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40. UNA PROMESSA MANTENUTA


di Janus
05.10.2024    |    82    |    14 9.6
"Con quei pochissimi indumenti addosso mi ammirai allo specchio, poi feci un ultimo controllo del borsone con le calzature e qualche altro capo di..."
Quel sabato d’estate inoltrata non sembrava promettere bene: avevo già trascorso quasi tutto il pomeriggio in chat senza concludere nessun appuntamento con maschioni vogliosi di femminucce. Non si erano fatti vivi né il dongiovanni, che di solito mi reclamava già in mattinata, né il ragazzone che incontravo abitualmente al parcheggio presso il mare. Pensai quindi di andare a quel luogo, magari per rivedere la mia amica trav bionda e far due chiacchiere in attesa di… sviluppi! Poi all’improvviso la svolta: si fecero vivi, quasi in contemporanea, sia il dongiovanni che un altro uomo incontrato tempo addietro!

Il secondo individuo era un tipo grande e grosso, da me ribattezzato “il massiccio”; era un estimatore delle travestite e aveva un discreto uccello, grosso e duro, che mi aveva dato in bocca e nel culo molto bene! Poi, causa continui impegni lavorativi, non ci eravamo più visti; tuttavia eravamo rimasti in contatto nella chat di A69 e, ogni tanto, avevamo scambiato battute. Gli piacevano i miei racconti, per cui ad ogni nuova pubblicazione lo avvertivo… lui leggeva e metteva graditi commenti del genere “Che gran porca che sei… che maiala!”. Nel corso degli ultimi contatti mi aveva anche espresso, molto chiaramente, il desiderio di un pompino completo fino a sborrarmi in bocca, o sugli occhiali!!

Come ho sempre ammesso, a me piace molto il cazzo in bocca… tuttavia, amando soprattutto essere inculata, avevo quasi sempre spompinato unicamente per far indurire a dovere l’uccello di turno. Mi era capitato un unico caso, molto tempo prima, di pompino portato a termine: un amico, col profilattico non era riuscito a reggere l’erezione per darmelo nel culo, per cui mi rassegnai a soddisfarlo con la bocca. Dopo un po’ lui ebbe l’orgasmo, facendomi sentire sulla lingua lo sperma per la prima volta in vita mia, e la cosa non mi dispiacque affatto!! Dopo quella prima esperienza la voglia di fare altri pompini era cresciuta dentro di me, quindi promisi al “massiccio” di accontentarlo!

In conclusione, concordai con i due uomini a che ora e dove incontrarci. Il dongiovanni l’avrei atteso a tarda sera nel parcheggio di un grosso centro commerciale, noto per il carsex notturno, non troppo lontano dalla mia residenza e facile da raggiungere per entrambi; l’idea era di appartarci in un punto adatto nella stessa zona, da cercare insieme visto che personalmente non c’ero mai stata. Il “massiccio” invece l’avrei ospitato più tardi, alla fine del suo turno di lavoro, in un bilocale di amici di cui ogni tanto potevo fruire, per… mantenere la promessa che gli avevo fatto da tempo e che ogni tanto, da vera puttanella, gli avevo ricordato in chat di avere quale debito nei suoi confronti!!

Mi diedi quindi alla rituale trasformazione in femmina e puttana. Rifinite rasatura e depilazione, passai ad una serie di clisteri per essere pulita a dovere. Venne poi il momento del poco trucco che avevo imparato: base e fondo tinta sulle antipatiche imperfezioni del viso ormai stressato dal tempo. Qualche colpetto di cipria, e il più fu fatto: usando grossi occhiali da donna, normalmente non truccavo gli occhi. Per l’abbigliamento feci ciò che fantasticavo da qualche giorno: un reggiseno con un po’ di imbottitura, sexy slip aperti sul cavallo ai quali aggiunsi delle normali mutandine femminili, infine autoreggenti in rete larga ottime per l’estate; sul tutto, una volta nella zona carsex, avrei indossato solo un copricostume aperto a mezze maniche che, stretto in vita da una cintura, poteva passare per un succinto abitino estivo.

Con quei pochissimi indumenti addosso mi ammirai allo specchio, poi feci un ultimo controllo del borsone con le calzature e qualche altro capo di abbigliamento, nonché della borsetta con parrucca, lubrificante, profilattici, profumo, bigiotteria ecc.. A quel punto passai al vestiario maschile, necessario per uscire e rientrare senza dare nell’occhio: optai per dei pantaloni corti, facili da indossare e togliere anche con le scarpe ai piedi, e per una camicia estiva… una volta abbottonata mi accorsi, con un misto di timore e felicità, che il reggiseno imbottito lasciava chiaramente intuire… delle grosse tette!! Calai sulle caviglie le autoreggenti, indossai sopra di esse dei calzini ed infine le scarpe da uomo… ero pronta!

