tradimenti
L'inseminazione di mia moglie (parte prima)
di benves
13.11.2012 |
142.810 |
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"Paolo prese a menarsi con lentezza il pene che diede i primi segni di vita..."
Mi chiamo Emilio, trentacinque anni, bel fisico ed una moglie bellissima. Già il fatto di avere una bella moglie mi riempie di orgoglio!
Il vedere come si girano gli uomini quando passa lei, mi stuzzica.
Angela, questo il nome di mia moglie, venticinquenne bionda naturale, non molto alta, un metro e sessantotto per cinquanta chili.
Quello che colpisce subito in lei sono gli occhi di un blu cobalto, un seno prosperoso ma non eccessivo, una terza, un paio di natiche sode ed alte che quando cammina si muovono su e giù, facendo impazzire di desiderio.
Le piace farsi ammirare, per questo indossa la minigonna che valorizza le sue gambe generosamente scoperte.
Non disdegna di civettare un poco, ma contrariamente a quanto si possa pensare lei è, e resta, una donna fedele.
Non ricordo, nei tre anni di fidanzamento, nessun strano comportamento o desiderio, meno che normale, anche da parte mia non l’ho mai spinta a fare cose strane.
Eravamo, e siamo inseriti in una compagnia di amici singoli ed accoppiati con i quali ci si vede al sabato o la domenica andando prima a cena e poi a ballare.
Angela è una patita del tango argentino che balla in copia con Paolo.
Entrambi vanno a scuola di ballo, e lo ballano in maniera favolosa e sensuale, ma questo non deve far pensare a nulla di più, anche se Paolo è un trentenne scapolo che non perde occasione per scoparsi qualsiasi donna della compagnia.
Angela lo tiene molto bene a bada.
Anche gli scherzi nel gruppo sono improntati ad uno spirito goliardico ma nel pieno rispetto degli altri, tutto normale quindi.
Quando ci siamo sposati avevamo avuto le nostre esperienze io avevo trentatre anni lei ventitre.
Durante il fidanzamento abbiamo avuto una sana ed intensa vita sessuale che ci lasciava completamente soddisfatti.
Magari le dimensioni del mio pene non erano di quelle da stravolgere, 17 centimetri per 4 di diametro, sufficienti comunque a soddisfare la mia compagna.
Gradiva talmente le mie prestazioni che ero costretto a baciarla continuamente per soffocare i suoi gridolini di piacere onde evitare di farli sentire ad altri.
In tutto questo felice contesto c’era solo una piccola pecca, Angela , che amava i bambini , li adorava proprio, manifestava sempre la sua idea di averne almeno tre.
Era però contraria ad avere rapporti sessuali con il rischio di restare incinta prima del matrimonio.
Avevo sudato le fatidiche sette camice prima di riuscire a convincere la mia fidanzata a lasciarsi levare le mutandine e permettermi di posizionare tra le sue cosce l’uccello per fare il più classico dei fra cosce.
La sua apprensione mi rendeva nervoso, non smise un momento di chiedermi di non fare pasticci che lei non voleva restarci come una stupida.
Certo era bello far scorrere il cazzo tra quelle sue cosce burrose, ancor più bello sentire il glande scorrere a stretto contatto della sua fica che, sotto quello sfregamento, andava inumidendosi sempre più, fino ad essere talmente bagnata che la cappella scorreva liberamente tra le labbra della vulva arrivando, a volte a piantarsi con la sola punta nelle piccole labbra vaginali.
Quella volta, pur avendo promesso che non lo avrei fatto, le sborrai tra le cosce con il pene puntato sulla fica.
A seguito dei suoi strilli, fui costretto s prometterle che in seguito avrei usato delle precauzioni, così fu giocoforza, per me, prendere tutte le precauzioni del caso.
Avevo suggerito ad Angela di farsi prescrivere la pillola, ma lei era contraria per principio.
“La gravidanza è una cosa naturale e bisogna evitarla naturalmente non con artifizi strani”, amava dire sempre ogni qualvolta tornavo sul discorso della contraccezione.
Inevitabilmente a me toccava fare una rapida retromarcia per non ingravidarla.
Devo però riconoscere ad Angela la buona volontà di alleviare la mia tensione erotica con dei pompini da sballo.
Quando le circostanze lo permettevano e riuscivamo ad avere la casa tutta per noi, ci spogliavamo e, nudi sul letto davamo libero sfogo alla nostra passione, e credetemi Angela ne aveva da vendere.
I suoi pompini erano una cosa sconvolgente.
Una volta penetrato in quella sua fantastica bocca, il glande veniva succhiato, leccato, aspirato in tale maniera che pareva dovesse entrarmi anche il lenzuolo nel buco del culo tanta era l’aspirazione.
Poi, se manifestavo ancora desiderio del suo corpo, ed avevo eiaculato da poco, onde evitare il rischio gravidanza, non si tirava indietro,offrendomi il suo meraviglioso culo.
Si posizionava in ginocchio sul letto porgendo le sue sode natiche al vento, in modo che io potessi penetrare tra quelle splendide semisfere, penetrando l’anello elastico dello sfintere e pomparlo, fino a svuotarmi completamente nel suo retto con abbondanti eiaculazioni.
Tutti i nostri amici vennero invitati al nostro matrimonio.
Al pranzo, svolto in grande allegria, tra scherzi ed allusioni spinte, si arrivò al momento delle danze, che furono aperte da noi sposi.
A seguire, le altre coppie invasero la pista.
Fu in un momento di pausa, Angela si era fermata la tavolo di amici comuni, che Paolo le chiese di fare un tango e devo dire che come al solito vederli ballare era uno spettacolo molto intrigante, ma lungi da me la gelosia, tra di loro era solo passione per il tango argentino a farli muovere così sensualmente.
Finalmente riuscimmo a dileguarci, iniziando il nostro viaggio di nozze a Cuba.
Fummo presi dalla magia dell’isola fin dal nostro arrivo.
La nostra prima notte fu incantevole : cena a lume di candela servita in stanza e poi via a farci carezze, baci, cunnilinguo e fellatio in un crescendo fino a quando Angela rovesciandosi supina sul letto, spalancò le cosce tirandomi a se, ”Vieni, vieni , metti quel tuo bel cazzo nella mia fichina che lo aspetta. Vieni immergiti fino in fondo e riempimi del tuo seme. Fecondami ti prego, ingravidami, non ce la faccio più voglio la tua linfa dentro di me.”
Era tale la sua libidine che pareva voler strapparmi il pene tanto lo tirava a se.
Se lo ficcò dentro senza esitare.
Con un colpo secco fui in lei.
La solita dolce sensazione dei suoi muscoli vaginali che mi stringevano il membro, mentre le labbra della vulva aiutavano i movimenti della vagina a succhiare e sputare il pene.
Scorrere in quel paradiso fu grandioso, ancora più grandioso fu il non dovermi tirare via per tempo ma , finalmente restare dentro di lei e morire in quel paradiso.
Non saprei dire esattamente quanto sperma pompai nel suo utero ma, la quantità era tale che dalla vulva continuava a colare fuori anche dopo un quarto d’ora che avevamo finito.
Riprendemmo a fare l’amore una,due, tre volte fino a quando l’alba non ci colse stremati ed addormentati.
Per tutta la permanenza sull’isola seguimmo quel ritmo, la sera si scendeva a ballare, Angela si sbizzarriva a ballare con i fusti locali le danze caribiche mentre io stavo seduto tranquillo al tavolo sorseggiando Cubalibre e Gintonic.
