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31. IL “FIDANZATO” DELLA SORELLINA


di Janus
09.03.2024    |    162    |    6 9.3
"Il mio nuovo amico mi abbassò le mutandine e riprese a palpeggiarmi il culo non disdegnando di passarmi un dito sullo sfintere; aveva di nuovo il cazzo fuori..."
Dopo l’intensa quanto gradevole serata col cosiddetto “regista” trascorsi alcune settimane senza avvenimenti sexy di rilievo. In realtà la porcellina che albergava (e sempre alberga) dentro di me non si assopiva mai ma, a volte, dopo che era stata soddisfatta a dovere, restava tranquilla anche per parecchi giorni a ricaricarsi: così fu anche dopo la memorabile serata con il citato “regista”. Poi venne di nuovo il momento di soddisfarla, la mia porcellina interiore… e dato che il noto luogo di incontri ove ero stata l’ultima volta si era dimostrato molto soddisfacente, una sera al rientro dal lavoro decisi di tornarci; a differenza della volta precedente però, invece di cambiarmi fuori zona, decisi di farlo in un piazzale sterrato e buio nelle vicinanze del parcheggio da raggiungere.

Da qualche giorno mi ero procurata una nuova parrucca più lunga delle altre, e per l’occasione l’avevo al seguito; parrucca a parte, l’abbigliamento fu più o meno lo stesso della volta prima: mutandine femminili nere, leggings push-up molto aderenti, maglioncino con cerniera e giaccone antivento/antipioggia. L’unica differenza quella sera fu che, per semplificare il cambio di indumenti, invece della maglia da donna leggera a collo alto tenni indosso la camicia ma sbottonata ed annodata al petto, quasi fosse un reggiseno. Una volta divenuta Gianna, rimisi in moto e raggiunsi il parcheggio recintato del ristorante in fondo alla via, entrai e mi portai verso la parte buia più lontana dall’ingresso; era ancora presto e, come la volta precedente, in quel momento il posto era ancora deserto.

Ne approfittai allora per sistemare l’auto come avevo già fatto con successo, ossia di fianco con il lato sinistro non visibile, ove poter attendere con a portata di mano sul tettuccio la mia borsa con profilattici, gel lubrificante e fazzolettini. Faceva piuttosto freddo e dovetti risalire in macchina un paio di volte per scaldarmi, ma per fortuna l’attesa infine terminò… dopo una mezzora iniziarono ad arrivare varie automobili, intervallate di due o tre minuti; ognuna faceva il giro della vicina rotonda, illuminando la zona degli incontri, poi tornava indietro sino all’ingresso del parcheggio ed entrava oppure si allontanava. Quelle auto che entravano nel parcheggio si avvicinavano lentamente alla parte più lontana dalla sbarra, dove appunto avvenivano gli incontri di sesso; giunte nei pressi si aggiravano tra le piazzole per poi fermarsi o allontanarsi.

Passarono diversi minuti e alcune auto avevano già parcheggiato, mantenendo una certa distanza tra l’una e l’altra; poi arrivò una utilitaria rossa, che si fermò più o meno di fronte alla mia posizione; il guidatore spense il motore, scese, chiuse la portiera e venne verso di me. Era un uomo di poco più basso di me, piuttosto magro, e per un attimo pensai che fosse di nuovo il “regista” … però no, non era lui! Era comunque un tizio che avevo già visto di sfuggita, seppure al buio, parecchio tempo prima: in pratica una sera mi ero ritrovata a scambiare quattro chiacchiere con una “sorellina” matura, la quale stava aspettando un singolo a cui aveva dato appuntamento in quel parcheggio.

Tra l’altro quella travestita era simpatica ed esperta della zona, e chiacchierando mi tolse anche qualche dubbio che avevo sulla sicurezza del posto. Poi il suo appuntamento si concretizzò ed insieme i due si infilarono tra i cespugli per consumare; ricordo distintamente che, per parecchi minuti, potei udire quella “sorellina” gemere a gran voce e ritmicamente, segno che stava venendo inculata con notevole vigore!! Quando ebbero finito i due tornarono nel parcheggio, dove il tipo che l’aveva montata si rimise in macchina per andarsene mentre lei riprese a chiacchierare con me, facendomi scherzosa “Quello è il mio fidanzato… non sarà un gran pezzo d’uomo, ma ha un cazzo così grosso e duro che ogni volta faccio fatica a prenderlo!!”.

