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A06. POMPINO A UN PESCATORE


di Janus
14.03.2025    |    79    |    13 9.2
"Poi lei passò la lingua lungo l’asta su fino alla cappella, e poi giù e poi ancora su, leccandogliela tutta intorno..."
Dopo l’ultimo incontro Antonella non aveva avuto dal giornalaio un nuovo appuntamento… forse se n’era dimenticato per la fretta di andare al lavoro? Comunque, lei decise che uno dei successivi pomeriggi sarebbe passata all’edicola per chiedere. Poi cominciò ad avvertire, sempre più forte, la voglia di esibirsi all’aperto… le piaceva molto stare nuda in presenza di uomini, e farlo al chiuso cominciava a non bastarle più. Certo, doveva essere cauta: non voleva certo che il suo sentirsi “femmina” e la sua voglia di cazzo diventassero di dominio pubblico!

Quella voglia di esibirsi si insinuò sempre più nella testa della giovane, fino a farle pensare che, forse, le rive del fiumicello che scorreva poco fuori città avrebbero potuto anche andare bene: c’erano alberi e vegetazione tra cui aggirarsi senza essere troppo in vista, e uomini che andavano a pescare… magari avrebbe potuto esibirsi nuda, a distanza, per qualcuno di loro?? E forse… fare anche pratica di… pompini?? Pazza idea…!! Il giorno dopo, complice il caldo sole pomeridiano che preannunciava l’approssimarsi dell’estate, infine si decise.

Al termine del pranzo salutò sua madre poi uscì, prese la sua bicicletta dal garage e si diresse verso il fiumicello che tanto la ispirava. Aveva messo un paio di vecchi jeans sdruciti che ormai le stavano stretti e un maglioncino rosso leggero, anch’esso aderente però molto lungo. Antonella non aveva scelto a caso: quei jeans stretti le mettevano in evidenza il culo tondo, e il maglioncino… beh, era così lungo che poteva essere usato da solo, a gambe nude, quasi come un vestito da donna in maglia!

Mentre pedalava incrociò un gruppetto di giovani, forse appena più grandi di “lei”, che camminavano sul bordo della strada. Quelli, vedendo quel ragazzo dall’aria effeminata presero a schernirlo “…Finocchio, dove vai a dare il culo?? …Vieni qui, facci un bocchino! …Dai, che noi ti apriamo quel culo per bene!!“. Naturalmente Antonella non si fermò… ma quelle parole, che per qualsiasi altro ragazzo sarebbero state molto offensive, per lei furono invece lusinghiere: evidentemente, anche senza abiti da donna, riusciva a mostrare la sua femminilità!

Arrivata al fiumicello, Antonella parcheggiò la bicicletta in una piazzola; poi si avviò sul sentiero lungo la riva, verso monte. Camminò incontrando diverse persone che facevano due passi, o portavano i cani a fare i bisogni; camminò ancora, finché non vide più nessuno lungo il sentiero, né di fronte a lei né alle spalle. A quel punto, cominciò a guardarsi intorno e a scrutare entrambe le rive: quel fiume aveva il letto piuttosto ampio, ma in realtà solo un rivolo d’acqua ben poco profondo e largo una decina metri lo solcava, serpeggiando nel ciottolato bianco.

Era quindi facile attraversarlo a piedi togliendo semplicemente le scarpe, o con gli alti stivali di gomma che di solito i pescatori calzavano… di conseguenza, poteva succedere di incontrare anche qualcuno proveniente dalla riva opposta. Comunque non vide nessuno; fece qualche altro passo fuori del sentiero, sino a trovare tra grossi cespugli un punto fuori vista. Si guardò ancora attorno, poi tolse le scarpe, si sfilò jeans e mutande, li nascose nel cespuglio, e rimise le scarpe.

Si guardò compiaciuta: il lungo maglioncino rosso la copriva fino a mezza coscia; si alzò la parte posteriore, scoprendosi il culo nudo, e si sentì subito femmina… poi le venne in mente di mettersi in vita la grossa cintura dei jeans: ora sì, che il maglioncino sembrava un capo da donna! Eccitata, lasciò il nascondiglio e tornò lentamente verso il sentiero. Si guardò indietro per ricordare bene come raggiungerlo, poi proseguì. Essere vestita quasi da donna all’aperto fu una nuova, intensa sensazione: era a quel modo, che lei si sentiva davvero sé stessa.

