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Tanya. La mia storia. 03
di tanyacd
13.01.2025 |
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"“ Tanya, ti piace quello che provi?”
“ Si Enzo, mi piace..."
Tanya. La mia storia. 03- Come alcuni di voi mi hanno chiesto, La mia storia fino a questo punto è Reale.
Solo i nomi sono frutto di fantasia. Da ora in poi sarà solo realtà. Molte Donne come me, mi hanno confidato che abbiamo storie alquanto simili. La nostra infanzia e adolescenza, più o meno ha avuto gli stessi percorsi. Ovviamente negli anni 70-80 il pensiero Bigotto e Discriminatorio era a livelli molto alti.
Avere un figlio o una figlia con una identità sessuale o disforia di genere era considerato, una vergogna inaccettabile. –
Ero davvero persa nel guardarmi allo specchio fino a che…
“Ma che stai combinando?”
Mi voltai di scatto. Sulla porta si era affacciata Maddalena. La donna era una signora sui 50 anni che ogni tanto veniva a sistemare la casa degli zii. Mentre mi miravo allo specchio non mi ero accorta che era entrata in casa. Fortuna che il letto era vicino e a malapena sono riuscita a sedermi sopra cercando in maniera impacciata di togliermi gli stivali e le calze.
Maddalena si avvicina sedendosi di fianco a me. Cercavo di calmarmi, ormai il danno era fatto. Stavo cominciando a piangere mentre mi appoggiava una mano sulla spalla.
“Aspetta fermati un attimo”
Stavo cercando di togliermi gli stivali ma il laccio dietro al polpaccio era ancora legato.
Maddalena sposta la mano sul braccio come gesto di calmarmi. Poco dopo riesco a sciogliere il laccio e a tornare nuda completamente.
“Adesso va in bagno e riponi il tutto, poi datti una sciacquata al viso e vestiti. Ti aspetto in cucina e facciamo colazione insieme. Ok?”
Piena di vergogna e muovendomi come un automa, ho annuito e sono andata in bagno.
Una volta uscita da li, sono andata in camera tremando e mi sono vestita. Enzo dormiva ancora.
Una volta raggiunta Maddalena in cucina ho ricominciato a piangere di nuovo.
Lei si avvicina e mi abbraccia.
“Stai calmo, non è successo nulla.”
Non so cosa mi ha preso ma quelle parole e la calma di Maddalena mi hanno riportata alla calma in poco tempo.
Ci siamo sedute al tavolo e accostato la porta della cucina per cercare di non far troppo rumore.
Dentro di me tremavo nonostante mi ero calmata ma pensavo:
“Cosa succede ora? Maddalena mi ha vista in quel modo. Cosa diranno gli zii quando lo sapranno?”
Ma la cosa che temevo di più è che poteva arrivare tutto alla carnefice di casa: Mia madre.
“Tranquillo che non dirò nulla a nessuno. Però mi piacerebbe conoscere il motivo per cui lo fai.”
Maddalena è come se mi avesse letto nel pensiero e Il tono della sua voce era davvero calmo e sereno. Stava cercando di calmarmi. Ma non riuscivo ad essere davvero calma. Non riuscivo per la vergogna a guardarla in faccia.
“Ecco, io…”
Maddalena mi accarezzò con una dolcezza unica sul viso. Quella carezza fu miracolosa. Alzai lo sguardo e mentre lei mi prese le mani stringendomele…
“Ecco, io non so perché lo faccio.”
Maddalena: “ Se lo fai, un motivo ci sarà. Non credo che sia una motivazione valida. Voglio solo aiutarti a capire il perché. Capisco che ora sei agitato e che mille pensieri ti stanno frullando nel cervello.”
Ho cominciato a raccontare tutto il mio passato. Dagli stivali di Veronica, al Carnevale, a Luigi e Luca, i baci con Giulia e le botte a non finire di mia madre.
Lei: “ Certo che tutto questo non ti ha aiutato. Anzi ha solo creato un caos generale in te. Ma indossare quelle cose, che sensazioni ti fa provare?”
Io: “ Mentre le indosso, mi fanno stare bene, mi isolo dal modo e penso di essere qualcosa che non sento di essere veramente nella realtà.”
Lei: “ Tu sei un uomo. Ma indossandole ti fanno sentire Donna?”
Le sue mani tenevano le mie e quando vedeva che mi agitavo, me le stringeva riportandomi alla calma.
Non so come ha fatto ma mi ha fatto sciogliere e ormai stavo diventando un libro aperto per lei. Mi ascoltava con calma.
Io: “ Si, mi sento come se fossi in un corpo che non è mio.”
Lei: “ Cosa provi stando insieme a un uomo o una donna? Cosa pensi mentre sei insieme a loro?”
Io: “ A me piacciono le donne. Sono innamorata delle donne”
Maddalena a quella risposta ebbe un minimo sussulto. Avevo parlato al femminile! E tornava l’agitazione.
Ci fu un momento di silenzio, ma lei era riuscita a capire il mio disagio.