Naturalmente, date le declamate qualità, l’aspetto di quell’uomo mi era rimasto abbastanza impresso… ed ora, eccolo lì, lo avevo riconosciuto!!! Appena mi fu vicino mi salutò con un “Ciao” molto cordiale, che naturalmente ricambiai più che lieta. Guardandolo mi abbassai i leggings e le mutandine appena sotto le chiappe per mostrargli il culo; lui prese ad accarezzarmelo con una mano, mentre con l’altra mi raggiunse il basso ventre per toccarmi uccellino e palle, quasi a volersi sincerare che fossi una femmina col cazzo.

Quelle carezze davanti e didietro fecero subito uscire allo scoperto la troietta che era dentro di me: qualche altro istante di palpeggiamenti e, alla vista del grosso e lucido cazzo che nel frattempo lui aveva estratto dalla patta dei pantaloni, mi abbassai sulle cosce davanti a lui e glielo presi avidamente in bocca. Quanto mi piaceva, quel cazzone!! Bello, grosso, lungo, liscio e, soprattutto, chiaramente pulito… leccarglielo e succhiarglielo era una vera goduria, tanto da non riuscire a togliermelo di bocca per diversi minuti, nei quali cercai di mandarmelo in gola il più possibile! Mentre lo spompinavo reggendomi alle sue cosce, ogni tanto dovetti scostarmi dal viso i lunghi capelli della mia nuova parrucca che, per via del movimento della mia testa, continuavano a venirmi in bocca… intravidi così di lato un altro uomo che si stava avvicinando a noi.

Il mio amante del momento sembrò infastidito da quella presenza, e mi suggerì di appartarci tra i cespugli per continuare il nostro incontro. Naturalmente dissi di sì e, dopo essermi tirate su le mutandine e presa la borsa con l’occorrente, lo seguii verso la passerella che porta al mare… avevo lasciati i leggings calati, per avere il culo scoperto e sentirmi più puttana mentre ci allontanavamo seguiti dallo sguardo dell’altro uomo. Percorremmo una ventina di metri sulla passerella di tavole fino a raggiungere uno spiazzo tra la vegetazione; allora ci spostammo appena sul terreno sabbioso, a ridosso del corrimano di legno della passerella, che utilizzai per appendere la mia borsa. Il mio nuovo amico mi abbassò le mutandine e riprese a palpeggiarmi il culo non disdegnando di passarmi un dito sullo sfintere; aveva di nuovo il cazzo fuori della patta ed io, vedendolo di nuovo così bello, non potei fare a meno di riprendere a succhiarglielo voluttuosamente, cercando di tanto in tanto di imboccarlo tutto sino alle palle.

Una volta reso duro e svettante a dovere quel magnifico cazzone, misi mano ai profilattici che avevo in borsa e gliene passai uno; mentre lui lo indossava, io presi il flacone del lubrificante e me ne spinsi una buona quantità nell’ano. Quel cazzone era piuttosto grosso ed io, conscia che avrebbe potuto farmi male, cercai di dilatarmi il buchino il più possibile infilandomi dentro tre dita. Appena mi sentii pronta alla penetrazione, passai la stessa mano piena di gel sul suo cazzone e mi girai per offrirgli il meglio di me… quindi per aiutarlo a mettermelo dentro, glielo presi in mano e ne guidai la cappella dritta nel mio sfintere. Lui era evidentemente molto voglioso: nonostante gli ripetessi di far piano, appena sicuro di avermi centrata mi spinse il suo cazzone tutto dentro con un solo colpo di reni! …Che dolore!!!!

Era un po’ di tempo che non prendevo cazzi e neppure vibratori o simili, per cui dentro ero un po’ strettina, e quella mazza di carne dura all’inizio mi fece male… lui iniziò a montarmi e, pian piano, affondo dopo affondo, mi abituai a quella presenza ed il dolore sparì. Cominciai così a godermi l’inculata, che andò avanti per parecchi minuti; senza quasi rendermene conto iniziai a mugolare di piacere ad ogni suo affondo, e mi tornarono in mente i sonori gemiti della sorellina che era stata sbattuta da quell’uomo in quello stesso luogo!! Il mio amante occasionale andò avanti dentro di me ancora parecchi minuti, poi lo sentii affondare con maggior vigore e più velocemente: immaginai quindi che stesse per venire.
Ancora alcune profonde spinte sbattendomi ritmicamente il bacino sulle chiappe, e lui si fermò rantolando di piacere.

