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44. UN SUPERDOTATO SPRECATO


di Janus
06.01.2025    |    88    |    5 8.5
"Me ne restai a pecorina, col petto sul cofano e le mani sotto il mento… socchiusi gli occhi e cominciai a godermi quella sapiente sodomizzazione, prendendo a..."
Quel sabato pomeriggio di inizio autunno sentii in chat l’amica travestita bionda; immaginando che la sera sarebbe stato un po’ freddo, lei mi disse di avere qualche problema di guardaroba. Le proposi uno dei miei abitini, ma nessuno la ispirava: per la mezza stagione avevo quasi tutto a collo alto o comunque chiuso mentre lei, convinta pompinara, preferiva decolté e tette in vista… alla fine mi chiese solo delle calze. Diedi poi appuntamento al dongiovanni, ormai mio amante quasi fisso, e confermai a M. il ragazzone che sarei uscita.

In attesa della sera, per passare il tempo, mi provai allo specchio diverse combinazioni di abbigliamento sexy fino alla scelta di ciò che avrei indossato: autoreggenti a rete, mutandine di pizzo, reggiseno imbottito e infine un vestitino nero da mezza stagione a collo alto, da stringere in vita con una cintura. Per il freddo avevo con me una giacchina aderente in similpelle e, come calzature, data la sabbia umida della zona scelsi degli stivaletti bassi da pioggia.

Ebbi anche il tempo per realizzare una vistosa tripla collana, impiegando una lunga catenella dorata acquistata tempo addietro, con l’idea di metterla la sera stessa. L’eccitazione mi spinse ad uscire in anticipo: volevo fare un giretto nei dintorni del centro commerciale ove ero stata a farmi montare di recente… forse vi avrei trovato qualche bel cazzo per iniziare bene la serata! Quel posto era sul mio percorso e, comunque fosse andata, poco più avanti c’era l’autostrada per la destinazione finale.

Indossai allora del vestiario maschile sopra quello femminile e partii; come mi aspettavo, però, non trovai nessuno perciò proseguii verso il mare. Feci la solita sosta per mettermi al femminile al parcheggio sterrato, dove vidi l’auto della mia amica bionda: quando nel parcheggio al mare non c’era abbastanza giro, lei si portava in quest’altro e attendeva cazzi da succhiare! Approfittai dell’incontro per passarle le calze, poi la salutai e proseguii.

Arrivata sul posto, feci un giro nella grande rotatoria iniziale, che era vuota: il vicino locale era ormai chiuso, dato l’inizio della bassa stagione. Mi inoltrai quindi nei parcheggi sabbiosi verso la zona sbarrata ove il dongiovanni mi aveva inculata nelle ultime settimane… vidi la sua utilitaria rossa, per cui parcheggiai e scesi per salire con lui. Dopo i soliti convenevoli si addentrò nella stradina tra la vegetazione che conoscevamo, aprì la sbarra richiudendola alle nostre spalle, poi fermò l’auto e scendemmo entrambi in quella radura che più volte era stata teatro della mia monta.

Lui si piazzò alle mie spalle prendendo a palparmi, io alzai il vestito per mettere a nudo il culo e calai le mutandine, lui prese a leccarmi il buchino e a mordicchiandomi i glutei. Dopo qualche istante di quel gioco volli prenderglielo in bocca e mi girai; lui abbassò pantaloni e slip, facendo dondolare all’aria il suo grosso cazzo già mezzo duro. Glielo presi in mano reggendomi con l’altra alla sua gamba, quindi schiusi le labbra e lo imboccai lentamente… prima la sua grossa e lucida cappella poi, andando avanti ed indietro sempre più a fondo, mi ritrovai in gola anche tutta la sua asta.

Bello, bellissimo ed eccitante, riassaporare quel randello di carne calda e pulsante!! Negli ultimi tempi avevo cominciato a gustarmi i pompini quasi quanto le inculate, quindi approfittavo di ogni occasione per lavorarmi il cazzo di turno in modo nuovo… e se avevo l’impressione di una igiene accurata, devo ammettere che fantasticavo tranquillamente anche di farmi sborrare in bocca! Il dongiovanni era uno di quelli che gradivo di più, e per parecchi minuti lo spompinai libidinosa.

Poi, sapendo che lui apprezzava molto il mio culo, appena sentii il suo uccello duro a sufficienza mi rialzai e ci predisponemmo: lui col preservativo, io con abbondante lubrificante nello sfintere! Quella sera avevo l’ano già dilatato, perché prima di uscire mi ero infilata un grosso dildo… dato il calibro del dongiovanni, ormai avevo capito che quello era il modo migliore per prenderglielo nel culo senza alcun trauma! Mi appoggiai quindi col petto al cofano della sua utilitaria e lo lasciai fare… sentii che insinuava l’uccello tra le mie chiappe, sino ad avere la cappella a contatto del mio buchetto.

