Racconti Erotici > Gay & Bisex > Inaspettatamente
Gay & Bisex

Inaspettatamente


di sloppy62
17.09.2024    |    129    |    0 6.0
"Riprese la macchina fotografica e la rimise sul cavalletto, mettendosi poi supino..."
Tempo fa comprai una macchina fotografica digitale e mi venne in mente, di approfondire l'argomento "fotografia", seguendo un corso.
Così conobbi un po’ di persone, partecipando alle lezioni, ma tutti i rapporti si fermavano al “buongiorno” e “arrivederci”; inoltre tutte le possibile discussioni erano incentrate solo sulla fotografia. Al termine del corso si ebbe l’idea di organizzare una “pizzata”, giusto per incontrarsi e conoscersi, al di fuori di quel contesto.
Una sera ci trovammo, quindi, tutti a cena per mangiare la pizza. Eravamo una decina e di ogni età.
Una una volta entrati nel locale, ci sedemmo a caso lungo la tavolata che ci era stata riservata e mi parve assolutamente normale che Ernesto, il più anziano del gruppetto, si sedesse accanto a me. Lui me lo chiese pure se poteva sedersi vicino a me ed io non obiettai alcunchè. Mi sorrise e cominciammo a parlare del più e del meno: un distinto signore, ben vestito tipo casual, giovanile, viso un po’ segnato dalle rughe, niente barba e baffi, occhialuto, simpatico e socievole.
Dopo aver “attaccato bottone”, non la finì più di parlare ed io alla fine gli risposi a monosillabi, sorridendo ed a volte, annuendo.
“E tu cosa fai di bello?”. Mi disse appoggiando, inaspettatamente, la sua mano sinistra sulla mia coscia destra.
Io pensai che era il classico gesto senza particolare intenzioni, che volesse essere solo un brevissimo contatto fisico; ma lui non tolse la mano, che rimase invece ben ferma sulla coscia e continuò a parlare, fissandomi.
Provai un certo imbarazzo, sia per il gesto, totalmente inaspettato, ma anche perché non avrei voluto che qualcuno dei commensali, avesse notato la cosa e fraintendesse.
Non essendomi mai trovato in una situazione del genere, ebbi un momento di disagio quando la mano di Ernesto indugiò, muovendosi piano sulla mia coscia: a quel punto, forse arrossendo, capii era una “avance” in piena regola.
Non appena il cameriere, avvicinandosi a noi, portò le pizze, Ernesto sempre guardandomi, sollevò la mano.
Iniziammo a mangiare e lui ogni tanto parlò anche con gli altri, ridendo e scherzando, mentre con me scambiò solo sguardi.
Poi verso la fine della cena mi disse sorridente: “Dovremmo scambiarci il numero di cellulare, così rimaniamo in contatto…!”. Sempre più imbarazzato, gli diedi il mio numero ( non so perché lo feci) e lui preso il suo smartphone, mi chiamò all’istante. “Così hai il mio numero!”.
La cena volse al termine e lui non fece più “grandi manovre”. Anzi mi sembrò che dopo avergli dato il numero si fosse sentito appagato e, quasi, non mi “cagò” più.
Pensai tra me e me, che forse avevo frainteso le cose e, finito di cenare, salutati tutti quanti compreso lui, mi allontanai verso la mia autovettura.
Ma non appena mi sedetti al volante, udii il suono di un messaggio. Osservai il display e vidi che il msg arrivava proprio da lui: “Scusa per prima, forse ti ho imbarazzato, ma mi piacerebbe conoscerti un po’ meglio. Che ne dici di venire a casa mia, magari domani mattina, così facciamo un ripasso del corso e magari vediamo due foto e ne facciamo qualcuna…?”.
Poiché l’indomani sarebbe stato sabato, preso alla sprovvista gli risposi “ Ma no figurati, va bene!”. Il messaggio successivo suo fu: “ Allora a domani, ti aspetto dopo le 09.00, da me. Abito in via Goldoni 54 e citofona al n. 4”.
Ripensai alla bizzarra serata, alla palpata sulla coscia ed ai suoi messaggi: non ero mai stato “ tacchinato” da un uomo, oltretutto più anziano di me. Mi incuriosii fortemente e, nonostante l'iniziale imbarazzo e sorpresa, volli vedere come sarebbe stato il seguito.
