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Echi di Carne: Il Richiamo del Vicino - Cap 7


di matteol77
02.10.2024    |    1.855    |    10 9.3
"" "Non cosa, troietta?" Brown aumentò la foga, le palle che sbattevano contro il culo di Oliver con schiocchi osceni..."
# Capitolo 7: Carne Giovane, Appetito Vecchio

Con la grazia di un orso ubriaco, Brown si tolse la vestaglia e si avvicinò al letto ansimando come un maiale.

"Finalmente mio," grugnì con voce roca, i suoi occhi fissi su Oliver.

Le sue mani callose si poggiarono sulle spalle del giovane, strappandolo dal sonno.

Oliver si svegliò di colpo, la mente ancora annebbiata, incapace di capire cosa stesse succedendo.

"Signor Brown...?" sussurrò, la voce tremante, ma non riuscì a dire altro. La mano ruvida dell'uomo si schiacciò sulla sua bocca, soffocando ogni parola.

"Zitto!" sibilò l'anziano con il volto vicino al suo e lo sguardo carico di desiderio. "È il nostro momento, puttanella!"

Un tanfo nauseabondo assalì le narici di Oliver. La mano di Brown puzzava di sudore rancido e umori viscosi. Era come se si fosse segato da poco lasciando sulla sua pelle l'impronta oleosa dei suoi vizi.

Il cuore di Oliver batteva all'impazzata. Era immobilizzato, sopraffatto dalla stazza dell'anziano.

Con un ringhio animalesco Brown afferrò i boxer di Oliver, strappandoli via. Il tessuto si squarciò in un sol colpo, esponendo Oliver in tutta la sua vulnerabilità. Poi, se li portò al naso, inalando profondamente. I suoi occhi rotolavano all'indietro, persi in un'estasi perversa.

"Che profumo di giovane culo!" grugnì, la voce roca di lussuria. Li lanciò in un angolo come un trofeo di caccia ormai inutile. Il suo sguardo famelico tornò su Oliver.

Oliver rimase come paralizzato.

Brown lo sistemò a pancia in giù come se fosse un sacco di patate.

"Così è meglio, puttanella," grugnì. "Voglio vedere quel bel culetto in aria."

Con un grugnito di sforzo, si issò sopra Oliver. Le sue cosce massicce si piantarono ai lati del corpo snello del giovane, intrappolandolo sotto.

"Non puoi scapparmi ora," ringhiò godendosi la sensazione di potere.

Oliver sentì il panico montargli in gola. Il corpo pesante di Brown lo schiacciava contro il materasso, ogni via di fuga bloccata da quella massa di carne sudata e pelosa.

"No, per favore," sussurrò. La voce spezzata dalla paura e da una sopraggiunta eccitazione inconfessabile.

Brown rise, un suono aspro. "Oh sì, invece," sibilò, chinandosi fino a che il suo viso non fu a pochi centimetri da quello di Oliver. "Adesso sei mio, in tutti i modi possibili."

Si spostò all'indietro come un orso in cerca di miele, il suo corpo robusto che scivolava lungo quello di Oliver fino ad allineare la sua faccia con le natiche nude del ragazzo. I suoi occhi porcini brillavano fissi sul premio davanti a lui.

Con uno sguardo affamato le sue mani robuste afferrarono le natiche di Oliver spalancandole con decisione. Sputò copiosamente all'interno una massa di saliva densa e giallastra che colava lentamente verso il basso. Un lubrificante grezzo e improvvisato intriso di lussuria animalesca.

Oliver sussultò, un gemito involontario che gli sfuggì dalle labbra. La sensazione era aliena, disgustosa, ma... stranamente eccitante. Un brivido di piacere gli percorse la spina dorsale, in netto contrasto con il disgusto che provava.

Le mani di Brown rimasero ben salde mantenendo Oliver spalancato quando affondò il muso tra quelle carni giovani e respirandone profondamente l'odore e la vulnerabilità.

La sua lingua calda e ruvida saettò fuori, assaggiando la pelle di Oliver con lappate avide e oscene.

Ogni leccata era una violazione, un marchio di possesso che lasciava Oliver tremante e confuso, diviso tra repulsione e un'eccitazione sconcia. Brown alternava leccate lunghe a penetrazioni rapide.

"Cazzo, sei più dolce del miele," grugnì Brown. La voce soffocata dalla carne.

Un gemito sfuggì dalle labbra di Oliver. Il suo cazzo si gonfiò, traditore, premendo contro il materasso. Brown sembrava capirlo, e con un ghigno maligno, si sollevò.

"Ti piace quello che ti faccio, eh?" Le sue guance luccicavano di saliva.

Oliver sentì i muscoli cedere ed allentarsi, il corpo che reagiva contro ogni logica. Avrebbe voluto voleva urlare. Invece, sentì il suo buco contrarsi bramoso.

Peter non l'aveva mai toccato così. Non lo aveva mai fatto sentire così sporco e... vivo.

"Il tuo corpo non mente," ansimò Brown. "Sa di volere il cazzo di un vero uomo."

