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Echi di Carne: Il Richiamo del Vicino - Cap 3
di matteol77
29.09.2024 |
2.114 |
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"Si alzò all'alba, gli occhi fissi sul calendario appeso alla parete scrostata..."
# Capitolo 3: Occasione InaspettataUn pomeriggio, mentre Brown usciva per comprare le sue solite sigarette scadenti, colse frammenti di una conversazione nel corridoio. Peter e Oliver stavano parlando vicino alle scale, ignari della sua presenza.
"Sarà solo una settimana, tesoro," disse Peter, la voce carica di rammarico. "Questo stage è troppo importante per la mia carriera."
Oliver sospirò pesantemente. "Lo so, lo so. È che mi mancherai da morire. La casa sarà così vuota senza di te."
"Tornerò prima che te ne accorga," promise Peter. "E poi potremo recuperare tutto il tempo perduto," aggiunse con un tono malizioso che fece tremare le ginocchia di Brown.
Il vecchio rimase immobile nell'ombra del pianerottolo, il cuore che gli martellava nel petto come un animale in gabbia. La sua mente lubrica già lavorava freneticamente, elaborando scenari e possibilità.
Quella notte, Brown non riuscì a chiudere occhio. Si rigirò nel letto sudicio, le lenzuola attorcigliate intorno alle gambe grosse e pelose come serpenti. L'idea di Oliver, solo e vulnerabile nell'appartamento accanto, gli bruciava nel cervello come un tizzone ardente.
Si alzò all'alba, gli occhi fissi sul calendario appeso alla parete scrostata. Sette giorni. Sette opportunità. Sette possibilità di... cosa? Non osava nemmeno formulare il pensiero completo.
Brown si trascinò fino alla finestra, scrutando la strada deserta sotto di lui. Vide Peter caricare una valigia nel bagagliaio di un taxi, Oliver che lo salutava sulla porta con un bacio appassionato. Il vecchio sentì una fitta di gelosia mista a eccitazione torcergli lo stomaco.
Quando il taxi scomparve all'angolo, Brown osservò Oliver rientrare nell'edificio. Sentì i suoi passi salire le scale, la chiave girare nella serratura dell'appartamento accanto.
Il silenzio calò sul palazzo come una coltre pesante. Brown si leccò le labbra screpolate, un piano che prendeva forma nella sua mente contorta. Aveva sette giorni. Sette giorni per agire, per soddisfare quella fame che lo divorava da dentro.
Si allontanò dalla finestra, le dita tozze che già frugavano nel cassetto alla ricerca del mazzo di chiavi di riserva. Le trovò in fondo, sotto una pila di bollette non pagate. Le sollevò alla luce fioca del mattino, gli occhi che brillavano di un'eccitazione malsana.
"Sette giorni," mormorò tra sé, la voce roca che graffiava il silenzio come unghie su una lavagna.
"Sette giorni per farti mio, Oliver."
Un giorni era passato dalla partenza di Peter, Il silenzio nell'appartamento di Oliver era assordante. La solitudine iniziava a pesare come una cappa di piombo. Il giovane si aggirava per le stanze, trascinando i piedi nudi sul pavimento, cercando di riempire il vuoto con il rumore della TV o con lunghe telefonate al suo compagno lontano.
Nel frattempo, il signor Brown covava i suoi piani nell'oscurità del suo appartamento. Le chiavi di riserva erano diventate il suo talismano; le accarezzava ossessivamente, immaginando scenari sempre più audaci. Ma non era ancora pronto a usarle.
No, prima doveva testare le acque.
Continua...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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