La mia Angela non perdeva un ballo, lasciava che i ballerini le si strusciassero addosso ma, se andavano oltre un certo punto, li bloccava.
Tutto quello sfregamento ovviamente la eccitava, tanto che quando ci ritiravamo in camera non facevo in tempo a chiudere la porta d’ingresso che, prontamente mi assaliva spogliandomi e trascinandomi a letto a fare l’amore.
La prima riusciva sempre bene, la seconda richiedeva più tempo con la gioia di mia moglie. La terza Angela doveva impegnarsi con pompini ed altro per tirarlo su, più i giorni passavano più fatica facevo a farne tre per notte.
Al ritorno dal viaggio di nozze ci sistemammo nella nostra casetta, una villetta a schiera quadrifamiliare livellata su tre piani. Al piano terra garage con cantina ed una ampia taverna dove riunirsi con gli amici, ricavato a parte un piccolo stanzino che avevamo deciso dovesse essere il mio spazio per il mio hobby di elettronica informatica e fotografia.
Pur essendo molto impegnata con la nuova casa, mia moglie pareva essere preda di una febbre erotica che mi avrebbe portato presto alla tomba se non avessimo rallentato un poco il ritmo.
Quando lo feci notare alla mia dolce metà mi disse che lei voleva un figlio e pertanto ricevendo il mio sperma tutti i giorni nell’utero prima o poi sarebbe rimasta certamente incinta.
Purtroppo il tempo passava e lei non restava pregna, mentre io mi stressavo sempre più.
Mi sentivo debilitato, la sera vedevo con timore il mio rientro a casa , al solo pensiero di dover fare l’amore con mia moglie, mi sentivo male e, quel stramaledetto stik del test di gravidanza, continuava a dare esito negativo.
L’ansia ormai ci aveva travolto, mia moglie girava con un termometro in mano a controllare sempre la temperatura basale, per cogliere il momento più fertile.
Appena la temperatura indicava il momento propizio, venivo chiamato al mio dovere.
Ormai stremato, decisi di sottopormi ad un esame medico.
Sapevo, per averlo letto su di una rivista, che la maggior parte dei maschi non vuole accettare di essere sterile; io a differenza di altri non escludevo quella evenienza.
Mia moglie, da donna innamorata, non volle lasciarmi da solo; anche lei volle sottoporsi ad accertamenti clinici.
Il risultato fu per me drammatico. Il mio referto parlava di scarsa mobilità degli spermatozoi. Quel termine stava ad indicare la quasi totale immobilità dei miei spermatozoi, pertanto , non muovendo il flagello, o muovendolo pigramente, non avevano nessuna possibilità di risalire il condotto e colpire con forza l’uovo per penetrarlo e fecondarlo.
In poche parole ero sterile !
Quella notizia ci buttò nello sconforto assoluto, io mi rassegnai ma mia moglie no.
Le sue analisi cliniche dicevano che aveva un indice di fertilità elevatissimo e lei voleva diventare madre.
Ci furono alcune discussioni tra di noi, tirammo in ballo anche mia suocera, infine decidemmo di rivolgersi ad un centro specializzato.
Fummo nuovamente invitati a fare alcuni test, poi a me diedero delle cure per aumentare la vivacità dello spermatozoo, infine vista l’inutilità delle cure ci indirizzarono verso due soluzioni. L’inseminazione assistita o l’adozione.
Angela respinse subito quest’ultima”Io voglio sentire mio figlio dentro di me. Voglio sentirlo muovere, voglio sentirlo vivo ed io con lui”.
Visto che io sparavo a vuoto, era indispensabile trovare una banca per l’inseminazione suggerì Angela.
La segui nella sua idea e decidemmo per l’inseminazione assistita.
Più volte venni convocato dallo psicologo, il quale mi spiegò le possibili conseguenze sul mio sistema nervoso al concepimento assistito.
Mi trovai così a fare una specie di corso per accettare il figlio che sarebbe arrivato come se lo avessi fatto io.
Quando finalmente i test psicologici, sia miei che quelli di mia moglie diedero esito positivo, per cui risultavamo idonei alla fecondazione assistita, iniziarono ad inserire lo sperma del donatore nell’ utero di mia moglie.
Intervento scomodo e doloroso, ma sopportato con coraggio da Angela, che voleva diventare madre a tutti i costi!
Il primo tentativo non riuscì, il secondo lo stesso, il terzo parve aver funzionato bene ma dopo poco tempo ci fu un aborto spontaneo.
Mia moglie era disperata!
Giorno per giorno la vedevo avvilirsi e deprimersi.
Poi un giorno, un medico generico che avevamo incontrato in ospedale, ed al quale avevamo esposto il nostro problema, buttò la come fosse una battuta:”La signora potrebbe non restare incinta a causa della forte tensione nervosa e dall’ansia da concepimento, visto che neanche con l’inseminazione assistita è rimasta gravida.
Non vi resta che provare una soluzione che può sembrare strana, ma a volte funziona”.
“Dottore, ci dica. Io e mia moglie siamo disposti a tutto pur di avere un figlio “ ribadii io convinto e supportato dai segni di assenso di Angela
“Bene signori, io vi dico cosa potete fare: poi sta a voi decidere.
Prima di tutto vi consiglio un periodo di relax, andate in montagna, rilassatevi, non pensate al figlio, quello verrà in seguito.
Fate delle passeggiate, ossigenatevi ed intanto pensate ad un possibile donatore”
Angela non lo lasciò terminare, “dottore le abbiamo detto che ben tre tentativi sono falliti non sarà certo un quarto a darci il figlio tanto desiderato.”
“Signora, la prego mi lasci finire: Dicevo di fare relax, ed una volta pronti e scelto il donatore lei, signora, dovrebbe avere rapporti sessuali con lui, diciamo per un mese? Due forse od anche tre, ricevendo il suo seme in vagina, credo che al quarto mese potrebbe funzionare. Quello che le raccomando, di essere completamente rilassata quando avrà i rapporti, non facendosi sopraffare dal senso di colpa nei confronti di suo marito che, invece potrebbe assisterla rendendole la cosa piacevole”
“Ma dottore, cosa sta dicendo? Io dovrei avere un rapporto sessuale con un altro uomo e farmi ingravidare da questo?
Ma lei è pazzo, io sono una donna onesta e rispettosa dell’amore di mio marito, mai!mai! farò le corna a mio marito, fosse anche per avere un figlio.” , insorse mia moglie indignata da quella proposta
“Signora, io le ho suggerito una possibilità, provare non costa nulla , poi vedete voi.
Non sono certo io il donatore.” !!!
Con fare sostenuto ed offeso, il medico si allontanò, lasciandoci nello scoramento totale.
Passavano i giorni, e mia moglie crollava sempre più.
Ora non parlavamo neanche più, neanche più facevamo l’amore, non potevo più vedere mia moglie in quelle condizioni: fu per questo motivo che una notte, mentre eravamo a letto, entrambi svegli , affrontai l’argomento.
“Amore, ascolta io non posso più vederti in questo stato di depressione.
Se quello che ha detto quel medico potesse essere veramente l’ultima spiaggia, perché non provarla, dopo sapremo che nulla è stato lasciato al caso.
Guarda io sono disposto a che un altro uomo ti fecondi pur di vederti felice.