Oliver chiuse gli occhi, sopraffatto. Una parte di lui pregava che finisse, l'altra, una parte oscura e affamata, voleva essere divorata completamente. Inconsciamente allargò le gambe. Il suo buco si aprì, invitando Brown a spingersi più a fondo. Il suo corpo si arrendeva, anche se la sua mente urlava in protesta.

Con un grugnito animalesco, Brown sollevò la faccia umida dal culo di Oliver e si issò sul suo corpo con la grazia di un bisonte infoiato. La sua corporatura tozza e pesante si abbatté su Oliver. Il torace largo e il ventre prominente, coperti da una peluria grigia e ispida, premevano contro la schiena liscia del ragazzo, schiacciandolo contro il materasso.

"Adesso ti fotto, puttanella," ringhiò. Il fiato pesante che sapeva ancora di vino.

Afferrò le cosce di Oliver, spalancandole più che poteva. Il suo cazzo era già gonfio e bitorzoluto come un ramo nodoso.

"Ecco, così. Tutto aperto per me," grugnì. La voce roca di lussuria bestiale.

Come un toro in calore, Brown si insinuò tra le gambe di Oliver. Le sue cosce massicce strusciavano contro l'interno di quelle lisce del ragazzo, creando una frizione ripugnante ed elettrizzante. Oliver tremò, disgustato e eccitato suo malgrado da quel contatto brutale.

Così esposto e vulnerabile il giovane poteva sentire tutto il calore emanato dal corpo di Brown. L'odore di sudore rancido e eccitazione animale lo avvolgeva come una nube tossica.

Brown afferrò il suo cazzo gonfio e pulsante di desiderio e lo puntò contro il buco di Oliver. La cappella violacea e lucida di pre-sperma premeva come un ariete contro una fortezza indifesa.

"Apri il culo, troietta," ringhiò Brown.

"No, è troppo gros-" Oliver si strozzò con le parole quando sentì la pressione aumentare.

"Zitto e prendilo tutto," sibilò Brown, sputando ancora tra le natiche di Oliver e spingendo con forza.

Oliver sentì la testa del membro di Brown forzare la sua apertura. "CAZZO!" urlò il giovane. Sentì ogni vena, ogni ruga della verga del vecchio che lo invadeva.

“Porca puttana, sei stretto come una vergine," ringhiò Brown, spingendo il suo arnese sempre più a fondo nelle viscere di Oliver. Il ragazzo si contorceva sotto di lui, il corpo che lottava contro l'invasione.

Con un ghigno si chinò verso l’orecchio di Oliver investendolo con il suo alito caldo avvinazzato.

"Che cazzo ti fa quel frocetto di Peter? Ti stuzzica il culo con uno stuzzicadenti?" La sua risata fu come vetri rotti che grattavano sulla lavagna. "O forse quel suo pisellino da bambino non riesce nemmeno a trovare il buco giusto?"

Le parole di Brown furono come acido che corrosero l'anima di Oliver, ogni sillaba un colpo al suo orgoglio e alla sua relazione. Voleva urlare, voleva che finisse. Ma una parte di lui, una parte oscura e perversa, voleva di più.

"N-no, Peter non... non è così, come te" balbettò.

"Si vede, coglione," sputò Brown, affondando con più forza come per sottolineare il punto. "Si vede che non hai mai preso un vero cazzo d'uomo. Ma non preoccuparti, ci penso io a farti sentire la differenza."

Con un'ultima spinta determinata Brown si seppellì completamente dentro Oliver. Oliver sussultò sentendosi totalmente aperto.

"Ecco, così," grugnì Brown, godendosi la sensazione di strettezza. "Questo è un cazzo vero!”

Il vecchio si fermò per un momento, godendosi la sensazione di calore e costrizione. Le sue mani callose stringevano i fianchi di Oliver con forza sufficiente a lasciare lividi, tenendolo in posizione.

Oliver non riusciva a rispondere, sopraffatto da una vergognosa eccitazione. Il respiro che gli usciva in ansiti spezzati.

L'aria era densa di odori acri, sudore, paura e qualcosa di più primordiale. Il tempo sembrava essersi fermato.

Brown iniziò a muoversi, ogni spinta una lezione di cruda virilità che Oliver non aveva mai provato. Il suo cazzo vecchio e bitorzoluto scavava dentro ragazzo come un trapano.

"Ti piace, eh, maialino?" grugnì Brown, sbavando. "Senti come ti scopo? Quella checca di Peter ti ha mai inculato così, eh?"

Oliver ansimava. Ogni spinta gli strappava un gemito di dolore e un brivido di piacere perverso. "N-no... Peter non..."

"Non cosa, troietta?" Brown aumentò la foga, le palle che sbattevano contro il culo di Oliver con schiocchi osceni. "Sputa il rospo! Peter non ti scopa come si deve?"

Sentendo il cazzo di Brown colpire la sua prostata, le stelle esplosero dietro gli occhi di Oliver.

"No, Peter non... non mi scopa come te…" Il suo corpo reagiva contro la sua volontà, contorcendosi sotto l'assalto implacabile di Brown.

