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Prime Esperienze

la figlia del mio amico


di benves
21.09.2018    |    33.725    |    8 9.4
"Non dice nulla, non si tira indietro..."
Lo sguardo mi cade sulla scrivania all'interno della stanza.
Mi stavo dimenticando gli occhiali da sole.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino per prenderli.
In quell'istante lei esce dal bagno completamente nuda, occhi fissi sul suo cellulare mentre si dirige verso la borsa da viaggio dandomi le spalle.
Non riesco a parlare, il suo giovane corpo è uno spettacolo ed una botta secca mi arriva al cuore che rischia di fermarsi.
Non posso non mangiarla con gli occhi e la tipica pelle liscia di una ragazza ancora acerba nel fisico, non può non farmi pensare ad eventuali azioni a sfondo sessuale!
Si... nonostante avesse meno della metà dei miei anni, in quel momento gli sarei saltato addosso!
In pochissimi secondi i miei occhi gli fanno la lastra: lunghi capelli castani le coprono la schiena fino all'altezza del sedere, un sedere ben proporzionato per il suo fisico atletico, anche se comunque leggermente pronunciato per una ragazzina di quell'età, fianchi non sono molto larghi, ma nonostante questo, il suo fondo schiena è un gran bel vedere.
Le sue gambe, lunghissime, sono perfette nonostante i polpacci un pó troppo sviluppati.
Ma nel complesso, inutile girarci intorno, Martina vista da dietro, è un vero schianto.
Chi ha detto giovinezza mezza bellezza, non aveva tutti i torti e lei bella lo era davvero l'avevo vista solo a "metà", chissà come era messa davanti.
Dovrei dire qualcosa, palesare la mia presenza che lei sembrava aver ignorato tanto era presa dai quei messaggini sul cellulare.
Cerco di riprendermi da quella stupenda visione e provo a pronunciare qualche frase di senso compiuto:
- "Mar...Martina... sono... sono ancora qui! Avevo dimenticato gli occhiali da sole".
Si gira di scatto, per un decimo di secondo rimane bloccata anche lei.
Un decimo di secondo che è stato più che sufficiente al mio occhio clinico per fargli una radiografia frontale.
Cazzo che fica!
Non ha un filo di pancia, piatta come una tavola.
In mezzo alle gambe ha un accenno di peluria, talmente leggera che si intravedono le grandi labbra. Il suo seno e decisamente piccolo, forse una prima, non credo una seconda. Quelle che dovrebbero essere due tette, sembrano più che altro due noci trapiantate sotto pelle all'altezza dei capezzoli. Quello che invece mi provoca un forte brivido sono, nonostante i suoi seni piccoli, le areole fortemente pronunciate.
-"Ho... Ho sentito la porta chiudere e pensavo che..." Martina non termina la frase. È palesemente imbarazzata, ed il suo viso velocemente diventa rosso fuoco.
Con la mano sinistra, come se servisse ormai a qualcosa, tenta di coprirsi il suo posto più intimo e con il braccio destro cerca di nascondere le sue piccole tette, mentre velocemente si avvicina alla porta del bagno.
Contemporaneamente io mi dirigo verso l'uscita della stanza.
Il mio sguardo e rivolto verso terra, mi sforzo di non osservare un secondo di più quel corpo statuario.
Prima che afferri la maniglia della porta principale, i nostri corpi si sfiorano, la stanza è piccola ed un leggero contatto è inevitabile prima che io sia definitivamente fuori.
Scendo le scale che mi porteranno all'esterno dell'edificio per poi andare alla biglietteria di fronte, quando incrocio le mie due colleghe, Lidia ed Alessandra.
-"Claudio... dove stai andando?" Mi chiede una delle due.
-"A... a prendere i biglietti per la fiera" dico ancora un pò provato dalla visione di Martina nuda.
-"Li abbiamo presi noi per tutti. Dai... torna su con noi che andiamo a fare colazione nel bar dell'Hotel" Continua la mia collega.
Mi trovavo a Milano per visitare una delle più importanti fiere del mondo ora nel nostro Paese. Avevo organizzato la vacanza con due mie colleghe Alessandra e Lidia, ed all'ultimo si era aggiunta lei, Martina, la figlia di un mio amico che moriva dalla voglia di vedere questa importante manifestazione.
All'inizio non ero contento di averla con me, conoscendo le ragazzine di oggi, si sarebbe più preoccupata di fare foto ad ogni angolo, piuttosto che apprezzare le potenzialità ed il fascino dell'Expo.
