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Cuori Agresti e Desideri Selvaggi: Il Richiamo Oscuro di Don Giosuè - Capitolo 8 – Tra Desideri Nascosti e Decisioni Cruciali
di matteol77
07.09.2023 |
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"Poi se lo sciacquò energicamente cercando di ripristinare una sorta di normalità dopo il selvaggio incontro..."
“Ci voleva proprio…”, mormorò tra se e se l'anziano, stiracchiandosi con una sguaiata espressione di soddisfazione e sentendo la stanchezza affiorare dal suo corpo attempato. Poi si alzò dal letto con la volontà di superarla e si avvicinò a un piccolo lavandino angolare vicino la finestra.Sotto un getto d’acqua fresca si strizzò il membro ormai flaccido e bagnato di saliva per far uscire le ultime gocce di sperma. Poi se lo sciacquò energicamente cercando di ripristinare una sorta di normalità dopo il selvaggio incontro.
Il suo riflesso nel piccolo specchio sopra il lavandino gli restituì l'immagine di un viso stanco ma soddisfatto. I capelli bianchi sulle tempie erano in disordine, e li sistemò con una mossa automatica. Si tirò giù la canottiera e si alzò i mutandoni come con un gesto abitudinario, ricreando un senso di ordine nel suo aspetto.
Senza nemmeno rivolgere uno sguardo a Giuseppe, che giaceva sul letto come una figura inerte che lo guardava, l’anziano contadino lasciò la stanza con passo lento e pesante dissolvendo la sua figura nell'oscurità del corridoio.
Giuseppe rimase sbigottito. Totalmente ignorato si sentì come un oggetto gettato via dopo essere stato utilizzato.
Un senso di rabbia attraversò la sua mente.
Giaceva nudo sul letto, nelle lenzuola ancora umide degli umori condivisi. L'odore persistente del sesso aleggiava nell'aria intorno a lui. Era un forte odore di sperma e sudore. Un costante ricordo di ciò che era appena accaduto. La sua bocca era impastata di sperma dell’anziano, una testimonianza silenziosa di ciò che era accaduto.
Tutto era successo con una dannata velocità sconcertante, e ora Giuseppe si ritrovava solo, immerso nei suoi pensieri e nell'eco delle emozioni che gli si agitavano dentro.
Non poteva negare la strana attrazione che l'audacia dell'anziano aveva suscitato in lui, una forza travolgente che lo costringeva per la prima volta a scrutare le pieghe più profonde delle sue emozioni e dei suoi desideri nascosti.
Ma mentre il ricordo di quei momenti ardenti si intrecciava con le trame delle sue riflessioni, l'amaro sapore di essere stato ridotto a un oggetto di puro piacere e gratificazione innalzava un muro d'ombra su tutto. Quella esperienza turbolenta gettava un'ombra di dubbio sul suo valore come individuo, scuotendo la sua autostima e lasciandolo lottare con un senso di vuoto e inadeguatezza.
In quel frangente, un'idea prese forma nella sua mente come un raggio di luce in una notte buia: preparare le valigie e abbandonare tutto questo. Mettere un punto definitivo su questo capitolo incerto della sua vita, allontanarsi da quell’ambiente carico di tensioni e dall'anziano contadino che pareva interessato soltanto a una gratificazione superficiale e al controllo su di lui.
Sentiva l'urgenza di ritrovare il suo equilibrio interiore, di riscoprire la sua dignità e la sua autentica identità.
Era notte fonda e la luna piena illuminava la stanza con una luce argentea. Giuseppe si alzò dal letto e andò a fare una doccia.
Nonostante fosse stremato, organizzò il suo trolley con cura. Si prese tutto il tempo necessario sistemando con attenzione ogni oggetto personale. Gli abiti, gli oggetti, tutto sembrava trovare il suo posto, come se stesse componendo una sorta di rituale per la rinascita imminente. Decise di partire al mattino seguente.
Una volta a letto, la stanchezza e le emozioni lo avvolsero come un abbraccio, portandolo a un sonno profondo e ristoratore. I sogni e le riflessioni si intrecciarono nella sua mente, mentre una brezza leggera carezzava le tende della finestra socchiusa come se la notte stessa sussurrasse segreti inconfessabili nell'oscurità.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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