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35. CENTO MANI SUL MIO CORPO
di Janus
07.07.2024 |
97 |
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"Ovviamente, mi sentii al colmo della libidine: una cosa del genere non mi era mai capitata… era troppo, davvero troppo eccitante essere al centro..."
Un’altra settimana, e di nuovo la voglia irresistibile di fare la femmina in calore! La travestita con cui ero entrata in confidenza di recente sembrò finalmente convinta di andare insieme a fare le troiette… fino al venerdì pomeriggio, quando, invece di confermare la sua partecipazione, mi inviò un messaggio dicendo di aver avuto un contrattempo!! Provai ad insistere, ma niente: mi convinsi che, anche se lei non lo confessava apertamente, il terrore di sentirsi chiedere i documenti da appartenenti alle forze dell’ordine la bloccava. Eppure aveva detto di esserci già stata, nel parcheggio dei sexy incontri presso la spiaggia…! Alla fine la lasciai perdere e risolsi di uscire da sola.Per fortuna, tramite la chat di A69, ero riuscita a concordare un incontro con il ragazzone che me lo aveva messo in bocca e nel culo sino a sfinirmi qualche settimana prima; in più avevo anche avvertito il “dongiovanni”, nel caso fosse potuto venire in zona anche lui. Rientrata dal lavoro misi quindi in atto i soliti preparativi e, appena abbastanza buio, dopo una brevissima sosta per completare il travestimento appena fuori zona, raggiunsi in macchina quello che ormai era diventato il posticino ideale per farmi montare da brava puttanella. Senza indugi superai le altre auto ferme oppure in movimento, posteggiai in fondo al solito parcheggio, spensi il motore e, borsetta del necessaire in spalla imboccai il camminamento che portava alla spiaggia.
Data la temperatura ormai piuttosto mite, quella sera avevo voluto indossare un vestitino estivo che mi ero appena regalata, nero, piuttosto attillato e con una profonda scollatura. In vita aveva una cintura di stoffa incorporata, per stringerlo con un fiocco sul davanti; era anche utile per trattenere la parte bassa del vestito arrotolata su fino al seno, come mi piaceva fare per rimanere nuda dal petto in giù, a parte le mutandine di pizzo e le autoreggenti. In più, avevo appena ritirato un paio di sandali da donna che, nonostante una taglia in meno, riuscii ad indossare abbastanza agevolmente. Mi sentii davvero femminile, nel camminare con quel po’ di tacco ai piedi invece che con le solite scarpe basse!!
Percorsi il tavolato per una cinquantina di metri, poi mi fermai e attesi. Il ragazzone con cui avevo appuntamento arrivò poco dopo, sapendo dove mi avrebbe trovata; breve scambio di convenevoli, poi le sue mani presero subito a palparmi vigorosamente il culetto. Io abbassai le mutandine, mi misi del gel nel buchino per facilitargli l’opera e mi girai, sporgendo il culo verso di lui e appoggiandomi al corrimano sul lato del camminamento. Mentre lui mi infilava dentro le dita, ci accorgemmo che qualcuno stava arrivando dal parcheggio: decidemmo allora di spostarci tra i cespugli più verso il mare, dove sarebbe stato più difficile essere visti e disturbati.
Giunti in un punto che ci sembrò adatto tra dune e cespugli, lui tirò fuori il suo uccellone e io, ormai fremente dalla voglia, mi abbassai davanti a lui per prenderglielo in bocca… aahhhh finalmente… il suo bastone di carne calda tra le mie labbra!! Mi era mancato, il suo bel cazzo; come al solito era pulito e profumato, e con lui non mi facevo problemi a regalare un bel pompino! Glielo succhiai e leccai a lungo, cercando sovente di mandarmelo tutto in gola e soffermandomi di tanto in tanto sui testicoli e sull’asta che mi facevo scorrere tra le labbra socchiuse, finché mi parve duro a sufficienza. A quel punto gli proposi di farmi il culo, e lui accettò con un gran sorriso; presi dell’altro gel e mi lubrificai ben bene, cercando anche di dilatarmi lo sfintere con le dita data la circonferenza non trascurabile del suo uccello.
Lui infilò il profilattico che gli avevo passato; appena pronti io mi misi in posizione e, afferrata la sua asta, mi puntai la cappella sul buchino… lui mi afferrò per i fianchi e cominciò a spingere impaziente, facendomi un po’ male “…Piano… piano!” implorai sottovoce; mi spostai in avanti facendo uscire il suo grosso uccello dal mio didietro, cercai di nuovo di dilatarmi con le dita poi glielo ripresi in mano e lo aiutai a rimettermelo tutto dentro, stavolta senza dolore. Superato il piccolo trauma, cominciai a godermi la prima inculata della serata e presi ad ancheggiare da vera porcella mentre lui mi dava ritmicamente e prepotentemente il suo cazzone, con energici affondi e sonori colpi di bacino sulle mie chiappe.
Il mio amante dimostrò di nuovo di apprezzare molto il mio culetto; mi chiese ripetutamente se mi piacesse essere inculata da lui, e naturalmente io gli risposi ogni volta di sì più che estasiata. Anche quella sera il ragazzone mi sodomizzò energicamente e molto a lungo, ma senza venire. Quando entrambi cominciammo a sentirci stanchi lui si fermò, si ripulì e si allontanò verso il parcheggio dopo un saluto sottovoce. Io mi asciugai le gocce di gel che sentivo colare sulle cosce, lasciando però nel buchino tutto il resto per godermi la sensazione dell’umido; poi mi tirai su le mutandine solo sul davanti coprendomi appena palle e cazzetto, e mi incamminai a mia volta lentamente verso il parcheggio, con la speranza di incontrare qualche maschione voglioso sul camminamento.
Giunta al parcheggio senza aver incontrato nessuno, sentii diversi uomini chiacchierare ad alta voce tra le auto parcheggiate; non fidandomi molto di chi si fa notare troppo, mi piazzai dietro la mia auto in attesa, evitando di farmi illuminare dai fari delle auto in arrivo. Non dovetti attendere molto… qualche minuto dopo vidi una utilitaria parcheggiare vicino: era quella del dongiovanni! Scese e mi venne subito vicino, mi salutò felice e scambiammo qualche chiacchiera, poi ci avviammo tra i cespugli alle spalle della mia auto. Raggiungemmo un piccolo spiazzo circondato da vegetazione, evidentemente molto frequentato considerati i tanti fazzolettini presenti per terra, e lui si aprì la patta dei pantaloni lasciando penzolare fuori il suo magnifico cazzone mezzo floscio.
A quella vista mi accosciai davanti a lui, glielo presi in bocca aggrappandomi alle sue gambe e comincia a leccarglielo lentamente e voluttuosamente. Lui mugolò di piacere, mi afferrò la testa e prese a scoparmi in bocca andando avanti ed indietro col bacino; il suo lungo uccello mi arrivava fino in gola e quasi mi provocava dei conati di vomito, ma resistetti… nonostante quel senso di disagio non volevo mollare quella bella cappella e quella lunga asta di carne calda!! Dopo qualche minuto di goloso pompino il cazzo del dongiovanni mi sembrò eretto a sufficienza, quindi mi rialzai e gli chiesi di mettermelo nel culo, naturalmente con suo sommo gaudio: era venuto lì apposta per me!
Avevo lo sfintere ancora un po’ aperto e lubrificato, ma preferii passarmici dell’altro gel date le dimensioni del pisello che stavo per prendere; il dongiovanni si infilò il profilattico che gli avevo passato, poi mi fece girare e mi appoggiò l’uccello tra i glutei. Io glielo presi in mano e me lo guidai dritto nell’ano, arretrando il culo verso di lui per farmelo entrare tutto dentro… hhmmmmm, che sensazione, avere di nuovo il suo cazzone dentro di me!! Il mio secondo amante della serata non perse tempo e prese a montarmi; essendo più alta di lui, cercai di stare con le ginocchia piegate a sufficienza mentre lui mi stantuffava nel retto con sommessi gemiti e paroline dolci. Andò avanti per parecchi minuti, poi lo sentii accelerare e quindi, dopo alcuni ultimi e energici affondi, fermarsi tenendomi stretta per i fianchi… era venuto, con mio grande e femmineo piacere! Lo sentii ansimare un po’, poi si staccò da me, si ricompose e con un “Alla prossima, ciao…” se ne andò via.
Come avevo fatto dopo la prima inculata della serata, mi ripulii appena del gel che mi colava sulle cosce e mi tirai su le mutandine; dal parcheggio arrivava ancora un vociare fastidioso, per cui decisi di passare tra i cespugli per raggiungere la passerella di legno, e restare su di essa come avevo fatto la volta prima in speranzosa attesa di altri incontri. Non dovetti attendere molto: dopo qualche minuto arrivò il beneamato “regista”, cordiale come sempre, che mi salutò e prese a palpeggiarmi il culo infilandomi dentro le dita. Io calai di nuovo le mutandine sulle cosce e lo lasciai fare, appoggiandomi al corrimano e sporgendo il didietro verso di lui da brava puttanella, sperando al contempo che arrivassero altri uomini, dato che al regista piaceva soprattutto vedermi montata…
Eravamo presi da quel gioco, lui a sditalinarmi ed io, sempre nuda dal petto in giù, che sculettavo e gemevo da vera troietta nel sentirmi il buchino penetrato, quando sentimmo qualcuno arrivare dal parcheggio lungo il camminamento… nell’oscurità, dalla vicina curva sbucarono un uomo e, non saprei con certezza, una donna oppure una travesta che procedevano a braccetto. Io e il regista non ci scomponemmo e continuammo col ditalino, salutando con un reciproco “Buonasera…” quella coppia che, passando come se nulla fosse accanto a noi, si allontanò chiacchierando verso il mare. Provai un intimo e intenso piacere, nell’essere stata guardata da quei due mentre, seminuda, prendevo nel culo le dita del regista… soprattutto, fui contentissima di non aver provato affatto a ricompormi sentendoli arrivare: la puttanella esibizionista che era in me, quella sera, era completamente uscita allo scoperto!!
Spariti quei due verso la spiaggia, dal parcheggio arrivarono altri uomini, alcuni lungo il camminamento, altri dai varchi tra i cespugli vicini… forse stavano seguendo la coppia? Non saprei, comunque si fermarono vicino a noi. Alla fine, oltre al regista che continuava a masturbarmi il buchino, mi ritrovai attorno credo altri cinque o sei maschioni. Ce n’erano per tutti i gusti: alti e bassi, smilzi e grassocci, giovani e maturi!! Tutti si accostarono a me su entrambi i lati, qualcuno accennando un saluto, qualcuno un complimento… poi alcuni tirarono fuori l’uccello dalla patta, cominciando a menarselo lentamente. A quella vista non resistetti e presi uno per mano i due più vicini, segandoli lentamente e gustando il loro calore tra le dita.
Mentre eravamo tutti intenti a deliziarci eccitati, ecco che sul camminamento dal lato del parcheggio apparve una lucina, probabilmente una lampada frontale… qualche istante dopo ci passò accanto un tizio con dell’attrezzatura da pesca in mano, anche lui con un “Buonasera…” e facendo finta di nulla!! Alcuni degli uomini vicini a me si spostarono appena per lasciarlo passare, ma per il resto nessuno si scompose: io, col viso seminascosto dalla mia lunga parrucca, me ne restai tranquilla col culo nudo proteso in fuori e due cazzi fra le dita; il regista continuò a giocare col mio buchino, aprendomi i glutei di tanto in tanto per farlo ammirare dai presenti; i nostri occasionali compagni di gioco restarono imperturbati intorno a noi con l’uccello in mano!
Sparito anche il pescatore verso il mare, gli uomini che avevo intorno si fecero ancora più vicini e cercarono di palpeggiarmi… d’improvviso sentii innumerevoli mani calde, alcune gentili altre più energiche, accarezzarmi e strizzarmi dovunque: braccia, cosce, capezzoli, chiappe e solco di pesca… qualcuna anche sul cazzetto e sulle palline. In pratica nemmeno un centimetro della mia pelle mi parve trascurato da quelle carezze, e altre dita si aggiunsero a quelle del regista per esplorare il mio umido sfintere. Ovviamente, mi sentii al colmo della libidine: una cosa del genere non mi era mai capitata… era troppo, davvero troppo eccitante essere al centro dell’attenzione di tutti quegli uomini infoiati e sentire le loro bramose mani sulla mia pelle; e non potei che sentirmi, sin nel più profondo, una gran femmina in calore!!