Lo dissi con tutto il mio amore.
Povera Angela, le sue lacrime mi spezzavano il cuore mentre, tra un singhiozzo e l’altro, mi diceva che non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, che anche se fatto per un vadido motivo, era sempre fare le corna al marito.
Mi trovai a piangere con lei, mentre le dicevo che non sarebbero state corna ne tradimento, perché io sapevo il fine e, poi sarei stato vicino, consenziente.
Parlammo tutta la notte, infine mia moglie si decise per il tentativo ultimo, l’accoppiamento con un uomo che non ero io.
Angela si era decisa ma, i problemi nascevano in quel momento, come cercare il donatore? Come potevamo sapere che non avesse tare ereditarie, come essere sicuri che fosse fertile?
La scelta fu lunga e piena di dubbi.
Avevamo un gruppo di amici su cui puntare e scegliere ma, a mano a mano che venivano vagliati, venivano scartati per vari motivi.
Infine l’unico candidato sicuro affidabile fu Paolo.
Lo invitammo a cena una sera.
Devo dire che fu molto sorpreso, infatti non era tra i nostri amici più intimi, tolto il tango argentino con Angela, non avevamo altri rapporti.
Quando gli dicemmo che avevamo necessità di parlargli di una cosa delicata accettò l’invito.
Quella sera, con molto imbarazzo, gli spiegai tutto sul mio problema e su quello che il medico ci aveva suggerito: pertanto se lui fosse stato d’accordo, e dopo che si fosse sottoposto a tutti gli accertamenti del caso, noi avremmo desiderato che fosse lui ad ingravidare Angela.
“Fatemi capire bene, voi due vorreste che io facessi l’amore con Angela versando il mio seme dentro di lei per ingravidarla?”
“Beh, l’amore vero e proprio no, solo iniettare in lei il tuo seme. Ovvero non un vero e proprio atto sessuale ma, io avrei pensato ad una masturbazione che si protraesse fino al limite dell’orgasmo per poi mettere dentro il pene e scaricare nell’utero di mia moglie” ci tenni a sottolineare
“Si, ecco niente baci, niente effusioni strane o preliminari.” Rincarò la dose Angela!
“Non so che dire, devo analizzare la cosa. Vorrei chiariste la modalità del tutto. Se non ho capito male dovrei passare di qua tutte le sere fare questa operazione ed andarmene subito dopo?” domandò Paolo incredulo.
“Quello che mi lascia perplesso non è tanto il fatto che io metterei al mondo un figlio mio, ma il modo. Farmi una sega per ingravidare Angela alla tua presenza Emilio, lasciatelo dire è come scopare con il preservativo, o peggio ancora, fare una retromarcia.
Comunque, visto che è a fin di pene, pardon di bene, lo farò” !
Soddisfatti, brindammo a quello strano accordo.
Paolo si sottopose a tutti gli esami del caso che, inutile dirlo, risultarono perfetti sia come seme che come salute in generale; a quel punto non restava che stabilirla data di inizio, ovvero il giorno dell’ovulazione di Angela.
Il momento era arrivato!
Per tutto il giorno mi ero tormentato, pensando che quella sera l’amico Paolo avrebbe violato il corpo di mia moglie, anche se solo parzialmente, quel pensiero mi sconvolgeva.
Giunto a casa trovai Angela in uno stato di agitazione tale da lasciarmi perplesso.
Non stava ferma un momento, parlava in continuazione, torcendosi le mani. “Cosa pensi, faremo bene? Non è che tutto questo influirà sul nostro rapporto? Ho tanti dubbi.”
Povera Angela.
“Amore” le dissi stringendola tra le braccia, “ormai il dado è tratto, non crearti problemi, vedrai che tutto andrà bene e tu avrai , anzi noi avremo il figlio che vogliamo, stai tranquilla e rilassata come ha detto quel medico.”
Il suono del campanello ci fece sobbalzare, il momento era arrivato.
Paolo entrò, porgendo ad Angela una bottiglia di Champagne, “Per onorare l’evento e sperando che tutto vada bene. “
Lo avevamo invitato a cena per non dare alla cosa un aspetto di intervento freddo e tipo clinica.
Dire che quella fu una cena allegra sarebbe un eufemismo.
Tutti eravamo tesi, continuammo ad esserlo anche dopo.
“Cosa facciamo ora?” chiese Paolo, “andiamo in camera da letto, o dobbiamo consumare qua?”
“Io direi di la in camera,” disse Angela timidamente.
Tutti e tre ci recammo nella stanza da letto.
Angela si coricò direttamente sul letto, pareva una mummia, tutta rigida in attesa che Paolo la fecondasse.
Non che il nostro amico fosse da meno , se ne stava li impacciato cincischiando con la cinta dei calzoni, non sapendo cosa fare.
“Non è necessario che ti sfili i calzoni, puoi aprire la braghetta e tirarti fuori l’uccello” gli dissi con tono freddo, mentre Angela mi guardava stranita.
“Io cosa faccio? Devo tirare su la gonna e levarmi le mutandine?” chiese scioccamente.
“Certo che devi togliere le mutandine e tirare su al gonna, come pensi che possa mettere dentro il suo uccello.” Replicai in modo sgarbato, mi stavo innervosendo.
Mia moglie con mossa pudica e civettuola nello stesso tempo inarcò il corpo e si sfilò le mutande mostrando per la prima volta la sua bella fighetta bionda a Paolo che, subito ebbe una reazione positiva .
Io stavo sempre li a guardare l’evoluzione dei fatti che, purtroppo non erano incoraggianti. Guardai con stupore Paolo che, dopo molti tentennamenti si decise a tirare fuori il suo pene. Aimè, apparve una cosa molliccia, mai quell’affare sarebbe potuto penetrare in Angela.
“Paolo! “Mi trovai ad esclamare “ “Che c’è, non ti tira?”
“Paolo un cazzo!
Come fa a tirarmi davanti ad una donna che mi pare vada al martirio e con il marito che mi sta alle spalle guardando ogni mia minima reazione?
Cazzo, Angela un minimo di partecipazione ”
“Cerca di capire Paolo, non è facile per un marito guardare un uomo che, per quanto amico penetra sua moglie per ingravidargliela.”
“Avrai anche ragione , ma con te incollato alle costole proprio non riesco a concentrarmi.
Forse se ti sistemassi fuori dalla stanza, magari vicino allo stipite della porta, potrei riuscire meglio.” Riprese Paolo.
Feci come aveva chiesto, mi posizionai fuori dalla porta, lasciando a lui più spazio di movimento, rammentandogli comunque di menarsi l’uccello fino al punto di non ritorno, e solo in quel momento mettere la punta del glande dentro la vulva .
Paolo prese a menarsi con lentezza il pene che diede i primi segni di vita.
Sotto la sollecitazione delle sue mani vidi il membro di Paolo crescere, crescere in maniera incredibile fino a diventare un cazzo di notevoli dimensioni.
Il nostro amico era un vero e proprio superdotatissimo cazzuto.
In condizioni normali avrei temuto per l’integrità fisica della vagina di Angela ma, visto che Paolo doveva solo inserire la punta del pene, non mi preoccupavo.
Paolo continuava a segarsi mentre Angela aveva allargato le gambe per eccitarlo un poco. “Preparati che ci sono. Apri bene le gambe che sto venendo.” Ansimò Paolo salendo sul letto per poter guidare il pene verso le labbra della vulva. Posizionatosi tra le gambe di Angela , la invitò a prendere il pene con le mani e guidarlo tra le grandi labbra.