Il giorno dopo mi recai da Ernesto e lo chiamai al cellulare dopo aver parcheggiato.
"Ciao Ernesto, io sono arrivato, dove sei?""
“Ciao, tutto bene? Io ti sto aspettando e sono sotto casa!” mi rispose.
Scesi dall’auto e lo raggiunsi. Non feci mai troppo caso ad Ernesto durante il corso di fotografia e quando lo vidi, distante in piedi, lo squadrai da capo a piedi.
Età approssimativamente tra i 65 e i 70, un po’ di pancetta, non tanto alto 175 cm., capelli più bianchi che grigi, corti e corporatura normale.
Mi fissava e poi mi salutò.
Mi invitò ad entrare nel portone ed io lo seguii fino alla sua abitazione.
Quando aprì la porta di ingresso, vidi un corridoio ben illuminato con quadri alle pareti.
“Accomodati e fai come se fossi a casa tua! Se devi andare in bagno, è in fondo a sinistra. Se no, seguimi che andiamo in sala!”
Lo ringraziai e lo seguii.
“Vuoi qualcosa da bere o mangiare?”.
“No grazie sono a posto!”
“Non fare complimenti, se hai bisogno di qualunque cosa chiedimi pure!”
Era squisitamente ospitale.
Entrai in sala e c’era un cavalletto con una macchina fotografica.
Mi fece accomodare su un gran divano davanti a cui troneggiava un grosso televisore, poi prese il telecomando, lo accese e si sedette accanto a me.
Sotto il televisore c’era anche un lettore DVD e con lo stesso telecomando, avviò la visione di una serie di foto.
“Te le ricordi? Sono le foto del corso. Me ne sono fatto fare una copia! Poi ti faccio vedere altre foto…”
“Le altre fotografie le hai scattate tu?”.
“Eh, no! Magari…! Le vedrai sono molto belle!”.
Man mano che le foto scorrevano, le commentavamo, ma ad un certo punto, mi mise di nuovo la mano sulla coscia. Mi guardò sorridendo, senza togliere la mano, anzi la mano si fece più ardita e scese all’interno della coscia. Lui continuava a parlare, mentre io mi ero zittito. Poi mi prese la mano e se la appoggiò sulla sua coscia sinistra.
Nel frattempo erano terminate le foto del corso ed iniziavano le sue…. Erano foto di nudo in bianco e nero, il soggetto?: uomini. Uomini di ogni razza e tipo: Magri, grassi, alti bassi, pelosi e non, muscolosi e di ogni età.
In pose plastiche, seduti o in piedi o sdraiati. Foto erotiche, non porno.
Natiche perfette e muscolose che parevano di marmo e glutei bianchi senza un pelo. Il “bianco e nero” rendevano le foto ancora più “drammatiche” ed esaltavano la perfezione, ma anche le imperfezioni, di quei corpi. Osservando le foto mi resi comunque conto, che stava guidando la mia mano, verso il suo inguine.
“Ma vuoi scattare anche delle foto? Cosa vuoi fotografare…?” gli chiesi, giusto per distrarlo un attimo.
“Pensavo di scattarci alcune foto... Io a te e tu a me. Ho anche l’autoscatto….!
Poi il genere di foto cambiò. Gli stessi soggetti che prima erano stati ritratti in pose assolutamente “innocenti”, divennero protagonisti di foto ad alto soggetto porno. Uomini con il cazzo eretto e moscio, in pose estremamente eloquenti e poi fellatio, penetrazioni anali, baci passionali etc.: di tutto e di più. Preso, dalla serie di foto, non feci più caso a dove la mia mano veniva portata, fino a quando Ernesto, me la mise proprio sopra i suoi pantaloni, dove sentii, il suo uccello durissimo e grosso.
Allora distolsi lo sguardo dalle foto e lo guardai, incredulo.
Lui si accorse che la cosa non mi fu indifferente e mi disse: “Eh, sì è grosso e duro! Non pensavi che ce l’avevo così, vero?”.
“Cazzo…!” Fu l’unica parola che mi uscì spontaneamente e lui rise. Si abbasso la lampo dei pantaloni e mi fece infilare la mia mano dentro, direttamente sopra i suoi slip.
