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Le ombre dell'Ammiraglio - Cap. 7


di matteol77
24.09.2024    |    1.481    |    3 9.4
"Ma poi l'immagine del suo appartamento di merda gli balenò davanti agli occhi, e il peso dell’iPhone si fece di nuovo sentire..."
Capitolo 7: Smanettando il vecchio: La terapia del cazzo dell'ammiraglio

La mattina dopo, Ted si trascinò come un cane bastonato.

Fissò la maniglia della porta d’ingresso all’appartamento, le budella che gli si contorcevano come serpenti. Sapeva fin troppo bene che merda lo aspettava dall'altra parte. Il vecchio bastardo sarebbe stato lì, nudo e floscio, aspettando le sue mani tremanti.

"Fanculo," mormorò tra i denti, la mano che esitava sulla maniglia. Per un istante, pensò di girare i tacchi e correre via. Ma poi l'immagine del suo appartamento di merda gli balenò davanti agli occhi, e il peso dell’iPhone si fece di nuovo sentire.

Con un respiro profondo che sapeva di sconfitta, Ted aprì la porta ed entrò nell'antro del vecchio porco, pronto per un'altra giornata di umiliazione ben retribuita.

"Sei in orario, per una volta," grugnì l'ammiraglio. "Andiamo in camera da letto. E’ ora di provare questa nuova terapia."

Ted andò a mettersi la tuta da lavoro intanto che l’ammiraglio lo precedette nella sua camera. Quella mattina, la tuta da lavoro sembrava strozzarlo di quanto gli sembrava stretta.

Lo trovò disteso sul suo letto come una balena spiaggiata ancora in pigiama ma con la vestaglia aperta. Le gambe spesse e gonfie erano divaricate senza pudore, e una mano robusta e rugosa accarezzava pigramente i genitali sotto il pigiama.

"Eccoti finalmente", grugnì il vecchio. "Pensavo di dover iniziare senza di te."

Ted deglutì a secco. "Che situazione del cazzo," borbottò tra se e se.

L'ammiraglio si sollevò sui gomiti, la pancia che debordava come pasta lievitata. Fissava Ted con occhi acquosi e un misto di impazienza e lussuria nel suo sguardo.

"Allora, ragazzo, sai cosa fare, no? Il dottore è stato chiaro. Devi farmi venire 15 volte al mese. E non fare quella faccia da verginella. Sei pagato per questo!"

"Signore, io non sono sicuro di… "

Con un grugnito di sforzo, l'ammiraglio sollevò il bacino dal letto. Le sue mani robuste afferrarono l'elastico del pigiama e dei mutandoni, abbassandoli con un unico movimento brusco fino alle ginocchia.

Il cazzo rugoso del vecchio spuntò fuori come un fungo velenoso, appoggiato su uno scroto enorme e pendulo. Quella sacca di pelle raggrinzita oscillava tra le cosce dell'ammiraglio come un'altalena macabra. L'intera zona era circondata da una giungla di peli grigi e unticci. L'odore di sudore rancido, urina stantia colpì Ted come un pugno nello stomaco.

"Allora?" gracchiò l'ammiraglio, agitando il suo arnese floscio e facendo dondolare lo scroto come un pendolo ipnotico. "Non ho tutto il giorno! Mettiti al lavoro su tutto il pacchetto!"

Ted fissò quell'orrore di carne, sentendosi morire dentro. I suoi occhi passavano dal cazzo rugoso allo scroto oscillante, realizzando con disgusto che avrebbe dovuto occuparsi di entrambi.

"Usa il lubrificante," ordinò l'ammiraglio, indicando un flacone sul comodino. "E non fare quella faccia. Pensa ai soldi, no?"

Ted chiuse gli occhi per un istante, cercando di dissociarsi da ciò che stava per fare. Afferrò il tubetto con mani tremanti, chiedendosi per l'ennesima volta quanto in basso potesse ancora cadere.

Con le gambe che minacciavano di cedere, Ted si avvicinò al letto. Esitò un momento, poi si sedette sul bordo, di fianco all'ammiraglio rivolto verso di lui. Il materasso si abbassò sotto il suo peso, facendo ondeggiare leggermente il corpo nudo dell'anziano.

Ted afferrò il tubetto di lubrificante e lo aprì con un click. Le mani sudaticce che scivolavano sulla plastica.

L'odore chimico artificiale del lubrificante si mescolò ai miasmi della stanza, creando una nauseante sinfonia olfattiva.

"Cazzo, ragazzo, sembra che tu non abbia mai segato in vita tua," grugnì l'ammiraglio. "Devo insegnarti tutto io, porca puttana?"

Ted deglutì, la gola secca. "No, signore. Io... io so cosa fare."

"E allora muovi quel culo, ciccione!"

Ted spremette il gel sulla mano. L'odore chimico gli fece arricciare il naso.

"Cristo, ragazzo, sei ritardato?" sbottò l'anziano. "Mettilo sul cazzo, non sulla mano!"

Deglutendo a vuoto, Ted iniziò ad applicare il lubrificante. La pelle dell'ammiraglio era come cuoio bagnato, i peli ispidi che si appiccicavano alle sue dita.