Mia moglie, agitatissima, prese a masturbare il grosso cazzo tirandolo verso di se fino a fargli toccare i peli setosi della fica ma, vuoi per l’agitazione o vuoi per la strana situazione molto particolare, all’improvviso dal meato del glande ci fu una vera eruzione di sperma che imbratto i peli della fica di Angela e tutto l’interno delle cosce,
Con uno sguardo di rassegnazione tutti e tre ci guardammo dovendo riconoscere che il primo tentativo di fecondare mia moglie , era fallito !
Paolo,quasi vergognandosi disse: “Così non concluderemo mai nulla, non è facile posizionarsi tra le gambe di Angela e mettere il pene nella sua vagina partendo dal fondo del letto e stando con i pantaloni.
Io suggerirei di spogliarci entrambi e coricarci l’uno accanto all’altro così da non perdere tempo.”
Guardai mia moglie ed al suo cenno di assenso invitai Paolo a spogliarsi ma, lui contrariato disse:”Niente da fare, per questa sera il mio gingillo non risponde più e se non facciamo le cose per bene possiamo lasciare l’idea della fecondazione.”
Detto questo richiuse la braghetta e si diresse alla porta di uscita.
Prima di uscire dall’appartamento si voltò ancora verso di me ed aggiunse;”Senti amico mio , non credo sia possibile ingravidare una donna mettendo solo la punta dell’uccello nella fica, rassegnati all’idea che il cazzo deve penetrare tutto nella vagina altrimenti non fai nulla.” Detto questo uscì
Lasciando me e mia moglie sbalorditi senza sapere cosa fare.
Angela, meravigliosa in questo, riuscì a superare il momento di disagio tendendomi le braccia e coricatasi nuovamente sul letto mi attirò a se dicendomi:”Amore mio, vieni facciamo l’amore. Amami, voglio solo te, solo te sei il mio amore.” Mi fece coricare accanto a lei e, una volta liberato il pene le sue labbra lo aspirarono donandomi un piacere perverso.
Fu una notte d’amore selvaggio, mai Angela si era prodigata in pompini come quella notte e, visto che il mio seme nella vagina non avrebbe fecondato nulla , volle essere inculata per tutta la notte.
Quella notte d’amore non cancellò l’idea di mia moglie,non volle rinunciare al suo progetto di avere un figlio.
Il giorno dopo fui io a chiamare Paolo pregandolo di venire quella stessa sera.
Angela aveva dato il meglio di se in cucina curando non solo i piatti ma anche l’abbigliamento che risultava molto sexy.
Al termine della cena lasciai che i due entrassero nella stanza da letto da soli, io mi fermai al di qua della porta, cercando di restare nell’ombra.
Potevo veder i due spogliarsi, mia moglie nella sua totale nudità era magnifica, Paolo se la mangiava con gli occhi e già vantava una bella erezione, quasi come la mia, stavano proprio bene insieme.
Ma cosa mi passava per la mente, questa volta doveva funzionare per forza.
Paolo stava già massaggiando la sua asta, poi vidi che con una mano prendeva la mano di mia moglie portandola decisamente sul proprio pene ed imprimendole un movimento di su e giù. Vedi il pene gonfiarsi sotto la carezza di Angela, poi il singulto di lui”Ora,ora apri le gambe” prontamente mia moglie spalancò le cosce, Paolo non perse tempo e si posizionò nel mezzo, la fica di mia moglie appariva in tutta la sua bellezza, il folto pelo nascondeva la fessura ma questo non impedì a Paolo di puntare deciso il glande tra le labbra vaginali e spingere per penetrare in vagina e versare il suo seme.
Il grido di dolore di Angela”Fermati mi stai facendo male! “bloccò Paolo che strillò” Cazzo sei asciutta che più di così non si può, come faccio a entrare e oh, no sto venendo” e dal suo cazzo partirono gli zampilli cremosi che si spiaccicarono contro le labbra della fica di Angela.
Esasperato Paolo, scese dal letto e si rivestì avviandosi mestamente verso la porta.
“Emilio, mi sa che così non cela farò mai come faccio a penetrare in una fica asciutta, mi faccio male io e si fa male lei.
Bisogna cambiare sistema, magari se non sei li in agguato forse tua moglie si sblocca e riusciamo a concludere”.
Così dicendo si rivestì e se ne andò!
Non sapevo cosa fare avevo pregato il nostro amico di pazientare per un tentativo ancora poi avrei deciso cosa fare, se fosse fallito anche quello.
Angela, anche quella notte volle fare l’amore come una pazza ma, quasi volesse punirmi per la mia sterilità, non mi permise di penetrarla in vagina: ogni qualvolta cercavo di posizionare il pene sulla vulva ,lei scartava e mi faceva andare fuori bersaglio ridendo come fosse un gioco. Non prestai molta attenzione al fatto ma lo rivissi durante il giorno.
Quello che doveva essere l’esperimento finale, almeno per quella volta, iniziò con un aperitivo e con il ballo.
Pareva che la cosa funzionasse , tra Angela e Paolo si stava creando una certa atmosfera di complicità, la cena era pronta, l’atmosfera era pregna di voglia.
Il campanello suonò, io e mia moglie ci guardammo domandandoci chi potesse essere, non aspettavamo visite, andai ad aprire e mi trovai di fronte mia suocera.
“Carissimi, scusate se vi arrivo in casa all’improvviso ma ho un problema in casa mia ed avrei bisogno che domani Emilio venisse a risolverlo, per stasera cenerò da voi….. Oops, scusate vedo che avete ospiti, forse sono venuta in un momento sbagliato.”
“Ma cosa dici mai , mamma:anzi, visto che stavamo mettendoci a tavola con questo amico di Emilio accomodati pure te , intanto ti presento Paolo”disse mia moglie precedendomi.
Mia suocera Carla era una gran bella donna, nera di capelli, gli stessi occhi della figlia blu cobalto, leggermente più alta di mia moglie e con curve un poco più carnose, una gran fica.
Da cinque anni vedova, spesso si appoggiava a noi per qualche aiuto.
Non nego che mi intrigasse, ma perbacco era pur sempre la madre di mia moglie, anche se non pareva proprio.
Aveva quarantasette anni ma ne dimostrava dieci di meno.
Carla si fermò a cena da noi, poi, visto che quell’incosciente di Paolo le fece una corte sfacciata, lei pensò bene di civettare altrettanto sfacciatamente con il risultato che, dopo aver riso e scherzato per tutta la cena, il buon Paolo si offrì di accompagnarla a casa.
A mia moglie chiesi cosa le fosse venuto per la mente di far restare a cena sua madre, lei mi rispose candida,”non volevo pensasse qualcosa di male, visto che c’era Paolo.”
“Si cosi il tuo progetto va a farsi fottere. Hai visto come quel dongiovanni puntava tua madre? Mi auguro solo che si sia limitato ad accompagnarla a casa e non dentro il letto.” Ero arrabbiato con me stesso. Quella notte mia moglie non mi fece avvicinare al suo corpo. Quella sera decidemmo di rimandare il tutto alla prossima ovulazione!
Fu quel terzo tentativo andato a monte e, come si erano messe le cose tra me e Angela, a farmi prendere la decisione finale.
Sono un appassionato di fotografia ed elettronica, non un professionista ma un poco me la cavo.