Restò attaccato a me per alcuni istanti, poi si tirò indietro estraendo il cazzone dal mio retto e si liberò del preservativo usato; io gli offrii delle salviettine umide per ripulirsi, ma lui mi ringraziò dicendo di averne. Ripuliti sommariamente e soddisfatti, tornammo indietro sulla passerella verso il parcheggio facendo qualche chiacchiera tragitto durante; ci dicemmo le rispettive zone di provenienza ed i rispettivi nomi, naturalmente Gianna nel mio caso. Al parcheggio ci salutammo e lui, risalito in macchina, se ne andò. Io me ne restai ancora un po’ nel parcheggio, presso la mia auto; fui approcciata da un primo uomo poi da un altro, entrambi poco dotati ed inconcludenti, per cui finii per stancarmi e ritenendo la serata tutto sommato già positiva, misi in moto e me ne tornai a casa.

Dopo un paio di settimane mi venne di nuovo voglia di fare la puttanella e dopo il lavoro tornai in quel parcheggio, con la segreta speranza di incontrare ancora il “fidanzato” della sorellina matura conosciuto la volta precedente. Qualche giorno prima avevo acquistato un maglioncino lungo femminile, da indossare come un vestito, per cui volli provarlo. Raggiunsi una stradina buia dove mi ero cambiata in precedenza, mi spogliai completamente e presi a rivestirmi al femminile: calze nere pesanti, mutandine, maglietta a pelle aderente da arrotolare in su sino ai capezzoli, poi il maglioncino lungo suddetto che mi arrivava più o meno a mezza coscia. Completai il tutto con la parrucca lunga ed il solito giaccone, poi misi in moto e percorsi i pochi chilometri che c’erano fino al noto parcheggio… inutile dire che, guidare da travestita, mi procurò un intimo piacere: mi sentivo così femmina!!

Al parcheggio, come sempre ancora deserto a quell’ora, ripetei le stesse azioni delle due volte precedenti mettendo la mia auto per lungo, sperando di essere riconosciuta per quel modo di parcheggiare da chi avevo già incontrato. Dopo un po’ cominciò l’abituale carosello di auto, con alcune che parcheggiavano nei pressi ed altre che si allontanavano, tuttavia all’inizio nessuno mi si avvicinò. Poi un’auto, credo un SUV, si fermò poco dietro la mia vettura; l’uomo a bordo spense fari e motore, poi scese e si aggirò attorno al proprio veicolo fumandosi una sigaretta.

Il buio non era totale, date le stelle ed i fari delle altre auto in movimento, così mi resi conto che pur restando accanto alla propria auto quel tizio aveva il cazzo in mano e si stava lentamente masturbando; poi si mosse verso di me lentamente sino ad arrivare ad un paio di metri, ed io potei vedere ammirata che aveva un uccello davvero grosso e lungo!! A quel punto persi ogni inibizione e, senza una parola, mi accosciai davanti a lui e glielo presi in bocca; probabilmente era un po’ che si segava, perché la sua cappella già gocciolava… comunque, per alcuni istanti glielo leccai e succhiai golosa, poi visto che l’aveva sufficientemente duro mi rialzai per proporgli di darmelo nel culo. Lui però riprese a segarsi e, nel giro di pochi istanti, sborrò e se ne andò… peccato davvero, quel cazzo così grosso l’avrei preso più che volentieri!!!

Tornai allora ad attendere, un po’ delusa, vicino alla mia auto; poi una macchina arrivò e parcheggiò di fronte, il che mi indusse a sperare che si trattasse del tipo che mi aveva inculata la volta precedente… ebbene sì, si trattava di lui!! Si avvicinò cordiale e scambiammo qualche convenevole, mentre lui mi palpeggiava tutta; tirò fuori quasi subito l’uccello, già mezzo eretto, ed io glielo presi in bocca cominciando a succhiare e leccare a dovere quel bell’arnese.

Dopo alcuni minuti di pompa, visto che altri uomini sembravano avvicinarsi nell’oscurità, proposi io stessa di andare ad appartarci tra i cespugli per fare sesso in pace e lui naturalmente accettò. Misi quindi mano alla mia borsa con il necessario e lasciammo i parcheggi addentrandoci tra i cespugli fino alla nota passerella di legno che portava al mare. Ci fermammo presso un piccolo albero ed io, come la volta precedente, prima appesi la mia borsetta al corrimano poi ripresi di nuovo in bocca il bel cazzone del mio maturo amante, sbocchinandolo da brava troietta per diversi minuti per renderglielo duro a sufficienza.

