lesbo
esperienza alternativa
di benves
08.11.2019 |
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"Mi ricordo che avevo messo una camicia nera e un paio di jeans..."
Mi sono sempre reputata eterosessuale, e così mi considero anche adesso che vivo insieme al mio compagno ed alla nostra splendida bambina.Ma ci sono delle sere in cui mi sento inquieta ed il ricordo di quella notte mi torna in mente e mi eccita.
Ho conosciuto Anna a un corso per sommelier.
All’epoca essere omosessuali o bisessuali, non era così di moda come adesso, e non mi ero assolutamente posta il problema della sua identità. Proprio zero.
Anna era simpatica, amichevole e per me, che sono sempre stata una timida, era una specie di salvatrice.
Siamo diventate amiche e dopo un po di volte che uscivamo assieme, mi sono ritrovata a pensare con gioia al momento in cui l’avrei rivista.
Faceva l’arredatrice e aveva moltissimo gusto per i vestiti.
Non era bella, nel senso comune del termine, ma era decisamente una persona attraente.
I nostri incontri finivano sempre con lunghe chiacchierate un po sconnesse per i troppi bicchieri che avevamo bevuto.
Lei mi faceva ridere, era una specie di animale sociale e mi dava l’impressione che non si sarebbe lasciata sfuggire nessuna occasione per godersi la vita.
L’ultima sera del corso siamo andati tutti fuori a bere.
Mi ricordo che c’era un tipo che mi piaceva, ed Anna mi era sembrata infastidita dalla cosa, tanto che avevo pensato che piacesse anche a lei.
Per dire com’ero lontana dall’immaginare la realtà.
Succede spesso, vero? Che uno pensa di essere dentro un film ed invece stanno proiettando proprio tutta un’altra storia.
Il tipo era andato via presto, ed io c’ero rimasta alquanto male ovviamente, ed ebbi la sensazione che Anna cercasse di consolarmi.
Quando siamo rimaste le ultime della compagnia e mi ha chiesto se mi andava di passare a casa sua per un ultimo bicchiere, ho accettato con entusiasmo.
Ero molto curiosa di vedere la casa di un’arredatrice e la sua compagnia era piacevole ed interessante.
La sua casa mi è piaciuta subito, era un appartamento piccolo ma sistemato benissimo. Ma la cosa che mi piaceva di più era che aveva una personalità molto distinta, la sua.
Non era un anonimo appartamento elegante, stile rivista glamour per intendersi, era proprio particolare.
Aveva una pianta che cresceva in uno dei due lavandini della cucina, tanto che non lo poteva usare.
Non so se fosse pratico, ma era certamente bello da vedere.
Quando siamo entrate mi ha detto di fare come se fossi a casa mia ed in effetti mi sentivo molto a mio agio
La seguivo dappertutto, mentre tirava fuori il vino dal frigo e preparava degli stuzzichini come ci avevano insegnato al corso.
Aveva scelto un Vermentino di non so più che annata speciale, poi aveva preso delle piccole ciotoline, in una aveva messo dell’avocado, in un’altra dei pistacchi e in un’altra dello zucchero a velo.
Quando le avevo chiesto il perché si fosse messa a ridere sorniona, non mi aveva riposto.
C’eravamo sedute sul suo divano grande, tolte le scarpe e iniziato a bere e chiacchierare con la solita complicità.
Il vino era delizioso e Anna altrettanto. Con lei le conversazioni non erano mai banali.
Mi si faceva sempre più vicina ma la cosa non mi infastidiva.
La sua vicinanza, al contrario, mi eccitava. Era inebriante come il vino.
Aveva mani bellissime, piene di anelli di design e le muoveva con un’espressività che avevo trovato sempre affascinante, ma che quella sera trovavo anche seducente.
Ad un certo punto ha tuffato un indice nella ciotolina con lo zucchero a velo e mi ha dato un colpetto sul naso per sporcarmi con lo zucchero.
Ho protestato e ci siamo messe a lottare giocosamente, come due adolescenti a un pigiama party
Con lei che mi picchiettava la faccia con il dito ed io che cercavo di non farmi raggiungere
Fino a quando lei mi ha preso per le braccia e me le ha bloccate.
Lentissimamente si è avvicinata alla mia faccia e mi ha leccato via lo zucchero dal naso.
Si è staccata da me e mi ha guardata con un’aria di sfida, come un bambino consapevole di aver fatto una piccola marachella, ma insicuro delle conseguenze.
Siamo rimaste immobili a fissarci per un po
Ha staccato le mani dalle mie braccia, ha intinto di nuovo il dito nello zucchero e mi ha toccato sulla guancia.
Non ho protestato questa volta, non ho riso, ma sono rimasta col fiato sospeso ad aspettare le sue mosse.
E lei di nuovo, come prima, si è avvicinata con calma al mio viso e mi ha baciata lì dove sentivo la carezza un po solleticante dello zucchero.
Ha iniziato a ricoprirmi tutte le labbra di zucchero e si è fermata un istante
“ti farei una foto”, mi ha detto, iniziando a leccarmi le labbra
Ero così eccitata che non mi sono trattenuta più ed ho iniziato a baciarla.
Ci siamo baciate a lungo.
Non avevo mai baciato una donna, nemmeno da bambina, nemmeno per scherzo, ma mi piaceva un sacco.
Mi piaceva la consistenza vellutata delle sue labbra, mi piaceva il suo abbraccio leggero, mi piaceva sentire il suo corpo morbido contro il mio.
Mi ha abbracciata stretta stretta, premendo i suoi seni contro i miei, mentre le nostre lingue si mescolavano ai nostri respiri.
Dentro di me mi ripetevo “sto baciando una donna!” e non ci potevo credere ma, l’idea di fare una cosa trasgressiva mi faceva eccitare.
Mi ha spinto dolcemente per farmi stendere sul divano.
Mi ricordo che avevo messo una camicia nera e un paio di jeans.
Lei era molto eccitata a quel punto, mi aveva slacciato tutta la camicia e mi aveva tirato fuori i seni dal reggiseno.
Io ero tesa, non sapevo fino a che punto volevo arrivare, non sapevo se lei era omosessuale o se anche per lei era la prima volta ma, da come si muoveva, mi sembrava evidente che non lo fosse.
Volevo parlarle, dirle che io non ero come lei
Mi sembrava quasi di tradirla, di usarla, ma il piacere che la sua bocca e tutta la situazione mi procurava, compresa la mia stessa tensione, mi occupava completamente tutta la mente.
L’unica cosa che riuscivo a fare, era seguire il percorso delle sue labbra sul mio corpo.
E lei non lasciava indietro niente.
Aveva succhiato i lobi delle mie orecchie, mordicchiato il mio collo e le spalle, mi aveva massaggiato e baciato a lungo i seni ed ora procedeva inesorabile lungo il mio torace.
Era arrivata all’ombelico, avevo cercato di fermarla con qualche protesta poco convinta.
Lei era tornata su, di fronte al mio viso
Mi aveva messo un dito sulle labbra, come a dirmi di restare in silenzio
“lasciati andare, non pensare a niente” mi disse con voce soave e convincente.
Mi aveva tolto la camicia e aveva scoperto il piccolo tatuaggio che ho sul fianco destro. Si era messa a tracciarne i contorni con un dito, e continuava a girarci intorno, passava e ripassava sullo stesso tratto di pelle, come incantata.
Mi sembrava che quella parte del mio corpo prendesse fuoco.
Poi mi ha girata ed ha iniziato a baciarmi la schiena, vicinissima alla cintura dei jeans.
Erano irresistibili quei baci, mi davano brividi di piacere, ma io non volevo, cercavo di reprimere quel piacere, ero tormentata tra il resistere ed il lasciarmi andare.
E' tornata a baciarmi la pancia, intorno all’ombelico e più giù.
Mi ha slacciato i jeans e me li ha fatti scivolare sui fianchi.
È rimasta un istante a fissarmi, con le labbra vicinissime al mio corpo, facendomi sentire il calore del suo respiro.
Poi mi ha leccato sopra le mutandine, percorrendo con un dito la mia fica ormai bagnata, lungo il solco, dandomi scariche di piacere.
Mi ha guardato negli occhi che avevo socchiusi ed infine, lentamente molto lentamente, ha afferrato i lembi laterali abbassanomi le mutandine
Volevo coprirmi con le mani ma, non l'ho fatto
Ero in balia sei suoi sguardi
Il mio sesso nudo in balia del suo sguardo, colmo di desiderio mi faceva pulsare le tempie, in attesa del piacere
Ha iniziato a leccarmi.
Non ho resistito, mi sono sollevata sui gomiti e l’ho guardata, ho guardato mentre una donna mi baciava proprio lì, perché quasi non ci credevo che stava succedendo davvero.
Quando ti bacia una donna è proprio tutto diverso
Prima di tutto lei è diversa, è più delicata di un uomo, pensa a dare piacere e non a prenderlo e poi proprio il modo in cui lo fa, è più dolce.
O forse era semplicemente lei che era particolarmente seducente. Non so.
