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43. IL PARCHEGGIO RIMORCHI
di Janus
21.12.2024 |
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"Alla vista del mio culo invitante, in pochi istanti quel giovane parcheggiò la sua macchina in quella strada poi mi raggiunse tra le due cisterne con il cazzo..."
D’estate, grazie all’assenza dei miei familiari per le vacanze, potevo lasciar emergere quasi completamente la segreta femmina che ho dentro e mi mantenevo completamente depilata: troppo bello ed eccitante, sentire la mia pelle tutta liscia al tatto! In genere faceva molto caldo, di giorno anche troppo, per cui le mie avventure di travestita in cerca di cazzi avevano luogo quasi esclusivamente di notte. Per mettermi en-femme, il mio guardaroba comprendeva leggerissimi abitini da donna, in genere di colore scuro con accenni di fantasia floreale, molto scollati e senza maniche. Come biancheria mi limitavo a microscopiche mutandine a perizoma; ai piedi mettevo leggeri sandalini con un po’ di tacco, giusto per aiutarmi a sculettare mentre camminavo dandomi un aspetto più sexy.
Un sabato sera, curiosando come consueto nel sito di annunci erotici che seguivo di più, appresi dalle recensioni carsex che, non lontano dalla mia abitazione, nella zona industriale periferica di una cittadina, vi era un parcheggio di rimorchi e cisterne noto per gli incontri di sesso che vi si svolgevano a tarda sera e notte. Qualcuno in effetti me ne aveva già parlato, ma non ci avevo badato molto perché avevo già i miei posticini preferiti.
Quel giorno però mi sentii ispirata, forse perché essendo abbastanza vicino, quel parcheggio poteva risparmiarmi le diverse decine di chilometri che invece avrei dovuto percorrere per raggiungere altre destinazioni. In breve, decisi di farci un giro quella notte stessa per riscontrare di persona se fosse un posto buono o no.
Pensai di andarci verso le 23.00, immaginando che prima di quell’ora ben difficilmente avrei trovato compagnia; trascorsi quindi le ore rimanenti preparandomi a dovere, con ritocco della depilazione sotto la doccia, igiene interna, e così via. Non potendo uscire direttamente in abiti da donna, predisposi uno dei miei abitini e dei sandali nella mia fida borsa del travestimento, parrucca e borsetta del necessaire comprese.
Indossai una camicia da uomo a maniche corte, dei pantaloncini e dei mocassini: abbigliamento facile da togliere in macchina, per poi rivestirmi al femminile! Piccoli tocchi di fondotinta per coprire qualche imperfezione sul viso e fui pronta. Per l’occasione presi la piccola utilitaria rossa di famiglia, che mi sembrava molto adatta ad una “femminuccia” in cerca di maschioni, e via verso la nuova destinazione.
Arrivata nella zona del parcheggio rimorchi, come sono solita fare per prudenza prima di trasformarmi in puttanella alla ricerca di cazzi, feci un giretto di controllo dei dintorni per individuare eventuali presenze equivoche o potenzialmente pericolose. Alla fine decisi di fidarmi, e cercai un punto adatto per cambiarmi in pace. Imboccai una stradina con auto e furgoni parcheggiati fianco a fianco: essendoci dei lampioni, non era molto buia ma vi era qualche parcheggio libero e mi infilai con la mia rossa utilitaria in uno di essi.
Dopo essermi tolta il poco vestiario maschile, difatti rimanendo con il solo perizoma, mi infilai il vestitino estivo e calzai i sandali. Indossai quindi la parrucca che, dato il caldo, era un caschetto piuttosto corto, poi una vistosa collana e degli orecchini che non richiedevano buchi ai lobi. Infine un accenno di rossetto alle labbra, gli occhiali da donna, una spruzzatina di profumo, e diventai “Gianna”!
Piazzai sul sedile a fianco a portata di mano la mia fida borsetta con profilattici, gel lubrificante, fazzolettini ecc., rimisi in moto e mi avviai verso il parcheggio dei rimorchi. Si trattava di un ampio piazzale illuminato da alcuni lampioni, e due strade che si incrociavano a T ne delimitavano due lati contigui. Sulla strada principale sboccavano i due accessi del parcheggio, e al di là di essa vi era un recinto con degli autobus; oltre l’altra strada, secondaria, si intravedeva invece un terrapieno punteggiato da alberi e cespugli.
Sugli altri due lati infine vi erano alcune strutture industriali chiuse. All’interno del parcheggio vi erano molti semirimorchi disposti in più gruppi, alcuni a pianale, altri con container ed altri ancora con cisterne per carburanti. Le occasionali auto entravano da uno degli accessi, si fermavano in attesa oppure si aggiravano lentamente tra i gruppi di rimorchi parcati, ed uscivano dall’altro accesso per allontanarsi o rientrare nuovamente in una specie di carosello.
Entrai nel parcheggio sulla mia vetturetta rossa, e lentamente andai a parcheggiare in una specie di corridoio tra due grossi semirimorchi, in pratica un parcheggio libero. Mi ci addentrai fino ad essere abbastanza in ombra, poi mi fermai e spensi il motore; aprii la portiera e, restando seduta, misi le gambe di fuori accavallate in modo che fossero visibili dall’interno del parcheggio, e quindi dalle auto che facevano il giro.
Tirai su l’orlo del vestitino per mostrare le cosce nude: mi sentii molto sexy e femminile, con le mie gambe depilate offerte agli sguardi ed i miei sandalini col tacco! Vedendomi nella penombra, le poche auto che facevano il giro dentro il parcheggio rallentarono, per poi proseguire… qualcuna fece il giro un paio di volte, una si fermò dietro di me per qualche istante prima di riprendere il giro… ma nessuno scese per approcciarmi o meglio, dato il luogo, per... rimorchiarmi!!
Dopo un po’ cominciai a pensare che forse non ero abbastanza visibile, o invitante: allora scesi dall’auto e, borsetta in spalla, cominciai lentamente a passeggiare sculettando verso il centro del piazzale dove ero completamente illuminata, per poi tornare indietro verso la mia vettura dove mi sedevo nuovamente con le gambe in bella mostra.
In reazione alle mie passeggiatine alcune auto presero a lampeggiarmi con i fari, e qualcuno degli uomini a bordo si sporse dal finestrino per ammirarmi… poi, camminando avanti ed indietro in piena luce, mi resi conto che forse la posizione della mia macchina forse non facilitava le cose: in effetti la specie di corridoio in cui l’avevo fermata, sul davanti era scoperto fino alla strada principale… non avrei certo potuto prendere cazzi in bocca o nel culo in quel punto!
Guardandomi meglio attorno vidi uno spazio vuoto tra due cisterne sull’altro lato del parcheggio; più dietro c’era la strada secondaria, ma il posto era molto più buio di dove avevo parcheggiato. Allora tornai alla mia auto, misi in moto e, con poche manovre, andai a parcheggiare a marcia indietro nel nuovo punto: in quel modo, dietro la mia vettura restava uno spazio buio tra le due cisterne, abbastanza riparato per poterci far sesso senza problemi!
In più, stando seduta a bordo, sarei stata notata facilmente dalle auto che entravano nel parcheggio e facevano il giro, perché i loro fari mi avrebbero illuminata. Tuttavia, sino alla mezzanotte circa arrivarono solo poche auto e qualche scooter; i loro proprietari, probabilmente, erano passivi in cerca di cazzo come me: infatti, come mi vedevano in sembianze femminili alla luce dei lampioni, si allontanavano!
Poi verso la mezzanotte, finalmente, la situazione migliorò. Un uomo parcheggiò l’auto, spense il motore e camminò verso di me raggiungendomi dietro la mia utilitaria, tra i due rimorchi cisterna. Mi alzai prontamente l’orlo posteriore del vestito, per mostrargli il culetto incorniciato dalle mutandine; lui mi venne accanto e prese a palpeggiarmi le chiappe, io ricambiai le sue attenzioni portando la mano sulla patta dei suoi pantaloni… attraverso il tessuto potei constatare gioiosa che quel tizio aveva un notevole cazzo duro, e per qualche istante ci scambiammo altre reciproche carezze.
Purtroppo, anche se eravamo coperti dalla mia macchina, il carosello delle auto divenute più numerose fece perdere la concentrazione a quell’uomo: dopo un’ultima palpatina al mio culetto, si girò e si allontanò! Molto delusa per il cazzo perso, ripresi a passeggiare nel fresco notturno tra i rimorchi, portandomi ogni tanto al centro del parcheggio per farmi ammirare dalle auto che continuavano a girare.
Tornata dietro la mia vettura, intravidi un'auto ferma sulla vicina strada secondaria, con alla guida un ragazzotto che mi guardava interessato. Subito mi alzai il vestito dandogli le spalle, e scostai il filetto posteriore del perizoma dal solco tra le chiappe per mostrargli, ancheggiando, il mio buchino… poi mentre lui continuava a guardarmi, mi tolsi del tutto le mutandine.
Alla vista del mio culo invitante, in pochi istanti quel giovane parcheggiò la sua macchina in quella strada poi mi raggiunse tra le due cisterne con il cazzo in mano… e che cazzo!! Un cazzone davvero grosso rispetto alla media, e già bello duro!! Mi chiese sorridendo se avessi un profilattico, ed il suo manifesto desiderio di mettermelo direttamente nel culo mi fece proprio piacere: non mi fidavo molto, a fare pompini in carsex!!
Ricambiando il suo sorriso misi mano alla mia borsetta, appoggiandola sul parafando della cisterna più vicina a noi; tirai fuori un profilattico che passai al mio occasionale estimatore, poi presi il flacone del lubrificante mettendomene una generosa quantità nello sfintere. Mi dilatai con le dita il più possibile, nel timore che quel gran randello potesse farmi piuttosto male, o peggio ancora, di non riuscire a prenderlo tanto era grosso!! Passai del gel anche sul preservativo che nel frattempo il ragazzo aveva indossato, poi mi piegai in avanti afferrando il suo cazzone con una mano.
Mi appoggiai l’enorme cappella sul buco e lui cominciò a spingere… per fortuna non fu precipitoso: al contrario, mi penetrò con gradualità tenendomi ferma per i fianchi, sicuramente cosciente delle sue notevoli dimensioni. Sentii la sua cappellona farsi lentamente strada, dilatandomi l’ano a dismisura… hhhmmmmmm… riuscì infine a farla entrare, e continuò a spingere piano piano… finché tutto il suo cazzone fu completamente dentro di me, facendomi mugolare in estasi per le intense sensazioni che mi stava regalando… quanto lo sentii, quel magnifico uccello!!!
Oltre che davvero grosso, il suo cazzo era anche molto lungo: sentii nettamente la cappella battermi in fondo al retto, con una certa sensazione di fastidio. A quel punto il ragazzotto cominciò a montarmi, inculandomi per diversi minuti dapprima lentamente, poi aumentando leggermente il ritmo. Per gustarmi appieno la sodomizzazione, dovetti assecondare i suoi affondi inarcando un po’ la schiena, evitando così che mi facesse male quando me lo spingeva tutto in fondo… ma fu un prezzo che pagai molto, molto volentieri: un cazzo così non si trovava mica tutti i giorni!!
Mentre mi godevo il gran pistone che mi stantuffava con le mani appoggiate alle ginocchia, auto e ciclomotori giravano nel parcheggio illuminandoci brevemente quando i loro fari puntavano nella nostra direzione… e la cosa, ovviamente, piacque moltissimo alla troietta esibizionista che c’era in me!! Ad un certo punto il ragazzotto aumentò ancora il ritmo degli affondi, per cui credetti che fosse sul punto di sborrare… invece no! Poco dopo lui si fermò, estrasse il cazzo dal mio culo, si tolse il profilattico e si riallacciò i pantaloni per allontanarsi: forse aveva anche lui risentito del via vai di veicoli nel parcheggio? O forse aveva voluto evitare l’orgasmo in previsione di altri incontri di sesso? Impossibile saperlo… comunque, peccato: fui davvero dispiaciuta!!
Ad ogni modo, pur non portata a termine, era stata davvero una inculata coi fiocchi che ancor oggi ricordo con grandissimo piacere! Restata sola, mi lasciai il gel nello sfintere slabbrato per continuare a gustarne la sensazione di bagnato, e passeggiai ancora un po' nel piazzale sperando di attrarre altri cazzi. Purtroppo quella notte non conclusi più nulla, nonostante il movimento di auto e scooter divenuto quasi continuo… ma l’indimenticabile cazzone preso valse senz’altro il tempo trascorso in quel parcheggio rimorchi!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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