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A09. UNA TRAV PER AMICA


di Janus
05.04.2025    |    37    |    5 9.5
"“Bene, ora procediamo…” intervenne il giornalaio; “Tu, Antonella, spogliati nella camera che sai e rinfrescati con una doccia… poi torna in camera: noi ti..."
Dopo il doppio pompino al circolo del tennis, i giorni trascorsero in relativa tranquillità. Poi, all’avvicinarsi del fine settimana, Antonella fece un giro all’edicola; il giornalaio la rivide con piacere, dicendole “Ti stavo aspettando, ragazza…” e lei, ormai smaliziata ma sempre rispettosa “Ero impaziente anche io, signore…”. “Allora… vediamoci a casa mia domenica pomeriggio, così proseguiamo rendendoti più femminile… ce la fai per le 15.00?”. Antonella annuì “Certo, signore… alle 15.00 davanti casa sua?”; “Sì, esatto…” confermò lui.

Lei non stava nella pelle, dalla voglia; la domenica pomeriggio arrivò e lei, salutati i suoi, uscì in bici per raggiungere il suo mentore. All’ora stabilita, il giornalaio si affacciò all’ingresso e le fece cenno di entrare. Qui l’allieva ebbe una prima sorpresa: in salotto, seduta sul divano, c’era una donna! L’uomo gliela presentò “Antonella, questa è l’amica di cui ti ho accennato tempo fa… ti insegnerà a vestirti, truccarti, e perfezionerà il tuo aspetto di ragazza…”. Lei, sorpresa, disse timida “…Piacere di conoscerla signora…”. La donna le rispose gioviale “Ciao… piacere mio, sono Cristina… Tina per gli amici!”, e la giovane fu ancor più sorpresa: quella donna aveva una voce piuttosto… maschile!!

Il giornalaio la tranquillizzò “…Tina è come te, una femmina in un corpo di maschio… anche lei l’ha capito fin da giovanissima e, come vedi, ora si trucca e si veste sempre da donna. Per te sarà un’ottima maestra, in tante cose che hai bisogno di imparare…”. Compresa la situazione, Antonella sorrise, poi fece “…Sarà un piacere imparare da lei, signora Cristina… ci metterò il massimo impegno, lo prometto!”. La travestita ribatté subito scherzosa “Ma no, ma no… chiamami Tina e dammi del tu… altrimenti mi farai sentire vecchia!! D’accordo, Antonella…? Siamo amiche, ora… anzi, considerami una sorella maggiore, visto che tra noi ci chiamiamo sorelline!”.

Così dicendo, si alzò e diede alla giovane un bacino su ogni guancia per suggellare la loro neonata amicizia. “Bene, ora procediamo…” intervenne il giornalaio; “Tu, Antonella, spogliati nella camera che sai e rinfrescati con una doccia… poi torna in camera: noi ti aspetteremo là…”. Lei obbedì senza replicare, ansiosa di scoprire cosa l’aspettasse. Lasciati gli abiti e le scarpe nella camera degli ospiti, fece la doccia e, appena asciugata, tornò tutta nuda in camera. Il mentore e Cristina la stavano aspettando, lui seduto in poltrona, lei sul letto con accanto diverse scatole.

“Dio, come sei bella… hai persino un po’ di seno con dei bei capezzoli… e guarda che bellissimo culo ti ritrovi!!” le fece Cristina, alzandosi e girandole attorno. “Ma dimmi, dimmi…” proseguì, quasi in tono confidenziale, “…E’ vero che sai già fare i bocchini…? Mi dicono che stai diventando brava con la bocca, e che ti piace molto…!”. Antonella non si aspettava una domanda così esplicita, ma superò l’imbarazzo e rispose “Ecco… sì, in effetti… mi è stato insegnato come farli… ma è da poco, non sono certo brava…”. “…Ma quante volte l’hai preso in bocca, finora…?” insistette la travestita. “Io… beh… l’ho fatto solo un paio di volte…” rispose l’allieva un po’ titubante.

“Io direi almeno tre, con il barista del circolo di tennis…!” la interruppe il giornalaio, facendola arrossire; “Oh… beh…” farfugliò Antonella con tono di scusa…. “Tranquilla… avevo già permesso al barista di guardarti di nascosto, mentre ti divertivi con me e Beppe…” continuò lui “…Noi due, poi, siamo andati via proprio per lasciarti libera… volevo vedere se ci avresti provato, col barista. Come speravo, tu hai seguito l’istinto e l’hai spompinato… e mi ha fatto proprio piacere!”. Antonella capì che le sue iniziative non dispiacevano al giornalaio.

Rincuorata, volle essere del tutto onesta e disse “Signore, io… se è così… allora dovrei dirle un’altra cosa…”. “Dimmi… apprezzo molto la sincerità, sai…?” la incoraggiò lui mentre Cristina la guardava. “Beh… il venerdì prima di trovarci al circolo… ecco, io… avevo voglia… ho fatto una passeggiata al fiume e… e… ho fatto un pompino ad un pescatore…”. “Davvero…??” le fece sorpreso l’uomo; “…Ma brava… hai capito, la mia puttanella?? …Altro che timida e impacciata!!“, concluse lui divertito. A quella confessione, anche la travestita sorrise e si complimentò con Antonella per l’intraprendenza dimostrata, raccomandandole però di essere sempre prudente, specie all’aperto.

Dopo quelle battute, il giornalaio fece a Cristina “Dai, cominciamo…”. Lei mise mano alle scatole, prese dei capi di intimo femminile e fece ad Antonella “Intanto vediamo se sai indossare delle autoreggenti…”. Nei minuti che seguirono, quindi, la femminuccia imparò dalla “sorellina” maggiore a riconoscere l’interno e l’esterno delle calze, a rimboccarle, ad indossarle e toglierle con le precauzioni necessarie per non danneggiarle. “Ecco, ora prova queste, sono invernali…” proseguì la travestita.

“Ora i reggicalze… in genere non sono necessari, ma a volte le autoreggenti possono scendere sulle cosce, e il reggicalze lo evita. In altri casi, invece, il reggicalze va a completare l’abbigliamento intimo sexy per il piacere di chi ci guarda…” proseguì Cristina, spiegandole ogni cosa. Antonella provò diversi reggicalze poi dei collant, sia chiusi che aperti sul cavallo, mentre la mentore annotava in un quadernino le taglie più adatte. Si passò quindi ai reggiseni, cercando di capire quali taglie e quali coppe fossero più adatte per esaltare i seni appena sporgenti della giovane femminuccia.

Provò anche un bustino nero che, ben stretto in vita, accentuava notevolmente le sue linee già molto femminili. Per completare la lingerie, provò anche diversi tipi di mutandine sia nere che colorate. Fu quindi il turno di alcuni vestiti da donna, più o meno corti, più o meno aderenti, più o meno vivaci; provò nuovamente le calzature e la bigiotteria, che in parte aveva avuto modo di provare tempo addietro. Antonella gustò ogni singolo momento, osservandosi eccitata allo specchio con quelle cose indosso e, soprattutto, camminando avanti ed indietro sui tacchi sculettando.

Terminate quelle prove, Cristina fece tenere all’allieva le sole scarpe col tacco perché si abituasse ad indossarle. La fece quindi sedere nuda di fronte allo specchio e cominciò a farle vedere alcuni prodotti per il trucco. “Inizieremo con cose semplici e facili da usare… truccarsi richiede tempo e abilità, non si improvvisa...” le disse la travestita. “Per la mia esperienza, il fondotinta è la base, specie se il viso presenta imperfezioni… ma tu, mia cara, sei fortunata: hai la pelle perfetta e, a meno che qualche temporaneo brufoletto o punto nero te la deturpino, potrai anche non usarlo…”.

“Poi, le labbra…” proseguì la travestita “…Come minimo, per una femmina che si rispetti, le labbra devono sempre essere rosse e sexy… vediamo quali tonalità ti si addicono di più…”. Così dicendo, prese diversi tipi di rossetto e li provò sulle labbra di Antonella, fino a trovarne un paio che le sembravano i più adatti; li combinò con equivalenti matite rosse, e mise il tutto in un piccolo contenitore da trucco. Infine, stessa operazione per gli occhi, limitandosi a mascara e matite nere, campioni dei quali finirono a loro volta nel porta trucchi.

La successiva mezzora Antonella, sempre nuda, la trascorse esercitandosi sulle labbra e sugli occhi, sotto la guida di Cristina e lo sguardo vigile del giornalaio. All’inizio fece molta confusione e, più che truccarsi, si imbrattò il viso… ma alla fine un minimo lo imparò, su come usare quei prodotti. La ragazza si sentì al settimo cielo: ora avrebbe anche potuto truccarsi un pochino, rendendo il suo viso ancor più femminile e sexy. “Certo, di strada ne devi fare molta col trucco… come tutte noi, del resto…” le fece Cristina “…Comunque, quando dovrai far fare bella figura al nostro amico, verrò volentieri io a truccarti, se tu non sarai ancora abbastanza esperta…”.

Quelle parole fecero piacere ad Antonella: poter contare su Cristina le dava molta sicurezza. Soddisfatto dei progressi dell’allieva, il giornalaio offrì sia a lei che alla travestita qualcosa da bere, invitandole in salotto e la giovane, ancora nuda sui tacchi alti, vi si avviò ancheggiando con la sorellina. L’uomo poi si sedette sul divano; si aprì la patta dei pantaloni e tirò fuori il grosso cazzo dalle mutande, le guardò e fece loro “Beh, non vorrete mica lasciarmi così??”. Entrambe le femminucce, a quella visione, replicarono con un libidinoso “Wowwww…” e si avvicinarono.

“Dai Antonella… fai vedere a Tina come lo sai prendere in bocca!” continuò lui, mettendo a terra un cuscino. Lei non se lo fece ripetere e, inginocchiandosi, si avvicinò a quel poderoso membro mentre Cristina, sorridendo, si sedette accanto all’uomo per gustarsi lo spettacolo. L’allieva cominciò ritualmente a leccargli le palle e il cazzo per tutta la lunghezza poi, appoggiandosi alle cosce di lui, glielo prese in mano, portò le labbra sulla cappella e cominciò a segarlo. Ben presto però anche Cristina fu presa dal desiderio e, piegandosi sull’inguine dell’uomo, prese a passare la sua lingua su quell’uccello svettante, quasi facendo a gara con l’allieva!

Il giornalaio contemplò le due femminucce golose alle prese col suo cazzo, e le lasciò fare fino a raggiungere una completa erezione; poi le fermò e, guardando negli occhi Cristina, disse “Oggi voglio più di un pompino…”! La travestita capì al volo e, in pochi istanti, si svestì restando in lingerie mentre Antonella la guardava… L’uomo si alzò, prese una scatola che teneva di fianco al divano e la aprì; tirò fuori un vasetto di vasellina e un preservativo, poi la ripose. Cristina si tolse le mutandine, prese la vasellina e se ne mise una certa quantità nel buchino, ungendolo e infilandoci le dita per dilatarlo… lui, intanto, scartò il preservativo e se lo infilò sul cazzo.

Antonella si domandò come avrebbe fatto, la sua nuova amica, a prendere quel membro così grosso… Cristina intanto si era messa a pecorina sul divano, culo ben proteso in fuori, in attesa del cazzo. Il giornalaio le si piazzò dietro, le fece divaricare un po’ le gambe per avere il suo buchino all’altezza giusta, poi le strusciò l’uccello tra le chiappe. La travestita glielo prese in mano e si puntò la cappella sullo sfintere, pregando “Piano piano per favore, ok…? Ce l’hai così grosso…”. L’uomo prese a spingere con brevi affondi, facendosi strada lentamente, finché la cappella fu dentro; allora spinse più deciso, e il suo cazzo scivolò tutto dentro tra i gemiti di dolore misto a piacere di Cristina.

Antonella non poteva credere ai propri occhi: davvero quel cazzone era riuscito ad entrare tutto nel culo della sorellina?? Guardò incredula il suo ano, ormai dilatato e slabbrato, ricevere facilmente quel bastone di carne… e si chiese quando sarebbe riuscita a prenderlo anche lei, quel grosso uccello!! Si spostò quindi dietro al giornalaio, si chinò e ammirò la scena dal basso: vedere quel gran cazzo uscire ed entrare nel culo di Cristina le piacque davvero molto… e constatò con celato piacere che, come lei, anche la travestita in quanto a pisello e palle era decisamente minidotata.

Cristina venne inculata ancora per diversi minuti finché, aumentando sia il ritmo sia la foga degli affondi, il giornalaio raggiunse l’orgasmo con dei gran mugolii di piacere… si fermò, stringendo forte a sé la travestita, e restò così quasi un altro minuto. Poi si staccò da lei, si liberò del preservativo mostrando quanta sborra vi avesse scaricato dentro, e andò verso il suo bagno. Cristina, scossa ancora da qualche brivido di piacere e col buco pulsante, si alzò lenta dal divano e si diresse al bagno degli ospiti per ricomporsi… pochi minuti, ed entrambi tornarono da Antonella in salotto.

Il giornalaio la guardò e fece “Antonella, voglio che ti abitui ad indossare la lingerie… oggi te ne andrai con autoreggenti, reggiseno e mutandine da donna, sotto i tuoi vestiti…”. L’allieva sentì il fuoco dentro di sé dalla gioia; andarono in camera, lei indossò quei capi in nero sotto gli occhi compiaciuti dei suoi mentori, poi si rivestì al maschile. “Ora puoi andare…” le disse infine l’uomo; lei baciò sulle guance Cristina, ringraziò entrambi ancora e li salutò, poi accompagnata dal giornalaio lasciò l’appartamento. Poteva avvertire chiaramente, sulla pelle, l’effetto della biancheria da donna… e camminò felice fino alla bicicletta, ancheggiando leggermente.
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