"Cazzo, hai le mani di ghiaccio!" sibilò l'ammiraglio. "Scaldatele!"

Ted si sfregò le mani, spalmando il gel.

I testicoli dell'ammiraglio si muovevano sotto le sue dita come lumache giganti.

"Ah, così va meglio," mormorò l'anziano. "Senti come si sveglia il mio amico?" Il pene dell'ammiraglio si animò lentamente.

"Ehi, delicato lì sotto!" ringhiò il vecchio. "Non stai impastando il pane!"

Il pene raggrinzito iniziò a gonfiarsi, un processo che Ted osservava con orrore fascinato.

"Ti piace quello che vedi, eh?" ghignò l'ammiraglio. "Scommetto che non ne hai mai visto uno così grosso."

Ted distolse lo sguardo, concentrandosi sul suo compito. Ogni piega, ogni ruga della pelle flaccida gli faceva rivoltare lo stomaco. Le mani che producevano suoni osceni e viscidi.

"Così, bravo ragazzo," ansimò l'anziano. "Hai delle mani d'oro, lo sai?"

Finalmente, Ted finì di applicare il gel. Guardò le sue mani lucide e appiccicose, chiedendosi se si sarebbe mai sentito di nuovo pulito.

"Bene," grugnì l'ammiraglio. "Ora inizia la vera terapia.”

Ted chiuse gli occhi per un istante, raccogliendo quel poco di coraggio che gli era rimasto. Poi, con un profondo respiro, iniziò la "terapia”.

Afferrò il membro dell'ammiraglio, non circonciso. La pelle in eccesso si accumulava sulla punta formando pieghe che Ted trovò nauseanti al tatto.

"Muovi quella cazzo di mano!" abbaiò l'ammiraglio. "Non lo stai mica studiando!"

Ted iniziò a pompare sentendo la pelle scorrere avanti e indietro sul glande. Il prepuzio si ritraeva e poi copriva la cappella ad ogni movimento che Ted trovava stranamente ipnotica e repellente allo stesso tempo.

"Più forte, ciccio!" grugnì l'anziano, sollevando il bacino. "Tira indietro la pelle, non aver paura!"

Ted aumentò la pressione, tirando delicatamente indietro il prepuzio per esporre completamente il glande lucido e arrossato. Il lubrificante rendeva i movimenti fluidi, producendo suoni umidi e osceni che riempivano la stanza.

"Ah, così!" gemette l'ammiraglio. "Gioca con la punta, usa il pollice!"

Reprimendo un conato di vomito, Ted obbedì, facendo scorrere il pollice sulla punta esposta ad ogni movimento ascendente. Sentì il membro pulsare e gonfiarsi ulteriormente nella sua mano, la pelle che si tendeva sempre di più.

L'ammiraglio si contorceva sul letto, le sue mani che afferravano le lenzuola. "Cristo, ragazzo! Dove hai imparato a maneggiare un cazzo così bene?" ansimò tra un respiro e l'altro.

Ted non rispose, concentrandosi solo sul compito da svolgere e cercando di dissociarsi mentalmente. Il movimento ripetitivo della pelle che scivolava avanti e indietro sembrava ipnotizzarlo, trasportandolo in uno stato di trance disgustata.

"Ah, così!" gemette l'ammiraglio. "Usa l'altra mano sulle palle. Massaggiale!"

Ted obbedì, disgustato. La sua mano libera scese a maneggiare i coglioni dell'ammiraglio. Li sentiva rotolare sotto le dita, grossi e pesanti. La pelle dello scroto era rugosa e calda, coperta di peli ispidi.

"Sto per venire!" ululò improvvisamente l'ammiraglio, il suo corpo che si inarcava sul letto. "Non fermarti, cazzo! Non fermarti!"

L'odore di sudore rancido e umori corporei invase le narici di Ted. Sentì lo stomaco rivoltarsi mentre continuava a pompare il cazzo e massaggiare le palle del vecchio porco.

Il pene dell'ammiraglio pulsava nella sua mano, gocciolando liquido pre-seminale. Ted fissava quell'orrore di carne, incapace di distogliere lo sguardo nonostante la nausea montante.

Ted sentì il membro pulsare violentemente nella sua mano e poi accadde. Lo sperma dell'ammiraglio eruppe con fiotti irregolari e biancastri che sembrava non voler finire mai.

Lo sperma atterrò ovunque: sul ventre prominente dell'ammiraglio, sulle lenzuola una volta bianche, persino sui pantaloni di Ted. Era come se il vecchio avesse deciso di marcare il suo territorio in modo fin troppo letterale.

Ted osservò inorridito. L'odore acre e muschiato gli assalì le narici, facendogli desiderare di non avere più il senso dell'olfatto.

"Ah, che scarica!" esclamò l'ammiraglio, con un tono quasi orgoglioso. "Avevo le palle piene, eh?"

Mentre gli ultimi schizzi gli colavano sulle mani, Ted realizzò quanto fosse fottuto. Eccolo lì, le mani piene di sborra di un vecchio porco, tutto per un cazzo di iPhone. La sua vita era diventata una barzelletta cosmica, e lui era della battuta finale.

Continua...
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