Con l’aiuto di un amico che ha un negozio specializzato in antifurti e video sorveglianza, studiai di mettere insieme una rete di microtelecamere per tutta la casa, in modo tale da avere tutto sotto l’occhio vigile dell’obbiettivo e di microfoni ultrasensibili.
Di nascosto da mia moglie montai il tutto, sotto la consulenza dell’amico.
Il risultato fu perfetto.
Nella stanza da letto, con quattro microcamere, non c’era angolino che io non vedessi, zumando potevo vedere perfino la trama del tessuto del copriletto, come audio poi si percepiva il volo di una mosca, un favola.
Tutti i segnali erano convogliati in un un gruppo di ben cinque registratori DVD che poteva registrare per otto ore continue, a me ne sarebbero bastate molto meno.
Angela seguiva la sua routine, lavoro, casa, mamma.
Alle mie richieste di fare l’amore lei rispondeva serafica, “amore so che per te è dura ma cerca di capire, mettermi dentro il tuo affare senza la speranza di restare incinta mi pare una cosa inutile, mi manda in paranoia.
Per questo periodo vedi di accontentarti da solo.”
Fu a quella risposta che le comunicai la mia intenzione di vedere realizzato il suo desiderio di maternità, e che , quando fosse venuto il momento, io mi sarei allontanato da casa lasciando che lei e Paolo potessero avere l’intimità necessaria per portare a termine quanto stabilito, sarebbe stata lei a chiamarmi sul cellulare una volta terminata la cosa.
Angela mi baciò ed abbracciò. “Oh, Emilio amore mio, ti ringrazio. Se devo essere sincera anch’io mi sentivo imbarazzata a mostrarmi nuda davanti a Paolo con te presente. Ti ringrazio per la tua delicatezza.”
Pareva tutto a posto ma io ero teso, la gelosia mi divorava e grazie all’impianto installato avrei potuto controllare le cose.
Mia suocera, grande donna, si rese conto che qualcosa tra me e sua figlia non stava andando bene e me ne chiese ragione Invitandomi un giorno a casa sua.
“Allora Emilio, ho notato che tra te ed Angela c’è una certa tensione. A dire la verità già quella sera che sono venuta da voi ed avevate quell’amico a cena mi siete apparsi tesi ed ansiosi che vi lasciassi soli, cosa sta succedendo? Sono tua suocera ma anche tua amica.
Con me puoi confidarti lo sai”
Guardai mia suocera con occhi nuovi, come diceva lei mi era amica, ma io la vedevo donna e fica, si era una gran bella donna che mi intrigava ma mai le avrei mancato di rispetto, così le raccontai per filo e per segno tutto il nostro piano, mio e quello di mia moglie per avere un figlio.
Carla mi guardò sorpresa.” Mi stai raccontando, se non ho capito male, che tu e Angela avete concordato con questo Paolo di ingravidare tua moglie. Ma dico, vi siete impazziti?
Ma avete idea in che guai potreste trovarvi? E tu come permetti che tua moglie faccia sesso con un altro uomo, sei un incosciente, hai pensato per un solo momento che potresti perdere Angela?. Pensa se si innamorasse di questo Paolo, io poi lo conosco bene. Pensa che la sera che mi ha accompagnato a casa, voleva portarmi a letto.”
La guardai, poi risposi :” Per rendere felice Angela farei tutto il possibile e l’impossibile, anche portare le corna se necessario.”
“Vi auguro che tutto vada bene e non abbiate a pentirvene. E quando dovrebbe essere la prossima volta?” chiese mie suocera
“Dopo i tre tentativi, l’ultimo è stato la sera che sei venuta a casa nostra, dovremo aspettare l’ovulazione che dovrebbe essere tra pochi giorni.
Ho deciso che questa volta lascerò soli Angela e Paolo, penso che la mia assenza eviterà loro di essere imbarazzati per la mia presenza.”
“Bene vorrà dire che ti aspetterò per quella sera.”
Il momento venne in una sera di maggio, mia moglie mi disse di chiamare Paolo per la solita cena.
A differenza delle altre volte, noi tre seduti attorno al tavolo non eravamo tesi, anzi ridavamo e scherzavamo come se si fosse trattato di una cena normale, infine dopo aver bevuto il caffè mi avviai alla porta salutando i due. “Mi raccomando Paolo non devi scopare mia moglie, solo versare il tuo seme nella sua vagina.”
Angela mi accompagnò alla porta e salutandomi con un bacio “Grazie amore, grazie per quello che fai, ti ripagherò non temere, il tuo sacrificio non sarà vano” detto questo chiuse la porta la sciandomi fuori nella sera.
Sceso in garage mi assicurai che l’impianto antintrusione fosse funzionante e feci partire la registrazione.
Le telecamere posizionate nella zona pranzo mostravano i due che si guardavano reciprocamente con disagio.
Salii in macchina e mi diressi verso la casa di mia suocera.
Percorsi il tragitto di strada che mi separava dall’abitazione di mia suocera in trance. Avevo la testa ovattata neanche vedevo la strada, ma arrivai lo stesso a destinazione.
Suonai, mia suocera venne ad aprire e vedendomi non apparve per nulla sorpresa.
“Accomodati” disse guardandomi con commiserazione.”Allora, avete dato inizio all’operazione figlio nonostante il mio consiglio:Dio non voglia abbiate a pentirvene. Vieni che ti faccio un caffè”.
Carla mi fece accomodare in salotto e sparì in cucina, quando tornò portava un vassoio con due tazze di caffè fumante, prese posto accanto a me sul divano e mi chiese quando dovessi andare via.
“Non lo so, sinceramente non so dirti quando devo tornare, sarà Angela a chiamarmi, una volta terminato l’accoppiamento.”
“Povero Emilio, ti stai costruendo la bara da solo. Io vorrei tanto poterti aiutare, ma non so come fare.”
Ringraziai mia suocera per il suo interessamento. Chiacchierammo ancora per un po’ , poi faccendoni sobbalzare, lo squillo del cellulare ci interruppe.
Guardai l’orologio e vidi che erano trascorse più di due ore .
Risposi al telefono e la voce un poco roca di mia moglie mi disse che potevo tornare.
Salutai mia suocera e tornai a casa.
Nel percorso analizzai se fosse meglio guardare il video prima o dopo il rientro, optai per guardarlo con calma dopo aver sentito mia moglie.
Introdussi la chiave nella serratura e con timore aprii la porta, l’ansia che mi portavo dentro si dissolse.
Mia moglie mi accolse come fossi stato assente dei mesi: buttandomi le braccia al collo mi baciò “Amore! Grazie” questa volta è andato tutto bene, dovremo provare ancora per tre o quattro giorni e poi aspettare, sono così felice.” Sprizzava gioia da tutti i pori, io un poco meno, il solo pensiero che dovevamo ripetere altre tre o quattro volte la cosa mi sconvolgeva.
Io ero geloso di mia moglie.
Mi venne spontaneo chiederle come fosse stata la cosa.
“Come vuoi che sia stato,come avevamo detto, Paolo è stato proprio di parola non ha fatto nulla di più del necessario.
Ti prego non ti crucciare. Appena resto incinta finisce tutto. Dai su.”
