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Gay & Bisex

Pomeriggio alternativo in sauna


di sloppy62
02.10.2024    |    5.794    |    8 9.1
"“E’ stato molto bello!” disse uno dei due..."
Tonio, una volta risalito in macchina, ripensò a tutto il pomeriggio passato nella sauna.
Erano le 19.30 quando era uscito ed era già buio.
Era entrato alle 14.30: cinque ore pazze!
Si era reso conto di avere esagerato, ma ormai ed era perfettamente inutile, “piangere sul latte versato”.
Era andato in quella sauna per uomini, dove già era stato un'altra volta.
Precedentemente ci era stato, ma senza "combinare" niente e gli sarebbe piaciuto tornare per riuscire a “fare sesso” con qualcuno, perché aveva parecchia voglia di una avventura “hot”, con uno sconosciuto.
Così, entrato nei locali, vide che non c'era molta gente, almeno negli spogliatoi.
Aprì l’armadietto in ferro ed iniziò a spogliarsi.
Accanto a lui, seduto, c’era un uomo di mezza età, che si stava togliendo le scarpe e lui invece, non avendo trovato un posto per sedersi, si spogliò, rimanendo in piedi, osservato dall’individuo.
Finito di riporre i suoi effetti personali nell’armadietto, si mise un telo bagno in vita, indossò delle ciabatte e, legata la chiavetta al polso, uscì dallo spogliatoio, dirigendosi verso il bar interno.
Lì c’era qualcuno che parlava con un barista ed altri due tipi che parlottavano tra di loro, poi si diresse verso una grande sala dove la luce era molto fievole e si intravedevano poltrone e divani.
Tonio si accorse che in quella sala c’erano parecchi uomini di ogni genere, giovani e anziani: un via vai di maschi più o meno coperti da asciugamani, o soli o in coppia, che curiosavano, osservavano e si guardavano.
Alcuni erano seduti, mentre altri erano in piedi, solo qualcuno era già “in azione”.
Si udivano distintamente gemiti e versi di godimento, rumori di membra che sbattevano e qualche sonora pacca sulle chiappe, provenienti dalle stanzette vicine.
Tonio si avviò verso la parte più buia della sala, pensando: “Chissà quante ne hanno viste, quei divani…!”.
Gli tornò in mente la prima volta che era entrato in quella sauna ed aveva visto, proprio in quella sala, un giovane uomo che, stando supino, si faceva inculare dal davanti, mentre leccava il culo ad uno, che si era seduto sopra la sua faccia, mentre un altro gli succhiava il cazzo; poi si diedero il cambio, ma il passivo continuò a mantenere il suo ruolo.
Mentre era lì a ricordare quelle zozzerie, notò che alcuni uomini si erano avvicinati a lui, ma senza prestargli attenzione.
Due, in particolare, uno dei quali più anziano dell’altro, si erano abbracciati e limonando appassionatamente, si erano accomodati su uno dei divani.
Un altro, ad un metro circa da lui, si era messo in ginocchio e succhiava con gusto l’uccello del suo partner, che stava in piedi.
Nessuna inculata per il momento, ma nella grande sala, dopo aver abituato la vista all’oscurità, ci si guardava in faccia e lo sguardo contraccambiato, in un certo modo, poteva essere un segnale di “via libera”…
Ad un tratto Tonio si accorse che un tipo vicino a lui, lo stava fissando. Lui ricambiò lo sguardo e abbassò gli occhi.
Non lo vide bene in faccia, a causa dell’oscurità, ma era comunque alto, e ben piazzato.
L’uomo interpretò il suo gesto come un segnale di invito e Tonio per fargli capire che poteva “osare”, gli si avvicinò, appoggiandogli la mano sull’asciugamano all’altezza del cazzo, mezzo duro.
Tonio era passivo, ma non effemminato nei modi.
Era un insospettabile maschio, capace di trasformarsi in un affamato divoratore di cazzi.
Gli massaggiò dolcemente la protuberanza con il palmo ed allora lo sconosciuto gli prese la mano e lo tirò verso di sé, portandolo, nel contempo, in un angolo.
Era brizzolato e peloso, senza barba.
Tonio era eccitato ed incuriosito, anche perché la dotazione dell'uomo, era di tutto rispetto e lui perse ogni inibizione palpando quel cazzo che si stava indurendo.