Sporsi ancora di più il culo… lui mi afferrò per un fianco, con l’altra mano tenne il cazzo allineato e cominciò a spingere… hhuuuuuumm… bellissimo, conturbante, estasiante, sentire quel grosso palo scivolare dolcemente dentro di me, allargandomi ben bene senza il minimo dolore!!! Lui si fermò qualche istante con il cazzo tutto dentro fino alle palle, facendomi gustare il calore del suo corpo a contatto del mio… poi, dapprima lentamente poi aumentando il ritmo, il maturo amico prese a sbattermi con energici affondi e sonori “…Spat! …Spat! …Spat!” sui miei glutei.

Me ne restai a pecorina, col petto sul cofano e le mani sotto il mento… socchiusi gli occhi e cominciai a godermi quella sapiente sodomizzazione, prendendo a mugolare di piacere. E quasi senza che me ne rendessi conto, cominciai a sculettare da vera puttanella all’indietro verso di lui rispondendo ad ogni suo affondo… e lui gradì, eccome! Cominciò a sussurrarmi frasi eccitanti “Sì… così… prendilo tutto… godi… sei proprio una donna… ti piace, vero…?”; prese anche, come fatto ultimamente, ad accompagnare l’inculata palpeggiandomi e accarezzandomi pisellino e palline!

Naturalmente io da brava femminuccia sono del tutto passiva, ma devo ammettere che anche quelle carezze mi piacquero… il mio piacere “femminile” comunque lo traggo dal cazzo in bocca e nel culo: nel ruolo di donna, per quanto stimolata, escludo assolutamente l’orgasmo, anche perché mi farebbe passare sia l’eccitazione che la voglia di maschi!! Ci godemmo la monta a lungo, con un paio di soste nelle quali il mio amante estrasse brevemente il suo attrezzone dal mio culetto.

Poi lui non riuscì più a trattenersi e, con un improvviso aumento del ritmo dell’inculata mi sbatté energicamente alcune ultime volte e si fermò ansimante… intuii che doveva essere venuto, infine!! Restò dentro di me ancora qualche istante, quindi arretrò sfilandosi pian piano; a quel punto, ci ripulimmo entrambi e ci aggiustammo gli abiti. Lui si diresse verso la vicina sbarra, che doveva aprire per tornare indietro e poi richiudere; data la vicinanza del punto ove avevo parcheggiato la mia macchina, gli dissi che l’avrei raggiunta a piedi e lo salutai.

La serata autunnale era nuvolosa, ma non troppo fredda; mi godetti quindi quella breve camminata en-femme, passando tranquillamente accanto alle poche vetture parcheggiate nei pressi e senza preoccuparmi di essere illuminata dai fari di qualche macchina in movimento. Raggiunsi così la mia auto, misi in moto e mi diressi verso il noto parcheggio degli incontri circa un chilometro più a nord… feci un giro fino alla piccola rotatoria in fondo alla strada, tornai indietro poi imboccai l’ingresso fino ad una piazzola che mi ispirava, dove mi fermai e scesi.

Quel sabato sera c’erano poche auto: rispetto alle sere estive, quando molta gente restava in spiaggia fino a tardi, fuori stagione i presenti erano essenzialmente uomini in cerca di sesso con le travestite e, nei rari casi in cui capitava, con qualche coppia. Nell’oscurità, squarciata ogni tanto dai fari di qualche auto in movimento, intravidi degli uomini che parlottavano presso un fuoristrada; mi aggiustai autoreggenti e giacchina, misi la borsetta in spalla e mi avviai ancheggiando tra le auto ferme verso il camminamento in legno per la spiaggia… appena fui all’altezza del gruppetto, un uomo mi venne incontro: era M. il ragazzone, che evidentemente mi stava aspettando!

Mi sorrise raggiante, salutandomi cordiale come sempre, facendomi “Ciao carissima… è un po’ che non ci vediamo… cerchiamo un posticino tranquillo?” “Certo, sono qui per questo…!” ribattei io, e ci avviammo insieme verso il mare, seguiti dagli sguardi degli altri uomini. Subito dopo l’imbocco del camminamento, sulla destra, c’era un varco verso una radura: lo superammo e ci inoltrammo per qualche decina di metri finché, visto che nessuno sembrava averci seguito, ci fermammo.

Lui aveva chiaramente molta voglia di me: si piazzò alle mie spalle, mi alzò il vestito e mi calò le mutandine sulle cosce… poi mi afferrò le chiappe, si abbassò, e mi tuffò il viso nel solco di pesca, prendendo a lambire il mio sfintere ancora slabbrato dal cazzo del dongiovanni. Hhhmmmmm… che delizia la lingua del ragazzone, forte e serpeggiante… avvertii sulla pelle la sua barba incolta, mentre mi leccava con passione… istintivamente, spinsi il culo verso di lui per aprire le chiappe al massimo e presi a roteare lentamente il bacino per gustarmi appieno quell’umidissima leccata!

