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15. LA PINETA DI GIORNO
di Janus
05.05.2023 |
261 |
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"L’ormai nota pineta, come detto, era frequentata da gay e bisex per lo più di giorno; per tal motivo, anche se le prime volte ci andai prevalentemente di..."
L’ormai nota pineta, come detto, era frequentata da gay e bisex per lo più di giorno; per tal motivo, anche se le prime volte ci andai prevalentemente di sera, col passare del tempo cominciai ad andarci sempre più spesso in ore diurne. Col sole la zona era meno protetta dagli sguardi indiscreti, per cui l’auto finii per lasciarla a distanza in qualcuna delle stradine secondarie; una volta parcheggiato mi recavo a piedi sino ai pressi della radura dove c’era il maggior movimento. Nelle zone alberate tutto intorno alla radura c’era abbondante sottobosco, per cui specie nelle giornate di sole mi aggiravo completamente nuda, con una parrucca a caschetto (talvolta una corta unisex) in testa ed il marsupio in vita, tra i grossi cespugli ed i sentieri che attraversavano la zona. A volte mi azzardavo anche a mettermi al sole, col culo all’aria, tra i cespugli, in genere su uno stuoino da ginnastica che portavo con me, oppure un telo da mare. Che passeggiassi o prendessi il sole, attendevo pazientemente che qualche maschione attivo di quelli che frequentavano la pineta mi vedesse e si interessasse a me, per poi invitarlo a seguirmi in punti più appartati dove potesse sollazzarsi con la mia bocca ed il mio culo. In quell’angolo di pineta ebbi tanti incontri di sesso, in genere positivi ma naturalmente a volte insoddisfacenti. Tra quelli che più mi sono rimasti impressi ricordo, ad esempio, l’incontro con un tizio occhialuto dalla barba incolta, che si aggirava per le stradine presso la radura con un berrettone tipo colbacco in testa nonostante la temperatura molto mite. Io passeggiavo prudente tra la vegetazione, al solito praticamente nuda; quel tipo mi vide e si avvicinò, salutandomi ed iniziando a chiacchierare; mi guardava fisso e mi faceva complimenti, ma non accennava minimamente a palparmi o fare avances… io risposi alle sue chiacchiere a voce bassa, non capendo cosa cercasse. In conclusione, si accontentò di ammirarmi mentre insieme passeggiavamo tra i cespugli: forse era anche lui solo passivo, chissà? In un altro caso, mentre ero tra alcuni alberi, intravidi un uomo alle mie spalle ad alcuni metri di distanza; notando che sorrideva interessato, gli voltai le spalle e mi piegai in avanti a 90 gradi, mettendo il mio marsupio a terra e mostrandogli bene il culo… restai qualche istante in quella posizione, frugando nel marsupio per prendere lubrificante e profilattico, mentre lui si avvicinava. Sentii improvvisamente le sue mani sui fianchi, ed il suo cazzo già duro che strusciava tra le mie chiappe… lo lasciai fare per un po’, poi gli passai il profilattico e mi lubrificai lo sfintere col gel dilatandolo con le dita. Senza altri preamboli, l’amico occasionale mi puntò la cappella sul buco e con un colpo di reni deciso che mi fece un pochino male mi ficcò il cazzo tutto dentro, per poi iniziare a andare avanti ed indietro come un pistone! Non durò molto, evidentemente aveva voglia arretrata: qualche altro affondo e capii dai suoi rantoli che era venuto… restai ferma, lasciando che tirasse fuori il cazzo dal mio retto e si allontanasse così come era arrivato. Un’altra volta successe che, sempre mentre mi aggiravo nuda tra alberi e cespugli, mi avvicinasse un uomo di mezza età con dei baffetti; appena vicino, mi fece “Sei proprio carino sai? Ma qui può essere pericoloso girare così come fai tu… cosa succederebbe se io fossi della Polizia?”. Per un istante mi si gelò il sangue: se fosse stato davvero un poliziotto?? Che guaio!! Ma poi il tipo tirò fuori un notevole cazzo dalla patta e continuò dicendo “Dai, fammi vedere cosa sai fare…”. Beh, come si può ben immaginare, non me lo feci ripetere: mi spostai appena di fianco a lui e mi piegai in avanti, prendendogli l’uccello in bocca mentre lui mi palpava il culo, dandomi qualche pizzicotto sulle chiappe. Dopo qualche minuto di pompino, gli proposi di incularmi e, vedendolo annuire sorridente, gli passai un profilattico; mentre lui si incappucciava mi lubrificai l’ano ed il resto è facilmente intuibile: mi gustai nel culo anche quel grosso cazzo! Appena venuto, l’occasionale amico mi salutò e si allontanò in fretta… non seppi mai se fosse un poliziotto o altro, ma tutto sommato che importava? Un altro episodio, che tuttora conservo tra i miei ricordi più vivi, ebbe come protagonista un ragazzotto riccioluto con degli occhialini tondi da intellettuale; anche lui mi intravide nuda tra gli alberi e si avvicinò salutandomi con un sommesso “Ciao”. Tirò fuori dai pantaloni un cazzo davvero di notevoli dimensioni (credo uno dei più grossi fra quelli che presi in quella pineta), e mi chiese se fossi della zona. Risposi che venivo dalle vicinanze, al che ribatté “Io abito a …”; “Cavolo!!” pensai tra me e me “Proprio dove abito anche io!!!”