Lei la faceva facile ma io ci stavo da cani, furono ancora le sue braccia a distrarmi dai brutti pensieri mi guidò in camera da letto e finalmente dopo l’astinenza dei giorni passati si donò a me con più trasporto del solito, me lo prese anche in bocca, me lo succhiò a lungo mentre le dicevo che l’amavo, che ero pazzo per le sue tette e il suo culo. Poi le dissi che stavo per sborrare e lei come al solito tolse la bocca appena in tempo, mise una mano sulla cappella per parare i getti di crema, lasciò anche che la scopassi in fica ma non volle farmi godere dentro di lei “non vorrei diluissi il seme buono con il tuo.” Fu la sua risposta alla mia domanda del perché no! Venni fuori ma lei volle ripagarmi offrendomi il suo bel culo. La scopai un'altra volta fino a goderle nel retto, poi crollai sfinito abbracciato a lei. Per tutta la notte mia moglie mi si strofinò addosso vogliosa come non l'avevo mai vista – se quelli erano i risultati dovevo ringraziare Paolo.
La mattina dopo, mentre seduti a tavola facevamo colazione, domandai ancora a mia moglie come fosse stata la serata con Paolo.”Ho visto che si è fermato più di due ore, tanto c’è voluto”?
Angela, continuando a prestare una attenzione particolare alla sua tazza di caffè, mi rispose: “Emilio, perché vuoi tormentarti. Ti ho detto che è andato tutto come avevamo stabilito, cos’altro vuoi sapere?” ribadì mia moglie
“Chiedevo perché ho visto che ha un affare di tutto rispetto e mi domandavo se ti ha fatto male, anche se doveva mettere solo la punta”
“Ma no, stai tranquillo è stato di una delicatezza unica.”
Salutai mia moglie ed uscii di casa, mi allontanai di poco e aspettai che uscisse anche mia moglie per recarsi al lavoro, rientrai e scesi nel mio sgabuzzino degli hobby.
Dopo essermi accomodato sulla poltroncina accesi i video registratori, uno per telecamera, ed osservai attentamente le immagini che scorrevano sullo schermo.
La prima inquadratura mostra la mia figura che si allontana da casa, passai alla seconda telecamera e vidi Paolo e Angela ancora in piedi presso l’ingresso dove l’avevo lasciati.
Stavano lì muti a guardarsi negli occhi, impacciati non sapendo che cosa fare, la voce di Paolo ruppe l’impasse,”Allora Angela, cosa proponi ora che siamo soli?”
“Propongo un altro bel caffè, credo che ci voglia proprio.” Disse mia moglie andando in cucina , dopo pochi secondi lui la seguì.
L’inquadratura della telecamera posta in cucina mostra Angela intenta a caricare la moka, nell’inquadratura appare Paolo che posizionato dietro di lei l’abbraccia da tergo.
Angela pare sorpresa e non accenna nessuna reazione, poi si divincola e affronta Paolo.
'ascoltami bene, non è perché non c’è Emilio tu ti possa permettere di fare il cascamorto con me.
Si era detto accettando la cosa, dovevi farlo con il minimo coinvolgimento possibile niente baci, niente abbracci, e cose di quel genere: si fa solo quello e basta' - Angela arrossì appena finito di parlare.
Paolo appariva eccitato, probabilmente a causa della situazione. “Non ti preoccupare, rispetterò i patti, farò solo quello che tu vorrai.”
Angela ribadì,“ ti chiedo solo di non complicare le cose, ok? Beviamoci questo caffè e poi vediamo cosa si può fare per rendere meno penosa questa cosa” così dicendo tolse la caffettiera dal fuoco e senza neanche pensare al caffè si avviò verso la camera da letto seguita da Paolo.
Entrati nella stanza i due si fermarono guardandosi, parevano domandarsi chi dovesse iniziare. Fu Angela che spostatasi sul lato opposto del letto prese a sbottonarsi la camicetta, imitata quasi subito da Paolo.
La telecamera mi mandava l’immagine di mia moglie che con movimenti lenti si sfilava la camicetta , si sbottonava il reggiseno e lo deponeva sulla poltroncina posta dalla sua parte, infine fece scorrere la lampo della gonna e lasciò che cadesse a terra scalciandola lontano, rimasta con un minuscolo tanga mostrava in tutto il suo splendore il proprio corpo poi si infilò velocemente sotto il lenzuolo, dove armeggiò per sfilarsi il tanga e buttarlo sulla poltroncina .
“Va tutto bene?” le domandò Paolo mentre continuava a spogliarsi. Rimasto in mutande, prima di togliersele, prese ad accarezzarsi il pene per farlo rizzare bene, infine si abbasso lentamente.
Nonostante il nervosismo, Angela fissava Paolo con attenzione fino alla fine quando liberò il suo cazzo eretto.
Non potei fare a meno di notare il lampo di meraviglia che passò negli occhi di Anna.
Pur alla sola luce delle abajourt poste sui comodini si vedeva che era grosso.
Angela pareva tremare.
Paolo, si avvicinò al letto, esibendo il suo cazzo puntato verso l’alto.
Lei girò la testa imbarazzata.
“Angela, ti prego non fare così,rilassati sono qui perché lo hai chiesto tu, non voglio certo violentarti, se non vuoi fare nulla mi va bene me ne vado.” Poi dopo alcuni secondi aggiunse:” pensa potrebbe per perfino piacerti quello che faremo.”
Angela tenne a precisare. “Ricorda cosa abbiamo stabilito Paolo, faremo solo quello che è necessario perché io resti incinta e niente altro! Niente fantasie strane, ricorda lo hai promesso.”
“Uffa, certo che non agevoli minimamente il mio compito, mi pare di essere uno stupratore. Almeno dai una bella occhiata al mio cazzo, ti piace ’Non trovi che sia bello grosso, non lo trovi più grande di quello che ha Emilio.”
“Smettila! Non essere volgare, non umiliarmi con quel linguaggio scurrile.”
“Dai non l’ho fatto per farti arrabbiare , volevo solo sdrammatizzare.”
“Ho la vaga idea che mi convenga piantare tutto e andare via.”
“No! Angela,mi dispiace l’ho già detto volevo solo rompere la tensione. Se sei d’accordo mi potresti fare un po’ di posto. Non farò più battute stupide”
Angela ,sollevò il lenzuolo invitando Paolo a coricarsi al suo fianco.
Poi,lo sguardo fisso sul grosso pene “ Ascolta Paolo, il tuo è veramente grosso, capisco anche che per ingravidarmi non è sufficiente appoggiarlo all’ingresso ed iniettare il seme dentro.
Ho letto anch’io che il pene deve penetrare profondamente in vagina e ricordandomi delle tue doti, e visto le passate sperienze ho pensato di mettere una crema lubrificante, ovviamente ad Emilio non diremo nulla , non vorrei avesse a soffrire per una cosa da nulla.
Ma non dovrebbe stare più su?....non dovrebbe essere più duro?” chiese poi in un sussurro.
“Angela, ho bisogno della tua collaborazione, vedi di aiutarmi e tutto andrà nel migliore dei modi”.
Paolo, prese la mano di mia moglie e la portò sul sul suo salsicciotto di carne .”Vai avanti te ora, lentamente” le suggerì iniziando a muovere la sua mano lungo l’asta.
Angela, quasi la propria mano avesse una sua autonomia , prese a menare quel pene, già grosso fino a farlo svettare completamente dritto.
Aveva uno sguardo di meraviglia mentre osservava rapita le dimensioni di quel cazzo.
Erano notevolmente più grandi del mio, sia in diametro che in lunghezza.