A lui piaceva leccare e a me essere leccata, quindi proseguimmo per diversi minuti. Poi lui si rialzò e cercò di palpeggiarmi le tette; per facilitargli l’opera mi tolsi la cintura che avevo in vita… sentii le sue mani risalire il mio corpo sotto il vestito, fino ad afferrarmi i seni. Prese a stringermeli a piene mani, soffermandosi ogni tanto a strizzarmi i capezzoli con le dita… mi strinse a sé facendomi sentire tra le chiappe, attraverso i suoi pantaloni, il cazzo mezzo duro… io strusciai il culo sul suo inguine, ancheggiando e mugolando da brava troietta in calore, poi gli massaggiai l’uccello con le mani.

Mi girai verso di lui e mi abbassai per prenderglielo in bocca; lui si slacciò i pantaloni, facendomi ritrovare la mazza all’altezza del viso. Come già raccontato, anche il ragazzone aveva un bel cazzo, grosso, bello e sempre pulito… gradevolissimo da prendere in bocca, insomma! Glielo afferrai ed imboccai la cappella; lui mi mise una mano sulla nuca e spinse, facendomelo entrare tutto in gola e prendendo a scoparmi la bocca. Poi si fermò e lasciò che fossi io a succhiarglielo e leccarglielo golosamente… in breve lui raggiunse l’erezione, ma non mi fermai: amavo troppo sbocchinarlo!!

Mentre continuavo col pompino, però, mi resi conto che il suo cazzone si stava ammosciando… “Come mai??” mi chiesi, poi capii: a pochi passi da noi, nell’oscurità, intravidi un altro uomo dai capelli bianchi che ci osservava con l’uccello in mano… come ben sapevo, purtroppo M. non gradiva altri uomini quando faceva sesso, e quella presenza gli aveva fatto perdere la concentrazione! Per di più, il nuovo arrivato non comprese di essere di troppo, e non accennò minimamente ad allontanarsi!! A quel punto il mio ragazzone si riallacciò i pantaloni e, dopo avermi mormorato qualche parola di scusa, si allontanò verso il parcheggio lasciandomi col nuovo arrivato.

Pur dispiaciuta per il ritiro del ragazzone, restai sul posto… cosa avevo da perdere, dopotutto? L’uomo dai capelli bianchi venne verso di me, continuando a tenersi l’uccello con una mano; appena vicino, con l’altra mano prese ad accarezzarmi e palpeggiarmi il culo… lo lasciai fare, rimettendomi la cintura in vita e mantenendo il vestito alzato sul didietro. Poco dopo, dalla direzione del parcheggio spuntò un altro uomo, un tipo più basso di me e molto robusto, anche lui col cazzo in mano… e anche lui mi affiancò, dalla parte opposta all’altro, prendendo a palpeggiarmi e a solleticarmi il buchino con le dita!

Ci ritrovammo così in tre, io in mezzo e loro due ai lati; visto che sembravano accontentarsi di palpeggiarmi mentre si segavano, mi lubrificai un po’ lo sfintere e presi a sculettare lascivamente, col culo proteso a disposizione delle loro dita. Trascorsero così diversi minuti poi il maturo, che forse aveva raggiunto l’orgasmo, si allontanò sussurrandomi un ringraziamento; il robusto sembrò imitarlo, poi tornò da me col cazzo duro in mano. “Lo vuoi il culo…?” gli feci “Ho io il preservativo…”; lui sembrò d’accordo, quindi appoggiai la borsa a terra e gliene passai uno.

Se lo infilò, mi prese per i fianchi e cercò di penetrarmi… ce l’aveva abbastanza grosso ma non molto lungo, per cui lo aiutai a mettermelo dentro con la mano. Beh, era il mio secondo cazzo quella sera… quel tipo prese a sbattermi con foga per diversi minuti, finché un suo grugnito mi fece intuire che doveva aver sborrato. Lui tirò fuori il pisello dal mio culetto, entrambi ci ripulimmo e tornammo verso il parcheggio… incrociammo increduli un tizio che si esibiva con indosso soltanto un bikini nero nonostante il freddo, e proseguimmo. “Forse riesco a recuperare M…” pensai tra me e me… tuttavia, del ragazzone non trovai traccia.

