Racconti Erotici > Gay & Bisex > Echi di Carne: Il Richiamo del Vicino - Cap 5
Gay & Bisex

Echi di Carne: Il Richiamo del Vicino - Cap 5


di matteol77
30.09.2024    |    1.788    |    3 8.9
"Noi ci amiamo, " disse Oliver, la voce poco più di un sussurro..."
# Capitolo 5: Nell'Ombra della Cena: Quando il Desiderio Svela i Segreti

Brown emerse dall'ombra. Il suo volto rotondo e flaccido era segnato da alcune rughe profonde. Le labbra carnose erano umide di saliva. Un doppio mento si fondeva con il collo taurino, scomparendo nel colletto della camicia già umide di sudore sotto le ascelle. Gli occhi piccoli brillavano in modo inquietante sotto sopracciglia cespugliose.

"Entra, ragazzo," disse, un sorriso storto. "La cena è pronta."

Oliver fece un passo dentro, la gola secca. La porta si richiuse alle sue spalle con un tonfo sordo.

Sul tavolo della cucina, contenitori di polistirolo emanavano vapore. Due lattine di birra già aperte gocciolavano condensa.

"Siediti," ordinò Brown, indicando una sedia. Le sue dita tozze e grasse sfiorarono la spalla di Oliver mentre passava, inducendogli un brivido lungo la schiena.

Oliver obbedì, sentendosi intrappolato. Il rumore della forchetta di Brown che grattava il contenitore riempì il silenzio.
"Mangia, ragazzo, serviti pure" grugnì mentre afferrava il contenitore di fish and chips.

Le sue dita affondarono tra le patatine fritte unte.

Oliver fissava il cibo che non prometteva nulla di buono. Il pesce sembrava un cadavere gonfio, galleggiante in un mare d'olio. Prese una patatina molle, portandola alla bocca con riluttanza.

Brown intanto tracannò mezza lattina di birra in un sorso, ruttando sonoramente. "Ah, che delizia," esclamò, brandendo un pezzo di pesce come uno scettro untuoso. "Meglio di quella robaccia francese che mangi di solito, eh?"

Oliver annuì debolmente, masticando un boccone che sapeva di cartone fritto.

"Bevi, bevi!" insistette Brown, spingendo una lattina verso Oliver. "Fa digerire meglio."

Oliver prese un sorso timido.

Brown rise, un suono simile a una frana di ghiaia. "Ah, la gioventù d'oggi," gracchiò. "Non sapete più come ci si diverte."

Afferrò l'ultima patatina, infilandosela in bocca con un gesto teatrale. Il silenzio calò nella stanza, rotto solo dal masticare rumoroso di Brown e dal ticchettio dell'orologio, che sembrava scandire i secondi con sadica lentezza.

Mentre mangiavano, Brown non smetteva di parlare, raccontando storie confuse del suo passato, intramezzate da commenti lascivi e sguardi predatori verso Oliver. Il giovane sentiva il sudore colargli lungo la schiena, intrappolato in quell'incubo surreale.

"Sai, Oliver," disse con voce roca e bassa, "un giovane come te non dovrebbe stare solo. Ci sono... pericoli là fuori."

Oliver deglutì a vuoto, sentendo la gola secca. "Non sono solo, signor Brown. Peter tornerà presto."

Brown emise una risata sguaiata. "Oh, ma Peter non è qui ora, vero? Sei tutto solo, in quel grande appartamento. Chissà cosa potrebbe succedere..."

Finito di mangiare Brown si alzò per prendere una bottiglia di vino acquistato al supermercato e due bicchieri sbeccati. Versò generosamente in entrambi, spingendo uno verso Oliver.

"Beviamo, ragazzo," disse Brown, alzando il bicchiere. "Alla buona compagnia."

Oliver portò il bicchiere alle labbra, notando con disgusto che l'orlo era unto. Il vino non era male e lo bevve tutto di un sorso.

"Perché non andiamo di là," propose Brown. "Si sta più comodi."

Si spostarono nel soggiorno, dove un divano logoro occupava gran parte dello spazio. Oliver si sedette sul bordo, cercando di mantenere la maggior distanza possibile dall'anziano. Brown, invece, si lasciò cadere pesantemente, facendo cigolare le molle consunte.

"Ah, che bella serata," sospirò Brown, riempiendo nuovamente i bicchieri. "È bello avere compagnia, sai? Di solito sono solo qui... a sentire i rumori della notte."

Oliver si irrigidì, un brivido freddo gli percorse la schiena. Brown lo fissava con uno sguardo che era un mix di malizia e desiderio represso.

"Sai, ragazzo," continuò l'anziano, la voce ora bassa e roca, "ogni sera sento tutto attraverso queste dannate pareti sottili. Ogni. Singola. Cosa."

