenza dei suoi colpi di lingua. Ero completamente in suo potere, e lo sapeva.

La mia mente iniziò a vagare, ricordando come tutto era cominciato. Dopo il mio incidente, quando Claudia mi aveva medicato al pronto soccorso, avevo scoperto un lato di lei che non avrei mai immaginato. Quella donna, sempre così composta e riservata, si era rivelata una vera depravata. Quella donna che era la più cara amica di mia moglie e allo stesso tempo mia amante. E io, nonostante la mia età e i miei limiti fisici, ero diventato il suo giocattolo preferito.

“Claudia, non posso resistere,” gemetti, mentre il piacere si accumulava dentro di me. Lei mi guardò con uno sguardo malizioso, come se volesse dirmi che non dovevo resistere, che dovevo lasciarmi andare. E io, senza più controllo, lo feci. Il mio corpo si contrasse, e un fiume di sborra esplose dentro di la sua bocca. Lei continuò a succhiarmi, assorbendo ogni goccia con un’avidità che mi fece rabbrividire.

“Marco, sei così buono,” sussurrò, sollevando la testa e guardandomi con un sorriso che mi fece capire che non era ancora finita. “Ora tocca a me.” Senza aspettare una risposta, Claudia si alzò e iniziò a sbottonarsi i pantaloni, rivelando una lingerie nera che sembrava fatta apposta per farmi impazzire. Quella donna sapeva esattamente cosa voleva, e io ero disposto a darglielo.


La luce del sole filtrava tra i rami della pineta, creando ombre danzanti sul terreno sabbioso. Claudia si alzò con un’eleganza che mi fece perdere il fiato, e con un gesto lento e provocatorio, aprì le gambe, lasciando intravedere la sua figa completamente depilata, con quel solito ciuffetto nero che mi faceva impazzire. Una visione che mi faceva sentire come un ragazzino alle prime armi, nonostante i miei cinquanta anni.

“Guarda qua, Marco,” sussurrò, toccandosi con le dita la figa. “Ti piace? Sai quanto mi piace essere esposta, essere guardata.”

Le dissi che era una troia, una puttana, e lei rise, come se quelle parole fossero un complimento. Si rimise in ginocchio, avvicinandosi di nuovo a me, e senza esitazione ricominciò a leccarmi la sborra che era rimasta sul mio cazzettino, che era tornato moscio. La sua lingua era calda, insistente, e io sentivo il desiderio riaccendersi dentro di me.

Ma poi ho udito un rumore. Un rumore di rami secchi che si spezzavano. Ho sollevato lo sguardo e ho visto un uomo maturo, probabilmente della mia età, che aveva il cazzo di fuori e ci stava guardando, mentre si faceva una sega. E non era solo. Altri tre o quattro uomini erano sparsi tra gli alberi, distanti tra loro ma a circa cinque metri da noi, tutti impegnati nella stessa attività.

“Claudia,” dissi, il mio respiro affannoso. “Ci stanno guardando.”

Lei si voltò, notando gli uomini, e invece di fermarsi, sorrise. Il mio cazzetto tornò duro all’istante, e lei lo afferrò con una mano, massaggiandolo mentre mi guardava negli occhi.

“Che c’è, Marco? Ti eccita che ci guardino?” mi chiese, con una voce piena di malizia.

Non risposi, ma il mio corpo lo fece per me. Claudia si mise a pecorina, esponendosi completamente agli sguardi di quegli uomini. Era eccitata, lo sentivo. La sua schiena si inarcava, le sue cosce si allargavano, e io capii cosa voleva.

“Vieni, Marco,” bisbigliò, girando la testa verso di me. “Inculami. Voglio che mi guardino mentre lo fai.”

Feci cenno agli uomini di stare tranquilli, di continuare a guardare. Loro annuirono, alcuni sorridendo, altri troppo concentrati su ciò che stavano facendo per distrarsi. Mi posizionai dietro Claudia, sentendo il calore del suo corpo contro il mio, e lentamente entrai nel suo culo. Era stretta, calda, e mi faceva sentire come un re.

“Sei una porca, Claudia,” dissi, mentre iniziavo a muovermi dentro di lei. “Ti piace essere guardata, vero? Ti piace essere inculata come una puttana.”

Lei gemette, il suo corpo rispondendo a ogni mio movimento. “Sì, Marco, sì… mi piace. Mi piace sentirti dentro il mio culo.”

Fu in quel momento che notai il giovane tra il gruppetto. Aveva un cazzo durissimo ed enorme, e mi guardava con un’espressione che non lasciava spazio a dubbi: voleva partecipare. Feci cenno di avvicinarsi, e lui si mosse senza esitazione. Gli altri rimasero a distanza, continuando a masturbarsi, ma il giovane si avvicinò fino a essere a pochi centimetri da Claudia.

“Mettilo in bocca a lei,” dissi, guardandolo negli occhi. “Le piace succhiare i cazzi, soprattutto quelli grandi come il tuo.”

Claudia emise un suono di approvazione, e il giovane si mise davanti a lei, afferrandole i capelli e infilando il suo cazzo nella sua bocca. Lei iniziò a succhiarlo con un’avidità che mi fece rabbrividire, mentre io continuavo a incularla.