Passeggiai un po’ tra le auto ferme mostrandomi ai pochi uomini presenti, e ritornai alla passerella per la spiaggia sperando di essere seguita. Qualcuno aveva parcheggiato accanto all’imbocco; vidi un anziano piccolino che parlava con chi era a bordo di quell’auto… era l’amico “regista”: lo salutai poi proseguii. Appena imboccato il camminamento incontrai un tipo tutto vestito di bianco, molto robusto e più alto di me, che senza esitazioni infilò la mano sotto il mio vestito prendendo a palpeggiarmi il sedere!! Lo ribattezzai mentalmente “il gigante” e, senza scompormi, gli feci “Ciao… ti piace il mio culo?”.

Lui annuì sorridendo; ci spostammo allora lungo la passerella verso il mare, passando tra alcuni uomini fermi ai lati, fino a fermarci poco più avanti. Lui appoggiò la schiena al corrimano in legno, si slacciò i pantaloni e fece svettare fuori un magnifico enorme cazzo, ben proporzionato alla sua corporatura… il più grosso visto da quelle parti, sino a quella sera!! Non mi feci certo pregare: mi abbassai reggendomi alle sue cosce e glielo presi avida in bocca! …Hhhmmmm… che buono, quel gran pisellone caldo…

Era il terzo uccello che succhiavo quella sera, e me lo gustai senza fretta; il gigante gemeva di piacere e altri uomini ci passavano lentamente accanto, ammirando la scena!! Ero tutta presa da quel bastone di carne calda, quando un po’ sorpresa mi sentii titillare il buchino: qualcuno si era chinato dietro di me e, approfittando del mio culetto in bella vista, aveva pensato bene di sditalinarmi… hhhmmmmm… che intenso piacere, quel dito sul sensibile orlo del mio ano slabbrato, mentre pompavo golosa il cazzone del gigante vestito di bianco!!

Continuai a succhiare senza girarmi… avevo già assaporato quelle sensazioni tempo prima, quando avevo spompinato fianco a fianco con l’amica trav bionda, e riviverle fu fantastico! Ad un certo punto il gigante cominciò a farmi “…Dai, che ti ingravido… fattelo mettere nel culo…”; non ci feci molto caso e, continuando a succhiarglielo, cominciai a pregustare l’idea di quel gran cazzo che si faceva strada dentro di me. Poi il gigante ripeté il suo desiderio; mi rialzai mettendo mano alla mia borsetta per prendere un profilattico e passarglielo… a quel punto una immensa delusione: il gigante non voleva il profilattico, voleva incularmi a pelle!!

“Ma no, che dici??” gli feci io “Non è davvero il caso di rischiare… non sai quante malattie girano senza che nemmeno lo sappiamo??” “Ma dai… su… mi piace moltissimo il tuo bel culo… fammi mettere dentro almeno la cappella…” insistette lui “Uhhmmmm… solo appoggiata però, non dentro eh?” ribattei; girai le chiappe verso di lui, gli afferrai il cazzo duro e gli permisi di strusciarmelo e spingermelo per qualche istante nello sfintere… una bellissima sensazione, comunque! Ma volli smettere subito: mi staccai da lui dicendogli “Mi dispiace, ma non voglio correre rischi… ed è davvero un gran peccato, perché un cazzo bello e grosso come il tuo si vede raramente… un vero spreco non poterlo prendere nel culo!!”.

Lui rimase deluso almeno quanto me, ma non mi sentii certo in colpa!! Mentre ci guardavamo perplessi, arrivò una appariscente travestita; era giovane e alta, con una parrucca a caschetto e labbra rosse che spiccavano sulla pelle chiara; indossava una giacchina imbottita e una minigonna che le lasciava le gambe nude su degli stivali dai notevoli tacchi. Era arrivata dal parcheggio e, naturalmente, diversi uomini l’avevano seguita. Lei ci passò accanto camminando verso la spiaggia, ma dopo qualche metro si fermò e tornò indietro verso di noi.

Guardai il gigante e gli feci “Prova con lei, forse lo prende nel culo senza protezione…”; lui raccolse il mio suggerimento e tentò l’approccio con la nuova venuta, che però continuò a muoversi senza meta avanti ed indietro sulla passerella in legno. La tallonò nei suoi continui spostamenti, ma lei non si fermò; a quel punto, data l’ora, io pensai di rientrare e mi diressi al parcheggio lasciando che loro proseguissero nelle loro schermaglie. Entrai in auto e misi in moto, quando vidi apparire il gigante nei pressi; aprii il finestrino e gli chiesi “Che è successo, non ci è stata…?” “No…” rispose lui “…ha detto di essere solo attiva!! Le ho proposto di succhiarle il cazzo, ma non ha accettato neppure quello!!” “Davvero…” ribattei incredula “…forse è una travestita lesbica?”. Lo salutai e presi la via di casa, pensando tra me e me che la sessualità umana presenta davvero infinite sfaccettature!
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