tradimenti
La caldaia del mio amico
di benves
01.09.2020 |
38.769 |
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"Anna mi disse quasi disperata : “Michele, non fraintendere, non è come credi”
Ma io avevo capito troppo bene: Antonio, il mio amico, era un bel cornuto..."
Faccio l’idraulico e lavoro per una grossa impresa che mi tiene impegnato per tutto il giorno, ma di sera, dopo le normali ore di lavoro, arrotondo il mio stipendio facendo piccoli lavori “casalinghi” per lo più per amici o parenti che mi chiedono brevi interventi. Così, un giorno, un mio caro amico, Antonio, mi chiese di andare a verificare la caldaia della sua abitazione che aveva problemi.
Per tre sere di fila, non riuscii ad andare, ma alla quarta sera, verso le 20:00, senza avvisare bussai alla porta della sua casa con l’intendo di sistemare tutto in meno di un’ora e tornare a casa per cenare e riposare.
Mi aprii Anna, la moglie del mio amico, in camicia da notte
Non si aspettava il mio arrivo e, aprendo la porta, rimase alquanto sorpresa di vedermi.
Dio Santo, quanto era bona!
Eravamo stati ragazzi assieme e già da allora avevo avuto le più sfrenate fantasie sessuali nei suoi confronti
Nella mia immaginazione l’avevo posseduta in tutte le posizioni, mi ero masturbato non so quante volte pensando a lei ma poi... si sposò con Antonio e non mi ero mai permesso di fargli delle avance o dichiarami, lasciando che le fantasie restassero tali.
A vederla così però, tutte quelle fantasie che con tanta fatica avevo represso, emarginato e segregato negli angoli più remoti della mia mente, riemersero improvvisamente e violentemente!
Era bellissima … con una camicia da notte bianca che lasciava trasparire i suo enormi seni sodi ed i suoi capezzoli turgidi e vogliosi
La camicia da notte era cortissima e le pieghe delle sue natiche erano in bella vista nemmeno protette dalle mutandine in quanto indossava un tanga da capogiro
Anche la sua vulva si mostrava nella trasparenza di quell’indumento tanto candido quanto intriso di sapori e voglie erotiche.
Pensai: ma è possibile che Anna si vesta così in casa, ad un’ora nemmeno tarda
Cercai comunque di nascondere goffamente il mio imbarazzo e la mia eccitazione che nel frattempo cresceva dentro la tuta da lavoro e le chiesi di Antonio
Mi rispose, anche Lei vistosamente imbarazzata e con voce tremula, che Antonio era fuori per lavoro e che quella sera non sarebbe tornato a casa, restando a dormire fuori.
Dio mio pregai, lasciami andare, sopprimi o almeno sopisci i miei sensi, prima che commetta il più vile dei peccati.
Continuammo per qualche secondo a guardarci imbarazzati mentre la tensione cresceva come cresceva il mio membro ormai impossibile da nascondere e vistosamente rigonfio dentro la tuta
I nostri sguardi diventavano sempre più intensi e curiosi, io guadavo i suoi capezzoli e lei la forma del mio cazzo duro, quando improvvisamente ... suonò il campanello.
Io d’istinto presi la valigetta degli attrezzi e andai in terrazzo, facendo finta di occuparmi della caldaia, e lei si diresse ad aprire la porta.
Sentii aprire la porta e dopo nemmeno un istante una voce vigorosa di un uomo eccitato: “ Vieni qua bella porcona mia “
D’un tratto tutto era chiaro, la mia bella Anna, la moglie del mio miglior amico, era vestita succinta in attesa del suo amante.
Naturalmente Anna non aveva fatto in tempo ad avvertire il suo spasimante della mia presenza e la veemenza di quest’ultimo li aveva traditi entrambi, facendo cadere il riserbo della loro tresca.
Il mio cazzo, che aveva subito il trauma della visita improvvisa, riprese vigore facendosi più grande e più duro di come lo aveva lasciato Anna
Rientrai velocemente in soggiorno e vidi quell’uomo avvinghiato ad Anna, e lei che faticosamente cercava di divincolarsi per non farsi scoprire in flagranza.
Mi avvicinai ai due e riconobbi anche l’uomo, un dottore in servizio presso l’ospedale locale, naturalmente anche lui sposato.
Anna mi disse quasi disperata : “Michele, non fraintendere, non è come credi”
Ma io avevo capito troppo bene: Antonio, il mio amico, era un bel cornuto ed Anna era una gran troia
Io non potevo non approfittare né tanto meno potevo placare il mio cazzo che ormai gocciolava di desiderio dentro la mia divisa da lavoro.
Con aria compiaciuta e perversa gli dissi sommessamente: “tranquilli, il nostro segreto è al sicuro”
Anna mi guardo stupita e replicò: “che vuoi dire che il nostro segreto è al sicuro?”
Prontamente Le risposi sempre più assatanato : “Si, Anna, stai tranquilla, nessuno verrà mai a sapere che questa sera hai scopato con due uomini” e nel mentre parlavo, mi abbassai la tuta, mostrando il mio enorme arnese sussultante di desiderio.
Anna sobbalzò, così come fece il Dottore
Ma entrambi avevano capito a cosa stessi alludendo ed entrambi, ormai, non potevano fare altro che sottostare al mio infido ricatto.
Presi la mano di Anna e la posai sul mio uccello e Lei, ormai sottomessa comincio a menarmelo prima delicatamente poi sempre più velocemente e impetuosamente
Era tutto bagnato e lubrificato ed Anna compiaciuta nel sentire nelle mani la carne calda del mio cazzo, si inginocchiò e lo prese in bocca facendomi sussultare dal piacere.
Il Dottore, dapprima imbarazzato poi man mano più disinvolto, si abbassò per scoprire i già poco protetti seni di Anna, cominciando a leccargli i capezzoli come un cane addomesticato
Anna accennò un gemito di piacere che mi provocò un’eccitazione mai provata prima
La sua lingua era sempre più insistente e mi sfregava la cappella con colpi decisi e precisi, lavorava di mano e di lingua come solo una gran troia come lei poteva fare.
I miei sogni e desideri adolescenziali stavano avverandosi
Smise di usare le mani sul mio arnese e le insinuo sotto la mia maglietta sfiorandomi i capezzoli e ingoiando tutto la mia mazza fino a quando le sue labbra non raggiunsero le palle.
Il Dottore ormai andava a ruota libera, le sue mani stavano esplorando ogni orifizio di Anna che ormai grondava dei sui caldi umori, mentre con la bocca gli succhiava e gli mordeva i capezzoli rigonfi di eccitazione.
Stava succedendo quello che nemmeno nelle mie più sfrenate fantasie giovanili avrei potuto immaginare.
Mentre Anna continuava nel suo divino lavoro di bocca, Il mio cazzo dopo nemmeno pochi minuti era già pronto ad esplodere
Così presi Anna per i capelli e accompagnando i suoi movimenti, rendendoli ancora più profondi e più veloci, gli feci esplodere in bocca tutta la mia virilità
Anna imperterrita continuava a succhiare ed a gemere come una vacca mentre il mio succo gli colava dalla bocca e gli gocciolava lungo le tette finendo finanzi sulla faccia del medico che da buon segugio continuava a leccare i capezzoli della troia.
Ero arrivato copiosamente dopo pochi minuti tanta era la mia eccitazione, ma le mie fantasie non si erano tutte esaudite, volevo scopargli la figa e magari anche il culo, ma avevo bisogno di recuperare le forze almeno per qualche momento
Così ordinai ai due amanti di andare in camera da letto, adesso bisognava scopare veramente !
Anna, si rimise in piedi, prese il cazzo del dottore in mano e quasi claudicante lo trascino in camera.