Ma alla fine, dopo le forti insistenze del padre e di lei, accettai di portarla insieme a noi.
Questo fu il primo errore.
Il secondo lo feci acconsentendo di avere lei nella mia stessa stanza, perché anche se Martina poteva essere mia figlia, sapevo che poteva non essere una buona idea dormire sotto lo stesso tetto. Ma purtroppo non avevo scelta.
Io e le mie due colleghe avevamo prenotato con largo anticipo e non ci furono problemi per la prenotazione, ma quando si aggiunse Martina, l'albergo era ormai pieno.
Fortunatamente la mia era una stanza con letto matrimoniale e pagando un supplemento all'albergatore, riuscimmo ad inserire all'ultimo anche lei.
Ma a quanto pare l'unico a preoccuparsi di questa situazione, fui solo io.
Le mie colleghe mi conoscevano come uomo solo in ambito lavorativo: responsabile, maturo e con una certa morale.
E Giuseppe, il mio amico, mi vedeva come uno leale che mai si sarebbe approfittato di una donna impegnata, figuriamoci di una figlia adolescente.
I primi guai iniziarono la sera del nostro arrivo.
La nostra prima notte.
Dopo una breve serata in giro per Milano, tornammo presto in albergo.
Volevamo dormire e partire rilassati il giorno dopo per la fiera.
La passeggiata per le varie "Nazioni" sarebbe stata impegnativa.
Ma come dicevo, i guai iniziarono la sera che arrivammo in albergo.
Martina ed io entriamo nella stanza e ci prepariamo per dormire.
Il mio era una specie di pigiama, in pratica solo dei boxer di cotone leggero.
Il suo... il suo era una lenta tortura per ogni umano appartenente al sesso maschile.
Dei pantaloncini cortissimi ricamati, al limite del "non-pantaloncino" passatemi il termine, che praticamente le coprivano a malapena il sedere e la fica.
Ogni volta che si girava di spalle, gli si vedeva un "principio di culo", considerando che sotto non portava nulla a parte quel pezzo di stoffa microscopico.
Forse era il modello o forse la notte voleva sentirsi libera come tutti, sta di fatto che conciata cosi, lasciava ben poco all'immaginazione.
Davanti era la stessa musica, quando si sedeva o si girava nel letto, in mezzo alle gambe, tra la coscia e "l'inizio della fica", potevi intravedere molto del suo giovane posto intimo.
Non parliamo del top di sopra: corto che lasciava intravedere diversi centimetri del suo addome piatto e liscio.
Sul petto potevi vedere una leggerissime protuberanza, segno che le sue tette erano ancora in fase di crescita o forse come molte donne, gli sarebbero rimaste così a vita.
Sta di fatto, che ogni tanto allungavo l'occhio sotto la scollatura del braccio per vedere qualcosa del suo seno acerbo, ma comunque invitante.
Il bello era che come tutte le ragazzine, non si rendeva conto delle reazioni che poteva provocare nel corpo di un uomo che la osservava, o forse si e gli piaceva essere desiderata come tutti gli esseri umani.
In definitiva, le prime due notti furono una lenta masturbazione visiva spiare il fisico di Martina.
In aggiunta a tutto questo la sera, prima di addormentarci, parlavamo di tutto un po.
Tra battute varie, discorsi più o meno seri, qualche volta da entrambe le parti ci toccavamo per rafforzare i discorsi.
Niente di particolare, ma anche sentire la sua mano delicata sfiorarmi la coscia quando voleva richiamare la mia attenzione, mi provocava reazioni tra le gambe che cercavo di nascondere ogni volta con diversi sistemi: pancia sotto, gamba piegata, cuscino sul pisello e tutto quello che mi veniva in mente sul momento.
Il colpo di grazia per il mio pisello, arrivò proprio quel giorno che la vidi nuda.
Durante tutta la giornata all'Expo non riuscivo che a pensare a lei.
Che mi stava succedendo?
Un uomo da poco entrato negli "anta" che perde la testa per la solita ragazzina?
Eppure fortunatamente il sesso non mi mancava, anche in quei giorni la scopata "facile" era a portata di mano.
Lidia non aveva mai nascosto una certa simpatia per me e forse aveva accettato questo viaggio sperando che una sera in albergo mi fossi infilato nel suo letto.
Ed allora perché stavo letteralmente sbavando per Martina?