Tra gli uomini che mi circondavano ce n’era uno piuttosto giovane, magrolino e con il lungo uccello duro in mano; mi girò più volte intorno, anche lui allungando l’altra mano su di me appena trovava spazio. Ad un certo punto si portò alle mie spalle e si fece spazio tra gli altri… pensai gioiosa che volesse incularmi: finalmente il terzo cazzo nel culo della serata! Il regista gli lasciò il posto; lui si abbassò dietro di me, mi afferrò per i fianchi e tuffò il viso tra le mie chiappe: capii allora che voleva leccarmi il buchino! Sentii la sua grossa e umida lingua farsi strada nel mio sfintere e leccarlo tutto intorno e dentro… bello, bellissimo!! Non era la bramata sodomizzazione, ma meglio che niente!! Per diversi minuti, mentre gli altri continuavano a palparmi quel ragazzotto mi leccò; poi probabilmente con la lingua stanca si rialzò e si spostò di fianco a me: aveva l’uccello durissimo, e io gli proposi di incularmi ma lui rifiutò. Allora glielo presi in mano per ringraziarlo del suo regalino.
Il gioco riprese quindi come prima, con tutti che allungavano le mani per palpeggiarmi dovunque… poi uno alla volta, alcuni degli uomini presenti si allontanarono finché, a parte il regista che aveva ripreso a farmi il ditalino, rimasero soltanto un tizio panciuto e il ragazzotto che mi aveva leccata dietro, i loro uccelli nelle mie mani. Continuammo tutti e quattro a goderci la serata come stavamo facendo, poi dopo qualche altro minuto sentimmo arrivare gente dal parcheggio. In breve, arrivarono un uomo e una anziana travestita, magra e con una vistosa parrucca di ricci biondi; con i soliti saluti di circostanza, ci passarono accanto facendo qualche altro passo sul tavolato verso la spiaggia poi si fermarono a guardarci. Noi, senza troppi problemi, continuammo col nostro gioco; dopo alcuni minuti, parlottando sottovoce, i due ci passarono di nuovo accanto e tornarono verso il parcheggio… mah? Chissà cosa cercavano…
Rimasti di nuovo in quattro, il ragazzotto che mi aveva leccata sembrò prendere coraggio e io gli proposi nuovamente di incularmi; finalmente lui accettò, quindi gli passai un profilattico e mi misi altro gel nel buchino, sotto gli occhi del regista e dell’altro uomo rimasto con noi. Mi appoggiai al corrimano di legno col culo verso il ragazzo, e il regista svelto mi aprì i glutei come amava fare per osservare la penetrazione. Il ragazzotto mi prese per i fianchi ed io gli afferrai l’uccello duro con la mano, appoggiandone la cappella dritta sul mio ano… lui spinse e, quasi senza sforzo, scivolò tutto dentro di me: era piuttosto lungo ma non particolarmente grosso, per cui lo presi senza problemi… e, d’altra parte, era il terzo della serata!
Lui iniziò a montarmi ed io a gustarmi l’inculata… hhmmmm che bello, essere scopata nel culo sotto gli occhi di uomini libidinosi!! Il ragazzotto mi sbatté con forza e con affondi via via più veloci, quasi avesse fretta di concludere… lo lasciai fare. Poi all’improvviso, lui si fermò e arretrò tirando il cazzo fuori dal mio culetto; lo vidi disfarsi del profilattico, ripulirsi ed infine allontanarsi verso il parcheggio… chissà cosa gli prese, non poteva essere già venuto!! Senza farci troppo caso, mi asciugai il gel che era colato sulle mie cosce, mi aggiustai le mutandine e il vestito; poi vista l’ora salutai il regista e l’altro uomo e me ne tornai a casa, comunque pienamente soddisfatta delle nuove e bellissime sensazioni che la serata mi aveva regalato!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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