Si accostò al mio orecchio con la bocca e mi sussurrò: “Devi vederlo e toccarlo …. Dimmi la verità… le foto che ti hanno eccitato sono le ultime vero? Lo so che ti piace il cazzo… anche se ieri sera facevi tanto il ritrosetto, quando ti avevo appoggiato la mano sulla coscia. Però sei venuto da me e dopo che ti ho fatto “sentire” con mano…. hai cambiato idea su di me, o sbaglio?”
Non mi diede il tempo di rispondere, perché si era di nuovo preso la mia mano e se l’era ficcata sotto gli slip.
Avevo in mano il suo uccello, caldo, molto grosso e in piena erezione. Improvvisamente mi diede un bacio a labbra aperte sul collo. D’istinto con la mano, accennai un movimento su e giù, lungo l’asta. Avvertii la cappella bagnata, mentre mi passava la lingua sopra il collo, spingendosi sino ai lobi delle orecchie.
“Magari se me lo tiri fuori, puoi fare di meglio…!
Lui si alzò, si sbottonò i pantaloni, si allentò la cintura e se li calò. Era in piedi di fronte a me.
Le foto continuavano a scorrere lentamente sul video. Si abbassò gli slip e il suo cazzo svettò davanti al mio naso.
“Dai prendimelo in bocca!...” che ti faccio una foto.
Cercai di farlo, ma prima di poter prenderglielo in bocca, mi prese la testa e mi trovai all’improvviso la sua lunga lingua avida in bocca. Le sue labbra erano contro le mie e slinguava, cercando la mia lingua. Sorpreso, comunque, ricambiai e iniziammo a limonare. Io avevo in mano il suo cazzo e lo stavo menando lentamente. Mi slinguò a lungo, prima di permettermi di dedicarmi al suo cazzone.
Sentivo il rumore degli scatti fotografici e iniziai a baciargli il cazzo, dalla cappella in giù. Erano baci bagnati. Poi non riuscii più a trattenermi: sarà stata la situazione, le foto che stavano scorrendo sul video, le dimensioni del cazzo di Ernesto, la macchina fotografica che mi stava immortalando a fare porcate con lui, ma la mia lussuria esplose. Gli leccai le palle pelose a lungo, indugiando e spingendomi con la lingua, fin sotto al suo perineo. Poi risalii, con il viso bagnato lungo il fusto. Lunghe e profonde leccate su quel tronco di carne che mi fece letteralmente perdere ogni controllo e poi lo osservai, mentre con le labbra piano piano, gli presi lentamente la cappella in bocca, succhiandola e pompandola, gustandomi le gocce di "precum" che uscivano abbondanti. Ad Ernesto piacque molto la mia ciucciata di cazzo e sentii una mano sulla testa.
Poi mi fece rialzare e lui si sedette sempre con il cazzo in piena erezione.
“Siediti accanto a me!”
Lo feci e mi misi un po' sul fianco, riprendendo a succhiargli la fava. Poi sentii una mano che indugiava sulle mie chiappe. Le sue dita si infilarono sotto la tela dei jeans, all’altezza del fondo schiena e si spinsero sino al solco delle mie chiappe. Non riuscendo a spingersi con le dita oltre, mi disse: “Spogliati e fammi vedere il culetto!”
Smisi di dedicarmi alla sua nerchia e mi alzai.
Mi tolsi la maglietta e restai a torace nudo, poi slacciai la cintura dei jeans, me li sbottonai e abbassai la lampo. Mi sfilai i jeans, lentamente, dandogli le spalle e mostrandogli le chiappe, mi piegai, apposta leggermente in avanti, calandomi i pantaloni e gli slip, immaginando che il gesto gli sarebbe piaciuto. Gli scatti fotografici non cessavano e pensai che la macchina fotografica era molto “fetish” per Ernesto.
Ne ebbi la conferma quando mi sentii afferrare per le natiche e poi sentii sopra l’ano, la sua lingua impertinente, bella larga che leccava a tutto spiano, spingendosi poi dura e a punta, dentro il mio sfintere. Attesi che smettesse di leccarmi tra le chiappe, prima di continuare lo spogliarello.
Quando mi lasciò momentaneamente libero, mi tolsi del tutto i blue jeans e gli slip, dopo essermi levato le scarpe e i calzini. Quando fui tutto nudo, mi inginocchiai e gli levai i pantaloni e gli slip calati ai suoi piedi. Era rimasto solo con una "polo". Mi sedetti di nuovo sul divano nella stessa posizione di poco prima e mi chinai con la bocca sul suo pene turgido e largo, offrendo alle sue mani ed alle sue dita, le mie chiappe nude ed il mio buchetto.