Lo sai perché Claudio, è come quando al mare ti sei fatto segare da Romina, al fascino della "carne fresca e di primo pelo" nessun uomo sa resistere, dicevo tra me e me.
Quella giornata fu la più lenta della mia vita.
Ogni tanto i nostri sguardi si incrociavano ed anche nelle situazioni più banali, come la coda per comprare un panino, ci toccavamo per i motivi più banali.
Anche il suo abbigliamento da "passeggiata" era molto sexy, se sexy si può definire il corpo di una ragazzina.
Ogni tanto notavo anche gli sguardi di altri uomini che la "spogliavano" con gli occhi, gli stessi uomini che spesso erano accompagnati dalla propria signora.
Quindi, dopo due ore di camminata senza parlarci, non appena le mie due colleghe si allontanano per andare in bagno, provo a dirgli qualcosa:
-"Scusami Martina per prima se ti ho messo a disagio, non era mia intenzione".
-"No... No... non è colpa tua... dovevo fare più attenzione io" mi risponde abbassando la testa con il viso che inizia ad arrossire.
-"Non è colpa di nessuno, è successo, punto. E poi se non altro mi hai fatto iniziare bene la giornata." le dico sorridendo cercando di dare un tono scherzoso al discorso mentre gli tocco una spalla.
Lei arrossisce nuovamente, poi si fa coraggio e continua.
-"Nessuno prima d'ora mi ha visto... mi ha visto nuda".
-"Bhé... questo faccio fatica a crederlo. Sei bellissima, ci dovrebbe essere la fila di ragazzi alla tua tua porta che ti chiedono di uscire" le rispondo.
Lei vorrebbe rispondermi, ma in lontananza vediamo tornare Lidia ed Alessandra.
Il tour della fiera continua e Martina, quando si trova sola con me, inizia a parlarmi con più scioltezza, ma sempre facendo attenzione che le mie due colleghe non ascoltino.
Mi dice che non ha un ragazzo, che tra le amiche è quella che viene meno notata e cose di questo genere.
Ma chi cazzo frequenta? Dovrebbe avere davvero la fila di ragazzi sotto casa.
Finalmente la giornata giunge al termine e siamo nuovamente nella nostra stanza dell'albergo.
Una volta dentro, l'atmosfera rispetto ai giorni precedenti e decisamente diversa.
Martina è la prima a cambiarsi ed a mettersi quel pezzo di stoffa che chiama pigiama.
Quando esce dal bagno, evita il mio sguardo e si siede sul letto.
Sembra voglia dire qualcosa, ma non lo fa.
È il mio turno ed un minuto dopo sono anche io pronto per la notte con i miei soliti boxer.
Mi siedo vicino a lei, non so cosa fare.
Sono molto eccitato per tutto quello che è successo in questi giorni con lei.
Una parte di me vorrebbe toccarla, ma che dico? Una parte di me vorrebbe proprio farsi Martina! Ma l'altra parte sa che non è giusto.
Con mia grande sorpresa è lei a sbloccare la situazione.
Continua a non guardarmi e mi mette una mano sulla coscia.
Un brivido mi attraversa la schiena e non riesco e resistergli.
Come diceva Oscar Wilde “so resistere a tutto tranne che alle tentazioni” pensai, la voglio!
Giro la testa verso Martina ed avvicino la mia mano al suo volto, sotto il mento.
La bacio sul collo
Lei resta in silenzio
Con la lingua cerco il lobo dell'orecchio, lo lecco e la bacio
Alzo delicatamente la testa cercando il suo sguardo.
Ha gli occhi chiusi, continuo a baciarla ed a leccarla sul collo
Finalmente li apre, i nostri sguardi si incontrano.
Avvicino molto lentamente la mia bocca alla sua.
Le nostre labbra si incontrano, non si ritrae.
È un bacio timido il suo ed io accetto i suoi tempi.
Mentre le bacio il labbro superiore, lascio che la mia mano sinistra si faccia strada sotto al suo top, fino ad arrivare ai suoi piccoli seni.
Li carezzo uno alla volta, senza fretta.
I suoi capezzoli sono tesi e duri come, pare vogliano bucare la stoffa.
La sua pelle è liscia e morbida
Tra le mie gambe il sangue affluisce velocemente ed il mio cazzo inizia a gonfiarsi.
Dopo averla baciata a lungo e toccato il suo acerbo petto, percepisco Martina un po più rilassata.