Lei: “ Se io ti parlo al femminile, ti fa stare meglio? “
Gli ho detto di come mi ero sentita quando Luigi mi ha chiamata al femminile e di come mi sono sentita quando ho ripreso lucidità.
Lei: “Ti ha parlato in modo dandoti della sgualdrina, ma dentro di te hai provato una sensazione da donna.”
Io:” Si, in fondo mi ci sento. Ma a me piacciono le Donne e non gli uomini.”
Lei:” Ti senti donna, ma cosa hai provato dentro di te quando hai visto Luca e Luigi?”
Io: “ Quella scena mi ha disgustata.”
Lei: “ A mente fredda, volevi esserci tu al posto di Luca?”
Tremavo. Davvero volevo trovarmi in quella situazione, inginocchiata davanti al cazzo di Luigi e succhiarglielo? Era quello che volevo? Cosa mi stava succedendo? Davvero mi piacciono solo le donne?
Suona il telefono di casa interrompendo quel momento.
Maddalena va a rispondere ed era mia Zia. Poi torna in cucina.
“ Cavolo è passato un sacco di tempo e non ho combinato nulla. Poi tua zia mi ha chiamata che devo pure andargli a fare la spesa.”
Io: ” Aspetta facciamo che vado io a fare la spesa e recuperi il tempo che hai perso con me. “
Maddalena mi stampa un bacio sulla fronte accettando la mia proposta.
Mentre vado a fare la spesa, Le domande tornano dentro di me. Cosa volevo davvero?
Torno a casa e Maddalena aveva quasi finito di fare tutto e purtroppo, per me, doveva andare via ma ci saremmo riviste il giorno dopo.
Enzo era in cucina a fare colazione, era quasi ora di pranzo.
Maddalena ci saluta e ci lascia soli.
Finito di fare la colazione, Enzo torna in camera mentre io ero sul letto e fissavo il soffitto, assorta da mille domande.
Si stende sul letto anche lui e…
“Devo dire che con gli stivali e le calze di mia sorella, eri uno schianto.”
Salto sul letto come una molla e lo guardo terrorizzata.
Io: “ Che cazzo dici?”
Lui: “ Ah, semplice. Pensi che ieri sera dormivo mentre prendevi le calze dal cassetto di Luana? Ho visto come poi le accarezzavi. E stamattina mentre eri in camera di Mamma? Che sei uscita dal bagno in quel modo e sei venuta qui a vedere se dormivo.”
Ero Paralizzata. Ormai volevo solo cercare una finestra e buttarmici dalla vergogna.
Lui mi guardava serio ma non con aria severa. Ormai ero sotto scacco. A questo punto pensavo che mi avrebbe sputtanata e per me sarebbe stata la fine.
“ Tranquillo, che non dico nulla. Anzi. Visto che abbiamo ancora parecchio tempo da soli, oggi non usciamo ma voglio sapere anche io tutto di te. Vai in bagno e riprendi gli stivali di Luana. Mi piacerebbe che li rimetti.”
Di nuovo avevo le lacrime agli occhi. Voleva ricattarmi facendo chissà cosa?
Tornando in camera, Enzo aveva messo un completo intimo di Luana sul mio letto insieme alle calze che avevo messo in borsa.
“ Ti va di vestirmi per me? Giuro che non ti faccio nulla. Voglio solo vederti.”
Un coordinato con reggiseno nero e un paio di culotte in pizzo. Mia cugina aveva gusti raffinati.
Guardai Enzo se davvero voleva che io mi vestissi in quel modo.
“Dai su non fare la timida. Indossa tutto. Voglio solo guardarti. Niente di più”
Diceva quelle parole con una calma indescrivibile. Alla fine in maniera molto impacciata e timida indossai il tutto. Mi aiutò persino ad allacciare il reggiseno, visto che io ero talmente imbranata e nervosa che alla fine pensavo di lasciarlo aperto.
Gli occhi mi sono caduti sul suo pacco in maniera furtiva e devo dire che era molto più sviluppato del mio.
Sono rimasta in piedi immobile come una statua senza muovere un muscolo. Lui era in piedi dietro di me.
Enzo era alto almeno 10 cm più di me Aveva un fisico molto più muscoloso del mio. Andava in piscina, mentre io nulla.
Mi prende la mano e mi porta in camera dei suoi
“ Dai andiamo. Voglio che ti guardi allo specchio.”
Mi guardo allo specchio ed ero molto più attraente di poco prima. Lui si siede sul bordo del letto e mi guarda sia dallo specchio de da dietro.
“ Certo che ci sai camminare bene su quei tacchi. E devo dire che nell’insieme mi piaci davvero molto.”
I miei occhi tornarono su quel pacco che ora era molto più visibile e grande rispetto a prima. Si stava eccitando. Dopo essersi alzato dal letto, mi riprende la mano e mi riporta in camera nostra. Mi fa stendere sul mio letto e lui si stende sul suo. Eravamo una di fronte all’altro.
Mi guardava da cima a fondo. E io senza rendermene conto spostavo le mie gambe come mettendomi in posa. Si alza e si stende vicino a me. Avevo il cuore che per quanto batteva sembrava volesse uscirmi fuori.