. Dopo avergli smaneggiato quell’uccellone per alcuni istanti fino a renderlo ben duro, gli passai un profilattico e mi unsi abbondantemente il buchetto fuori e dentro, dilatandolo il più possibile data la circonferenza del randello di carne viva che stavo per prendere. Mi girai, appoggiandomi con una mano ad un alberello; poi con l’altra indirizzai quello stupendo attrezzo sul mio sfintere, aiutandolo a penetrarmi lentamente sino allo scroto… una sensazione indescrivibile, sentirmi così tanto aperta, quasi spaccata! Il tizio occhialuto mi montò a lungo, con un lento avanti ed indietro, gustandosi evidentemente ogni affondo nel mio culetto, fino a venire con alcuni ultimi colpi di bacino sulle mie natiche. Dopo che si fu staccato da me gli feci “Anche io sono più o meno dalle tue parti… se vuoi, possiamo scambiarci il numero di telefono…”. Ma il ragazzotto non si espresse, e dopo un cenno di saluto si allontanò… un vero peccato, sarebbe stato bello avere quel gran bel cazzo a disposizione a pochi passi da casa!! Un altro ricordo che mi è rimasto in testa ben vivo, poi, ebbe come protagonista una coppietta: mi stavo aggirando a pochi passi dalla radura, come al solito nuda, quando sentii in avvicinamento il tipico rumore di un motorino. Dopo qualche istante intravidi tra gli alberi uno scooter con una coppia a bordo, entrambi con casco integrale, lei con una gonna corta estiva che, svolazzando, lasciava intravedere il culo incorniciato da un perizoma scuro. Si addentrarono per una decina di metri in una delle stradine secondarie che partivano dalla radura, poi si fermarono e scesero dallo scooter; io ero in vista a poca distanza da loro, ma non saprei dire se mi videro… in ogni caso fecero come se non ci fosse nessuno, forse amavano esibirsi per i guardoni. Mantenendo i caschi in testa, lui si sdraiò sull’erba vicino ad un albero e tirò fuori dalla patta il cazzo, già in erezione; lei si sfilò il perizoma e si sollevò la gonna, poi si portò sopra di lui faccia a faccia a gambe larghe, si abbassò in uno squat e si impalò sul cazzo per farsi scopare a spegni candela! Iniziò ad andare su e giù col culo, tra gemiti sommessi, finché dopo qualche minuto lui o forse entrambi vennero, perché lei si fermò rimanendo seduta sul cazzo. Poi lei si rialzò mantenendo la gonna sollevata, quasi a voler deliberatamente mostrare culo e fica ad eventuali spettatori. Si rialzò anche lui, si ripulirono con dei fazzolettini e lei si rimise sculettando il perizoma, poi ripresero lo scooter e se ne andarono… non potei fare a meno di pensare, dentro di me, che poter essere femmina e puttana a quel modo doveva essere fantastico! Vorrei concludere la carrellata di particolari avventure diurne in quella pineta aggiungendone un paio leggermente diverse: mi capitò, in periodi nei quali la mia componente maschile prevaleva su quella femminile, di portarci un paio delle mie temporanee fidanzate per esibirle nude, come a me piaceva, ai frequentatori della zona. La prima di esse la feci spogliare tra gli alberi e poi la portai per mano in direzione della strada asfaltata, finché notai un paio di uomini tra i cespugli. Allora bendai quella mia ragazza e le legai i polsi sommariamente al ramo di un albero, in vista dei due suddetti; uno di essi nel frattempo, stava inculando l’altro guardandoci ogni tanto. Io ero molto eccitato dall’esibizione della mia ragazza, per cui le unsi il culo con del lubrificante e presi a sodomizzarla in piena vista dei due uomini. Quello di loro che era attivo, probabilmente dopo l’orgasmo, ad un certo punto si allontanò; il passivo invece si avvicinò a noi due con il cazzo in mano, per cui proposi alla ragazza di prenderglielo in bocca mentre continuavo ad incularla… lei (porcellina quanto basta) si disse disposta, ma per qualche motivo il tizio all’improvviso se ne andò: forse le donne non lo interessavano, chissà? Comunque sia, io continuai a penetrare nel culo la mia ragazza fino a venire, poi la slegai e ce ne andammo. La seconda ragazza l’avevo già portata in quella pineta una prima volta parcheggiando a distanza, per farla passeggiare con me completamente nuda fino alla radura dei gay/bisex, senza però incontrare nessuno. La cosa non le era affatto dispiaciuta, per cui decisi di farle fare qualcosa di diverso esibendola in macchina; andammo quindi alla nota radura e parcheggiai ai limiti, coperti di fronte da grossi cespugli, ma visibili dal lato del passeggero. Feci poi spogliare completamente la mia ragazza e, dopo averla fatta inginocchiare sul sedile in modo che il suo bel culo fosse visibile dall’esterno, le diedi l’uccello in bocca (peraltro la sua pratica preferita). In breve, mentre mi faceva un fantastico pompino, almeno tre guardoni si portarono sul lato passeggero dell’auto e si masturbarono ammirando il suo gran bel culo… lei concluse il pompino con l’ingoio come adorava fare, poi si rialzò per sedersi: solo allora, con spavento, si accorse dei guardoni. Misi allora in moto e ce ne andammo… lei mi fece un po’ di storie, ma capendo quanto a me piacesse mostrarla si calmò… anzi, nel seguito della nostra breve relazione, finì spesso per spogliarsi di sua iniziativa per esibirsi e farsi fotografare all’aperto, eccitata! Insomma, in quell’angolo di pineta succedeva di tutto… e quel posto è sempre nei miei ricordi più cari.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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