Oliver sentì il calore dell'imbarazzo salirgli al viso. Cercò di deglutire, ma la gola era improvvisamente secca come carta vetrata.

"N-non so di cosa parla, signor Brown," balbettò, evitando lo sguardo dell'anziano.

Brown rise, un suono aspro. "Oh, lo sai benissimo, ragazzo. Tu e il tuo... amico. Siete piuttosto rumorosi, sai? Specialmente tu. Hai una voce così... espressiva."

Oliver voleva sprofondare.

L'anziano si avvicinò ancora, l'alito caldo e vinoso che solleticava l'orecchio di Oliver. "Oh, sento tutto, ragazzo. I gemiti, gli ansiti, il letto che sbatte contro il muro. Soprattutto la tua voce... così giovane, così piena di passione."

Brown prese un altro sorso dal bicchiere e fece un sorrisetto, le labbra sporche di vino. "Brindiamo alla nostra amicizia, eh?"

Oliver bevve, sentendo il vino scorrere caldo attraverso la gola, cercando di mascherare l'imbarazzo.

Brown ghignò, gli occhi che brillavano di una luce maliziosa. "Allora, ragazzo, sono curioso. Tu e il tuo... amico. Come funziona tra di voi?"

Oliver si sentì accapponare la pelle. Avrebbe dovuto alzarsi e andarsene, ma ormai era stato smascherato. Decise di affrontare la situazione a viso aperto. Il vino aveva sciolto le sue inibizioni, e si scoprì a voler parlarne.

"Beh, noi... noi ci amiamo," disse Oliver, la voce poco più di un sussurro.

Ridacchiò Brown. "Ma nei dettagli, ragazzo. Chi fa cosa? Tu sei quello che grida di più, lo sento bene."

Oliver abbassò lo sguardo, mortificato ma stranamente un pò eccitato da quella conversazione proibita. "Io... io sono quello che... riceve," ammise infine, le guance in fiamme.

Brown emise un suono gutturale, a metà tra un grugnito e un gemito. "Ah, lo sapevo. Il passivo, eh? Ti piace sentirti... prendere?"

Oliver annuì debolmente, incapace di credere a ciò che stava confessando. Il vino gli aveva sciolto la lingua, e le parole uscivano senza filtro.

"Sì," sussurrò. "Mi piace... mi piace sentirmi pieno. Mi piace quando Peter mi... mi prende."

Brown si leccò le labbra, gli occhi che percorrevano avidamente il corpo di Oliver. "E dimmi, ragazzo, cosa ti piace di più? Cosa ti fa urlare così forte da farmi svegliare nel cuore della notte?"

Oliver chiuse gli occhi, sopraffatto dall'imbarazzo e da una strana eccitazione. "Mi piace quando... quando mi prende da dietro. Quando mi tiene fermo e spinge forte. Mi fa sentire... posseduto."

L'anziano emise un gemito basso, la mano che si posava pesantemente sulla coscia di Oliver. "E scommetto che ti piace quando ti parla sporco, vero? Quando ti dice quanto sei stretto, quanto sei bravo a prenderlo tutto."

Oliver annuì, incapace di parlare. Sentiva il corpo bruciare, diviso tra l’imbarazzo per la situazione e un'eccitazione inaspettata.

Brown si avvicinò ancora, le sue labbra quasi a sfiorare l'orecchio di Oliver. "E dimmi, ragazzo, hai mai pensato di provare con qualcun altro? Qualcuno con più... esperienza?"

Fu in quel momento che la realtà colpì Oliver come un secchio d'acqua gelida. Si alzò di scatto, barcollando leggermente.
"Io... devo andare," disse, la voce tremante. "Grazie per la cena, signor Brown. Buonanotte."

Si precipitò fuori dall'appartamento, lasciando Brown ansimante sul divano con gli occhi pieni di desiderio frustrato.

Una volta al sicuro nel suo appartamento, Oliver si chiuse la porta alle spalle. Il cuore batteva furioso, la mente era un vortice di confusione e vergogna. Cosa aveva fatto? Come aveva potuto confessare quelle cose intime a Brown?

Mentre l'effetto del vino svaniva, un pensiero inquietante emerse. La conversazione con Brown, per quanto inappropriata, aveva toccato corde che non sapeva di avere provocandogli una eccitazione inaspettata.

Pensò a Peter, il suo compagno, e la vergogna aumentò. Come poteva desiderare altro? Come poteva anche solo considerare la possibilità di provare tali emozioni con un individuo come Brown?

In preda alla confusione, si rannicchiò sotto le lenzuola, cercando disperatamente di scacciare quei pensieri.

Ma la verità era che, una volta aperta quella porta, non sarebbe stato facile richiuderla.

Continua...

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.9
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Echi di Carne: Il Richiamo del Vicino - Cap 5:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni