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Tanya. La mia storia. 05
di tanyacd
17.01.2025 |
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"Elisa era dolce con me, e io con lei..."
Tanya. La mia storia. 05- Nella vita non possono essere tutte rose e fiori. Io da sempre mi illudo delle cose che poi finiscono sempre a tarallucci e vino. Quello che succederà, è solo uno dei momenti che hanno segnato la mia vita per sempre. Per ora, in bene. –
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Vi invito a leggere i quattro capitoli precedenti, qualora non l’avete fatto, per poter comprendere meglio tutta la storia.
I link per leggere i capitoli precedenti li trovate sul mio profilo.
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“Ragazzi, venite anche voi a fare i giri con noi?”
Enzo, sempre scuro in volto.
“No Mamma, io oggi starò tutto il giorno con Daniela. Tornerò tardi stasera, resto a casa sua tutto il giorno.”
Quelle parole per poco non mi facevano cadere a terra. Perché ora se ne voleva andare dalla sua ragazza e starci tutto il giorno? Certo non potevo dire di no e mettermi a fare la gelosa. Daniela era la ragazza di Enzo e anche se eravamo ancora adolescenti, lui aveva tutto il diritto di poter stare con lei. Però non mi ha mai guardata per tutto il tempo.
“Zia, io sono pronto. Mi sono già lavato e vestito. Verrò con voi.”
Mentre eravamo in macchina, mia Zia e Maddalena parlavano di cose loro. Mentre io guardavo fuori con lo sguardo smarrito mentre mille pensieri si accatastavano nella mia mente.
Una mattinata noiosissima tra negozi e mercati. Maddalena spesso si girava verso di me per capire come stavo. Ma per non destare sospetti sulla zia, cercava di mantenere le distanze.
Tornate a casa dopo tutti i giri fatti e aver scaricato tutto dall’auto, mia zia torna al lavoro mentre io e Maddalena rimaniamo sole in casa.
Aiuto Maddalena a sistemare le cose e nelle faccende in modo che poi possiamo avere più tempo per parlare senza doverci preoccupare di altro.
Maddalena è una bella donna di circa 50 anni. Ben portati. Capelli a caschetto mori, occhi nocciola, una terza abbondante di seno. Alta circa 1.70. Penso che con quel fisico, di certo molti uomini le fanno una corte serrata.
Mi riprende le mani tra le sue come il giorno prima.
“Ieri son dovuta andare via e non abbiamo finito di parlare. Ma oggi ho visto che c’era un’aria strana tra te e Enzo. Ti va di raccontarmi tutto?”
Con molta vergogna dentro e la tranquillità che lei mi trasmetteva, ho cominciato a raccontare ogni dettaglio di quello che era successo, mentre una lacrima scorreva lungo la guancia.
Maddalena nell’ascoltarmi non trasmetteva emozioni, ma le sue mani mi stringevano ogni volta che andavo in difficoltà.
“Hai piacere se anche io ti chiamo Tanya quando siamo certe che nessuno ci sente?”
“Si, certo. Io mi ci sento.”
“Tanya ascolta. Ieri e oggi hai provato nuove emozioni e sensazioni che per ora non possono essere paragonate a nulla. Hai masturbato e fatto del sesso orale a Enzo. Ma avevi detto che ti piacevano anche le donne. Non puoi dire che adesso ti ci senti donna solo per quello che hai fatto. Può darsi che facendo sesso con una donna cambi idea o addirittura che può piacerti farlo con uomini e donne. Ma sei ancora tropo giovane e inesperta per saperlo. Come mi hai raccontato Enzo ti ha dato emozioni forti. Ma stai attenta, non innamorarti di Lui. Non solo è tuo cugino e per giunta fidanzato, ma capisco la tua esuberanza e la voglia di affetto. Enzo può essere la classica cotta passeggera e per una donna come te, non sai mai cosa può riservarti la vita. Facile che domani conosci una donna che ti fa dimenticare Enzo e sarai totalmente cotta di lei.”
Maddalena non aveva torto. Ero davvero troppo giovane e inesperta.
Era arrivata l’ora di andarsene e mi fece una proposta.
“Tanya, ti va di venire a casa mia invece di rimanere qui da sola ad aspettare che tornano tutti da lavoro?”
Certo, rimanere da sola e con quello stato d’animo poteva solo peggiorarmi le cose e accettai l’invito di Maddalena.
Dopo aver chiesto il permesso via telefono a mia zia ce ne siamo andate insieme a casa sua che poi non era neanche molto lontana.
Arrivate a casa sua, ci viene incontro sua figlia Elisa.
Elisa era alta quanto la madre ed era di pari bellezza. A differenza di Maddalena aveva dei capelli biondi lunghi fino alle spalle.
Elisa dopo avermi abbracciato: “E così sei il cugino di Enzo. Chissà perché ma tra Luana e i tuoi zii ho sentito spesso parlare di te come un ragazzo davvero speciale.”
Elisa portava dei leggins in cotone neri aderenti e una maglietta. Camminava scalza e io ormai avevo preso l’abitudine di guardare i piedi femminili per capire se avevo le loro stesse misure. E ad occhio e croce, Elisa aveva il mio numero.
Dopo aver pranzato velocemente con spaghetti aglio e olio, ci mettiamo comode il salotto con una bella bottiglia di coca-cola fresca.
Maddalena mi chiede se poteva raccontare di me ad Elisa con la sicurezza che non avrebbe raccontato nulla a Luana. D’altronde erano molto amiche e spesso uscivano insieme.
Io ero seduta su una poltrona, mentre Elisa sdraiata sul divano di fianco e Maddalena sull’altra poltrona di fronte a me. La cada di Maddalena era arredata in stile moderno e credo che nella sua vita di quando faceva la psicologa, doveva aver accumulato bei soldi per come era arredata bene e con cose anche di valore.
Mentre Maddalena raccontava, Elisa mi prende la mano e, come la madre, me la stringe ascoltandola con molta attenzione.
Finito di raccontare, ormai le lacrime mi scendevano come fontane. Le due donne mi abbracciarono forte.
“Quindi a questo punto, mamma, pensi che Enzo si sia rivoltato contro Tanya solo perché c’è mancato poco che venissero scoperti?”
“Non vedo altra possibilità. Ma non capisco però il suo comportamento nell’essere così ostinato con Tanya se non voleva farselo succhiare bastava dirlo. Però come tutti gli uomini, il porco, prima se lo è fatto succhiare e poi via come un cazzo di fazzolettino usato. Fortuna che non è il mio ragazzo altrimenti lo avrei messo a leccarmi le scarpe. Cara mia Tanya, dovrai imparare molte cose. Soprattutto che per un po’ di figa sarebbero capaci anche di prenderlo nel culo. Cara amica mia, ti giuro che se qualcuno dovesse torcerti un capello se la dovrà vedere con me e ti assicuro che quei vermi la pagherebbero molto cara.”
Le parole di Elisa mi lasciarono di sasso. La possibilità che Enzo era incazzato con me perché c’è mancato poco che ci scoprissero poteva anche starci, ma il suo comportamento a posteriori poteva anche evitarselo.
La giornata prosegue tranquilla e con Elisa c’è un’intesa che è troppo bella per essere vera. Sembra che la conoscevo da sempre per come in pochissime ore ci siamo legate. Aveva sempre circa 6 o 7 anni più di me ma a me piaceva da morire. Ma l’arrivo di mia zia fece finire quella mia aria euforica. Era ora di tornare a casa.
“Tanya, Domani torna. Mi piace stare con te.” Mi sussurrava all’orecchio mentre uscivo di casa.
“Ciao Elisa di sicuro torno. Anche a me piace stare con te.”
Arrivate a casa, Enzo non c’era. Mia zia mi disse che era passato a casa poco prima a prendere le sue cose e andava a casa al mare di Daniela con i suoi per due o tre giorni.
Dopo cena, Elisa si presenta a casa e insieme a Luana volevano uscire portando anche me. Ci avrebbe raggiunte Giulio, il ragazzo di Luana.
Vedere Elisa con un vestitino smanicato a fiori leggero e su sandali con tacco a spillo mi fece venire un po’ di invidia. Luana con un jeans attillato, camicetta bianca e un paio di espadrillas con la zeppa.
La macchina di Luana era una 126 bianca dannatamente rumorosa che per sentire un po’ di musica dovevi metterla al massimo. Poco dopo eravamo in centro. Parcheggiamo l’auto vicino piazza Venezia.
Giulio ci aspettava all’imbocco di via del Corso. Dopo i saluti di rito, tutti e quattro ci avviamo.
Luana prende a braccetto Giulio e Elisa fa lo stesso con me.
“Luana, tu hai il tuo boyfriend e tuo cigno per stasera sarà solo mio.”
“Attenta Elisa che è nel pieno della gioventù e non sia mai che lo fai innamorare di te.”
Elisa mi fa l’occhiolino, ma ero davvero contenta di essere di fianco a lei.
Dopo aver fatto allontanare Giulio e Luana, Elisa mi dice: “Tanya, mi piaci davvero. Avere una sorella è sempre stato il mio sogno. Guai a te se sparisci dalla mia vita o ti metto su una gogna e ti faccio assaggiare una frusta.” Una sorella. Lei mi diceva che era contenta di avere una sorella? E io? Stavo vivendo un sogno o una realtà? Il primo che si azzardava a farmi risvegliare da quel sogno lo avrei frustato a sangue.
“Domani, appena mamma finisce di lavorare dai tuoi zii, vieni a casa con lei. Voglio che stiamo insieme il più possibile.”
“Ovvio che si. Ora che ho una sorella e chi si stacca più da te?”
Camminammo insieme tutta la serata e mi chiedevo come faceva Elisa a camminare su quei tacchi senza che i piedi gli facevano male. Il mio famoso carnevale, anche se non avevo un tacco alto come il suo, tornai a casa con i piedi che urlavano per il dolore.
Mentre passeggiavamo ci fermavamo a vedere le vetrine.
Luana e Giulio erano presi uno dell’altra e facevano poco caso a noi.
Quindi ogni vetrina di abiti o accessori femminili era l’occasione per commentare se quel capo era bello e come poteva stare indosso a me o lei.
Per tutta la serata, rimanevamo incollate o con il braccio o con la mano.
Ogni tanto qualche ragazzo si girava vedendoci e Elisa sorrideva.
“ Vedi come ci invidiano?”
“ Beh non me. Ma te fai la tua bella figura.”
“ Aspetta tesoro, e vedrai che poi Vedrai come anche tu li farai schiattare d’invidia. Tutto a suo tempo.”
Una volta a casa, Luana non mancò di farmi notare come Elisa è stata attaccata a me per tutta la sera.
“E meno male che a Elisa non piacciono molto gli uomini, ma tu sei entrato nelle sue grazie. Come cavolo è possibile? Ti ha conosciuto solo oggi!”
“ Ah questo non te lo so dire. Quando sono entrato a casa sua mi è stata vicina tutto il tempo. Però devo dire che è molto affettuosa.”
“Sta attento, non ti ci innamorare. Sei ancora troppo ragazzino e le sbandate alla tua età sono all’ordine del giorno.”
Quella notte presi subito sonno e mi addormentai.
Il giorno dopo Maddalena mi butta giu’ dal letto.
“Svegliati pelandrona! Se mi dai una mano finiamo presto e andiamo a casa.”
Dopo aver fatto colazione, io passavo la scopa e lei passava con lo straccio dietro. Poi dopo essere uscite a fare la spesa e averla riposta, siamo andate a casa sua. Avevo il permesso della zia anche di starci tutta la notte.
Appena entrate, vedo Elisa in solo reggiseno e mutandine.
“Finalmente siete arrivate. Tanya amore, non vedevo l’ora.”
Mi stampa un bacio con le labbra sulle mie.
Pensavo che Maddalena vedendo la figlia in solo reggiseno e mutandine gli dicesse qualcosa, ma restò indifferente. Si limitò a dire: “Ragazze fate le brave che oggi devo andare fuori.”
Io ed Elisa sedute in salotto a chiacchierare, poco dopo vediamo Maddalena uscire di casa con un borsone bello pieno.
“Mi raccomando. Ci vediamo stasera tardi!”
Una volta rimaste da sole, Elisa mi prese per la mano e mi portò in camera sua.
“Quindi con Enzo eri solo con intimo, stivali e calze?”
“Il primo giorno solo stivali e calze. Ieri solo intimo e stivali.”
“Cosa hai provato ieri?”
“Quando ho visto il cazzo di Enzo sotto le mutande in bella vista avevo solo voglia di farlo mio. Non ho resistito. Lo volevo tra le labbra, in gola…”
“Anche dentro la tua figa?”
“Penso di si anche se fino ad oggi sono ancora vergine”
Ero euforica nel parlare da donna a donna e di cose da donne ormai con Elisa non avevo più segreti.
“Quello lascia che avvenga in modo naturale se succederà e sperando che chi prenderà la tua figa sia delicato e che non usa troppa forza, altrimenti sentirai solo dolore che non ti piacerà”
Ci abbracciammo come due sorelle accarezzandoci a vicenda. Elisa era dolce con me, e io con lei.
“Fino a domani siamo sicure che nessuno verrà a romperci le palle. Anche se mamma tornerà tardi. Voglio che per tutto il tempo ci sia la mia Tanya con me. Ma voglio che tra noi ci sia un patto.”
La sua richiesta un po’ mi spaventava. Che patto voleva stringere con me? Cosa poteva portare la nostra relazione tra sorelle?
“ Tanya, hai deciso cosa fare alle superiori?”
“ Amo l’elettronica e voglio studiarla. “
“ Bella impegnativa.”
“ Si. Fortuna che a matematica me la cavo bene e in questo mi facilita la cosa. Tu cosa hai studiato?”
“ La settimana scorsa ho preso la maturità in ragioneria ma non voglio andare oltre. Se troverò qualcosa, mi piacerebbe in banca o in qualche studio di commercialista. Promettimi che studierai e che prenderai sempre bei voti. Se farai questo, ti prometto che quando sarai maggiorenne avrai un regalo che non te lo scorderai per tutta la vita! Non deludermi, altrimenti lo sai cosa ti succede.”
“Certo che te lo prometto Elisa. Anche se davvero non so cosa potrebbe succedermi.” Gli risposi sorridendo.
Elisa mi aveva davvero preso a cuore. Non ne capivo il motivo ma quello stato mi faceva stare bene.
La sentivo davvero come una sorella maggiore o era un principio di un’infatuazione?
Chiacchieravamo distese sul suo letto. Mi raccontava che per una sua grande delusione in amore, non sentiva più attrazione per gli uomini, dichiarandosi lesbica convinta.
“ Tanya, però devo dire che nonostante sia lesbica, mi piaci molto.”
“ Sarà il fatto che anche io sono una donna dentro? “
“ Quello è sicuramente un qualcosa in più che ti esalta. Anzi, visto che io ti sento come una donna. Fino a domani voglio vederti come una donna. Spogliati che adesso ci divertiamo.”
Mi tolsi tutto rimanendo totalmente nuda. Elia rovistava tra cassetti e armadio.
“ A te piacciono gli stivali. Che numero hai?”
“ Adesso porto il 38, sperando che con il tempo non cresco troppo.”
“ Io porto il 40, ho il piedone grande. Ma mamma porta il 38-39 . Boh Forse avrò preso da quel coglione di mio padre.”
Esce dalla camera. Ma quando rientra, mi si illuminarono gli occhi. Un paio di stivali in pelle nera con un tacco 12 a spillo.
“ Guardatela, gli si sono illuminati gli occhi! Attenta tesoro che per gli uomini questi sono delle armi potenti. Spera solo che non ti salto addosso dopo. Però aspetta a metterli.”
Dai suoi cassetti tira fuori un perizoma in pizzo nero e me lo passa facendomelo indossare. Poi un top nero in cotone.
Dal perizoma faticavo a contenere il mio clito che purtroppo non riusciva a stare buono.
“ Amò però qui devi imparare a tenere a bada questo bastoncino, altrimenti il bozzo si nota troppo.”
Più Elisa cercava di sistemarmelo e più non ne voleva sapere di starsene tranquillo. Questo un po' mi piaceva ma allo stesso tempo, imbarazzava.
“ Fanculo, ci pensiamo più tardi a questo. Ma una Donna non deve farsi vedere con il bozzo. Quindi poi dobbiamo lavorare anche su questo aspetto.”
Avevo trovato il paradiso? Una Donna che si prende cura di me, rendendomi il più possibile come lei?
La mia mente volava su eventuali scenari futuri. Ma in quel momento ero poco razionale.
Già vedendomi in top e perizoma mi dava una certa euforia. Ma Elisa mi fece venire un colpo.
“ Ferma li, togli tutto! Se devi essere donna devi essere più che perfetta! Hai pochi peli, ma quelli che hai fanno vomitare! Dobbiamo togliere tutto!”
Tutto? Avevo pochi peli, ma non credevo che erano così orrendi per di più su un corpo che non si sarebbe mai mostrato pubblicamente, almeno in quel periodo. Di sicuro la carnefice ( mia madre ) non se ne sarebbe mai accorta, perché da quel giorno fatidico non mi sono mai fatta vedere scoperta.
Al mare forse? Non era previsto che durante il mese di agosto c’era questa possibilità.
A casa c’era l’abitudine che d’estate e nel mese di agosto, tutti i parenti si riunissero in famiglia.
Tra sagre di paese e feste patronali, non mancavano le occasioni di svagarsi un po’.
Anche d’estate non ho mai portato pantaloncini corti e sopra indossavo t-shirt.
Ma chi ci faceva caso alle braccia di una quindicenne che a malapena aveva qualche pelo sparso qua e la?
Ma tant’è che tra l’euforia del momento e il brivido del rischio Ho dato carta bianca a Elisa di procedere.
Contenta del mio benestare mi tranquillizzava il fatto che non avrebbe usato la ceretta. Dieci minuti dopo avevo tutto coperto di schiuma da barba. Nel frattempo Elisa si dedicava a radermi in maniera maniacale. Dovevo essere perfetta.
Continua….
Grazie ancora per avermi seguita e ci vediamo al prossimo capitolo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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