Man mano che le sue mani mi esploravano e le sue dita si intrufolavano dentro di me, nella mia bocca, il suo uccellone, si induriva sempre di più. Con la lingua potevo sentire quanto era turgido e gonfio, mentre le mie labbra accarezzavano il suo glande violaceo.
“Sììì, così… continua…! Ma ce ne vuole prima che io sborri!....Adesso però mi è venuta voglia di incularti!”.
Allora mi misi alla pecorina sul divano e lui, alzatosi e preso un preservativo sul tavolino vicino, se lo srotolò sul cazzo durissimo.
Mi voltai verso lo schienale del divano e istintivamente mi allargai le chiappe, per aprirmi bene al suo membro, che pareva di marmo .
Mi allargai lo sfintere, infilando dentro medio e indice della mano destra, girandole dentro e muovendole “a forbice”. Qualche secondo e il buco era pronto per “mangiarsi” il cazzone di Ernesto.
Lui aveva spostato il cavalletto, puntando la macchina fotografica di fianco al divano.
Gli bagnai di saliva il preservativo, calzato sopra il cazzo e, quando ritenni che era giunto il momento di farmi montare, gli porsi oscenamente le chiappe e il mio buco slargato, famelico.
Lo sentii avventarsi contro di me. Rimasi veramente sorpreso dalla sua virilità e potenza, nonostante l’età. La sua cappella premette contro il perineo con forza, essendo più alto di lui, rispetto al suo pube e allora gli afferrai il cazzo. Gli presi il cazzone in mano e guidai la sua cappella contro il mio ano. Lui spinse e il suo uccello entrò, come se fosse stato nel burro.
La macchina scattava senza posa. Chiusi gli occhi, mentre il suo cazzo affondò nel mio retto. Nonostante avesse il preservativo, "sentii" tutto. Mi inculò in modo virile, ma senza fretta. Qualche sonora pacca sul culo. Mi tenne le mani sui glutei o sui fianchi. Mi slargò le chiappe ed intuii che lo fece per vedere il suo cazzo fare capolino e poi scomparire dentro il mio sfintere.
Ernesto si eccitò ancora di più sapendo che le sue “gesta”, furono riprese dall’apparecchio fotografico. Poi volle cambiare posizione, ma sempre in modo che l’obiettivo ci riprendesse. Si tolse e mi fece mettere a quattro zampe sul pavimento. Mi inginocchiai a quattro zampe su un tappeto.
Nel frattempo però staccò la macchina fotografica dal cavalletto e si mise dietro di me.
“ Allargati bene le chiappe con le mani, voglio riprendere bene il tuo sfintere bagnato e aperto”. Feci quello che voleva e mi voltai a guardarlo. La cappella gli colò... e poi sempre fotografandomi, la appoggiò sul mio sfintere e spinse. Il buco era già bagnato ed accogliente e penetrò a fondo al primo colpo. Scatto un po’ di foto e poi appoggiò la macchina sul tavolino e si inginocchiò, appoggiando le sue mani sulle mie spalle. Usò le spalle, come appoggio per aggrapparsi a me meglio, e fare quindi maggior presa, dondolandosi.
Sentii il suo cazzo ben ficcato dentro di me. Fu difficile non emettere gemiti e mugolare, visto che il suo membro mi solleticò nel profondo, la prostata. Mi guardai sotto tra le gambe e vidi un filo di sborra, densa, che colava dal mio cazzetto. Furono tali le spinte interne della sua cappella, che gocciolai sperma, ad ogni colpo.
Ernesto mi afferrò le chiappe e le allargò, arretrò quel tanto, senza uscire dal mio ano, per poter sputare sul suo cazzo e per farlo scivolare, ancora di più, con la saliva.
Quando sentii sprofondare, di nuovo, e scorrere il suo cazzo nel mio retto, mugolai, come un cane.
Mi gustai ogni centimetro della sua nerchia, sia in lunghezza che in larghezza e fu una vera goduria sentirlo muoversi dentro il mio culo, sino alle palle.
