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3. LA BARACCHETTA ED IL COITO INTERROTTO


di Janus
22.01.2023    |    305    |    3 9.5
"Sentii all’esterno il “piccolo” chiedere al “grande” cosa stessimo facendo, e lui rispondere con noncuranza che ci stavamo masturbando dopo aver costruito il..."
La casa del “grande”, un po’ come tutte le case di campagna, aveva dei piccoli fabbricati aggiuntivi con funzione di rimesse, fienili, pollai ecc., ma questi erano in disuso da molto tempo. Uno di questi fabbricati, una baracchetta di due metri per due con una porta di legno ed una finestra, era sito dietro la casa in mezzo a cespugli e residui di potatura alberi. Un giorno d’estate ci venne in mente di trasformare quella baracchetta in una sede per la nostra banda; ripulimmo allora l’interno, poi i dintorni da cespugli e ciarpame vario. Sul lato della porta della baracchetta, sotto i detriti, scoprimmo una specie di pavimento, non ricordo se in mattoni o cemento; allora piantammo dei paletti di legno sul limite di esso, poi tra paletto e paletto mettemmo delle canne secche in orizzontale fino a più di un metro di altezza, come palizzata, collegandone le estremità agli spigoli della baracchetta stessa e lasciando un ingresso con cancelletto… miracoli della creatività adolescenziale! In conclusione avevamo realizzato una specie di fortino e, come arredamento, all’interno della baracchetta mettemmo una vecchia rete da letto singolo ed un polveroso materasso rinvenuti negli altri fabbricati in disuso. Compiuta l’opera, ci chiudemmo nella baracchetta, chiedendoci cosa fare…. ovviamente il “grande”, col suo abituale fare ammiccante, disse che avremmo potuto “fare qualcosa…” il che, come già detto, nel suo gergo equivaleva ad incularsi l’un l’altro a turno, ma nel nostro caso (sapendo che a me il ruolo attivo non attirava) voleva dire che mi stava semplicemente chiedendo di dargli il culo! Io avevo ormai scoperto, grazie proprio a lui, che essere penetrato analmente mi piaceva (o almeno non mi dispiaceva affatto) ma quando lui me lo chiedeva facevo istintivamente difficoltà… forse non mi piaceva l’idea che si diffondesse la voce (i miei amichetti erano noti chiacchieroni) che davo il culo volentieri, chissà? Comunque, dopo un accenno di ritrosia, acconsentii ed in pochi istanti mi sbarazzai di pantaloncini, mutande e maglietta, rimanendo completamente nudo come il mio animo esibizionista mi spingeva a fare. Tirai fuori dalla tasca il famoso ovetto giallo Kinder col burro, che per ogni evenienza (!) portavo sempre con me quando dovevo incontrare il “grande”, me ne spalmai un po’ sull’ano e ne spinsi una parte dentro col dito, sditalinandomi per farlo sciogliere bene. Poi mi misi alla pecorina sul materasso, col culo a disposizione del mio amico; lui, in piedi dietro di me, fece i soliti apprezzamenti sul mio bel culo da femmina, si abbassò pantaloncini e mutande mettendo in mostra il suo bel cazzo già duro, mise della saliva sulla cappella ed appoggiò l’uccello tra le mie chiappe. Mi aveva afferrato subito per i fianchi, senza tenere il cazzo con una mano per puntare la cappella sul buco, perciò gli presi l’uccello io stesso per guidarlo sul punto giusto… spinse piano come io volevo, facendo dapprima un po’ di fatica ad entrare; poi il mio sfintere cedette alla pressione rilassandosi e lasciò entrare il delizioso bastone di carne sino alle palle. Cominciò quindi la monta: il “grande” era piuttosto resistente e l’inculata andò avanti per parecchi minuti senza che lui desse segno di essere prossimo alla sborrata o almeno così mi sembrò… mi aveva raccontato, qualche tempo prima, che gli era capitato di inculare il “piccolo” sborrandogli nel culo senza che lui (che non gradiva) se ne accorgesse, per poi continuare ad incularlo sino a venire una seconda sulle sue chiappe. Comunque, che il “grande” fosse già venuto dentro di me una prima volta o no, essere penetrato mi piaceva per cui mi godevo la lunga inculata e non mi preoccupavo affatto! All’improvviso, il dramma: qualcuno ci stava cercando!!! Era il “piccolo”, che ci chiamava a gran voce; la madre del “grande”, da una finestra della casa, gli disse dove poteva trovarci, così venne in direzione della baracchetta/fortino… il “grande” sfilò il cazzo dal mio culo, velocemente si tirò su mutande e pantaloncini, uscì e si portò al cancelletto della palizzata per trattenerlo; io ci misi un po’ a scendere dal lettino e rivestirmi, essendo completamente nudo. Sentii all’esterno il “piccolo” chiedere al “grande” cosa stessimo facendo, e lui rispondere con noncuranza che ci stavamo masturbando dopo aver costruito il fortino… quindi anche io uscii dalla baracchetta per salutare il “piccolo” come se nulla fosse! Non ricordo cosa successe dopo, probabilmente anche in questo caso andammo in riva al fiume per una delle nostre scorribande. Alcuni giorni dopo, però, mi capitò di incontrare il “piccolo” da solo; lui ridacchiando mi prese in giro dicendo “Lo so che alla baracchetta ti stavi facendo inculare…”; cercai di mascherare l’imbarazzo, rispondendo “Ma no, che dici, ci stavamo solo facendo una sega ognun per sé!!” Lui continuò a ridacchiare…. ma cosa aveva da prendere in giro, mi chiesi mentalmente?? Lo sapeva tutto il vicinato che lui vendeva il culo… almeno io lo davo perché mi piaceva e dal mio punto di vista, moralmente, lui era sicuramente messo peggio perché in fondo si prostituiva!
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