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Papà è mio! 1a parte


di LaVaccona
03.06.2024    |    7.576    |    11 9.0
"Non v'era stato un primo pomeriggio più felice di quello negli ultimi tempi per Anna..."
Quando ci si riprende la propria essenza originaria, il proprio equilibrio, un genitore non è più in grado di sopraffarti. L'impudicizia è sempre stata nella mente del genere umano, non nel sesso in sé per sé il quale non ci rende differenti dalle altre creature poiché anche se distaccati dal regno animale e in piedi eretti, animali siamo e questo lo sanno le ampie parti non frontali del nostro cervello. Suo padre stava diventando anziano, e sopra ogni cosa Anna si stava felicemente realizzando su tutti i fronti.Iniziò a scrivere sentite lettere al suo vecchio, ormai papà non avrebbe più potuto limitarla né rappresentare un influsso tanto forte. Aveva trovato nel nuovo compagno, Piero, un uomo speciale e di eccezionale bellezza d'animo; un uomo che la vide interiormente fin da subito e che riconosceva nel rapporto col padre il nocciolo delle difficoltà di Anna.
Sapeva che amarla voleva dire anche starle affianco come alleato, senza ovviamente interferire mai nei suoi affetti ma restando sentinella: Non tanto circa il padre di Anna ma il padre che dimorava ancora nel cuore e nella mente di lei, in forme anche di paure, inibizioni, ansie.
Sapeva di tenere questo ruolo prezioso, pochi uomini colgono questi aspetti consapevolmente; il legame con la sua Anna doveva osservare questa ombra interiore e non poteva altrimenti, se voleva averla e tenerla per il resto della vita.
Il rapporto di Anna col padre fu risanato, medicato da Piero, perché la questione stava nel cuore della sua bella. Non doveva mica affrontarne il padre, sarebbe stato contaminare e questo non era giusto dal potere poi che ha l'essere amati con fiducia totale.
Anna cambiò in meglio, si potrebbe dire diventò... lei.
Anna tornò dopo tanti anni alla "base nonno" la bellissima rustica casa del nonno in campagna, la quale distava molto dalla "base madre" in un'altra città.
Intendeva passarci alcuni giorni in vacanza, e che il padre volesse raggiungerla per stare un po' insieme la mandò al settimo cielo, segno chiaro e lampante che ogni cosa irrisolta e ogni aspetto del rapporto era stato sanato e si era finalmente evoluto.
Anna fu inondata da un'emozione di profonda commozione e tenerezza e lo strinse forte a sé.
Non tenendo più un linea difensiva, lo abbracciò con tanto amore a lo tenne tra le sue braccia a lungo, cosa che emozionò il padre affatto abituato a ricevere questo dalla sua figlia più difficile e ancor meno aveva mai ricevuto coccole dalla moglie, anzi si erano sempre trattati reciprocamente non zero riguardo e zero rispetto.
Ettore non poté nascondere un leggero tremito di autentica emozione, non era mai stato coccolato, sempre deprivato di contatto fisico e pure con le sue importanti turbe sessuali non aveva molto assaggiato quella forma di amore corporeo che in realtà è carente come esperienza alla gran parte di persone. Difficilmente si ha avuto una madre che abbia saputo cullare a lungo con le carezze quanto sapesse il giusto confine tra amore e invadenza, come anche lo stesso si può dire per i padri, una oscillazione incerta e inadeguata che a tanti ha trasmesso ansie e un bel disagio nel contatto fisico al di fuori del sesso. Specialmente il genere maschile ha subito questa enorme mancanza per i precetti culturali.
L'abbraccio di Anna lo toccò fino all'orlo, alcune lacrime scesero non potendosi trattenere e fu un bel momento, sua figlia non avrebbe immaginato una reazione così. Lo strinse a sé di nuovo e con lui avrebbe stretto per sempre il ricordo di quell'istante, un semplice abbraccio... eppure quanti semplici abbracci evitiamo?
Ogni scudo e ogni spada erano da entrambi, soprattutto da Anna abbassati, disarmata e felice e molto cambiata anche nell'aspetto entrò in casa e si coricò un poco nella camera che era stata di suo nonno. Quante suggestioni da quella stanza, quanti ricordi, i fringuelli i pettirossi e quel verseggiare dell'allodola e diversi altri, una musica che la catapultava alla sua infanzia quando la famiglia viveva in città e i nonnini li si veniva a trovare nelle estati e nelle festività. Lo stesso aroma di campagna e di specifici alberi, e oltre la bianca tenda dagli strabilianti ricami fatti a mano le piante aromatiche profumavano tutto intensamente.
Il gioco di luci che faceva su un lato di parete il grande albero subito fuori, con le sue fronde era qualcosa di magico. Sui muri color crema scuro erano appesi anche alcuni disegni suoi fatti da piccola, tra i quali un Mickey Mouse molto liberamente interpretato.Non v'era stato un primo pomeriggio più felice di quello negli ultimi tempi per Anna. Si svegliò, aveva riposato rilassatissima com'era, si infilò in doccia in quel bagno anni 70, con le mattonelle decorate blu e bianche e i muri di un blu caldo scuro, quasi virante al verde bottiglia scuro. Mentre si vestiva, ancora seminuda guardò suo padre che sbrigava due cose in cortile, la notò e le sorrise, non si era accorta di essere esposta a petto nudo con l'asciugamano che stava per adagiarsi a terra e denudarla completamente, ma ovvio non era di certo importante, quel che contava era essersi ritrovati. Fecero un sorriso divertito entrambi e lei si preparò per andare a cena fuori con lui in un posto in ed elegante della zona che papi conosceva bene.
Passarono una bellissima serata a lume di candela e portate sopraffini. Era tornata la sua piccola principessa, il suo amore.
Giunse dunque il secondo giorno con papà. Le aveva preparato una ricca e variegata colazione, poteva scegliere tra croissant, latte, spremuta, pane e Nutella, o pane burro e marmellata nonché una torta al forno cucinata dallo stesso Ettore.
Il profumo di torta fatta in casa d'altra parte la raggiunse, portandola anche quello a quando il giovane Ettore faceva una bella sorpresa a lei e ai piccoli Maria Federica e Vincenzo con un qualche bel dolce fragrante in momenti che non ti aspettavi!
Fece questa abbondante colazione dunque e uscì fuori a prendere il sole su una robusta sdraio bassa e reclinabile, in compagnia dei cani di Vincenzo che viveva lì e aveva loro lasciato la casa, per andare come faceva spesso durante l'anno in una stupenda villa al mare visto che più i soldi non gli mancavano con la professione che faceva e il suo nome ormai noto a molti e di spicco.
Essendo stata la stagione più calda, Anna era in bikini. Aveva una forma ancora più splendida e curata, ormai era diventata una bellissima donna, con curve decisamente più accentuate. Il padre la guardava da dove il primo pomeriggio precedente lei aveva sonnecchiato con piacere. Era cresciuta sua figlia, era grande, gli era difficile distogliere lo sguardo da sua figlia: Come tra l'incredulo e il compiaciuto, l'orgoglio di padre e una punta di malinconia per il tempo che passa così veloce e ci scivola clamorosamente dalle mani. Provava un qualcosa che non avrebbe saputo descrivere, si sentì un pochino imbarazzato per vedere in Anna finalmente una donna come tutte le altre e non più solo la sua bambina, d'altra parte nessuno c'era lì a osservarlo mentre nel guardare il corpo lucente e dorato di sua figlia la mano teneva sempre più la tentazione di sfiorarsi il petto. Lentamente la portò vicino toccando il primo bottoncino bianco, era una delle sue pregiate camicie color lillà un tono che risaltava la sua carnagione olivastra, ben stirata inamidata e appena indossata; e così sganciò anche i sottostanti due bottoni, accarezzandosi il petto un poco inflaccidito per l'età e velato di bianca peluria. La tentazione di scendere molto, molto lentamente la mano era forte... chiuse per un frangente gli occhi...
DRIIIN... DRIIIN
Telefonò al fisso Maria, la sorella più grande che apprese dal padre della presenza della sorella e di come la stesse il più possibile coccolando. Maria faticando parecchio a far buon viso a cattivo gioco terminò un po' velocemente la telefonata a suo padre, era sempre stata tra tutte la sorella che adorava il papà, innamorata persa di lui in modo forte e morboso!
La cocca era però l'ultimogenita Anna, e dato che Maria era molto gelosa di questo, ogni volta era una lacerazione al cuore: una gelosia sempre viva come se l'infanzia non fosse stata lasciata ai tanti anni indietro.
Dato che Maria utilizzava rapporti e situazioni, tutto in funzione di ricevere considerazione e stima da suo padre, gli propose che li avrebbe raggiunti e gli mise la pulce nell'orecchio che suo cognato Piero non tenesse una grande considerazione di lui né della famiglia di origine di Anna e che molto probabilmente era questo il motivo per cui il più possibile non li frequentava. Maria, detta ormai da tutti Mary con un paio di frasi fece insospettire suo padre in merito al ruolo del genero, sempre defilato da loro.
Non poteva essere altrimenti: Mio genero si è infilato nella mia famiglia per portarmi via la figlia, è così felice prima non lo era, qualcosa non torna... ci avrà senz'altro messi tutti in cattiva luce e quella tonta di Anna ci sarà ancora cascata in questi rapporti malati con gli uomini! Pensò sempre più Ettore, parecchio turbato dalle considerazioni apparentemente innocue e tranquille di Mary.