Sentii il suo tronco di carne sfilarsi dal buco e rientrarci dentro, senza nessun problema.
Il mio buco si stiracchiò e si spalancò. Fu come se tra le chiappe avessi una avuto una seconda bocca pronta a succhiargli il cazzo.
Mi godetti lo sfregamento del suo uccello durissimo, dentro di me, ma senza manifestarlo troppo, a parte stringere la mani a pugno, sul tappeto. Tenni gli occhi chiusi e le labbra semi aperte. Poi mi massaggiò lo sfintere con il glande, senza affondare dentro il retto, ma solo entrando di qualche centimetro, solleticandomelo e facendolo oscillare dentro e fuori.
Ernesto fu molto abile...
Le sue mani mi tennero spalancate le chiappe ed ogni tanto mi sculacciò, facendomi sussultare.
Poi decise di cambiare nuovamente posizione.
Mi fece mettere supino ed io allargai le cosce. Lui mi prese le caviglie e mi alzò le gambe; si infilò in mezzo tra di loro e, sfruttando la lunghezza del suo membro, prono, quasi sdraiato su di me, mi penetrò nuovamente, senza nemmeno guidare il cazzo con la mano.
Riprese a trapanarmi il buco, che ormai era una galleria e con le mani iniziò ad accarezzarmi. Mi scopò a lungo e mi palpò il torace, soffermandosi sui capezzoli. Iniziai a godere sempre di più, sia per l’inculata lenta, ma instancabile, dal davanti, sia per la esperta stimolazione dei miei capezzoli, che strizzò o torse, ma senza violenza.
Chiusi gli occhi e poi sentii le sue labbra su un capezzolo, lo mordicchiò e lo leccò. Poi lo succhiò, roteando il bacino e, per l’effetto, nel contempo, anche l’enorme cappella profondamente ficcata nel mio retto si mosse all’unisono. Poi le sue labbra si spostarono sopra il mio collo. Baci leggeri, ma fortemente stimolanti, fino a che la sua bocca, raggiunse le mie labbra.
Iniziò a stantuffare ritmicamente e la sua bocca aperta si incollò alla mia. Avvertii il suo cazzo ingrossarsi ancora di più, dentro di me, lasciando che la sua lingua mi esplorasse il palato, alla ricerca della mia.
Ricambiai il bacio, molto sensuale e passionale, avvertendo che la sua eccitazione aumentava ancora di più, quando la sua lingua mulinava nella mia bocca.
Ernesto si sistemò bene tra le mie cosce, cingendomi con le braccia e tenendomi avvinghiato a lui. Mi immobilizzò e la cosa non mi dispiacque, anche perché lo slinguamento reciproco fu “la ciliegina sulla torta”...
Quanto tempo passò così…? Boh! Fui un fodero di carne per il suo cazzo, per non so quanto tempo.
Ad un tratto smise di incularmi in quel modo e con una pacca sul culo, mi fece capire che si era stufato di incularmi così….
Si alzò. Riprese la macchina fotografica e la rimise sul cavalletto, mettendosi poi supino. Io mi sedetti sopra di lui, rivolto verso di lui, impalandomi da solo sul suo incredibile uccello, ancora duro, nonostante fossero ormai parecchi minuti che mi stava inculando. Anche in quella posizione mi gustai le notevoli dimensioni del suo membro che scavò a fondo, dentro di me, come una sonda, con il sottofondo degli scatti continui della macchina fotografica.
Allungò le braccia verso il mio torace e mi pizzicò prima dolcemente e, poi, più insistentemente entrambi i capezzoli, che si erano irrigiditi ed ingrossati. Presi a muovermi su e giù, alzandomi ed abbassandomi da seduto, facendo bene attenzione a non fare uscire quel meraviglioso cazzo dal mio corpo. Ernesto invece non mollò la presa sui miei capezzoli ed io aumentai il ritmo, per l’effetto del godimento che mi travolse
Anche lui si gustò il movimento ed il massaggio al suo cazzo, in quel modo.
“Devo godere, ho bisogno di sborrare, adesso voglio la tua bocca sul mio cazzo!”