L’individuo era deciso e si era fatto capire bene, anche senza pronunciare una parola.
Tonio intravide l’uccello dell’uomo, erigersi sotto il telo bagno e lo prese in mano.
Il membro caldo e già duro, si consolidò ancora di più.
Lui gli accarezzò le chiappe e Tonio gli offrì i glutei nudi, lasciando cadere a terra l’asciugamani.
Sussultò però, quando quell’uomo, senza preavviso, insinuò un dito nel suo sfintere socchiuso e voglioso.
“Mi chiamo Marco e tu?”
“Tonio, piacere!
“Piacere mio!” disse l’uomo mentre spingeva il suo dito, muovendolo, dentro il suo ano.
A quel punto Tonio cercò di prendere l’iniziativa, per sfuggire al “trapanamento ” del dito nel suo culetto e così tentò di inginocchiarsi per succhiargli il cazzo.
Ma l’uomo glielo impedì, lo fece voltare di spalle, continuando a “lavorargli” il buco e aggiunse all'indice, altre due dita.
Gli sussurrava parole oscene all’orecchio, mentre ravanava con le tre dita nel suo ano, allargandoglielo.
Tonio emetteva brevi gemiti, pari alle spinte delle dita, nel suo retto, che arrivavano tanto in profondità, da stimolargli la prostata.
Dopo qualche minuto di quel massaggio interno continuo e martellante, Marco tolse le dita.
"Sei bello largo, dietro....!" gli disse Marco a voce bassa, togliendosi il telo bagno.
Tonio approfittò del momento per girarsi verso di lui con le spalle al muro.
Allora le mani del suo “corteggiatore”, lo spinsero verso il basso.
Solo allora Tonio poté inginocchiarsi e si trovò la punta del cazzo dell’uomo, proprio davanti al naso.
D’istinto, Tonio afferrò il membro turgido e abbassò il prepuzio, mettendo in mostra la cappella violacea, annusandola.
Il grosso frenulo sotto la cappella aveva un buon sapore ed era molto invitante.
Tonio lo leccò quasi timidamente con la sola punta della lingua, poi si fece più intraprendente, dando lunghe slappate.
Infine, voglioso, gli prese tutto il membro duro in bocca.
Mosse la testa su e giù, scendendo con le labbra, dalla cappella lungo il fusto che ormai era diventato di marmo, sino quasi alle palle.
Era turgido e venoso: un “signor cazzo!”.
Tonio lo strinse nella mano, alla base, saggiandone l’imponenza.
Lo insalivò per bene e poi gli leccò anche i coglioni, con lunghe e lente leccate, mentre gli massaggiava il membro con un movimento continuo, insistendo sulla pelle del prepuzio.
Poi riprese il pompino lentamente, stando bene attento a non fargli perdere l’erezione.
Ciucciava e pompava, gustandosi quel pezzo di carne bollente nel palato.
Marco ad un trattò lo bloccò e gli disse sussurrando: “ Andiamo da un’altra parte…!”.
Si rialzò Tonio e seguì quell’uomo, che prometteva qualche momento interessante.
Girarono un po’ per i corridoi dopo aver lasciato la grande sala, perché lui voleva trovare una stanzetta libera, dove potersi divertire un po’, in totale privacy, ma senza successo.
Allora ad un certo punto, si fermò in una zona buia, ma di passaggio: “Qui va bene… continua a succhiarmelo, come hai fatto prima!”.
Eccitato dalla situazione, anche se erano praticamente in pubblico, Tonio si inginocchiò e riprese a pompargli il cazzo che nel frattempo si era smosciato, ma con le labbra e la lingua, ben presto l’uccellone tornò a svettare.
“Sei un vero pompinaro...adesso che me l’hai fatto diventare di nuovo duro, devi finire il lavoro…!”
Tonio capì che voleva sborrare.
Marco lo fece alzare e lo fece girare, con la faccia contro il muro.
Era dietro di lui, massiccio e grosso ed il suo uccello premeva contro le sue chiappe.
Lo voleva inculare, in piedi contro la parete.
“Hai i preservativi …!” mormorò Tonio.
Ma Marco gli rispose: "Non li uso perché mi stringono troppo il cazzo…e me lo ammosciano! E' un problema per te...?"
Pur non contento della risposta, Tonio non poteva più tirarsi indietro, perché l’uomo gli aveva fatto appoggiare le mani al muro e si era “schiacciato” contro di lui, impedendogli di muoversi.
Tonio non fu comunque troppo dispiaciuto della cosa, perché era voglioso di essere “sbattuto”.
Tonio avvertì il suo cazzo durissimo, ma questa volta appoggiato tra le chiappe.
La cappella gli stava “baciando” lo sfintere.
Lo prese per le chiappe, allargandogliele e spinse la grossa cappella, con decisione.
Lo sfintere cedette sotto la pressione del suo cazzo, ma fortunatamente per Tonio, la cosa fu praticamente indolore, perché era stato allargato, poco prima dalle dita.
Marco lo sodomizzò, così in piedi, senza tanti complimenti.
Tonio non emise un fiato e l’uomo se lo inculò, a lungo.
L'uccello si muoveva con irruenza nel suo retto, il pube sbatteva contro i glutei ed i coglioni sbatacchiavano contro il perineo.
Marco toglieva e rimetteva il suo tronco di carne, dentro lo sfintere spanato di Tonio, bello aperto e accogliente.
Anche se era contro la parete, Tonio si accorse, con la coda dell’occhio che un curioso si era fermato ad osservarli e si stava segando.
Marco alla vista del guardone si era ulteriormente eccitato ed aveva accelerato i colpi di reni.
Il suo cazzo stantuffava sempre più velocemente nel retto di Tonio, il quale cominciava a soffrire un po’ della posizione in cui si trovava, ma i lievi lamenti erano superati dai mugolii di godimento per la inculata imperiale, che stava subendo.
Il buco gli colava e si lasciò sfuggire un ““Ooooohhh!” di godimento, perché Marco ci sapeva proprio fare.
Poi sentì le sue mani sul torace, sui pettorali e le sue dita sui capezzoli.
Glieli strinse tra le dita ed il suo godimento aumentò: “Girati, adesso!” e si sfilò dal suo culo, facendolo inginocchiare.
Con la mano iniziò a segarsi e Tonio si trovò sotto il naso, il suo cazzo fradicio e odoroso del suo buco. L’uomo gli spinse il cazzo tra le labbra e lui lo prese in bocca.
L’altro che stava osservando, masturbandosi si avvicinò.
“Spostiamoci da qui… andiamo su un divano, così siamo più comodi…!” disse Tonio, sollevando un attimo il capo.
Ma Marco seccato: "Nessuno ti ha detto di smettere di succhiarmi il cazzo...!”.
Così gli bloccò la testa e continuò a farsi spompinare, perché voleva sborrare.
Marco muoveva la testa di Tonio velocemente avanti e indietro e sospirava sempre più forte, sentendo avvicinarsi l’orgasmo.
Fremendo, alla fine, Marco sborrò nella bocca di Tonio.
Fu tale la potenza dello schizzo e la quantità di sperma, che la sua bocca non riuscì a contenerla tutta e colò dalle labbra.
Era amarognola e calda e si riversò lungo il suo mento ed il collo, scendendo sul torace.
Ancora col cazzo gocciolante, Marco, fece rialzare Tonio, lordo di sborra e, seguiti dall'altro uomo, rientrarono nella sala.
Stavolta i divani si erano riempiti di coppie e c’era anche un terzetto: tutti erano in calore e si accoppiavano in vari modi.
C’erano uomini che ne inculavano altri.
Alcuni stando alla pecorina e tenendosi le chiappe aperte, rimanevano in attesa di essere montati.
Sembrava una bolgia infernale, ma era divertente vederli.
“Andiamo…!” disse Marco.
Cercarono posto su un divano e Tonio fu messo alla pecorina, vicino ad altri due che stavano “sporcellando” tra di loro.
“Possiamo unirci a voi?”
“Si si va bene…!”
Tonio era inebetito dalla situazione, anche se aveva capito che la cosa gli stava sfuggendo di mano.
Marco si mise in ginocchio, davanti a lui e gli rificcò il cazzo bagnato e moscio in bocca.
Poi si sentì prendere i polsi con le mani, da qualcuno che non vedeva, e quello glieli bloccò sulla schiena.