Era pur sempre sua, era sua figlia, l'aveva vista nascere e crescere e non era ammissibile che un genero ora si comportasse con snobismo.
Dato che in sua coscienza in fondo lo sapeva avesse trovato un uomo che amava, e la prima persona che da componente acquisito lo faceva sentire nudo e senza le sue maschere di facciata, era importante incidere abbondantemente su Anna con la carta solita delle velate svalutazioni tra atti di gratificazione. Lavorarla insomma, affinché iniziasse a inquadrare suo marito per come a Ettore poteva convenire sempre più.
Anna, rigenerata da molto tempo da certi influssi, li identificò facilmente e considerò di terminare comunque la vacanzina, forte e matura com'era diventata.
Poteva in ogni caso contare sul suo compagno ma soprattutto in sé stessa!
Si stese nuovamente a prendere il sole. Suo marito le aveva sempre consigliato di superare i residui di un rapporto difficile, affrontando anziché evitare. Lui l'avrebbe sempre rincuorata e difesa, e così era garantito adesso. Lo notava che suo padre la guardava con un certo turbamento, un qualcosa che lo smuoveva nei sensi vista la gran donna che era diventata. Se in ben altri tempi ciò avrebbe potuto metterla in imbarazzo solo all'idea, tanto che finché viveva coi suoi genitori non azzardava mai minigonne e scollature, ora non era più così. Riconoscendo nelle sue inibizioni anche con gli uomini gli occhi del padre da sempre posati su lei ancor più che nelle altre figlie, aveva anche trovato la chiave delle sue insicurezze e adesso nessuno l'avrebbe fatta sentire ancora bloccata da strane preoccupazioni.
Le propose di andare in piscina, era una bella struttura con alberi di palma, il mare cercato di portare là in campagna e non distava affatto anzi. Indossò il suo sexy bikini zebrato con scollo all'americana, un bel copricostume verde semi trasparente e andarono volentieri a piedi, pochissima strada in direzione del centro città passando anche per l'edicola. Anna si faceva ammirare e si godette la compagnia del papà, divertendosi un mondo, cantando in balli di gruppo, bevendo insieme drink e mangiando strepitosi stuzzichini come accadeva tra loro due più la mamma e i fratelli tanti anni prima!
I ventenni lì presenti arrossivano alla presenza di Anna, e lei ricordò con tenerezza di quando ciò accadeva e di come abbassasse lo sguardo al cospetto dei maschi, quando papà era vicino o nei paraggi. Ora che era sicura si faceva fare le lastre dagli occhi dei giovani e più maturi uomini, i quali riproducendo scenette a lei familiari interrompevano i giochi maneschi tra loro, si dicevano a bassavoce un qualche apprezzamento e si sdraivano a pancia sotto senza staccare lo sguardo dalla visione di Anna. Anche quelli avanti a sé adesso, erano tutti sdraiati, bagnati e rivolti a lei, come improvvisamente ammutoliti o al contrario ridendo e facendo gli scemi più di prima.
Andò a rinfrescarsi Anna, al centro circa di quella calca di corpi maschili e femminili più o meno giovani o abbrustoliti, si fece accarezzare dal getto freddo e piacevole, rinvigorente. Con quel fisichetto lucente di acqua sembrava di plastica, una bambola Barbie dalle lunghe gambe valorizzate da buona attività fisica e migliore alimentazione.
Alcune signore anziane coi loro coniugi mostravano una faccia di disapprovazione incontrollabile, più che altro verso i panzuti e/o flaccidi vecchi mariti che si fissarono su Anna e dovendosi appartare spesso nelle cabine per poter liberare i loro opalescenti "girini".
Ettore in tutto questo era fiero di aver una figlia così bona, aveva una faccia che pareva dire chiaramente "l'ho fatta io, ci ho messo impegno", la situazione era conturbante senza dubbio perché Ettore provava anche la sua solita punta di gelosia... che non potesse allungare le mani su sua figlia pur essendo emozionato dall'atmosfera che Anna causava, più che frustrarlo iniziò a essere progressivamente gratificante. Amava da pazzi mostrarsi con la figlia, come il suo migliore trofeo, una figlia che come tutte le sue d'altra parte sapeva mostrarsi affettuosa e dolce e innamorata di lui nonostante tutto. Era pur sempre il papà.
Si vestirono elegantissimi e anche quella sera uscirono fuori, cambiando però ristorante. Gli influssi insani avevano fatto ben poca presa su Anna, lui si era dimenticato in quelle belle emozioni di tenere un genero, che forse non lo considerava benissimo. Era così appagato dalla presenza di Anna che in effetti rivalutò le parole della figlia più grande, la quale si presentò la mattina seguente come una bella sorpresa.
"Papà! Che fai?? Posso entrare? Ascolta indovina chi c'è? È arrivata Mary!! Che bello papi tutti insieme!"

(Continua alla seconda puntata)



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