Mi tolsi, anche se controvoglia, dal suo mazzuolo di carne. Poi mi ripresi e mi alzai, per inginocchiarmi, subito davanti a lui, tra le sue gambe. Gli tolsi il preservativo e lo lanciai lì vicino. Mi accorsi che l’odore di gomma, del lubrificante del preservativo, e di sesso, saturavano la sala. Gli presi il cazzo in mano, lo strinsi alla base, feci risaltare le vene dell’asta e la cappella divenne ancora più viola. Con studiata lentezza avvicinai la bocca. Appoggiai prima le labbra sopra il suo grosso glande paonazzo. Il sapore della gomma non era molto invitante, ma quel cazzo era troppo arrapante per me. Ci giocai con le labbra e le usai per massaggiargli il frenulo. Poi usando la lingua, gli slappai la cappella, come se fosse una palla di gelato alla crema e poi mi ci avventai sopra, a bocca spalancata, guardandolo negli occhi..
“Queste foto in bianco e nero saranno ancora più eccitanti da vedere, dopo!.... Dì la verità…ti sei innamorato del mio cazzo… non è vero?”. Io annuii dicendo “Mmm, mmm!”
Andai con la testa su e giù, succhiando contemporaneamente. La mia bocca piena del suo cazzo, fu instancabile e, decisa a farlo schizzare, sino all’ultima goccia di sperma. Ernesto mi prese la testa con le due mani e accelerò il movimento. La mia bocca divento come una mano. Si masturbò usando le mie labbra, ben attaccate al suo tronco di carne, e la mia gola. Arrivai con le labbra sino alla punta del glande e ridiscesi sull’asta, fin dove riuscii, senza mai perdere contatto con il suo cazzo durissimo.
La mia saliva rese più scivolosa l’asta di carne e ogni volta riuscii a spingermi con la gola più a fondo.
Lo sentii respirare più velocemente e mi mosse la testa, in sincronia con il suo respiro. Pensai che non avrebbe resistito ancora per molto. Invece mi sbagliai.
“Lecca, lecca, dai…!” Mi tenne la testa quasi bloccata, muovendomela solo il necessario; il suo uccello invase tutta la mia gola. Io riuscii a respirare ed a sopportare quel “soffocone” profondo.
Nei pochi momenti che mi lasciò libera la testa, per riprendere fiato, vidi gocciolare la sua cappellona, e golosamente la lappai via, con la lingua a punta.
Impugnai il suo bastone nodoso di carne e lentamente lo massaggiai su e giù. Riaprii la bocca e ripresi a succhiarlo, accennando ad una masturbazione più robusta, per vedere se fosse gradita.
Vedendogli socchiudere gli occhi e sentendolo gemere lentamente, capii che Ernesto gradì molto il mio lavoretto di mano e di bocca. Continuai così a lungo succhiando e slinguando il frenulo del grosso glande, facendo scorrere, ritmicamente, la mano serrata sopra il fusto del suo cazzo.
Dopo un po’, sentendolo respirare più forte, mi appoggiò la mano sulla testa, spingendo decisamente il suo cazzone dentro la mia bocca: capii che stava per eiaculare.
Un fremito e versi di godimento precedettero il suo orgasmo. Mi sentii inondare il palato dal suo caldo sperma, in una tale quantità che quasi non riuscii a contenerla. Mi lasciò allora libera la testa e io la sollevai d’istinto. La sua sborra mi arrivò al palato e fino alla lingua e fu allora che avvertii un gusto amarognolo.
La ingoiai, anche se in parte, ma il resto colò lungo il mento, sino al collo. Ernesto mi osservò, mentre mi passai le mani sopra il mento ed il collo, spalmandomi la sborra scesa sul torace e sui capezzoli, mostrandogli quanta ne aveva schizzata.
Ernesto mi guardò, accarezzandosi il cazzo ancora gocciolante.
“Ti piace proprio la sborra, eh?”
Annuii, rialzandomi. Andai a sciacquarmi il torace e la faccia. Ernesto si alzò pure lui, con l’uccello ancora gocciolante e, finalmente, pendulo.
Per un po’ rimanemmo, nudi in silenzio, seduti sul divano. Poi lui si alzò e mi offrì una birra con un po' di patatine.
“Ottima idea! “. Presi la bottiglietta di birra e gli dissi che mi andava bene, anche perché era quasi mezzogiorno…!.
“Adesso ci vediamo le foto che ci siamo scattati…!”
“Mettiamoci comodi…!”
Collegò la macchina fotografica ad una cavetto direttamente al televisore. Le foto iniziarono ad apparire.