So solo che mi ha baciata per un tempo infinito e quando il mio corpo si è contratto e sono venuta, ha continuato a baciarmi, gustando il mio nettare
Non ero più in grado di capire chi ero, figurarsi se potevo sapere se ero omosessuale o eterosessuale.
Si è spogliata completamente, aveva un bellissimo corpo
Mi ha presa per mano conducendomi in camera da letto
Ero in balia delle sensazioni, non pensavo a niente se non a lei ed a provare piacere da quell'esperienza desueta.
Si è stesa sul letto invitandomi a stendermi su di lei nella classica posizione del 69
L'odore della sua pelle mi inebriava
Ero titubante, avevo davanti al mio viso il suo sesso, non sapevo cosa fare
Quando ho sentito la sua lingua impossessarsi della parte più intima di me, mi sono lasciata andare facendomi guidare dall'istinto
Stivo la lingua passare dalle grandi labbra all’orifizio del culo, producendo delle sensazioni per me del
Sentivo la sua lingua passare dalle grandi labbra all'orifizio del mio culo, producendo delle sensazioni a me del tutto sconosciute.
Leccai il suo sesso con avidità, cercando di ricambiare il piacere che provavo, cercando di imitare quello che lei stava facendo a me
Agivo d'istinto
Sentii le sue dita morbide e delicate entrare dentro di me, si muovevano in maniera quasi armonica, facendomi provare un piacere unico e che nessun uomo aveva saputo farmi vivere prima
Le infilai anch'io un dito nella fica e l'altro lo puntai al buco del suo culetto
La cosa parve piacerle perché aumentò di conseguenza la stimolazione che lei faceva a me.
Godevo e facevo godere, con dolcezza, senza fretta, gustando ogni attimo
Godiamo assieme, i nostri respiri si sono sincronizzati
Con i polpastrelli ci esploriamo a vicenda, non sono brava ma imparo in fretta e mi impegno cercando di regalare a lei quello che lei sta regalando a me
Ad un tratto vengo svegliata dal mio torpore, sento Anna contorcersi, mi rendo conto che sta per venire
Quasi per compensare il piacere che sta provando sento la sua lingua insistere sul mio clito, ancora poco e tremando entrambi liberiamo il nostro piacere all'unisono.
Stremate ci stendiamo l'una accanto all'altra
Anna non è sazia, sento le sue mani accarezzare il mio corpo, percorrerlo tutto fino a ritornare alla mia intimità carezzandola.
Tra un gemito e l'altro, ormai senza più inibizioni, le confesso che sento la necessità di sentirmi piena, di sentire qualcosa dentro la mia fica.
La sento alzare, andare verso il comodino e tirar fuori un vibratore, nero, di notevoli dimensioni
La osservo cosciente di cosa vuole farmi, non ho mai usato un vibratore, ho un po di paura ma, so che non mi opporrò, sono in balia di lei stasera
Lecca quel nodoso dildo, l'avvicina al mio sesso, lo passa più volte sulle mie grandi labbra per inumidirlo ancora e, pian piano lo punta all'entrata
Guardandomi negli occhi, lo infila pian piano sorridendomi
Sento le pareti della mia fica dilatarsi lentamente, avvolgere quel palo che si fa sempre più strada dentro di me
Come è grosso penso mentre quel coso si fa strada
Non è come essere penetrata da un uomo, è più dolce, meno impetuoso
Gli uomini pensano al loro piacere, Anna no, pensa a me !
Riesco ad accoglierlo per i ¾
Sento Anna che attiva la vibrazione, ed una scarica di piacere pervadermi
Me lo muove dentro, godo !
I miei capezzoli sono ritti come chiodi, ed Anna tenendo sempre il dildo dentro di me, si china a baciarmeli
E' fantastico ! Sono in estasi ! Mai avrei pensato di provare un tale piacere
Sono talmente in preda al piacere che vorrei quel bastone infilato nel culo. ma mi vergogno a dirglielo
Non faccio neppure in tempo perché, eccomi nuovamente, vengo ancora.
Questa volta ho un orgasmo multiplo
Il mio bacino asseconda i movimenti di Anna, il mio ventre si contorce ripetutamente ed io scarico tutta me stessa bagnando anche il letto
Mi accascio sulle lenzuola
Anna sorridendo si alza, rivestendosi
Non dimenticherò mai Anna, non dimenticherò mai quella sera
Ancora adesso, quando sono sola, prendo il mio nuovo dildo, penso ad Anna e mi domando dove sia e se ogni tanto si ricordi di me.
Voglio pensare di sì.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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