“Ti piace, Claudia?” le chiesi, sentendo il mio cazzo pulsare dentro di lei. “Ti piace avere due cazzi dentro di te, essere una troia?”

Lei annuì, il suo respiro affannoso, i suoi gemetti sempre più alti. “Sì, Marco… sono una puttana. Una cagna. Mi piace sentirti dentro di me mentre succhio questo cazzo enorme.”

Gli altri uomini si erano avvicinati, ora ci circondavano, ma non ci toccavano. Rimanevano lì, guardando, masturbandosi, godendo dello spettacolo che stavamo offrendo loro. E io mi sentivo più vivo che mai.

“Claudia,” dissi, aumentando il ritmo. “Sei una porca, una troia, e ti adoro per questo.”

Lei gemette più forte, il suo corpo che si contraeva intorno a me, e io sentii il piacere accumularsi, pronto a esplodere. “Marco, sto per venire… ti prego, fammi venire.”

Ma non era ancora il momento di farla godere e di noi sborrare....
​Claudia era in ginocchio, piegata in avanti, con le mani che si aggrappavano ai ciuffi d’erba sotto di lei. La sua schiena era un arco perfetto, la pelle lucida per il sudore e il fruscio del vento tra gli alberi sembrava accompagnare il ritmo dei nostri colpi. La stavo inculando duramente. Io ero dietro di lei, afferrandole i fianchi con forza, spingendo dentro il suo culo con una furia che non potevo controllare. Le mie cosce battevano contro le sue natiche, ogni spinta più profonda della precedente.

Claudia gemette, il suono che usciva dalla sua gola era un misto di piacere e disperazione. “Cazzo, sì, continua così,” sussurrò, e io obbedii, aumentando il ritmo. “Sei così stretta,” le dissi, infliggendole un’altra spinta potente. “Ti piace, vero? Ti piace essere scopata così?”

“Sì, sì, mi piace,” ansimò lei, arcuando ancora di più la schiena. “Non fermarti.Spaccami il culo."

Avevo quasi raggiunto il mio limite, ma prima che potessi cedere, il ragazzo accovacciato davanti a Claudia,aveva un’espressione feroce nei suoi occhi mentre afferrava la testa di Claudia, spingendo il suo cazzo enorme dentro la sua bocca. “Prendilo tutto, troia,” ringhiò, e Claudia obbedì, aprendo la bocca e prendendolo fino in fondo.

Io non potevo più resistere. Con un gemito, iniziai a sborrare dentro il suo culo, sentendo il calore della mia sborra riempirla completamente. “Cazzo, Claudia,” gemetti, afferrandola ancora più forte. “Ti sto riempiendo tutta.”

Nel frattempo, il ragazzo aveva iniziato a muoversi dentro la bocca di Claudia con un modo violento. Il suo ritmo diventa più veloce e più profondo. “Vieni su questa faccia da troia,” urlai io e un secondo dopo stava sborrando, riempiendo il viso di Claudia di schizzi bianchi e caldi. “Eccola, la tua faccia da puttana,” disse, tirandosi indietro mentre lei lo guardava con occhi carichi di desiderio.

Claudia si fermò un attimo, respirando pesantemente, prima di alzarsi e inginocchiarsi di nuovo, questa volta mettendosi tra noi. Con una sicurezza che mi sorprese, iniziò a leccare il mio cazzettino, ancora coperto di sborra, e poi si voltò per fare lo stesso con il cazzo enorme del ragazzo. “Che puttana,” dissi, guardandola con un misto di stupore e soddisfazione. “Ti piace proprio essere una troia, vero?”

Claudia non rispose, ma il suo sguardo era tutto ciò di cui avevo bisogno. Ora era circondata: quattro uomini si erano avvicinati, tutti con i cazzi in mano, pronti a soddisfare il loro desiderio. “Vieni qui, Claudia,” dissi, afferrandole i capelli e costringendola a guardarmi negli occhi. “Non puoi lasciarci a metà.”

Lei annuì, aprendo la bocca e afferrando il mio cazzetto con le mani, mentre gli altri uomini si avvicinavano, pronti a venire sul suo viso. “Sei una troia,” continuai, dandole un colpetto sulla guancia. “E ora lo dimostri.”

Claudia chiuse gli occhi, permettendo che il primo uomo gli sborrasse sul viso, poi il secondo, e il terzo e poi l'ultimo.Ogni schizzo di sborra si aggiungeva alla mistura che già le copriva il viso. “Guarda quanto sei bella,” dissi, guardandola con un misto di ammirazione e desiderio. “La tua faccia da puttana è perfetta con tutta questa sborra.”

Lei continuava a sorridere, la sua espressione di soddisfazione che mi faceva desiderare di prenderla di nuovo. “Ti piace, vero?” chiesi. “Ti piace essere la nostra puttana?”

“Sì,” sussurrò lei, aprendo gli occhi e guardandomi con uno sguardo che mi fece desiderare di averla di nuovo. “Adoro essere la tua puttana.”
"Voglio essere la tua troia, una vera puttana. La prossima volta voglio prostituirmi per te!"

Continua.....



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