Quindi mi inginocchio davanti a lei ed inizio ad accarezzargli le gambe, a toccarle l'interno coscia. La vedo chiudere gli occhi per un istante.
Provo ad aprirle le gambe, le serra. Non è ancora pronta
La lascio respirare, poi mi metto in piedi davanti a lei.
Il bozzo nei miei boxer è evidente, la stoffa soffoca la mia erezione.
Quindi prendo le sue mani nelle mie e le poggio sui miei fianchi mentre la guido nel calarmi i pantaloncini.
L'erezione quasi completa e l'elastico, non facilitano il compito a Martina nella manovra.
Capisco il suo imbarazzo e mi sfilo i boxer da solo.
Non dice nulla, non si tira indietro. Lo prendo come un invito a continuare.
Il mio cazzo libero spunta fuori come una molla, dritto e duro davanti al suo viso.
Lei lo osserva per qualche secondo, poi inizia a toccarmelo senza un movimento specifico.
Prima lo afferra come fosse un manico di una scopa, poi con entrambe le mani lo accarezza in tutte le direzioni ed in tutti i modi come fosse gatto da coccolare.
Il mio pisello diventa sempre più duro, avverto lo sperma farsi strada lungo l'asta.
E brava Martina... non sai dove mettere le mani, ma il tuo tocco delicato è come una masturbazione che lentamente mi sta portando al culmine!
La lascio fare per un po, lascio che prenda mano con il suo nuovo giocattolo che si gonfia sempre di più.
Cerco di guidare le sue mani sul mio uccello ormai dritto, glielo faccio afferrare con la destra e guidando il suo polso, la porto a fare il classico movimento avanti ed indietro lungo la mia asta.
Si muove velocemente, forse troppo.
Non voglio venire subito, non voglio sborrargli in faccia ora.
No, non voglio proprio sborrargli in faccia,questo sarebbe troppo, non posso rovinare questo momento.
Le afferro nuovamente il polso e la invito a rallentare.
La sua presa delicata è comunque una sensazione indescrivibile. Le sue piccole mani a malapena arrivano ad afferrare la mia circonferenza
Sento lo sperma salire lungo l'asta, devo fermarla prima di schizzare.
Gli sussurro di fermarsi e cerco di controllarmi, non voglio e non devo venire adesso le dico.
Ma l'eccitazione è troppo forte, provo a trattenermi e non spruzzo di getto, ma una piccola colata di sperma esce come una fontana dalla mia cappella sporcando le gambe di Martina, che osserva la mia breve eruzione.
Quindi cerco di calmarmi respirando lentamente come fossi un Maestro di yoga.
Prendo nuovamente il controllo della situazione, mi piego in avanti verso di lei e con le mani sui suoi fianchi, la bacio invitandola ad alzarsi.
Lentamente le sfilo il top.
Ora i sui piccoli seni sono a pochi centimetri da me.
Lei è immobile, lascia che sia io a condurre il gioco.
Inizio a baciarle quei giovani seni acerbi, poi inizio a succhiarli come avessero del nettare al loro interno ed infine con la lingua gli stimolo i turgidi capezzolini.
Decido quindi di passare ai piani bassi, inginocchiandomi davanti a lei.
La guardo fissa negli occhi mentre dolcemente le sfilo i pantaloncini.
Prima di gettarli da qualche parte, li uso per pulire le lunghe gambe lisce dallo sperma che le avevo schizzato qualche secondo prima.
Ora la sua fica è davanti ai miei occhi, una leggera peluria la copre verticalmente
Martina nuda è davanti ai miei occhi, la sua bellezza acerba mi pervade!
Il mio cazzo pulsa all'impazzata, non perde per un solo secondo la sua erezione ed inizia a reclamare un posto dove liberare il suo carico di sperma.
Avvicino il mio viso tra le sue gambe, verso la sua intimità.
Non ha una peluria pronunciata, ma abbastanza per eccitarmi più di quanto già non fossi.
Infilo tutto il mio viso in mezzo alla sua fica, il mio naso si posiziona tra le sue grandi labbra che odorano di pulito, di fresco.
Gioco con il suo giovane e forse inesplorato posto più intimo.
Sfrego il mio naso sul suo pelo vellutato poi nello spacco delle grandi labbra, e provo a leccare le sue profondità.
La lecco, la lecco a fondo, la insalivo tutta, tra le mie labbra prendo il giovane clitoride, estirpandole gemiti di piacere mai provati prima
Lei è immobile, si lascia guidare nella scoperta del piacere.