Non poteva vedere chi c’era dietro di lui e, non poteva parlare perché il cazzo di Marco, prima molle, magicamente, si stava indurendo di nuovo, tappandogli la bocca.
Tonio sentiva solo che, dietro di lui, c’era del “movimento”.
Si sentì allargare le chiappe da mani robuste, mentre la faccia di qualcuno premette tra le sue natiche, leccandogli lo sfintere.
Era piacevole perché si sentì anche penetrare da quella punta di carne impertinente.
La leccata profonda durò qualche minuto e poi la lingua fu sostituita, da un caldo cazzo, duro, che era entrato nell’ano con prepotenza, senza tante cerimonie.
I polsi erano bloccati e Tonio poteva solo emettere mugolii soffocati.
L’uccello sguazzò nel suo buco, mentre Tonio cercò di dimenare le chiappe, ma volente o nolente, lo prese sino in fondo.
Poi lo sentì scivolare dentro e fuori, e qualcuno gli appoggiò le mani sulle spalle, dopo di che l’inculata si fece più vigorosa.
“Che buco di culo ha ‘sto porco…, ma da dove è uscito…?” chiese quello che lo stava inculando allegramente.
Marco rispose: “L’ho visto solo oggi, ma non bisogna lasciarselo sfuggire, cazzo! Dopo mi dai il numero di cellulare, frocetto, capito? Voglio restare in contatto con te…!”
Parlavano di lui, ma Tonio non poteva rispondere con la bocca piena di cazzo.
“Tenetegli le caviglie…!”
Tonio si sentì quindi afferrare le caviglie, mentre lo stavano montando alla grande.
Sempre con la testa bloccata e l’uccello di Marco in bocca, Tonio si accorse che l’uomo che lo aveva montato, si era tolto, per lasciare spazio ad un altro ancora.
La nuova nerchia entrò senza sforzo.
Tonio a aveva il buco spalancato e forse quello che lo stava montando prima, aveva sborrato, ma senza aprire bocca.
Difficile accorgersene.
Tonio realizzò che non poteva muoversi e che, dietro di lui, chiunque avrebbe potuto fare quello che voleva.
Capì che il gioco gli era totalmente sfuggito di mano e lo capì ancora di più quando si accorse che, oltre al cazzo che lo stava ingroppando, un altro si stava aggiungendo, premendo sul suo povero buco, per entrare.
Sempre bloccato Tonio, avvertì, dall’attrito nel suo retto, che anche un secondo cazzo era penetrato.
Era totalmente riempito di cazzo: uno in bocca e due nel culo!
Udiva sospiri e insulti, si sentiva totalmente aperto e usato, ma soprattutto capì che era diventato uno sborratoio pubblico.
Sentiva cazzi entrare e uscire dal suo sfintere, con forza riceveva spinte pelviche, che gli facevano sbatacchiare le chiappe.
Oltre a ciò si aggiungeva il fatto che lo stavano pure scopando in bocca.
Nella sala si era creata folla e non si limitavano a guardarlo solamente.
C’era chi rideva, e chi godeva.
Ad un tratto Marco gli lasciò libera la bocca, ma solo per cambiare posizione.
Tonio fu momentaneamente liberato dai due montoni e Marco si stese supino sotto di lui.
Poi tirandoselo sopra, pure lui supino, gli aveva ficcato il cazzo in culo da dietro.
Altri due uomini si avvicinarono a Tonio e gli tennero le cosce allargate.
Così Tonio fu protagonista, volente o nolente, di una lunga serie di doppie penetrazioni anali.
Fu posseduto in quel modo da molti maschi infoiati.
Si trovò “farcito” da due cazzi e solo quello che lo chiavava nel culo dal davanti, cambiava, mentre Marco restava saldamente dentro il suo ano, con quel suo instancabile uccello, sempre rigido.
Cinque, dieci cazzi dentro il culo di Tonio… ed alcuni schizzavano bordate di sperma dentro il suo retto, altri si toglievano all’ultimo schizzandolo sulle chiappe, qualcuno usava il preservativo, mentre altri gli mettevano il cazzo in bocca. Approfittando della posizione assunta da Tonio, qualcuno si fece pure leccare il buco del culo.
Tonio non aveva la forza di fermare quell’orgia animalesca.