Andai alla macchina, sistemai il borsone accessori nel lato del passeggero e la borsetta sul sedile, quindi imboccai la statale. Il centro commerciale da raggiungere distava una decina di chilometri ed era alle porte di una vicina cittadina; c’era traffico, ma ne raggiunsi il parcheggio senza intoppi; già nei pressi vidi diverse auto ferme sul lato della strada o in sommarie piazzole, con singoli uomini a bordo e qualcuno in piedi accanto… altre vetture giravano e si fermavano qua e là senza apparente destinazione… segnali abbastanza evidenti di ciò che succedeva! Non conoscendo bene il posto, dovetti girare per qualche minuto prima di individuare un punto abbastanza buio dove poter completare la mia trasformazione en-femme.

Spensi il motore, attesi un istante per assicurarmi di non essere stata seguita da altre auto, poi velocemente mi tolsi scarpe e vestiario maschile, infilai i sandali da donna, aggiustai ad altezza cosce le autoreggenti, infine misi il copricostume sopra ed allacciai la cintura in vita. Passai quindi alla parrucca, che pettinai con una spazzolina dopo averla messa in testa; presi il sacchettino della bigiotteria, indossando collane e bracciali; mi applicai un filo di rossetto sulle labbra, infine inforcai gli occhiali da donna. Riposi tutto ciò che non serviva nel borsone, tenendo a portata di mano soltanto la borsetta del necessaire… e finalmente fui pronta!

Rimisi in moto e tornai verso il parcheggio principale del centro commerciale, nel quale continuavano a muoversi diverse macchine; raggiunsi un punto facilmente individuabile grazie ad un grosso cartellone pubblicitario, parcheggiai e mandai un messaggio al dongiovanni “Sono nel parcheggio, sotto il cartellone gigante col nome del centro commerciale…”; “Ok arrivo” mi giunse in risposta pochi istanti dopo. Dato il caldo aprii il finestrino, quando pochissimi metri più in là parcheggiò un’auto con a bordo una coppia… chissà, forse era in cerca di altre coppie o di singoli, comunque non ci badai molto. Una utilitaria rossa arrivò poi sul vialetto perimetrale del parcheggio: immaginai che potesse essere il dongiovanni, ed ebbi ragione; lui parcheggiò accanto a me sul lato sinistro, scese e venne al mio finestrino.

Scambiammo dei “Ciao ciao…” “Ciao a te…” come eravamo soliti fare, a cui aggiunsi “…Io non so dove appartarci qui intorno… tu…?” “Neppure io” rispose “…facciamo un giro con la mia macchina, qualcosa troveremo…”. Mi convinsi: presi la borsetta, scesi dalla mia auto e mi infilai al volo nella sua sotto gli occhi della coppia poco distante. Il dongiovanni salì, mise in moto e si diresse verso la zona in cui avevo finito di prepararmi. Fatta una curva, ci ritrovammo su un rettilineo dietro il centro commerciale; percorrendolo cominciammo ad intravedere dei lampeggianti, che il dongiovanni disse essere dei vigili del fuoco… naturalmente mi venne un po’ di timore: potevano essere invece forze dell’ordine e non mi avrebbe fatto certo piacere essere trovata travestita ad un controllo!

Invece no, erano effettivamente vigili del fuoco… ma quello che stavano facendo mi preoccupò anche di più!! In pratica, accompagnavano una serie di pullman di tifosi che, probabilmente, erano stati o dovevano andare a qualche partita nella vicina città!! All’improvviso ci trovammo con l’auto quasi bloccata in mezzo a quei pullman, con tifosi che giravano a piedi tutto intorno nei pressi, ed io seminuda visibile all’interno dell’auto per via dei lampioni! “Dai, giriamo e torniamo indietro!!” feci un po’ innervosita al dongiovanni… lui, flemmatico, fece qualche manovra e finalmente invertì il senso di marcia, con mio evidente sollievo! Percorremmo al contrario la strada e, passando di fronte al centro commerciale, riuscimmo finalmente ad allontanarci.

