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Le ombre dell'Ammiraglio - Cap. 11


di matteol77
28.09.2024    |    958    |    4 8.8
"L'ammiraglio rise, una risata profonda e rauca che riempì la stanza..."
Capitolo 11: Tra le Cosce dell'Ammiraglio. Il prezzo del Lusso.

L'ammiraglio lo aspettava sprofondato nella sua poltrona con le mani, grandi e nodose che riposavano sulle cosce. Le dita tamburellavano con impazienza. Ogni colpetto era un conto alla rovescia verso l’inevitabile; tic-toc, tic-toc.

La canottiera si tendeva sul suo corpo massiccio, rivelando ciuffi di peli grigi che spuntavano intorno al collo e alle ascelle.

I pantaloni del pigiama, di un azzurro sbiadito erano tirati su a stento sotto la pancia tonda che ondeggiava ad ogni respiro pesante del vecchio bastardo.

Il tessuto logoro si tendeva oscenamente all'inguine mostrando una evidente protuberanza. Per quanto potesse sembrare ripugnante, quel pacco nascosto malamente era per Ted il biglietto per una vita di lusso.

Quando Ted varcò la soglia il viso dell'ammiraglio era un misto di attesa e desiderio mal celato.

"Buongiorno, signore," disse, cercando di mantenere un tono neutro ma fallendo miseramente. La sua voce uscì più acuta del solito, tradendo il suo nervosismo.

"Ah, eccoti qui, bello di papà," gracchiò di rimando l’ammiraglio. "Puntuale come un orologio svizzero. A proposito, ho sentito il rombo della tua nuova macchina. Ti piace il mio ultimo regalino?"

Ted si schiarì la gola, sentendosi improvvisamente molto consapevole.

"Sì, signore. La Mini Cooper è... è davvero incredibile. Grazie ancora."

"Oh, non ringraziarmi," ghignò l'ammiraglio, gli occhi che brillavano di un'intelligenza che contrastava con il suo aspetto trasandato. "Dopotutto, te la sei guadagnata, no? O forse dovrei dire... te la guadagnerai?"

I pochi capelli bianchi sul cranio quasi calvo dell'ammiraglio sembravano fremere, come antenne sintonizzate su un canale di pura aspettativa.

"Cosa... cosa devo fare, signore?", chiese, pur conoscendo già cosa aspettarsi.

L'ammiraglio rise, una risata profonda e rauca che riempì la stanza. Il suo grosso pancione si sollevò appena sotto la vestaglia, mentre lo sguardo affilato restava inchiodato su Ted.

"Ah, Ted, Ted... non fare il finto tonto, lo sai bene.”

L'ammiraglio spalancò le gambe con un movimento lento e deciso. Con un gesto della mano robusta, indicò lo spazio vuoto tra di esse.

"Non ti far pregare, ragazzo," disse, accarezzandosi pigramente il ventre.

“Oggi imparerai a usare quella bocca per qualcosa di più utile che fare domande. Vieni qui e mettiti in ginocchio fra le gambe di papà."

Gli occhi di Ted caddero sul rigonfiamento tra le cosce dell'anziano. Il pacco dell'ammiraglio sembrava quasi pulsare sotto il tessuto del pigiama.

"Ma io non l'ho mai fatto," biascicò Ted, cercando di prendere tempo.

L'ammiraglio ghignò con una luce viziosa negli occhi.

"E che problema c'è? Un ragazzo sveglio come te imparerà in fretta!"

Le mani dell'ammiraglio si mossero verso l'elastico dei pantaloni del pigiama, tirandolo giù. Il suo membro flaccido emerse penzolando, circondato da peli grigi e ispidi.

Con un gesto sfacciato lo afferrò agitandolo verso Ted.

"Vedi? Non morde," ghignò con un sorriso perverso.

Ted sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Per un istante, il suo corpo si tese, pronto a girare i tacchi e scappare via.

"A meno che," continuò con un ghigno malizioso sul volto flaccido, "tu non voglia restituire tutti i miei regali. La macchina, il telefono, l'orologio... Sono sicuro che qualcun altro sarebbe più che felice di prendere il tuo posto."