Anche se cercava di dimenarsi, per sottrarsi ai cazzi che lo riempivano, si era convinto che se l’era cercata e che, comunque, una esperienza così, sarebbe stata irripetibile oltre che indimenticabile.
Tanto valeva, quindi, gustarsela sino in fondo.
Tonio succhiò cazzi a ripetizione e Marco, alla fine, dopo tanti strusciamenti di uccelli contro il suo, eiaculò nuovamente dentro il suo retto. A quel punto si tolse, mentre quello che era sul davanti continuò l’inculata, fino a che, si sfilò, a sua volta, schizzandogli sulla pancia.
Tonio libero, si rigirò mettendosi prono, esausto, sopra il divano in finta pelle, madido di sudore misto, bagnato e reso scivoloso, dalle schizzate.
In quei pochi secondi pensò a quanti uomini l’avesse succhiato, leccato e quanti avesse dato il culo.
Si sentì la bocca tirata e avvertì un sapore strano, tendente al salato.
Tonio non sapeva dire a sé stesso quanta sborra avesse ingoiato e quanta gliene era stata “sparata” nel retto, avendo perso il conto, poco dopo che era stato sdraiato sul divano per soddisfare chiunque avesse voglia di montarlo o di farsi sbocchinare.
Poi fu messo di nuovo a quattro zampe.
Lui si era finalmente guardato intorno e aveva visto un uomo alto e con un grosso cazzo che stava per montarlo.
Insieme a lui altri uomini che osservavano vogliosi: alcuni avevano il cazzo eretto ed altri se lo menavano.
Un paio di pacche sul culo lo fecero trasalire.
L’uomo alle sue spalle si era messo sotto di lui e Tonio lo osservò bene in viso.
Era barbuto, non giovane, con gli occhiali.
Senza dire una parola aveva appoggiato il glande contro lo sfintere aperto ed anche se il suo cazzo era molto grosso e abbastanza lungo, sedendocisi sopra, sprofondò nel suo retto fino ai coglioni.
Si stese poi sopra il torace villoso e sudato dell’uomo, consapevole che la posizione non era molto differente da quella precedente.
Infatti qualcuno gli mise le mani sulle scapole e appoggiò il suo membro contro l’ano, già occupato dall’altro cazzo che lo stava impalando.
E di nuovo un altro uccello entrò, allargandogli di nuovo il buco slargato.
Le due nerchie si sfregavano velocemente l’una contro l’altra e Tonio godette quando l’uomo che stava sopra di lui tirandolo per le spalle, gli prese i capezzoli tra le dita, massaggiandoli e tirandoli delicatamente, ma il gridolino di godimento fu subito bloccato dall’ennesimo cazzo che gli fu ficcato in bocca.
Mugolava, mentre i due che gli stavano slargando l’ano, continuavano la doppia inculata.
Non aveva l’orologio, Tonio, e non poteva immaginare che ore si erano fatte e da quanto tempo stava facendo godere, chiunque si fosse soffermato nella sala.
Ad un tratto udì una voce che gli era nota.
Marco era tornato.
“Bene il divertimento è finito! Adesso basta…!”
Riluttanti i maschietti che attendevano il loro turno se ne andarono e quelli che se lo stavano inculando, sfilarono i cazzi ancora dritti e duri dal suo culo.
“E’ stato molto bello!” disse uno dei due.
Quando tutti si allontanarono, Marco gli disse:” Ho portato due cose per divertirci ancora un po’ io e te!...”
Lo guardò e si chiese cosa avrebbe potuto fare ancora.
Tonio fece per alzarsi dal divano, ma Marco gli ordinò di mettersi ancora alla pecorina.
Pensando che Marco volesse ancora possederlo, Tonio, abbassò il capo e si allargò le chiappe.
“No non voglio incularti, voglio vedere quanto sei aperto…!”
Si infilò dei guanti di vinile neri e se li cosparse con una sostanza grassa.
Marco si era allontanato per procurarsi l’occorrente per “fistarlo”
“Se vuoi aprirti le natiche fai pure…!”
Vedendo quanto stava per succedere alcuni curiosi si avvicinarono nuovamente.
Tonio si allargò i glutei e Marco cominciò a massaggiargli l’ano.
Movimenti lenti e circolari prima in un senso e poi nell’altro.