Si ritrovò così sul sentiero e, non vedendo gente, si fece coraggio e continuò il cammino. Tra gli alberi sulla destra intravide poi una piccola radura, e la raggiunse. Nessuno era in vista, per cui pensò di spogliarsi completamente: si tolse cintura e maglioncino, rimanendo con le scarpe ai piedi, e si godette il tepore che i raggi del sole sulla pelle le regalavano. Ma non le bastava… Antonella voleva esibirsi, essere vista da qualche uomo tutta nuda, o vestita da ragazza! Allora, col maglioncino e la cintura arrotolata in mano, tornò sul sentiero…

Percorse alcuni metri tutta nuda, in piena vista anche dalla riva opposta… poi, all’improvviso, il dramma!! Un uomo, canna da pesca in spalla, stava arrivando sul sentiero verso di lei!! Nel panico, si coprì freneticamente l’inguine col maglioncino, annodando le maniche dietro la schiena: coperta sì sul davanti… ma non sul culo! Il pescatore le fu ben presto vicino; incrociò quello che per lui era un ragazzo mezzo nudo, e fece “Beh… che stai combinando?? …Come mai sei mezzo svestito?”; poi, accorgendosi che quel “ragazzo” dietro era scoperto, aggiunse stupito “…Anzi, a culo nudo??”.

“Io… beh… stavo prendendo il sole…” fece Antonella, imbarazzata ma anche eccitata dalla presenza di quell’uomo. “…Stavi prendendo il sole, eh??” ribatté lui incredulo ma anche divertito “E dove lo prendevi…? Non credo qui, in mezzo al sentiero…!” e proseguì “…E poi… vai in giro solo con quel maglioncino davanti, come un indiano? Le mutande, i pantaloni…?”. Lei non seppe rispondere e il pescatore, un uomo di mezza età alto e ben piazzato, a quel punto le ingiunse “Su, vai avanti e fammi vedere dove lo prendevi, il sole… sono curioso!!”.

“Beh… sì… ecco, di qua…” rispose lei con un filo di voce. Si girò confusa per condurlo verso la radura, lasciando che quell’uomo, standole dietro, le guardasse il culo… e la cosa, naturalmente, non le dispiacque affatto! Fece qualche passo seguita dal pescatore, quando sentì tra le chiappe la mano di lui “Però, che bel culo che hai… scommetto che sei in cerca di cazzo… è così, frocetto??”. Antonella si sentì avvampare: quell’uomo aveva capito e… forse… lei ci avrebbe guadagnato qualcosa!!

“Ma no, cosa dice… si sbaglia…” rispose lei a mezza voce. “Sì, certo… mi sbaglio… ora lo vedremo, se mi sbaglio!” ribatté sornione il pescatore. Antonella lasciò il sentiero e condusse l’uomo alla piccola radura dove si era spogliata. “Ecco, ero qua… a prendere il sole…” tentò di convincerlo lei; “…E ti sembra un posto adatto…? Non capisci che qui ti possono vedere, dal sentiero…?” la contraddisse subito il pescatore; “E se ti beccano i vigili?? A volte arrivano anche da queste parti, in motorino!”.

Antonella non seppe cosa rispondere, ma comprese che la sua voglia di esibirsi nuda, in effetti, le aveva fatto correre un bel rischio. Il pescatore allora le fece “Vieni con me… ti faccio vedere dove potresti prendere il sole senza problemi…” e, indicando degli alberi, aggiunse “…là, più all’interno…”. L’uomo andò avanti tra i cespugli e Antonella, senza una parola, lo seguì fino a raggiungere un’altra piccola radura, anch’essa battuta dal sole.

“Ecco, qui potresti stare nudo tranquillamente … e fare ciò che vuoi…” fece il pescatore, con aria ammiccante. Lei non rispose, e lui chiese “Come ti chiami…?”. “Antonella… cioè Antonello, Antonello…” fece lei. “Antonella, eh…? Ora ho capito... non sei un frocetto, ma una frocetta… scommetto che ti travesti pure da donna!!”. Lei preferì non rispondere a quella domanda, ma trovò il coraggio di dire “Senta… se non dice niente a nessuno io… io… le faccio… un bocchino…”.

“Uhmmm… perché no… se sarai stata brava, non lo dirò a nessuno… ci sto!” fu la scontata risposta del pescatore. Antonella, pur fingendosi imbarazzata, era contenta: le cose erano andate come aveva sperato, e stava per prendere un uccello in bocca! L’uomo appoggiò a terra la canna da pesca e l’attrezzatura che aveva a tracolla, poi si aprì la patta dei pantaloni e tirò fuori dalle mutande un bel cazzo, però più piccolo di quello del giornalaio. Afferrò quindi una bottiglietta che aveva con sé, la aprì e si versò dell’acqua sui genitali, sciacquandoli più volte e dicendo “Così saprò di fresco…!”.