“Ohhh, stai andando bene, continua così, sei bravissima” gemette Paolo tirando via il lenzuolo che ancora copriva il corpo di Angela.
“Cosa stai facendo!?” esclamò lei cercando di trattenere il lenzuolo sul suo corpo.
“Voglio solo vedere il tuo corpo, devo dire che è stupendo, perché nasconderlo?
Rilassati,non aver timore.”
Lei lo lasciò fare ed il lenzuolo finì ammucchiato ai piedi del letto, solo un riflesso di pudore le fece stringere le gambe e portare la mano libera a coprire il triangolo di peli biondi.
Paolo si beava di poter ammirare quel corpo liberamente “ Sei stupenda, sono stato sempre attratto dal tuo corpo e dal tuo seno.”Sussurrò coprendo con la mano le belle tette di mia moglie giocando con i suoi capezzoli che prontamente si arresero .
Con un gemito Angela si trovò ad implorare:” Paolo ti prego, non esagerare, ricorda i patti:”
Lui ignorò completamente quella preghiera,intensificando il massaggio al seno e torturando il capezzolo facendolo rotolare tra le dita.
Seduto, guardavo scorrere con tormento il nastro che mi mostrava mia moglie intrigata da quanto stava accadendo, il suo respiro si era fatto più corto e la sua mano non aveva abbandonato il pene ma continuava a menarlo con passione.
Paolo, approfittò della situazione e la sua mano scese giù fino al pube fermandosi sul morbido pelo biondo che ricopriva la vulva.
Angela, intuendo le intenzioni di Paolo, che voleva masturbarla per lubrificarla, gli disse:” non farlo….ti prego non farlo, non è necessario.
Ti ho detto che ho della crema possiamo usare quella.”
“Lascia perdere è meglio usare le cose naturali, senti come sei già bagnata, poi non vorrei che la crema disturbasse gli spermatozoi.
Angela lasciati andare vedrai che sarà meglio. “ Paolo infilò un dito nella fessura di lei che gemette un “noooooo”mentre lui muoveva il dito medio avanti e indietro nella vagina e con il pollice le titillava il clitoride.
'Oh...Oh...' - gemette Angela, accelerando il ritmo della sua mano sul cazzo. Paolo si avvicinò a lei sussurrandole : 'Apri le gambe Angela, voglio che tu sborri come una cavalla, voglio che la tua fica si allaghi per il mio cazzo.”
“No...non posso!' - mormorò – “Significherebbe tradire mio marito!'.
Paolo continuò a massaggiare la sua passera con più impegno ripetendo l’ordine.
“'Ho detto apri le gambe...adesso!'
Angela sgranò gli occhi, sorpresa, meravigliata e scioccata.
Nonostante tutto obbedì al suo ordine aprendo lentamente le sue gambe.
Paolo sorrise cattivo, sapeva che la donna avrebbe ceduto alle sue voglie, continuando a massaggiare il suo clitoride e muovendo il medio in circolo dentro la vagina.
Angela, aveva iniziato a respirare affannosamente mentre il suo bacino cominciava ad accompagnare i movimenti della mano di lui, mentre la sua mano stretta attorno al cazzo rispondeva con lo stesso ritmo.
Poi, improvvisamente, senza nessun avvertimento, mia moglie strinse la mano fortemente attorno al pene masturbandolo disordinatamente e si lasciò andare in un urlo: 'Oddio mio...aiutami...sto veenneendooo! , Godo maledizione a te, mi stai facendo godere, io non volevo.”
Paolo,continuò a massaggiarla estasiato alla vista della suo volto in estasi.
“Angela...Angela...tutto bene?” sussurrò
“Si....si, non posso credere che sia accaduto”rispose lei“ti prego, non raccontare nulla ad Emilio, mi sento così imbarazzata...non so cosa mi sia preso!'
“Lo sai benissimo cosa ti è preso”disse Paolo“stavi pensando al cazzo che hai in mano, stavi pensando che sensazione ti darà quando lo avrai dentro la tua calda e bagnatissima passera!”
“Paolo!” esclamò indignata. Anch’io, seguendo tutto sullo schermo ero indignato.
Mai mi ero permesso fin'ora di parlare con lei in quel modo, ma lui continuò
“Non dire sciocchezze, Angela...eri un lago quando ti ho toccata la patatina...ammettilo...desideri il mio cazzone, hai voglia di essere scopata!'
“Smettila, Paolo...non parlare in questo modo'”Angela iniziò a balbettare “Sai...sai bene perché lo stiamo facendo...è perché desidero avere un bambino!”
“Oh, si che lo so, ma nulla ci vieta di rendere la cosa un po’ più piacevole, e non è certo il caso di dirlo ad Emilio,no?
Ora fai la brava e vedrai che ti piacerà” Paolo, si mosse, la baciò sul collo appena sotto l’orecchio facendola rabbrividire di piacere.
Le accarezzò la schiena e le natiche, poi l’afferrò per la schiena attirandola a se baciandola con passione.
Dal collo scese alla clavicola poi intorno ai capezzoli turgidi, ed ancora più giù fino all’ombelico e tra le cosce.
Angela gemette vinta rilassando i muscoli contratti delle gambe permettendo così alla lingua di lui di sfiorare la pelle morbida avvicinandosi alle zone calde di lei.
Il volto di mia moglie tradiva un conflitto interiore, si capiva che avrebbe voluto resistere,ma anche che avrebbe voluto cedere, e vinse quest’ultima decisione.
Dopo aver trattenuto il fiato la sentii rantolare.” Paolo, maledetto! Non vorrei ma ti prego , baciami lì, oh, si proprio lì”
Quando la bocca di lui si impadronì del clitoride, Angela inarcò la schiena e gli afferro la nuca con le mani premendola contro la vulva affinché spingesse la sua lingua ancora più dentro.
“Così….così…oddio odio odio!Sì,sì,sìììì!” ansimò lei allargando le gambe a compasso offrendosi completamente a lui.
“ Piccola mia ora sei pronta per godere veramente,” farfugliò Paolo sistemandosi tra le cosce di mia moglie e guidando con la mano il grosso pene tra le labbra della vulva, facendovi scorrere nel mezzo la grossa cappella.
Angela non faceva neanche più finta di resistere, sollevando i fianchi verso il suo aggressore gemeva ininterrottamente”Ohh,si…si.. così che mi piace.”
“ Ora scoprirai cosa vuol dire essere penetrata da un vero cazzo” disse Paolo, facendo penetrare il grosso glande tra le labbra della vagina che, si schiusero prima facilmente, ma quando la parte più grossa del glande forzò l’entrata, Angela si contrasse “Bastardo!
Mi avevi promesso, mi avevi chiesto di fidarmi di te.
Fermati , questo fa male sento che mi sta slargando tutta.”
Paolo parve non averla sentita spinse ancor più con forza affinché il glande varcasse la soglia completamente. “Stai buona, collabora, vedrai che appena passa la cappella entra liscio.” Ribadì tirando un poco indietro la poderosa cappella per affondarla nuovamente più deciso.
“Aahhgghh. ….bastardo……fermati che mi sventri.” Gridò Angela
“Forza Angela...allargati bene,agevola l’ingresso!' - disse Paolo.
Cominciando a scoparla con lunghi affondi. “ Forza,dimmi che lo vuoi...sento la tua sbroda gocciolare sul letto...la tua passera è un lago...bella piena con il mio cazzone!'