La sua mano libera accarezzò il bracciolo della poltrona, le dita nodose che tamburellavano con impazienza. Il pancione ondeggiò di nuovo, come se stesse ridendo silenziosamente della situazione.

"Magari quel frocetto del piano di sotto. Come cazzo si chiama? Jimmy? Scommetto che lui mi succhierebbe il cazzo senza fare tanto il prezioso."

Il disgusto lottava con l'avidità nello stomaco di Ted, ma l'avidità, quella puttana insaziabile, vinceva sempre.

"Allora, bambolina? Cosa decidi? Vuoi tenerti i tuoi bei giocattolini o preferisci tornare a leccare cessi per quattro spicci?"

L'immagine della Mini Cooper rossa parcheggiata fuori che urlava "guardatemi, stronzi, non sono più un perdente", il Rolex gli cingeva il polso come una manetta dorata, l'iPhone nella tasca dei pantaloni che gli ricordava i tempi in cui si accontentava di un vecchio cellulare con lo schermo crepato, tenevano Ted come ad un guinzaglio.

Chiuse gli occhi per un secondo, poi si inginocchiò tra le cosce aperte dell’anziano. Era solo un altro lavoro, si disse. Solo un altro fottuto lavoro super pagato.

Fissò il membro pendulo dell'ammiraglio, il disgusto che gli attorcigliava le viscere.

Con mani tremanti, afferrò il membro semi-eretto dell'ammiraglio, portandoselo alle labbra. L'anziano ghignò soddisfatto con una mano che andava ad accarezzargli i capelli quasi con tenerezza.

"Bravo, ragazzo", mormorò con voce roca. "Succhia il cazzo di papà come si deve..."

Il sapore acre e salato del membro sulla lingua, l'odore pungente di sudore e urina, gli riempiva le narici mentre si sforzava di non dare di stomaco. Le sue mani si aggrapparono alle ginocchia dell'ammiraglio per mantenere l'equilibrio.

"Ora massaggiami le palle, da bravo...", ansimò il vecchio.

Ted obbedì, accarezzando goffamente i testicoli rugosi dell'ammiraglio.

Con gli occhi chiusi, lasciò che la lingua scivolasse sul pene ormai eretto del vecchio. Il sapore era diventato un ricordo remoto, sostituito dal solo pensiero di trascorrere le giornate a pavoneggiarsi per le strade, una vita di agi finalmente alla sua portata.

Le sue labbra si strinsero intorno al glande, iniziando a succhiare con rinnovata determinazione. I gemiti osceni dell'ammiraglio risuonavano nelle sue orecchie, ma Ted era altrove, immerso nei suoi sogni di ricchezza.

Si chiese fino a che punto si sarebbe spinto. Si sarebbe fatto scopare per un nuovo appartamento?
La risposta gli bruciava in gola come bile: sì. Mille volte sì.

L'ammiraglio aumentò il ritmo, ansimando pesantemente.

"Sto per venire... Ingoialo tutto..."

Ted chiuse gli occhi mentre il seme caldo e viscoso gli inondava la bocca. Lo inghiottì meccanicamente, sentendo il liquido denso scivolargli in gola.

L'ammiraglio continuava a spingere, spremendo fino all'ultima goccia.

"Bravo... non perderne neanche una goccia..." ansimò.

Quando finalmente l'ammiraglio si ritrasse, Ted rimase in ginocchio, la mascella indolenzita. Un rivolo di sperma gli colava sul mento.

L'ammiraglio lo fissò dall'alto, il viso arrossato e sudato per l'orgasmo appena avuto.

"Cazzo, non sei poi così male per essere un novellino," grugnì con voce roca.

Si tirò su i pantaloni del pigiama con gesti goffi, la pancia flaccida che ondeggiava.

"Ora levati dai coglioni e pulisciti quella faccia sporca di sborra. Domani mattina ti voglio qui presto, ho una sorpresa per te."

Ted annuì in silenzio, la gola che bruciava. Sapeva che l'avrebbe fatto di nuovo. Per i soldi, per il lusso.

FINE.


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