Poi mise bene a nudo cazzo e palle, si distese a terra e, con un mezzo sorriso, le fece “Ecco… togliti di dosso quel maglioncino e mettiti accanto a me a pecorina… mentre me lo prendi in bocca voglio palparti il culo!”. Lei, nascondendo a fatica l’eccitazione, non se lo fece ripetere. Con pochi gesti si tolse il maglioncino dalla vita; poi si inginocchiò di fianco al pescatore, la sua bocca a portata del cazzo dell’uomo e il suo culo a portata delle mani di lui.

Antonella ripensò a quanto le era stato insegnato in fatto di pompini, poi lasciò fare l’istinto. Il “pacco” del pescatore era a sua disposizione e, pur non standogli di fronte, lei non ebbe difficoltà. Reggendosi sulle braccia, strusciò la faccia sul cazzo e prese a leccare le palle: lui mostrò di gradire, con qualche mugolio di piacere. Poi lei passò la lingua lungo l’asta su fino alla cappella, e poi giù e poi ancora su, leccandogliela tutta intorno. E, come aveva fatto con il suo mentore, indugiò qualche istante con la punta della lingua anche su frenulo e prepuzio.

A quel punto lei prese il cazzo con la destra, e cominciò una lenta sega per farglielo venir duro. Lui, intanto, aveva portato una mano sul culo di Antonella palpeggiandola con forza… dopo qualche istante, si portò le dita alla bocca, le insalivò abbondantemente e le riportò sul culo di lei, passando la saliva sul suo buchino. Lei non si scompose affatto: quelle carezze non potevano che piacerle… continuò invece col bocchino, prendendo tra le labbra il glande ormai ben gonfio.

Tuttavia, quella cappella era più piccola di quella del suo mentore… inutile, quindi, il giochetto per rilassare la bocca: imboccò invece il cazzo fin da subito, fino a metà dell’asta. Iniziò quindi il su e giù di testa succhiandolo e leccandolo; poi cercò di prendere in gola tutta l’asta… e ci riuscì, arrivando a toccare col naso il ventre del pescatore! Come aveva imparato col giornalaio, appena avvertì stanchezza alla bocca tornò ad usare la lingua, leccando dovunque la voglia di cazzo la spingesse, e aumentando piano piano il ritmo della masturbazione.

Perso ormai ogni freno inibitore, Antonella proseguì con passione a sbocchinare il pescatore: lui era il suo secondo uomo, quello era il suo secondo pompino e… lei era felice! Quel tipo, godendosi chiaramente la bocca di lei, dopo averle insalivato bene il buco del culo prese ad insinuarle dentro pian piano il dito medio, finché non fu tutto dentro di lei… poi cominciò a sditalinarla… e lei, in preda al piacere, ricambiò la penetrazione di quel dito malandrino con un lieve, lascivo sculettare.

Il pescatore cominciò ad essere scosso da brividi: lei ne fu un po’ sorpresa, poi non ci badò e continuò più svelta sia il pompino che la sega, mantenendo sempre la sua cappella tra le labbra. Ancora alcuni istanti e quell’uomo, quasi grugnendo dal piacere, inondò la bocca di Antonella di sborra calda… e lei, puttanella nel più profondo dell’anima, prima inghiottì tutto ciò che aveva ricevuto in bocca poi, guardando l’uomo negli occhi, tornò sul suo cazzo per leccare via lo sperma colato, infine risucchiò la cappella per non perderne neppure una goccia…

Lui non riusciva a credere a quello che gli era capitato: un pompino così appassionato davvero non se lo aspettava, quel giorno! Fissò Antonella per qualche istante senza parlare, poi riuscì a dirle “Davvero brava… anzi, fantastica… stai tranquilla, con me il tuo segreto è al sicuro…”; poi aggiunse “Io vengo a pescare da queste parti quasi tutti i venerdì pomeriggio, come oggi… se dovessi aver di nuovo voglia di cazzo, sai dove trovarmi… e a me, rivederti, farebbe davvero molto piacere!”.

Antonella gli sorrise, rispondendo appena “Me ne ricorderò, certo… e grazie per la discrezione...” poi, sotto lo sguardo ancora estasiato di lui, si rimise il maglioncino e la cintura. Il pescatore le fece strada fino al sentiero, la salutò e tornò verso il fiumicello; lei ricambiò il saluto, quindi si avviò verso il punto dove aveva lasciato jeans e mutande. Ritrovato il nascondiglio, si rivestì, raggiunse la piazzola delle biciclette, poi pedalò verso casa ripensando felice all’avventura delle ultime ore…
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