Lo fece stendere sul letto e cominciò a spompinarlo per bene
A quel punto avevo tutto quel ben di Dio avanti e non potevo esimermi dall’assaggiare quel frutto che per tanto tempo mi era stato proibito.
Le sfilai quella splendida quanto misera camicia da notte
Al perizoma aveva già pensato il dottore, e cominciai a slinguazzare e succhiare quel fiore umido e caldo della sua figa.
La sentii ansimare sotto i colpi della mia lingua e quando le misi il dito medio nell’orifizio più segreto del suo corpo con un movimento deciso, sentii uscire dalla sua figa il succo del suo piacere in modo tanto violento e repentino da inondarmi tutta la faccia.
Il mio cazzo si rimise sull’attenti ed era pronto per proseguire quella che ormai era diventata la più divina delle scopate
Così ordinai ad Anna di mettersi a cavalcioni sul dottore ed infilarsi il suo pene tra le gambe
Lei obbedì compiaciuta e cominciò a galoppare come un’amazzone
Continuava ad ansimare come una puledra in calore ed il dottore, anch’egli dotato di un cazzo da far invidia ad un toro, le prese i fianchi ed accompagnava i suoi movimenti rendendoli ancora più forti ed energici
I gemiti di lei cominciavano ad essere incontrollabili, alla cagna piaceva essere sbattuta con vigore!
Io ormai ero in estasi, ed il mio cazzo bramava quel buchetto stretto e ben depilato del culo di Anna Assecondai le sue ambizioni che erano anche le mie e, senza nessun pudore, le infilai la verga dentro al culo con un colpo secco e deciso, quasi a spregio per aver tradito il mio amico
Lei accennò un urletto di dolore, che in pochi istanti si trasformò in un editto di piacere.
Strillava ed ansimava sotto i colpi decisi dei nostri cazzi
Il dottore la scopava nella figa ed io nel culo
Il tutto in un’armonia di movimenti ritmati come un’orchestra ben affiatata!
Il dottore da lì a poco non riuscì a trattenere la sua goduria e scaricò il suo piacere dentro la figa di Anna che, sentendo il calore del suo sperma, arrivò nuovamente al piacere, accompagnandolo con un urlo sordo e lungo.
Il mio cazzo, che aveva avuto già modo di scaricarsi, era ancora rigonfio e disposto a continuare il suo compito di trivellatore
Afferrai i capelli di Anna, facendole inarcare la schiena, in modo che quel buco stretto avvolgesse completamente il mio cazzo
Lei ormai esausta, si abbandonò completamente ad ogni mio desiderio
Così cominciai a sbattergli il culo con sempre più veemenza fino a quando non sentii vicino il momento del massimo piacere.
Le sfilai il cazzo dal culo e masturbandomi le schizzai il mio succo sulla schiena fin sopra i capelli.
Restammo qualche minuto sul letto sfiancati e sudati mentre la porca aveva il mio sperma che gli gocciolava dalla schiena e quello del dottore che gli fuoriusciva dalla figa e gli scivolava tra le gambe.
Ripresi fiato e mi rivestii
Nessuno dei tre osò dire nulla
Lasciando i due sul letto, tornai in terrazzo
Presi la mia valigetta degli attrezzi e tornai in camera da letto
I due fedifraghi erano ancora sul letto scossi ed ancora increduli di quanto era appena accaduto
Mi avvicinai ad Anna e le sussurrai all’orecchio : “la caldaia ha un problema che mi costringerà ad una manutenzione continua e costante”
Abbandonai la camera senza dire altro ed uscii dalla bella villetta del mio caro amico Antonio.
A distanza di qualche giorno incontrai Antonio per strada, il quale con aria di rimproverò mi disse : “Non sei più venuto a sistemare la caldai?”,
Gli risposi con un sorriso: “Antonio, l’altro giorno sono VENUTO BEN DUE VOLTE, ma tu non c’eri, chiedi pure a tua moglie! Ma tranquillo, tornerò presto!”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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