Brown rise sguaiato. Afferrò i capelli di Oliver, tirandogli la testa indietro.

"E adesso dimmi quanto ti piace questo vecchio cazzo grasso", ringhiò Brown, schiaffeggiando il culo di Oliver fino a lasciare impronte rosse.

Oliver si sentiva sopraffatto. Il suo corpo cedeva, arrendendosi al ritmo implacabile dell'uomo sopra di lui. C'era una fisicità dominante che Peter non aveva mai saputo dargli, un'intensità che lo scuoteva nel profondo e lo costringeva a confrontarsi con sensazioni nuove.

"Mi piace," biascicò Oliver, la voce rotta dalla vergogna e dall'eccitazione. "Mi piace il tuo cazzo... è così... grosso e duro."
Brown ruggì di trionfo. "Vedi? Il tuo culetto da frocio sa cosa vuole. Un vero maschio, non quella fighetta di Peter!"

Il vecchio porco continuò a martellare Oliver, ogni spinta una rivendicazione della sua virilità. Il suo corpo flaccido e peloso, così diverso da quello tonico di Peter, si muoveva con una potenza primordiale.

"Dillo che sono meglio di Peter," ordinò Brown, la voce roca di lussuria bestiale. "Dillo!"

"Sei meglio di Peter!" gridò Oliver, sopraffatto. "Sei più virile, più potente..."

Brown rise, compiaciuto. "Da oggi sarai sei la mia troietta personale. Scordati quel ragazzino. Adesso hai un vero uomo che ti riempie il culo!"

Oliver annuì freneticamente, perso nel delirio. Peter in quel momento era un ricordo sbiadito, cancellato dalla forza bruta di Brown che lo marchiava come suo.

Il ritmo di Brown era selvaggio e irregolare, guidato da decenni di desiderio represso e lussuria animalesca.

"Sto per riempirti, puttanella," ringhiò Brown, le dita che affondavano nella carne di Oliver come artigli.

Oliver sentiva il cazzo di Brown pulsare dentro di lui, ogni vena gonfia che sfregava contro le sue pareti interne. Il dolore si mescolava a un piacere perverso.

Con un ultimo, brutale affondo, Brown raggiunse l'apice. Ruggì come una bestia, il corpo che si tendeva in uno spasmo violento.

Oliver sentì l'eiaculazione di Brown esplodere dentro di lui, ondate di sperma caldo che lo inondavano. Era come se lo stessero marchiando dall'interno, reclamando ogni centimetro del suo corpo.

"Prendilo tutto", ansimò Brown, continuando a spingere mentre si svuotava.

Il corpo di Oliver reagì senza controllo, e con un gemito soffocato raggiunse l'orgasmo, il suo cazzo pulsava e spruzzava contro il materasso, senza nemmeno toccarsi.

Brown rise, un suono aspro e trionfante. "Vedi? Il tuo corpo sa chi è il suo padrone ora."

Quando finì di svuotarsi, Brown si tirò fuori con uno schiocco umido, rivoli di sperma che colavano dalle natiche arrossate di Oliver.

Oliver crollò sul letto, tremante e sconvolto. Si sentiva usato, violato, ma anche stranamente... completo. Una parte di lui, un’ombra che non conosceva, si svegliava in mezzo a quelle emozioni contraddittorie.

Brown si alzò, la pancia flaccida che ondeggiava, mentre gocce di sudore gli colavano lungo il corpo, scintillando alla luce fioca della stanza. Si asciugò sommariamente sulle lenzuola del letto di Oliver, lasciando macchie umide e lucide.

"Molto meglio di quel frocetto di Peter, vero? La prossima volta che ti tocca ricordati di questo momento! Un vecchio maiale come me sa darti quello che vuoi davvero”.

Oliver non rispose, incapace di formare parole coerenti. Il suo corpo era un campo di battaglia, segnato e reclamato in modi che non avrebbe mai immaginato.

Il vecchio Brown prese i boxer di Oliver, usandoli per pulirsi il cazzo prima di lanciarglieli addosso.

“Un ricordino”, grugnì.

Mentre stava per andare via, il suo sguardo cadde su una cornice sul comodino. La afferrò con le sue mani sudate, osservando l'immagine con un ghigno malevolo.

"Guarda un po' qua," grugnì, mostrando la foto a Oliver. Era un'immagine di lui e Peter sorridenti, abbracciati durante una vacanza. "Che bella coppietta di froci", sghignazzò grattandosi le palle.

Il suo pollice calloso che macchiava il vetro della cornice. "Guardalo, questo Peter. Sembra proprio una femminuccia. Scommetto che non sa nemmeno da che parte si infila un cazzo."

Scagliò la cornice sul letto accanto ad Oliver. Il vetro si frantumò all'impatto.

“Adesso hai visto cos'è un vero uomo”, ruttò. “Non quella mezza sega del tuo fidanzatino."

Oliver fissò i frammenti della foto, sentendosi sporco e traditore. L'immagine felice con Peter ora sembrava appartenere a un'altra vita.
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