Non ce ne sarebbe stato neanche bisogno, perché il buco era già pronto, ma era piacevole il tocco e Tonio lo gradì molto.
Poi entrò l’indice, seguito dal medio, dall’anulare e dal mignolo, solo il pollice rimase fuori.
Le dita erano entrate lentamente e quando uscirono, la mano di Marco si era chiusa a “becco d’oca”.
Spingendo le dita e dopo aver abbassato il pollice, sotto le stesse, con un lento movimento, a spinta, la mano entrò completamente, facendolo urlare di godimento.
L’uomo muoveva sapientemente la mano.
Prima allargò le dita all’interno e poi le richiuse, creando un “effetto soffietto” che fece impazzire Tonio per la goduria.
Poi sempre rimanendo dentro il suo culo, le dita si chiusero a pugno e il pugno fu ruotato e tirato in fuori, fino ad uscire dal buco.
Tonio era rimasto senza parole e gli altri videro un buco di culo, tanto spalancato, da sembrare una caverna.
Il pugno rientrò dentro e poi di nuovo fuoriuscì, lentamente e continuamente.
Così dentro e fuori per almeno una ventina di volte e sempre più velocemente.
Ad un certo punto lo sfintere non ebbe più il tempo di richiudersi, ma rimase sempre spalancato ad accogliere il pugno di Marco, che usciva e rientrava, come uno stantuffo.
Marco gli sussurrò: “Sei favoloso hai un buco, che pare una galleria…!”
Tonio era troppo affannato per rispondere, ma si limitò a voltarsi, accennando un sorriso.
Poi lui cominciò ad usare la mano sinistra e Tonio si accorse della differenza perché era un po’ più piccola e quindi entrava ancora meglio.
Alternò le mani a pugno entrambi, prima la destra, poi la sinistra, fuori una e dentro l’altra, aumentando il ritmo e continuando sino a che Tonio, stremato urlò di smettere, perché aveva raggiunto il limite.
Aveva il buco in fiamme che non si chiudeva più, il sangue gli formicolava nelle cosce e nelle palle.
Si lasciò cadere bocconi sul divano e Marco, capendo che Tonio era “sazio”, interruppe il potente fisting.
“Bravo, non credevo che avresti sopportato così a lungo, tutto il pomeriggio…! Noi restiamo in contatto! Dammi il tuo numero di cellulare….!
Tonio glielo diede, poi si alzò, cerco le ciabatte ed il telo bagno, raggomitolato per terra.
Si recò alle docce, seguito da Marco ed osservato da tanti altri.
Aveva bisogno di una doccia e di un sano bidet, a casa.
Dopo essersi docciato velocemente si asciugò e tornò nella sala.
Voleva annusare l’aria che c’era dentro che sapeva di sudore e sesso.
Quello che doveva essere un pomeriggio tranquillo in sauna, alla fine si era rivelato un” tour de force” sessuale.
Tanti in quella sala si erano divertiti e, pure Tonio, non poteva certo lamentarsi troppo, anche perché in fondo si era messo lui in quella situazione.
Comunque, ad un certo punto, realizzò che l’aveva preso in culo, da chiunque fosse passato di lì, senza che potesse ribellarsi.
Posseduto senza ritegno a ripetizione, da un gruppo di porci scatenati.
Tutti i suoi sensi erano stati fortemente sollecitati per tutto il pomeriggio.
Poi si recò nello spogliatoio insieme a Marco che alla fine gli disse:“ Spero che tu ti sia divertito, perché noi ci siamo divertiti parecchio, ovviamente non sai, né saprai mai, chi ti ha inculato o chi te lo ha messo in bocca!”.
Tonio lo guardò e rispose: “ Non avrei mai creduto di fare le cose che ho fatto oggi!”.
“Beh, te la sei cercata! Però alla fine ti sei divertito, dai!” disse Marco con un mezzo sorriso.
“Settimana prossima potremmo organizzare una vera e propria gang bang, in un posto privato dove c’è anche una sling! Avrai cazzi a ripetizione come oggi, qualcuno anche nero, ma stavolta organizzata e, non così improvvisata!”.
A quelle parole Tonio rise di gusto.
“Ah, ah, ah! Perché quella di oggi era una “gita scolastica”? Beh adesso, fammi riprendere, poi vedrò. Tu chiamami pure…il numero te l’ho dato…!”
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