Le ombre dell'Ammiraglio - Cap. 9

Capitolo 9: Seghe e Cilindri: il Nuovo Giocattolo di Ted

Il Rolex al polso di Ted brillava catturando il suo sguardo ad ogni movimento. Non poteva negarlo, gli piaceva come appariva con quell'orologio. Per la prima volta nella sua vita, si sentiva... importante!

Aveva passato i suoi ultimi anni a leccare culi per briciole, a sorridere mentre lo trattavano come uno zerbino umano.

"Te lo meriti questo Rolex del cazzo," gli sussurrava una vocina nell’orecchio. "Non hai sempre sgobbato come un mulo? Non ti hanno sempre trattato come un pezzo di merda appiccicato sotto la scarpa?"

Ora, con quel fottuto Rolex al polso, Ted si sentiva come se avesse un cazzo di superpotere. Non era più solo il ciccione simpatico.

"Fanculo a tutti," si diceva, accarezzando l'orologio come se fosse il suo trofeo più prezioso. "Ho quello che mi spetta. Ora è il mio turno di brillare, cazzo!"

E se per tenerlo doveva continuare a sporcarsi le mani? Beh, almeno ora quelle mani avevano qualcosa di prezioso da stringere.

"Grazie per l'orologio, signore," biascicò Ted, la voce roca come carta vetrata l’indomani mattina.

"Te lo sei guadagnato con quelle mani d'oro," sogghignò l'anziano.

I giorni si susseguirono in un blur di carne flaccida e sperma. Le sue mani si muovevano sul cazzo rugoso dell'ammiraglio come se fosse nato per quello; una fottuta macchina da seghe.

La puzza di sudore rancido e sperma stantio non lo disgustavano più. A volte non la sentiva nemmeno.

I grugniti e gli ordini dell'anziano divennero una colonna sonora familiare. "Più forte", "Più lento", "Le palle"... Ted eseguiva come un robot, la mente che vagava altrove. Non perdeva più un colpo.

Il Rolex al polso ticchettava, scandendo il ritmo delle sue azioni. Ted si ritrovava a fantasticare su quale altro gingillo avrebbe potuto ricevere la prossima volta.

Giorno dopo giorno, il disgusto si era trasformata in noia. La vergogna? Che cazzo era la vergogna? Era solo un lavoro del cazzo, si ripeteva. Un lavoro che gli permetteva di avere roba che altri stronzi potevano solo sognare.

Un giorno, tornando a casa trovò la sua buca delle lettere piena come un cesso dopo una festa. Tra le solite bollette e la spazzatura pubblicitaria, una busta elegante spiccava come un diamante in un mucchio di sterco.

Con le mani ancora unte di lubrificante, strappò la busta. All'interno trovò un invito su carta pregiata:

Gentile Signore,
Siamo lieti di invitarla presso la nostra concessionaria per il ritiro della sua nuova Mini Cooper, modello cabrio.
La vettura è stata completamente pagata e registrata a suo nome. La aspettiamo per la consegna delle chiavi e per mostrarle tutte le caratteristiche del veicolo.
Cordiali saluti, “Cooper Sport Car".

Ted fissò l'invito, incredulo. La bocca aperta come un pesce lesso. Una macchina. Una fottuta macchina nuova.

Rilesse il foglio più volte, cercando di capire se fosse una presa per il culo. Ma no, era tutto vero come le palle dell'ammiraglio che aveva maneggiato per settimane.

Salì le scale due a due, il cuore che gli martellava nel petto. Entrò nel suo appartamento e si guardò allo specchio: il Rolex al polso, l'iPhone sul tavolo, e ora una Mini Cooper.

Ted sapeva benissimo chi c'era dietro tutto questo. L'ammiraglio, quel vecchio bastardo.

Ripensò a tutto quello che aveva fatto con le sue mani nelle ultime settimane. E certo, una parte di lui si sentiva sporca, ma cazzo, chi se ne fregava? Era sporco, ma sporco con stile. Le sue mani potevano puzzare di lubrificante, ma ora guidavano una Mini Cooper Cabriolet.

Ted si guardò allo specchio con un ghigno che si allargava sul viso. "Sei un fottuto genio," si disse. "Hai trasformato le seghe in oro."

Continua...