Prendemmo una parallela alla statale che, allontanandosi dal centro commerciale, diventava più deserta e più buia. Ai lati c’erano sia piazzole di sosta che veri e propri parcheggi, in genere vicini a fabbricati industriali, tutti più o meno sommariamente sbarrati… tipici tentativi di impedirne l’uso notturno agli amanti del carsex! Incrociammo qualche auto, poi arrivammo ad un incrocio a T; a sinistra c’era la statale, a destra invece una zona poco illuminata che ci sembrò invitante… e là ci dirigemmo. La strada asfaltata finiva all’ingresso di quello che forse era un impianto di depurazione; proseguiva però come strada sterrata sulla destra, lungo la recinzione, diventando completamente buia… il dongiovanni la imboccò e, appena fuori vista e nascosti dalla vegetazione, si fermò.

Scendemmo entrambi; il punto non mi dispiaceva, per cui misi la mia borsetta sul cofano a portata di mano, slacciai la cintura e mi tolsi il copricostume, rimanendo col solo intimo come la mia fantasia mi aveva spinto a fare. Il dongiovanni mi venne accanto, prendendo a regalarmi carezze, palpate e paroline di apprezzamento; avevo troppa voglia, per cui appena lui lasciò cadere sulle caviglie pantaloni e mutande, io mi abbassai sulle cosce e gli presi il grosso e bell’uccello che ormai ben conoscevo prima in mano, poi in bocca… mmmhhhh… che delizioso sapore… mi era mancato, quel grosso e caldo arnese di carne tra le labbra!! Reggendomi alle sue cosce, presi a spompinarlo e andai avanti parecchi minuti leccandolo, succhiandolo e picchiettando con la lingua asta e cappella!

Sapevo che il dongiovanni amava farselo succhiare, ma anche che il culo gli piaceva ancor di più… i miei gusti si combinavano perfettamente con i suoi, quindi dopo un po’ mi rialzai: il suo cazzone era sufficientemente duro, per cui gli diedi un preservativo e, calate le mutandine, mi unsi ben bene lo sfintere con il mio beneamato gel lubrificante. Mi dilatai bene il buchino con le dita, sapendo di dover ricevere un randello di notevoli proporzioni, poi mi girai appoggiandomi al cofano della sua auto e attesi di sentire il suo cazzo tra le chiappe. Lui me lo strofinò appena e io, afferrandolo, me lo puntai dritto sull’ano… lui cominciò a spingere, io inarcai la schiena verso il basso per sporgere meglio il culo all’indietro e, pian piano, me lo sentii scivolare tutto dentro fino ai testicoli.

Restammo fermi un istante, io appoggiata al cofano e lui forse a contemplare nella penombra il mio culo col suo cazzo tutto dentro… poi iniziò a montarmi, con affondi lenti ma lunghi ed energici… mmmmhhhhh che delizia: quel pisellone mi stantuffava divinamente, e presi a rispondere agli affondi ora sculettando, ora spingendo il sedere contro il suo bacino, ora contraendo e rilassando lo sfintere sul suo pisellone come sapevo che apprezzava!! Al solito, lui accompagnò tutta l’inculata strizzandomi le tette e con frasi e complimenti tipo “Sì… così… prendilo tutto… godi, da vera femmina… da donna…”, a cui io presi a rispondere con gemiti di piacere “Hhhmmm… hhhmmm… hhhmmm… sì…”: solo chi è come noi sa comprendere quanto sia appagante sentire un grosso cazzo andare avanti ed indietro dentro il nostro corpo, quali indescrivibili sensazioni possano essere provate!

Il dongiovanni era normalmente molto resistente, ma quella sera raggiunse l’orgasmo un po’ prima del solito… forse aveva della voglia arretrata da smaltire!! Lo sentii accelerare il ritmo della penetrazione, fino a fermarsi stringendomi forte a sé per i fianchi con sommessi mugolii… era venuto. Restammo così qualche istante, poi ci staccammo e ci ripulimmo sommariamente evitando di lasciare immondizia sul posto. Mi tirai su le mutandine, indossai di nuovo copricostume e cintura, recuperai la mia borsetta dal cofano e risalii, imitata dal mio amante. A quel punto tornammo al parcheggio del centro commerciale e, parcheggiando di nuovo accanto alla mia auto, il dongiovanni mi salutò mentre scendevo… mi infilai quindi svelta nella mia vettura, e lui lasciò la zona.

I pullman di tifosi e i vigili del fuoco se n’erano andati; a quel punto pensai di tornare con la mia macchina dove il dongiovanni mi aveva inculata: la strada sterrata in cui ci eravamo appartati proseguiva lungo la recinzione verso una zona buia, e volevo scoprire se anche là in fondo si prestasse al sesso all’aperto… per future occasioni, naturalmente! Così scoprii che quella strada finiva poco più avanti, in una specie di piccola radura erbosa nascosta… ne approfittai per togliermi parrucca, bigiotteria e rossetto, poi rimettermi al maschile, poi raggiunsi la vicina statale e mi diressi al bilocale dove contavo di incontrare il “massiccio”: l’orario era ormai quello giusto!