Ormai desiderosi entrambi, lui di incularmi ed io di essere inculata, ci predisponemmo… lui si infilò il preservativo che gli avevo passato, io mi dilatai lo sfintere con le dita abbondantemente cosparse di gel lubrificante. Appena pronti, mi girai dandogli le spalle e mi tirai su bene il maglione femminile che indossavo, poi gli afferrai il bastone di carne per puntarmi la cappella sul buchino. Come la volta precedente gli raccomandai di fare piano, ma come in precedenza lui non riuscì a frenare la voglia: con una gran spinta di reni me lo ficcò di nuovo dentro tutto fino alle palle, però facendomi meno male della prima volta … per fortuna!!

Mi piegai in avanti appoggiandomi al corrimano di legno, sporgendo bene il culo verso il mio montatore, ed assaporai la monta in totale estasi… il mio amante mi teneva saldamente per i fianchi e mi penetrava assestandomi profondi colpi di cazzo, ora più lenti ora più energici; ad ogni affondo io, sia perché avvertivo davvero un intenso piacere sia per dimostrare a quell’uomo quanto gradivo il suo cazzone, gemevo da vera puttanella con grandi sospiri. Lui, come la volta precedente, durò piuttosto a lungo; ormai non sentivo più il minimo dolore, per cui ai suoi colpi di cazzo presi anche a rispondere ancheggiando in un troiesco sculettamento. Gli affondi si fecero più frenetici ed infine lui si fermò a contatto dei miei glutei, tenendomi ferma con le mani sui fianchi quasi a volermi entrare tutto dentro… capii che era venuto, ma continuai a mugolare ed ancheggiare lievemente ancora un po’.

Ci staccammo, stanchi ma soddisfatti; lui si tolse il profilattico, entrambi ci ripulimmo alla meglio, quindi ci avviammo insieme verso le auto percorrendo al contrario il passaggio tra i cespugli. Lungo il percorso, essendo ovviamente interessati a rivederci, ci fermammo un attimo e ci scambiammo i numeri di telefono. Ripreso il cammino incrociammo un altro uomo di mezza età che fece un cenno di saluto al mio montatore; lui gli rispose e continuò verso il parcheggio, mentre il nuovo arrivato mi trattenne prendendo a palpeggiarmi il culo… “Ti sei fatta sbattere per bene puttanella?” mi fece “Si, si…” risposi io “…quello è ben dotato e ci sa davvero fare!”; “Lo so, lo so…” fece lui “…lo conosco, quel dongiovanni! Lui se le fa tutte, le travestite!!”. Visto che lui sembrava voglioso gli feci “Se ti va puoi incularmi anche tu…”; “No no, grazie…” mi rispose “…Sto aspettando uno a cui ho dato appuntamento”.

A quelle parole, me ne tornai alla mia auto nel parcheggio, con la speranza di prendere qualche altro cazzo; mentre attendevo mi continuò a frullare in testa la parola “dongiovanni” che era stata rivolta al mio amante, e così decisi che l’avrei chiamato anche io. Dopo alcuni minuti spesi a guardare le varie auto che andavano avanti ed indietro nel parcheggio, mi si avvicinò un tipo grande e grosso che avevo già visto (tra l’altro credo tra i miei amici su A69); dopo il classico “Ciao” tirò fuori il cazzo dai pantaloni e prese a palparmi il culo… io lo ricambiai smanettandogli l’uccello lentamente, fino a renderglielo duro a sufficienza.

Non avendo voglia di prenderlo in bocca, gli chiesi se avesse voglia di culo, al che lui rispose annuendo; nei mesi precedenti quell’uomo mi aveva già inculata appoggiata all’auto senza curarsi troppo degli occasionali spettatori presenti nel parcheggio per cui io, lieta di farmi guardare durante la monta, gli passai sveltamente un profilattico e mi unsi l’ano con un altro po’ di gel anche se, in effetti, avrei potuto farne a meno perché ce l’avevo ancora tutto slabbrato e lubrificato! Lui mi penetrò agevolmente e prese a montarmi come aveva già fatto; andò avanti per diversi minuti poi, probabilmente distratto dalle auto che giravano, si staccò dicendo che c’era troppa gente e che sarebbe tornato più tardi.

Rimasi un po’ delusa, visto che stavo appena cominciando a prenderci gusto; attesi ancora una decina di minuti poi, visto che nessun altro si faceva sotto, decisi di tornare a casa. Strada facendo, ma anche nei giorni e nelle settimane successive, continuai ad avere in testa il termine “dongiovanni” riferito al mio recente ed apprezzato amante… gentile, ben dotato, pulito e resistente: potevo solo sperare di incontrarlo e godermelo ancora!!
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