Cosa mi stava succedendo?
Enzo comincia ad accarezzarmi le gambe velate dal collant. Cominciavo a tremare.
“ Cerca di stare calma. Non ti voglio fare nulla. Dimmi solo se ti piace. “
A quella risposta, riuscivo solo ad annuire chiudendo gli occhi.
“ Certo che un nome da maschio non ti si addice. Vuoi che ne scegliamo uno per te?”
Aprendo gli occhi subito ho visto una bambola di Luana su uno scaffale ancora dentro la scatola.
Tanya. Quel nome mi è piaciuto subito. Si Tanya.
Ormai non so perché ma stavo riuscendo a calmarmi. Quelle dolci carezze riuscirono a tranquillizzarmi.
Ma mi chiedevo se Enzo voleva solo quelle carezze, o….
“ Tanya, mi piacerebbe chiamarmi così come la bambola di tua sorella.”
Lui mi guarda e poi si gira verso lo scaffale.
“ Guarda ha gli stivali proprio come te.”
Istintivamente mi tiro su il ginocchio e mi accarezzo lo stivale. Era troppo bella la sensazione di sentire gli stivali indossati. Enzo sposta la mano sulla coscia palpandomela e un brivido mai provato prima mi percorre lungo il corpo facendomi sospirare.
“ Tanya, ti piace quello che provi?”
“ Si Enzo, mi piace. Ma non so che mi sta succedendo. A me piacciono le donne ma adesso sto tremando tutta.”
“ Tanya, Anche a me piacciono le donne e pure molto. Però io ti vedo come una donna e non come una cuginetta che magari togliendosi tutto ritorna ad essere mio cugino”
“ Enzo, se qualcuno viene a sapere…”
Mi mette un dito sulle labbra.
“ Tu glielo dici a qualcuno che ti piace essere così? No. Quindi neanche io lo dirò, perché finirei nei guai anche io come te. ”
Quelle parole mi tranquillizzavano, ma ero in uno stato di agitazione che neanche io riuscivo a capire. Enzo cercava di tranquillizzarmi, ma quel tocco della sua mano sulla coscia…
“ Tanya, cosa provi ora? “
“ Non lo so Enzo mi sento strana, la tua mano sulla coscia mi piace. Io non ho mai fanno mai niente di tutto questo. Tu cosa provi?“
“ Io sto benissimo e davvero mi piaci molto. Vuoi continuare a stare così come stiamo ora o vuoi che smettiamo ? “
Non lo so che mi ha preso. D’istinto mi avvicino alle sue labbra e gli poso le mie sulle sue.
Enzo le dischiude e dopo averlo fatto anche io mi infila la sua lingua in bocca e ci baciamo.
La mentre mi riporta ai baci con Giulia di qualche mese prima. Ma ora lo stavo facendo con Enzo, mio cugino!
Io e Enzo ci baciavamo con passione fino a che prende la mia mano e la porta tra le sue gambe facendomi sentire il suo gonfiore sotto le mutande. Lo sentivo bello possente. Al contrario di Luigi, con la mano lo afferravo dolcemente per poi masturbarlo da sopra le mutande.
Enzo mi prese la mano e mi fermò.
“ Tanya, sei sicura? Vuoi farlo? “
La mia mano stavolta, la faccio finire sotto le mutande e lo prendo in mano. Enzo con fare lento riesce a togliersi le mutande rimanendo completamente nudo.
Riprendiamo a baciarci mentre la mia mano lo masturba lentamente. I nostri sospiri coprono i rumori che venivano dalla strada. Adesso volevo Enzo più che mai. Pensavo solo quello.
Continuavo a masturbarlo. Il suo cazzo era bello grande e lo mangiavo con gli occhi. Non mi rendevo conto che quella mattina un interruttore aveva accesso Tanya d’un colpo, facendo crollare molte incertezze.
Il cazzo di Enzo cominciò a pulsare fino a che un fiume di sborra mi inondò la mano e alcuni fiotti il mio corpo. I suoi gemiti soffocati dal bacio e il tremare del suo corpo per me sono stati incredibili.
Tanya ha fatto godere il suo primo uomo.
Avevo la mano imbrattata di sborra. L’istinto mi portò a leccarmela e gustarmi quella crema biancastra.
Guardavo gli occhi di Enzo mentre la mia lingua leccava la mano. Stavo per la prima volta in vita mia assaggiando la sborra di un uomo. Neanche con la mia lo avevo fatto. Ma con Lui, il primo istinto è stato proprio quello.
I suoi occhi erano carichi di lussuria. Sapevo che ormai Tanya era nata. Ma non sapevo cosa l’aspettava nel tempo. Per ora mi gustavo la sborra di Enzo dalla mia mano. Ma La mattinata non era ancora finita, e non volevo che finisse.
Già. Non era finita. E per sapere cosa succederà ancora, dovrete aspettare il prossimo capitolo.
Aspetto sempre i vostri commenti. Molti mi stanno arrivando in privato e mi scuso se non riesco a rispondere a tutti. Ma lo farò.
A presto con il 4° capitolo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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