L’appartamentino dei miei amici era poco distante da casa mia, in un condominio di periferia; quando si assentavano per più giorni mi lasciavano le chiavi, chiedendomi il favore di qualche controllo a fini di sicurezza. Nell’ampio open - space d’ingresso c’era il lato salotto con un bel divano… mi era capitato di approfittarne un paio di volte per i miei incontri, limitandomi comunque a quello spazio. Lo raggiunsi, parcheggiai ed entrai portando con me il borsone e la borsetta del necessaire; appena dentro mi sbarazzai del vestiario maschile e riassunsi sembianze femminili, mettendo però molto più rossetto per presentarmi con un bel paio di labbra da troietta pompinara!

Disposi sul divano un grande asciugamano per evitare il rischio di macchie, diedi conferma della mia presenza al “massiccio” e mi sedetti in attesa del suo arrivo. Lui mi confermò l’appuntamento, precisando che avrebbe potuto trattenersi solo pochi minuti; “Ok, ci limiteremo alla mia… promessa!” gli risposi io!! Terminò il turno lavorativo poi mi raggiunse, avvertendomi quando fu all’ingresso principale. Gli aprii il portone e attesi che salisse le scale… appena sentii i suoi passi vicini, aprii la porta del bilocale restando dietro di essa e lo feci entrare. “Ciao… è tanto che non ci si vede, puttanella…” fece lui; “Vero, mi sei mancato… accomodati pure…” risposi indicandogli il divano. Non se lo fece ripetere: si slacciò i pantaloni, abbassandoli alle caviglie insieme alle mutande, e si sedette beatamente a ginocchia aperte; io lasciai cadere il copricostume, facendomi ammirare in reggiseno, sexy slip aperti e autoreggenti.

Mi inginocchiai davanti a lui guardandolo negli occhi, mi piazzai tra le sue cosce, inarcai la schiena verso il basso perché potesse contemplarmi il culo e gli presi il grosso uccello ancora floscio in mano; lo segai per qualche istante, poi aprii le labbra e lo imboccai… hhhmmmmm, si… ricordavo il sapore del suo caldo cazzo… che buono!! Mi era davvero mancato… bello, grosso ma non esageratamente lungo: proprio il tipo di cazzo che piaceva a me!! Cominciai allora a regalargli il pompino che gli avevo promesso… andai su e giù con la testa a ritmo lento, lo succhiai, lo slinguai sulla cappella e sul frenulo, e ben presto lo resi durissimo… ogni tanto me lo tolsi dalla bocca per leccarlo, scendendo con la lingua sui testicoli per poi risalire lentamente l’asta e infine imboccarlo di nuovo fino alla radice… mi stava tutto in bocca, senza causarmi stimoli di rigetto: che bella sensazione!!

Il “massiccio”, testa abbandonata all’indietro sullo schienale del divano, cominciò a gemere di piacere; il suo corpo cominciò, prima quasi impercettibilmente poi in modo sempre più evidente, ad essere scosso da fremiti… io proseguii col bocchino gustandomi appieno quel bel cazzo duro, estasiata al pensiero che di lì a poco l’avrei fatto venire… mi chiesi mentalmente quanta sborra mi avrebbe schizzata in gola: in precedenza era venuto solo nel profilattico, inculandomi ben bene! Andai avanti ancora e ancora a spompinarlo, tra suoi gemiti e fremiti sempre più frequenti, finché mugolando quasi incomprensibili “S-sì…siii…sì…sì…” lui mi bloccò la testa con la mano a contatto del suo ventre: capii che era venuto, riempendomi la bocca di sperma caldo che andò a mescolarsi con la mia saliva.

Rimanemmo entrambi fermi in quella posizione per qualche istante, poi lui lasciò la mia testa e ci rialzammo… gli passai dei fazzolettini per asciugarsi, cosa che fece mentre io mi liberavo dei tutto ciò che avevo in bocca nel lavandino del bagno. Lui si rivestì, mi salutò raggiante con un “Grazie, maialina… sei proprio una gran pompinara… alla prossima!” e se ne andò; io mi rimisi in pochi istanti al maschile, feci ordine nell’appartamentino, poi presi a mia volta la via di casa… naturalmente senza smettere un attimo di pensare alle bellissime, indimenticabili sensazioni che fare quel secondo pompino completo mi aveva fatto provare!
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