Angela, le labbra stirate in una smorfia di dolore mosse a le mosse a vuoto , poi rantolò “ Dio mio! Ti prego fermati non spingerlo così dentro, me lo sento arrivare nello stomaco.
Lo hai veramente troppo grosso per la mia farfallina dammi il tempo di farla adeguare alle tue dimensioni.
Paolo non le rispose neanche, anzi pareva trarre maggior piacere dalla sofferenza di lei. Incredibilmente aumentò il ritmo della penetrazione.
Vidi Angela che, dopo le smorfie di dolore e sebbene fosse furiosa, cominciò a muovere le sue gambe con quella sensazione a me familiare di quando stava godendo veramente.
Il cazzo di lui ora si muoveva bene dentro la vagina.
Paolo, voglioso, si chinò a succhiarle i capezzoli. ” Ti piace, non è vero?
Sei la mia troietta, senti come lo prendi bene,”
Era vero , attraverso lo schermo avevo notato che Angela, pur con un poco di sofferenza riceveva le spinte di lui con più piacere
Paolo, resosi conto della situazione, non perse tempo e spinse il suo cazzo dentro la sua caverna calda e bagnata con più vigore.
Angela cominciò a rispondere spingendo allo stesso ritmo di Paolo che nel frattempo con le mani aveva raggiunto i suoi seni e li stava massaggiando
“Ti piace, Angela?' le chiese.
'E' quello che desideravi?'
Ero allibito quello stronzo di Paolo stava trattando come una puttana qualsiasi mia moglie e lei lo accettava...no...di più...lei lo desiderava!
Lo capii quando la sentii dire:“Continua a parlarmi. Dimmelo cosa desidero...fammi sentire sporca, insultami! Per quello che sto facendo ad Emilio.”
“Vuoi il cazzo...vuoi essere sbattuta! Vuoi venire con il mio cazzo dentro, non è vero?” urlò Paolo
“Siiii...Siiii!' Sbattimi Paolo...voglio il tuo grosso cazzo...dentro...dentro la mia passera...così...si...si...sbattimelo dentro...scopami!, spaccami, sfondami, fammi arrivare il glande in bocca.” Ringhiò Angela che pareva aver perso ogni inibizione, la sua testa dondolava al ritmo di quella stupenda scopata, gemeva e urlava ad ogni colpo che Paolo assestava dentro di lei.
Si vedeva che voleva essere spaccata in due.
La vidi allacciare le sue bellissime gambe attorno ai lombi dell’uomo e spingere violentemente la sua fica contro quel grosso cazzo e venire ancora ed ancora.
Paolo non riuscì a trattenersi un attimo in più, le passo le mani sotto le natiche e se la tirò sotto spingendo il grosso pene più profondamente possibile nel suo corpo, iniziando a schizzare e a pompare dentro di lei la sua sborra.
Caddero sul letto esausti.
Dopo, Angela si girò tirando su il lenzuolo pareva non rendersi conto di come si era comportata.
Stava ancora tremando.
Non era mai successo di vederla comportarsi in quel modo! Come una troia!
Ma la cosa peggiore la stavo facendo io, che, dal momento in cui Paolo aveva iniziato a pomiciare con mia moglie,avevo tirato fuori il cazzo iniziando a massaggiarmelo e arrivando all'orgasmo in un tempo record.
Dopo pochi attimi ero di nuovo eccitato e duro.
Poi mi lasciai cadere sulla poltrona giusto nell'istante in cui Angela si stava riprendendo dal secondo orgasmo.
Paolo le si era fatto contro ed approfittando che lei stava coricata su di un fianchi le posò dolcemente una mano sulla spalla spingendo il cazzo ormai moscio contro il suo sedere. “Te lo avevo detto che ti sarebbe piaciuto' - disse con una smorfia di soddisfazione”
“Ti prego...non dirlo a Emilio...gli spezzerebbe il cuore' disse in un singhiozzo Angela.
“Non preoccuparti...sarà il nostro segreto.
Sei una furia, Angela, non ricordo di aver fatto mai una scopata del genere con un orgasmo così intenso.”
“Non parlare, non dirmi nulla, Paolo, stringimi, stringimi forte, per favore!' - sussurrò Angela.
“Facciamolo ancora ti prego, Angela .
Questa volta non per il doverti ingravidare ma solo per il nostro piacere, se poi ci resti ancora meglio.
Tra noi credo sia scattato qualcosa in più di una certa intesa, no?'
Anch’io mi ero reso conto che non era più una questione di restare pregna o meno di Paolo, così non mi stupii quando vidi lui sfregarsi contro le natiche di mia moglie dando nuovo vigore al pene.
Lei andò con una mano al cazzo di lui, lo prese per tastare quanto fosse duro.
Paolo la fece girare verso di se cominciando a spingere la sua testa in direzione del cazzo. Angela non si oppose, si lasciò trasportare dall'istinto e aprì la sua bocca pronta a succhiare voracemente quel palo di carne.
Era completamente persa a succhiare e lappare il cazzo di lui che trovai naturale si girasse lentamente per assumere la posizione del 69 in modo da poter gustare la lingua di Paolo affondare nella sua gnocca bagnata.
Guardavo incredulo quelle immagini .
La mia dolce, cara moglie stava succhiando il cazzo di Paolo come una professionista.
Altro che le timide rimostranze dell’inizio, caro di qua caro di la, mi sembrerebbe di tradirti, ecc.ecc.
Non mi risulta si possa restare incinta con un 69 o un pompino, boh.
La voglia di menarmi l’uccello mi era passata mentre i miei occhi si perdevano sulla fica della mia Angela voracemente lappata dalla lingua di Paolo.
I suoi seni ondeggiavano al ritmo del pompino che stava facendo con sapiente maestria. Angela, stava ansimando sempre di più.
La vidi muoversi lentamente fino a portare la vulva all’altezza del pene di lui .
Appena la cappella fu alla portata della sua fessura si sedette lentamente fino a sentire le palle a contatto con le sue chiappe.
“Siiiiiiii, si,si.
Così tutto dentro”ragliò cominciando a cavalcare come una amazzone sul poderoso cazzo.
Il dondolio del suo corpo era dato dal ritmo con cui faceva penetrare il pene in lei.
Era un tormento vedere mia moglie scopare come una troia, anche se l’eccitazione del primo momento era scomparsa rimasi fino alla fine della registrazione.
Ebbi modo di vedere il volto di Angela scomporsi in una smorfia di doloroso piacere sentire il suo rantolo di animale ferito”Ohhhh, Paolo, Paolo ti sento nell’anima , sento la tua essenza che mi allaga, muoiooooo.”
La vidi crollare sul corpo di lui esponendo la magnifica vulva contornata di peli biondi dove nel mezzo troneggiava il cazzone di Paolo che, molto lentamente, come fosse un pigro lumacone si sfilava dalla vagina per ricadere sul ventre di lui, mentre dalla vulva lasciata libera colava un rivolo di sperma.
Non volli restare più di tanto, guardai l’ora erano trascorse giusto due ore.
Due ore di sesso sfrenato tra mia moglie e Paolo, due ore che di normale tranquillo o altro come mi aveva detto Angela, non c’era proprio nulla. Erano le due ore che io avevo trascorso con mia suocera.
La prima cosa che mi venne in mente fu quella di mandare al diavolo tutto, poi , ripensando a quanto mia moglie volesse un figlio suo, non ne feci nulla.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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