La mia lingua sembra volere penetrarla da quanto l'affondo
La sento umida, fradicia come un panno inumidito da poco e poi sento uscire dalla sua bocca un forte gemito unito ad uno spasmo incontrollato della sua fica.
L'orgasmo è talmente forte che per un secondo le sue gambe cedono e Martina è costretta a poggiare le sue mani sulle mie spalle per non cadere.
La guardo in faccia, è sudata, è rossa, ma non per la vergogna, stava godendo ed anche io ero giunto al limite, le palle doloranti erano un chiaro segno che le stesse andassero svuotate.
Sono di nuovo in piedi, prendo la sua testa tra le mani e mentre la bacio ripetutamente, guido il suo fisico sul letto.
Adesso Martina è completamente sdraiata, sembra una statua di marmo per quanto è bella.
La sua pelle d'alabastro mi abbaglia, il desiderio aumenta esponenzialmente in me
Mi sdraio accanto a lei, la bacio con passione, mentre con una mano le accarezzo la sua giovane fica umida.
Faccio scivolare il dito medio su e giù lungo lo spacco, la mano è fradicia dei suoi umori, smetto di baciarla per concentrarmi tra le sue gambe e delicatamente inserisco il mio dito dentro di lei.
-”fai piano “ mi dice, tenendo gli occhi chiusi; temo di intuire ma non voglio, non può essere ancora vergine penso, è così bella e desiderabile
La masturbo dolcemente con la falange, la tocco come si tocca un cristallo prezioso
La sento godere di nuovo, questa volta il suo ansimare è più forte, inarca la schiena più volte, posso sentire la sua fica pulsare e mi accorgo che la mia mano è completamente fradicia e che la fica gronda dei suoi umori bagnando leggermente le lenzuola.
Martina è rossa in viso, inizia a sudare.
Non ne posso più, sono eccitatissimo
Mi posiziono sopra di lei in ginocchio, il mio cazzo dritto reclama la sua parte.
Metto entrambe le mani all'altezza delle sue spalle e lentamente avvicino il mio bacino e la mia asta punta la sua fica.
Il mio cazzo dritto è quasi vicino alla meta, sento la cappella toccare le sue grandi labbra e lentamente inizia a farsi strada tra di esse.
Avverto la sua fica bagnata, delicatamente appoggio la cappella per entrare dentro di lei, poi Martina mi sussurra qualcosa:
-"Fai piano Claudio, è la mia prima volta, sono vergine!".
Allora avevo intuito bene, resto indeciso, combattuto tra la voglia matta che mi assale e mi dice di farla mia e la ragione che mi dice di rispettarla
Blocco la penetrazione, qualcosa dentro di me mi dice di fermarmi, la mia coscienza.
-"La tua prima volta dovrai farlo con una persona a cui tieni, una persona che ami. Dovrai fare sesso per amore e non solo sesso" dico poco convinto
Mi guarda dritto negli occhi - “con te sono certa che sarà bellissimo, non ti fermare ti prego” e spalanca ancor di più le sue giovani cosce, serrando le gambe dietro la mia schiena quasi a trattenermi
L'istinto animalesco prevale sulla ragione.
Poggio la cappella alla sua fica e, lentamente, entro il lei
Le pupille si dilatano ed inarca la schiena quando l'imene viene lacerato, non emette un lamento, serra ancor di più le gambe dietro di me quasi a farmi entrare più a fondo
Sento la carne viva della sua giovane fica avvolgere la mia cappella, l'attrito con il mio pene mi da brividi di piacere, memoria di giovanili amplessi
Inizio ad esplorare quel giovane fiore
Muovo il mio cazzo in tutte le direzioni, avanti e i indietro, fino alle sue profondità più nascoste.