Cercai di mangiare due patatine, ma mi trovai le sue dita, ficcate dentro il buco, che si rigiravano dentro.
“Vedi il bianco e nero come è più stimolante….!”
Rimasi in silenzio, mentre mi aprì lo sfintere. Le sue dita si bagnarono e un rivoletto della sbroda, colò sulla sedile di pelle del divano. Mentre le dita della mano sinistra “lavorarono” il buco, Ernesto si menò il cazzo con l’altra mano.
“Ho ancora voglia!... Queste foto sono troppo porche…!” mi disse Ernesto a voce bassa e poi continuò.
“Senti ma se organizzassi una sera, anche con un mio amico….? Potrei fotografarvi mentre fate i maialini…! Che ne dici?” Lui non è “attrezzato” come me, ma scopa come un toro. Tutti e due ripresi in bianco e nero, sareste molto erotici e porci…!”
Si eccitò nuovamente e allora prese un altro preservativo e se lo mise sull’uccello. Senza dirmi nulla, mi prese di nuovo sul divano, facendomi allargare le gambe. Si era messo in ginocchio e la punta del suo cazzo era giusto all’altezza del mio ano. Sputò sul mio perineo e spinse la saliva verso lo sfintere. Appoggiò la cappella e spinse con un forte colpo di reni.
La posizione mi fece sussultare e mi sentii arrivare, quasi nello stomaco, la sua nerchia. Poi iniziò a roteare il bacino e a menare colpi di reni. Mi teneva le cosce, tirandomi a sé e sentii i suoi coglioni sbattermi contro le chiappe.
Non scattò più altre foto e si concentrò solo a fottermi con gusto.
Mi svangò il buco con il suo martello di carne e nella sala si sentirono solo il suo respiro lievemente affannoso, i miei gemiti di goduria e i sordi colpi del suo pube contro i miei glutei.
“Sei così arrendevole… è troppo bello fotterti così…!
Mosse il bacino avanti e indietro e sentii quell’uccello implacabile, punzonarmi il retto con un ritmo veloce e continuo, poi in crescendo…. Mi afferrò le chiappe allargandole e stringendole, facendomi gustare ancora di più il suo cazzo.
“Ahhhh ! Vengo, vengo, vengoooo!.... Ti riempio il culooo! Sospirò rumorosamente e le sue mani mi strinsero forte le chiappe. Mi tirò verso di sé con gran forza e vigore e sussultò con un ultimo affondo, sborrandomi dentro. Con il cazzo ancora ficcato saldamente nel mio buco, sentii l’uccello tremare dentro e pompare sborra a tutto spiano: mi riempì e quando lo sfilò, ancora inguainato nel preservativo, vidi il serbatoio, pendulo, colmo di sperma biancastro.
Se lo tolse e verso il contenuto sul mio torace.
La sborra calda e densa piovve sul mio torace. Con le due mani Ernesto iniziò a spalmarmela sopra i pettorali, sui capezzoli e così facendo il suo odore, mi giunse forte alle narici. Me la cosparse anche sulla pancia e mi massaggiò fino a che divenne quasi una crema che poi lentamente si riassorbì.
Poi si alzò e mi chiese se volevo andare con lui a fare la doccia. Accettai volentieri anche perché avevo il suo odore addosso ed ero mezzo impiastricciato. Mi rialzai dal divano e lo raggiunsi in bagno, dove scorreva copiosa l’acqua, sopra il piatto doccia.
Gel per doccia e acqua calda, poi mi passò le mani su tutto il corpo, avanti e dietro, pulendomi dappertutto, anche tra le chiappe e lì si soffermò. Poi mi massaggiò la schiena e mi sciacquò con il getto dell’acqua. Poi uscii dalla doccia per asciugarmi.
Mentre mi stavo asciugando i capelli, mi chiese “ Allora, torni a trovarmi?”.
“Sì, perché no…?! Ma delle foto che ne fai ?”
“Tranquillo! Le cancello tutte … A me piace scattarle, durante, e mi eccita parecchio, vedere tutto attraverso l’obiettivo come hai visto…!”
“Si l’avevo notato!”.
“Dai, rivestiti che prendi freddo…!”

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 6.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Inaspettatamente:

Altri Racconti Erotici in Gay & Bisex:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni