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Tanya. La mia storia. 06


di Membro VIP di Annunci69.it tanyacd
21.01.2025    |    2.460    |    8 9.9
"Quindi ora devi avere molta pazienza amore mio..."
Tanya. La mia storia – Cap. 06

Dicono che per essere donna bisogna soffrire e non poco.

Sentivo la lama scorrere lungo il mio corpo. Sul torso, sulle braccia sulle gambe e sotto le ascelle.
Guardavo la camera di Elisa, ed era una camera normale bella illuminata arredata moderna. Il suo letto a due piazze, l’armadio enorme che pensavo a quanto ben di Dio potevo trovare li dentro.
La musica che proveniva in sottofondo dallo stereo era tutta musica che andava dai Queen ai Genesis, Pink Floyd e Dire Straits. Genere che con il tempo anche io ho cominciato ad apprezzare.
Lei era immersa nel depilarmi con una cura maniacale che quando arrivò alle mie parti intime non sentivo neanche la lama radere. Non so quanto tempo passò ma quando finì, mi fece alzare per mirarmi Stavo per passare la mia mano sul corpo per sentire l‘effetto, mi bloccò prima ancora che potessi toccare la mia pelle.
“ Ehi! Non ho finito ancora. E fino a che non avrò finito non potrai toccarti e guardarti.”
Appena finito di radermi, aveva spostato l’anta dell’armadio con lo specchio per fare in modo di non potermi specchiare.
“Ti guarderai solo quando avrò finito tutto. E mentre ti toglievo i peli, ho voluto fare un piccolo cambiamento di programma. Quindi ora devi avere molta pazienza amore mio. Ma se andrà come dico io, tu stasera sarai il mio fiore.”
Mentre andò in bagno per buttare via l’acqua sporca con cui mi aveva raso tutti i peli stavo per ritoccarmi il corpo. Urlò:
“Non azzardarti a toccarti o te lo stacco con un morso!”
Cavolo, ma aveva qualche telecamera nascosta? Tornò in camera con una bottiglietta.
“ Amore, voglio davvero che sia una sorpresa per te. Ma aspetta che sia tutto finito.”
Si china sul mio viso e poggia le labbra sulle mie. Le sue labbra si dischiusero e le mie di riflesso. Ci baciammo con passione. Le nostre lingue si cercavano contorcendosi l’una all’altra. La passione ci travolgeva. Le nostre mani scorrevano lungo i nostri corpi. Elisa si tolse tutti i suoi indumenti, mostrandomi il suo corpo meraviglioso.
Si sdraiò nuovamente su di me continuando a baciarci e accarezzandoci. Le mie mani afferrarono i suoi glutei sodi mentre le nostre labbra erano incollate. Glieli strinsi e emise un gemito.
Sentivo qualcosa di umido e fresco sul mio corpo e il mio clito lo sentivo duro e dolorante.
Era una furia, io sentivo che stavo per venire per quanto eccitata, fino a che scaricai i miei fiotti di sborra che finirono sui suoi glutei e qualcuno sulla schiena. Elisa continuò a baciarmi senza fermarsi.
“Tanya… Amore mio…” le sue uniche parole prima che si sdraiò di fianco a me.

Respiravamo affannosamente. La stessa immagine di me e Enzo dopo la prima volta.
“ Amore mio. Non so che mi ha preso. Ma davvero credo ai colpi di fulmine anche se sei più piccola di me.
Ma quello che sento, davvero non ha età.”
“ Elisa, quello che sta succedendo anche per me ha dell’incredibile. Ma ho paura. Se fosse solo una sbandata momentanea? Se poi la nostra lontananza ci fa stare male perché non potremo viverci? Io al solo pensiero ci sto già soffrendo. Mi piaci e solo Dio, sa quanto.”
“ Amore, sicuramente tutti diranno male di noi. Che io sono troppo grande e tu ancora giovane e acerba.
Ma davvero che anche io ci soffrirò nel non poterti avere tutti i giorni. Ti prego facciamo che le cose non possano peggiorare. Nessuno saprà di noi, altrimenti ci prenderanno per pazze. E potrebbero accusare me di averci provato con una minorenne. Ma ti prego amore. Non facciamo finire il nostro sogno.”

Io quindici anni, lei ventuno, d’accordo che l’età non conta se c’è amore. Ma tornando con la mente alla gente bigotta, sarebbe scoppiato uno scandalo e di sicuro la nostra storia sarebbe finita nel peggiore dei modi. Ma un’idea mi balenò nella mente.

“ Elisa, ho un’idea. Io sarò troppo ragazzina agli occhi della gente, te ormai sei Donna. Ma forse qualcuno potrà darci una mano per risolvere il problema”
“ Amore, tu non sei ragazzina. Sei Donna come me. Come ragioni, come pensi, come ti comporti. Ma ti rendi conto? Manco Enzo è alla tua altezza. Dimmi cosa hai in mente di fare.”
“ Tua madre.”
“ Cioè????”
“ Tua madre. Ti fidi di lei?”
“ Che domande sono, amore? Certo che mi fido ciecamente di lei. Ma non capisco cosa c’entra.”
“ Tua madre è quella che potrà darci una soluzione se chiediamo consiglio a lei. Se io adesso sono qui di fianco te, lo devo a lei.”
Elisa si rimette nuovamente a cavalcioni su di me cominciando a darmi dei pugni sul petto.
“ Brutta stronza che non sei altro! Hai avuto un’idea geniale! Perché non ci ho pensato io? Perchè?”
Di nuovo ci baciamo con passione.
“Amore, però adesso dobbiamo finire il lavoro. Forza a fare una doccia, fila!. Ti sei meritata di poterti toccare.”

Nella doccia, sentivo la mia pelle liscia come non mai. Dopo la doccia, indosso l’accappatoio di Elisa e me lo coccolavo addosso. Tornata in camera, Elisa aveva sistemato tutto il casino che avevamo fatto nelle nostre effusioni. Sul letto ora era disteso un asciugamano grande.
“Amore, stenditi e rilassati. Dopo la depilazione e la doccia la tua pelle adesso deve essere seta. Quindi adesso con questa crema sentirai che differenza.”
Elisa era ancora nuda. Fortuna che era caldo ma nuovamente si era messa su di me e cominciò a massaggiare ogni cm del mio corpo con la crema idratante. Le sue mani mi massaggiavano delicatamente la pelle. Dopo avermela spalmata davvero su ogni cm, mi fa alzare dal letto.
“ Adesso Tanya, diventerà Tanya!. Sei pronta amore?”
Tremavo dall’emozione.
Mi fa indossare il perizoma che avevo prima, un corpetto nero di raso e una mini in pelle. Quel corpetto me lo stringe in maniera esagerata che a malapena riuscivo a respirare. Il viso di Elisa era maledettamente serio nel vestirmi. Ricordo ancora gli occhi che guardavano i miei in maniera molto fugace. Ci stava mettendo tutta se stessa ed era maniaca della precisione. La mini mi calzava a pennello. Quando prese gli stivali di Maddalena si fermò e il suo viso diventò dubbioso.
“ Vaffanculo! Ti voglio con gli stivali cazzo! Ma se ti metto le calze poi diventeresti uno schifo. Le gambe le voglio nude!” Dal cassetto prese un paio di gambaletti e me li infila senza tirarli troppo sopra il polpaccio.
“ Questi gambaletti sono il peggior killer dell’erotismo. Solo a guardarli ti fanno venire il voltastomaco. Poi ti insegnerò a farli sparire mentre ti spogli nuda davanti a chiunque.”
Messi i gambaletti mi infila gli stivali di pelle nera tirando la zip verso l’alto in maniera molto lenta. Mentre lo faceva, ci fissavamo negli occhi. Eravamo serie entrambe. Ne un sorriso, ne un’espressione del viso. I nostri occhi parlavano da soli.
“Vai verso il soggiorno e fammi vedere come ci cammini.”
Decisa, perché ero esperta nel camminare sui tacchi, sono andata verso il soggiorno mettendo un piede davanti l’altro. Passi decisi e non troppo lunghi come facevano le modelle che vedevo in tv.
“Cazzo santo! Ma cazzo santo! Dove cazzo hai imparato a camminare così? Dovresti insegnare come si cammina sui tacchi a tante tardone!”
“ Ho imparato da sola e ho visto qualcosa quando facevano vedere le sfilate in tv.”
“ Ma tu dovevi vederti come cazzo sculettavi appena! Cazzo santo mi ti scoperei ora! Ma non abbiamo finito. Siediti sulla sedia.”
Dai suoi cassetti prende i trucchi e dopo averli studiati tutti, comincia ad applicare Fondotinta, fard, ombretto, matita per gli occhi e sulle labbra una matita di contorno e un rossetto marrone chiaro. Mi faceva stare con le spalle verso gli specchi in modo che non potevo vedermi. Mi guarda con la faccia dubbiosa.
“Amore, manca il tocco finale. Devo legarti o mi prometti di non muoverti o specchiarti?”
“ Tranquilla che non muoverò un’unghia.”
Elisa scompare dalla camera, e poco dopo sento che apre una porta con la chiave. Dopo averla sentita richiudere, riappare con le mani dietro la schiena.
“ Amore chiudi gli occhi.”
Sento che mi fa indossare una parrucca trafficando con le dita sulla mia testa.
“ Perfetta. Ora puoi riaprire gli occhi.”
A malapena vedevo delle ciocche nere, ma non riuscivo a vedere altro. Mancava lo smalto che era in tinta con le labbra.
Dopo che lo smalto si era asciugato, Elisa fa qualche passo indietro e mi fa alzare. Mi ammira e sul suo viso traspariva soddisfazione.
“ Amore mio, che figa che sei.”
Sposta l’anta dell’armadio con lo specchio e finalmente mi vedo. Ero io. Ero donna, finalmente donna.
Mi giravo e mi guardavo. Si. Ero davvero io.
Elisa mi abbraccia e carezzandomi i capelli: “ Questa sei tu amore mio. “

Non riuscivo a stare ferma. Camminavo e camminavo dentro casa per sfogare tutta me stessa.
Elisa mi guardava senza mai staccarmi gli occhi di dosso. Ormai era sera, rimettiamo tutto in ordine nella sua camera e ce ne andiamo in soggiorno. Ci mettiamo sul divano. Elisa si era sdraiata e la sua testa poggiava sulle mie gambe. Guardavo la tv distrattamente mentre lei si lasciava accarezzare.
Quindici anni. A quindici anni sono diventata una ragazza. Una donna più grande di me si diceva innamorata. Ma la paura dentro di me non mi lasciava sfogare ciò che provo per Elisa. Paura di una donna che forse in quel momento poteva solo avere una frivolezza nei miei confronti. Perdere la testa così in un giorno? Mi mancava l’esperienza di vita. Non sapevo cosa fare. La paura che questo sogno poteva finire da un momento all’altro era davvero tanta. Maddalena, ci avrebbe aiutate? Avevo proprio bisogno di parole che mi rassicuravano e Elisa, in quel momento non era la persona adatta.
“ Tanya, amore. Sei pensierosa. Che hai?”
“ Nulla amore. Mi sto godendo l’attimo di essere me stessa.”
La prima bugia a Elisa. Non era da me mentirle.
“ Eli, non voglio mentirti. Scusami se l’ho fatto.”
Elisa si alza da sopra le mie gambe e mi guarda con aria severa.
“ Infatti, me ne sono accorta che mentivi. Cos’hai?”
“ Eli, ho paura. Paura che tutto questo possa finire. Ho Te, finalmente sono me stessa grazie a te. Ma tutto questo mi fa paura. Non voglio in nessun modo che possa finire tutto questo tra noi.”
“ Dammi una sola ragione perché tutto questo possa finire. Solo una!”
“ Ho paura che tu possa stancarti di me. Che il nostro essere lontane può influire su tutto questo. Da perfetta adolescente che sono, quello che provo per te è la stessa cosa che tu provi per me. Ma poi?”
“ Amore mio. Voglio raccontarti una cosa. Gli uomini non mi piacciono e l’unica esperienza che ho avuto con un uomo m ha fatto aprire gli occhi. Ero come te. Innamorata persa. Pendevo dalle sue labbra. Notte e giorno pensavo a lui e al momento in cui potevamo stare insieme. Eravamo una coppia innamorata, spensierata, felice. Ma un giorno, trovai nello zaino della scuola un bigliettino. Qualcuno mi avvisava che non era l’uomo giusto per me. Stava con me, ma c’era scritto che aveva un’altra.”
Le sue mani stringevano le mie con decisione.
“ Non volevo credere a quel foglio, ma ormai la pulce nell’orecchio, c’era. Cercavo di essere me stessa con lui nonostante il dubbio. Ma qualcosa sentivo che si era rotto. Mamma si era accorta che in me non andava qualcosa e gli ho detto tutto. Fu lei a farmi scoprire la sua infedeltà. Mi fece dire la bugia che non stavo bene, così che lui poteva stare tranquillo. La sera usciva e lo seguiva. E mamma, se si incazza può diventare molto pericolosa. Lo ha beccato con i suoi amici mentre limonava con un’altra. Ma era lontana e non si è fatta vedere. Tornò a casa e mi fece andare con lei. Con la macchina tornammo davanti a quel bar e li ho visto che si baciavano ancora. Tanya, amore ho sofferto come una pazza per giorni. Ma volevo fargliela pagare cara. Continuai a recitare la parte della ragazza innamorata. Fino a che una sera, mentre eravamo con il gruppo di amici e c’era anche la troia, senza ritegno me ne uscii, dicendo che ero incinta di lui. Cosa non vera, ovvio. Lui sbiancò e per poco non gli veniva un colpo, mentre la sua ragazza segreta si gira e gli tira uno di quei ceffoni ben assestati che gli fanno uscire gli occhi fuori dalle orbite.”
Elisa raccontava il tutto senza mostrare rammarico.
“ Da quel giorno sono cambiata. Sono diventata una stronza degna di questo nome. Ho una marea di mosconi che mi ronzano attorno ma sanno che li prendo a calci nelle palle se solo mi toccano. Ho avuto qualche esperienza con le donne. Ci sono andata a letto e sessualmente la cosa mi piace e mi fa stare bene così. Quando ho bisogno di sfogarmi so già che ho i miei appoggi per farlo. Ma rimane li. Niente sentimenti. Solo lussuria. Quando ti ho vista, qualcosa in me è cambiato di colpo. Il colpo di fulmine. In pochi minuti ti sei aperta e anche mamma non faceva che parlare di te. Quindi era come se ti conoscevo da tempo.
Luana di te diceva solo che eri uno sciocco ingenuo e invece… Guarda che meraviglia della natura che sei!”
Le scendeva una lacrima lungo la guancia.

Il rumore della porta che si apriva alle nostre spalle mi fece immobilizzare.
“ Ciao Amore di Mamma. Ma tanya, Come mai è andata via?”
Mi sono alzata e mi sono girata verso Maddalena. Appena mi vede lascia cadere il borsone che aveva e incredula di quello che vedeva mi veniva incontro.
“Ma che cazz…”
“ Ciao Maddalena.”
“ Mamma lei è Tanya.”
“ Ma che pezzo di figa che sei! Finalmente tu!”
Ero felice della reazione di Maddalena.
“ Elisa hai fatto davvero un bel lavoro. Bravissima. Ma i miei stivali, guarda come ti stanno a pennello”
Le due donne erano davvero compiaciute di averi davanti a loro.
“ Tanya. Stasera sono troppo stanca. Ma prima che parti una sera di queste ce ne andiamo tutte e tre in giro.”
“ Cosa? In giro? Ma se mi vede qualcuno?”
“ Amore, ma Roma è grande e poi possiamo andare dove vogliamo”
Maddalena si gira verso Elisa con una faccia strana.
“ Mamma, mentre ti cambi e fai la doccia io preparo un po di thè freddo e poi dobbiamo parlarti”
“ Si ma voi due non me la raccontate giusta. Vi vedo da come vi guardate.”
Maddalena tira fuori dalla tasca una chiave e apre una porta, penso la stessa che Elisa ha aperto quando mi ha preso la parrucca. Neanche entra dentro quella stanza che poggia la borsa a terra e la richiude rimettendosi la chiave in tasca. Non capivo cosa c’era di strano nel tenere una parrucca chiusa a chiave in una stanza o poggiarvi un borsone con magari degli abiti. Cosa c’era dentro? Non volevo sembrare invadente chiedendo a Elisa cosa poteva esserci. Forse un giorno l’avrei scoperto, forse no.
Maddalena uscì dalla doccia e rimanendo in accappatoio si unì a noi. Io e Elisa sul divano grande e Maddalena di fronte a noi sulla poltrona.
Era seria in volto e la cosa un po’ mi turbava. Elisa era serena.
Maddalena: “ Parliamoci chiare tutte e tre. Niente cazzate varie o mi vedrete incazzata nera e quando lo sono, sono guai. Cosa cazzo avete combinato?”
Elisa stava per parlare, quando la madre la zittì con un gesto. “Fa parlare Tanya.”
Ero davvero intimorita da Maddalena in quel momento.
“ Dopo che te ne sei andata…”
Maddalena mi interruppe. : “Tanya, andiamo al sodo. Avete scopato? E non guardare in faccia Elisa.
Quello che avete avete fatto non mi interessa. Voglio solo sapere se avete scopato.”
“ No Maddalena, non abbiamo fatto nulla.”
Il volto di maddalena diventò più sereno.
Elisa poi cominciò a raccontare nei dettagli quello che era successo. Anche come abbiamo goduto ma senza penetrazione alcuna.
“ Tanya. Da come vi guardate credo che siate diventate più che amiche. Tu però sei davvero ancora troppo giovane. Se dovesse qualcuno scoprire che hai fatto sesso con Elisa, e per fortuna non è successo, Elisa ci andrebbe nei guai perché sei ancora minorenne. E credo che nessuno desidera tutto ciò”
Annuii.
“Tanya, va tutto bene. Credimi. Stai tranquilla. Ora sei qui e siamo tra donne.”
Nonostante tutto, sentivo ancora Maddalena distaccata. Elisa spiegò alla madre la nostra situazione e dei problemi e pensieri miei e suoi.
“ Tanya. Per come conosco elisa, se si è lasciata andare con te è perché ha visto in te qualcosa che altre o altri non ha mai visto. Purtroppo come età anagrafica sei davvero giovane ma per me sei più matura di tante altre come Elisa. Ti sei formata da sola. Hai cominciato a vivere la vita molto più in fretta di tante altre della tua età. E comunque ti dico una cosa. Conosco mia figlia meglio di chiunque altro e se ha detto che ti sarà fedele e che non ci saranno ostacoli sulla vostra lontananza, è così. Siete entrambe prese l’una dall’altra. Ve lo vedo dai vostri occhi e io non farò altro che fare tutto il possibile per voi due. Tanya, qui nessuno ti sta costringendo a fare nulla e tantomeno facendoti il lavaggio del cervello. Sei matura dentro e sai cosa può essere il bene o il male. Ma attenta, non prenderò e neanche voglio”
Finalmente la felicità. Maddalena fu davvero comprensiva.
“Tanya, non sarà facile conoscendo la tua famiglia. Ma molto dipenderà anche da te. E se non andrai bene a scuola, non sarà solo Elisa a incazzarsi.”
Maddalena si alza e dalla cucina chiama Elisa.
Le sento parlare ma non capiscono cosa si dicono. Io intanto esco sul balcone e mi affaccio per gustarmi un po la mia prima volta come Tanya. Nonostante il caldo, un lieve venticello mi accarezzava il corpo risalendo lungo le mie gambe fin dentro la mini. Era tornata l’euforia.

Maddalena da dentro mi saluta che se ne andava a letto. Elisa Mi raggiunge sul balcone dopo aver indossato un completino in pizzo nero di culotte e reggiseno e ai piedi aveva delle decoltè in vernice nera. Eravamo abbracciate sul balcone. Elisa mi bacia sulle labbra con dolcezza stringendomi a lei.
Mi prende la mano e ce ne torniamo in camera sua.
“Togliti solo la gonna amore mio. Stanotte ti desidero così.”
Prendo la gonna e la ripongo piegandola sulla sedia. Elisa si mette nuovamente a cavalcioni su di me.
Si piega e le nostre labbra, nuovamente si toccano e le nostre lingue si cercano.
Mi morde un labbro serrando sempre più forte i denti. Il dolore era tanto. Mi imprigiona le mani con le sue.
La sua figa era poggiata sul mio clito che già era in erezione, ma il sottile strato delle nostre mutandine faceva da barriera in modo che non avvenisse un contatto diretto.
Sentivo però la sua figa che riversava umori inzuppando il mio perizoma.
Capii dopo che quello sarebbe stato il nostro fare l’amore.
Elisa mi lascia libere le mani e mi invita a toglierle il reggiseno. Cerco di essere meno impacciata possibile ma riesco a toglierlo. Appoggio le mani sul suo seno e comincio a palparlo. Mi indica di toccarle i capezzoli e unisce le sue dita alle mie per stringerli. Poi tolse le sue mani mentre continuavo ora da sola a stuzzicare quei capezzoli durissimi e irti. I suoi gemiti rompevano il silenzio. La sua figa non smetteva di strofinarla sul mio clito. Più passava il tempo e più si indemoniava. Chinò il suo seno sulle mie labbra e cominciai a leccare l’aureola e il capezzolo. Lo titillavo con la lingua e i suoi sospiri erano sempre più forti.
Poi lo presi tra i denti e cominciai a mordicchiare prima uno e poi l’altro. Poco dopo sentivo le sue dita intrufolarsi sotto il mio corpetto e prendere i miei capezzoli strizzandoli. Inarcai la schiena per il dolore. Un dolore forte e intenso che con il passare del tempo diventava piacevole.
La fioca luce che entrava dalla finestra illuminava nella penombra i nostri corpi che si erano fusi uno nell’altro. In quella stanza c’era solo lussuria e amore. Nessuna parola, solo sguardi, mani che esplorano il corpo e gemiti di piacere. Elisa si girò e mettendomi la sua figa dinanzi agli occhi si abbassò sul mio viso.
La mia lingua uscì dalla mia bocca e leccò quella stoffa che copriva la sua intimità. Leccai e poi cominciai a succhiarla. I suoi gemiti diventarono piccoli gridi piaceri soffocati. Cominciò a sfregare la sua figa coperta sul mio viso. Il suo odore mi inebriava. Era zuppa e io cercavo il più possibile di attingere a quel succo delizioso tramite quel lembo di stoffa che la copriva. Il suo corpo cominciò a tremare. Succhiavo con sempre più passione e ansimava sempre più forte. Il mio clito era duro e doloroso più di quel pomeriggio appena passato.
“Tanyaaaaaaaaa amore mio. Sto godendo! Continua!”
Un fiume di liquido invase la mia bocca e il viso. Lo gustai tutto, mentre Elisa non smetteva di strusciarsi sul mio viso.
Stremata, cadde di fianco a me ansimando e intrecciando le sue dita tra le mie. Avevo fatto godere il mio primo uomo e ora ho fatto godere la mia prima donna per la quale sento dei sentimenti molto forti e incredibilmente fantastici. Amore? Oggi lo chiamerei così.

Mentre ero distesa ad occhi aperti mi giro verso la porta e Maddalena era li, coperta solo dal suo accappatoio. Porta il suo indice sulle labbra come segno di rimanere in silenzio, mi manda un bacio soffiandolo sulla mano e sparisce dalla mia visione tornando in camera sua.
Non so se Elisa si fosse accorta della presenza della madre, ma mi tornò in mentre quando se ne andarono entrambe a parlare in cucina.
Pensavo a Enzo e vedevo la sua immagine sparire in lontananza come un ricordo passato.
Pensavo al mio trucco che sicuramente era diventato tutto un pasticcio, ma non ci diedi molta importanza.
Pensavo che prima o poi sarei dovuta tornare a casa di mia zia, rivedere Enzo e tornare ancora più a malincuore a casa mia.

*********************

Sicuramente voi lettori che mi state leggendo non sarete tutti d’accordo che un’adolescente come me fosse finita a fare l’amore in quel modo o a scoprire il sesso. Ma come non mi importava a suo tempo delle persone, io ho fatto ciò che sentivo di fare in quel momento, giusto o sbagliato che sia stato. Ero minorenne e ne ero cosciente allora e ne sono cosciente tutt’ora. Quello che accadde, ancora oggi, non lo definisco un atto di pedofilia come qualcuno può pensare. Anche se ho scoperto il sesso in quel modo. Ero consenziente, allora, e tornando indietro lo sarei ancora oggi. Ero una ragazza adolescente che iniziava la sua vita.

**********************

Il chiarore del mattino ci fece svegliare. Elisa era con il braccio attorno al mio corpo come a indicarmi di non scappare. Maledivo il fatto di non essere ancora maggiorenne. Ma, purtroppo, era la realtà dei fatti.
Il telefono di casa cominciò a squillare.
Maddalena era già vestita e andò a rispondere. Da come rispondeva ho capito che era mia zia.
Dopo aver riagganciato viene in camera e sorridendomi alla vista mia e di Elisa mi fa cenno di seguirla. Spostai il braccio di Elisa dal mio corpo e appena ho messo piede a terra sentivo un leggero dolore per via degli stivali che ancora indossavo. Feci spallucce e sono andata in cucina. Maddalena mi versa un po’ di caffè nella tazzina e ci sediamo una di fianco all’altra.
“ Tanya, anche se hai quel trucco disfatto sei sempre la mia cucciola preferita. Elisa è felice, lo sei anche tu e lo sono anche io. Ti voglio davvero un bene immenso e mai smetterò di avertene. Era tua zia al telefono. Mi ha chiesto se puoi rimanere ancora fino a domani perché oggi devono andare a vedere la casa nuova e io gli ho proposto che Elisa ti aveva invitata a fare un giro per negozi in centro. Io andrò solo a sistemare la casa e tornerò qui e staremo tutte e tre insieme fino a domani. Poi so che purtroppo dovrai ripartire, ma vedrai che le occasioni per vederci ci saranno. E forse avrai anche una sorpresa.”
“Maddy, posso chiamarti così?”
“ Certo che puoi, tesoro.”
“ Tu hai visto quanto tengo a te e Elisa. Te lo prometto che farò di tutto per poter studiare e avere buoni voti. Cercherò di essere più cauta nel mio essere donna a casa e fuori. E eviterò soprattutto casini con mia madre.”
“ Domani mattina andremo via presto. Quindi Elisa poi ti sistemerà il trucco e tutto il giorno staremo insieme. Anzi, oggi faremo un po’ di scuola. Se vuoi essere come ti vuole Elisa, dovrai essere perfetta, anche nei modi in cui sei seduta e già non è male. Mai e poi mai dovrai farlo in abiti maschili per non finire nei guai. Vedrai che oggi ci divertiremo davvero e comunque con quel taglio di capelli mi piaci molto. Tornando al discorso di Enzo, e poi mi dirai se ho sbagliato, per me ha avuto paura che tua zia vi scopriva e razionalmente ha pensato di cacciarti come donna dalla sua vita proprio per non finire nei guai. Quindi quando tornerete vicini. Fai finta che non sia mai successo nulla. E una cosa. Agli stivali di Luana non è successo niente per via del tuo sperma. Ho controllato e sono a posto.”
“ Grazie Maddy. Sai che con questi mi ci trovo meglio?”
“ Si tesoro, ma d’estate non sono il massimo e se non avevi i gambaletti sotto saresti morta e non riuscivi neanche a fare un passo. Ieri sera eravate tenere tu e Elisa. Ma promettimi una cosa.”
“ Si Maddy, dimmi”
“ Elisa non mi ha mai disobbedita e voglio che neanche tu lo faccia. Fino a che non sarai maggiorenne e sarai ancora legata a lei, non voglio in nessun modo che fate l’amore completo. Il massimo che vi chiedo è come ieri sera. Niente di più, anche se quello di ieri sera è stato molto. So che Elisa ti ha fatto una promessa quando sarai maggiorenne e se ci ho visto bene, sono sicura che ti piacerà.”
“ Ieri sera è stato bellissimo anche se io non ho goduto. Ma Vedere Elisa felice era come se lo avessi fatto.”
Maddalena si alza e mi da una carezza sul viso.
“ Ci vediamo tra poco, tesoro mio.”
Torno a letto ma mi tolgo gli stivali perché il dolore comincia a essere forte, non immaginando che i miei piedini potevano essere odorosi. Corro in bagno per lavarmi i piedi e mentre ero presa dal lavarmi si affaccia Elisa sulla porta.
“Volevi uccidermi appena fidanzate?”
“ Amore, scusa ma non me ne sono resa conto. Appena ho tolto il primo ho sentito un po’ di odore. E sono corsa qui.”
“ Tranquilla amore mio, vedrai al momento giusto cosa potrà succedere.”
Tornata in camera e dopo essermi anche struccata, Elisa mi passa un top e dei pantaloncini. E rimaniamo così fino al ritorno di Maddalena.
Mi offro volontaria per preparare il pranzo dopo che Elisa mi fa indossare un paio di espadrillas con zeppa di Maddalena. Elisa si complimentava per il profumo invitante della cucina. Ma il mio pezzo forte lo avrei cucinato in altra occasione. Quel giorno feci dei semplici rigatoni al ragù e delle scaloppine al limone.
I piatti li ho messi in lavastoviglie anche se non era necessario. Elisa preparò il caffè che ci portò in salotto.
“Ragazze, anche se ne avrei voglia, mi sarebbe piaciuto uscire tutte e tre in giro per Roma, ma ci saranno altre occasioni per farlo. Penso che Tanya ha avuto più emozioni in questi giorni che in tutta la sua vita. E’ giusto che non si strapazzi troppo anche se ha molto da imparare.”

Passammo tutto il giorno a ridere e scherzare fino a sera. Elisa appena pranzato mi rifece il trucco e parlammo per ore. Stavo bene. Pur sapendo che il giorno dopo finiva quell’esperienza da donna. Ero certa che non sarebbe stata l’ultima ora le paure cominciavano a svanire e avrei davvero fatto il diavolo in quattro per essere sempre così.

Spero di non avervi annoiato e vi chiedo di leggere i racconti precedenti per avere il quadro completo della storia.
Grazie per il sostegno che mi date nel raccontarvi tutto di me.

Vi aspetto nel 7° Capitolo che troverete nella pagina del mio profilo

Baci a tutti.
Tanya
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