Eccitato da morire anche per quella rivelazione, do il meglio di me stesso, la scopo come mai avevo fatto prima d'ora. Ruoto il bacino a cercare angoli nascosti della sua intimità
Geme, asseconda i miei movimenti
Passata la paura ed il dolore iniziale, si sente donna e me lo dimostra
Ad un tratto mi blocca
“voglio venire sopra di te” mi dice
Invertiamo le posizioni, questa volta sono io sotto di lei
Si posiziona sopra di me, afferra la mia asta, la punta alla sua fichetta e pian piano si cala su di me
Le sue pareti aderiscono strette al mio cazzo, è fantastico, lo risucchiano
Lei ha gli occhi chiusi, lascia che i sensi la guidino, il suo istinto naturale nell'essere donna le fa fare le cose giuste per provare piacere
Inizia a cavalcarmi
Quella giovane amazzone sopra di me mi fa ringiovanire di 20 anni
Mi concentro sui suoi seni, percorro con le dita le sue aureole gonfie, mi concentro sui capezzoli che pare voler schizzare fuori da quanto sono eccitati
La sollecitazione dei capezzoli amplifica il suo piacere
Rotea il bacino come la più esperta delle amanti
Non credo di riuscire a resistere a lungo
Ma invece, vedo il suo pancino contrarsi, il mio cazzo e le mie palle vengono inondate dal suo di piacere.
La seguo a ruota, faccio appena in tempo a sfilarmi da lei
Sento la sborra salire lungo il mio pisello, lei istintivamente me lo afferra, sento che sto per venire... glielo dico...ci sono... vengo, sborroooo...
Avverto della crema calda sulla mia e sulla sua pancia pancia.
I fiotti di sperma escono zampillanti, lo sperma sembra non finire mai... lo sento uscire dalla mia cappella
Entrambi abbiamo i respiri affannati
Il mio cazzo continua pulsare ma senza eiaculare
Martina osserva le nostre pance con sopra un lago di sperma, con le mani tocca quella crema che fino a quel momento non aveva mai visto.
Si accascia sopra di me e mi bacia, un bacio lungo ed appassionato
La stringo a me, le carezzo la chioma, la coccolo dolcemente, la bacio
-”è stato bellissimo, grazie di essere stato tu il primo a donarmi così tanto piacere, le mie amiche dicevano che la prima volta avrebbe fatto male invece...con te è stato fantastico, sei stato dolcissimo”
Pochi minuti dopo siamo entrambi sotto la doccia, nudi !
Esplora con le mani il mio corpo, inizia a baciarmi
Lentamente inizia dal collo poi, scende
Bacia il mio petto, la mia pancia ed infine si inginocchia
Mi afferra l'asta ormai a riposo, la percorre con la lingua, mi scappella e bacia la punta
Sento l'acqua scorrere sulla pelle e lei che ha preso il mio cazzo in bocca, sensazione bellissima
Inizia a farmi un pompino, in modo inizialmente goffo ma, impara velocemente
La blocco, la faccio alzare e girare, la appoggio delicatamente alla parete della doccia
Ora mi volta le spalle, è bellissima anche da dietro
Con la mano sinistra le tocco gli acerbi seni, con la destra cerco la sua intimità
La carezzo la fica procurandole piacere poi...tocco il suo culetto
Infilo una falange, si irrigidisce
Un fremito la percorre, geme
Con un dito la penetro nella fichetta mentre con l'altro se stuzzico il buchetto del culetto
- “Questo lo lasciamo per un'altra volta” le sussurro nell'orecchio
La masturbo, amplificando il piacere con lo sfregamento del culetto, la falange entra appena nel culetto che si stringe al contatto
E' eccitatissima, il suo respiro affannoso
Continuo a masturbarla fino a quando è al culmine...piega le ginocchia quasi a casere...viene ancora

Il giorno seguente torniamo tutti nella nostra città, soddisfatti della nostra breve vacanza.
Martina sembra diversa ed è facile intuirne la motivazione.
È tarda sera quando la riaccompagno alla sua abitazione dove ad attenderci c'è il padre.
Martina quando lo vede gli corre incontro felicissima.
Giuseppe mi stringe la mano ringraziandomi diverse volte, non aveva mai visto così felice la propria figlia.
Li saluto entrambi mentre li vedo entrare in casa e mi dirigo verso la mia auto.
Faccio pochi passi, ed improvvisamente due braccia avvolgono il mio petto fermando la mia camminata.
È ancora Martina.
Mi guarda fissandomi negli occhi, i suoi sono lucidi.
Poi dà un rapido sguardo alle sue spalle ed infine mi bacia sulla bocca.
-"Grazie Claudio" mi dice infilandomi un pezzo di carta nella tasca dei jeans e correndo nuovamente verso casa.
Sorrido con me stesso e mentre apro lo sportello dell'auto, butto un occhio al foglietto e leggo cinque semplice parole: Non scordarti mai di me come io non mi scorderò mai di te!
Lascio quell'abitazione con un senso di vuoto, quella ragazzina mi mancherà e sono certo che non la dimenticherò mai!
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